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Autore: sweetPotterina    21/05/2014    3 recensioni
-Malfoy?
Si voltò e si maledì per non essersi soffermato a pensare per quale ragione una ragazza dovesse starsene ancora imperterrita sotto la pioggia a quell'ora tarda.
-Stupeficium.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Pioveva a dirotto e il cielo grigio minacciava una tempesta imminente. Per quanto bramasse una cioccolata calda sotto delle morbide coperte, non aveva proprio potuto cedere a quell’invitante tentazione.
Il dovere viene prima di tutto.
Tra due giorni si sarebbe svolta l’ultima partita decisiva, prima della finale che avrebbe decretato i vincitori della Coppa delle Case. Lei era la cacciatrice della sua squadra e non poteva permettersi di fallire.
Le piaceva il Quidditch, l’aveva aiutata molte volte a scaricare la tensione e a vivere momenti di totale libertà, ma non lo adorava come suo padre.
Non è fondamentale per la mia vita.
Eppure, mentre avanzava tra il campo bagnato, si accorse che non era la sola ad aver sfidato le intemperie quel pomeriggio.
Se mai avesse avuto un dubbio, adesso ne aveva l’assoluta certezza: era stata proprio una cattiva idea.
Aveva smesso di credere alle coincidenze molto tempo fa, quando aveva compreso fino in fondo gli eventi che avevano portato suo zio Harry a divenire il Prescelto prima, e il Salvatore del Mondo Magico dopo.
-Sei un bastardo! Mi fai schifo.
-Ti avevo detto che mi annoiavo, pensavo avessi capito.
Si ritrovò in imbarazzo ad assistere a quel ridicolo litigio amoroso, anche se di amore ne vedeva ben poco. Aveva più l’aria di una diatriba a senso unico, considerato che il ragazzo le dava le spalle, completamente indifferente alle lamentale della ragazza che lo inseguiva come una forsennata.
Si guardò intorno, in cerca di un punto in cui nascondersi, ma era andata troppo in là e attorno a sé non vi erano che lunghi ettari di terreno. Rimase allora immobile, con lo sguardo profondamente imbarazzato, pronta a esprimere le sue scuse per l’intrusione.
-Non ho ancora finito, per Merlino! Fermati.
-Piove. Ho freddo.
Fu tutta la risposta del ragazzo, che affrettava il passo in direzione di un riparo.
Ebbe appena il tempo di distinguere il suo viso annoiato che un lampo rosso le investì la retina portandola a proteggersi istintivamente il viso con il braccio. Quando li riaprì la ragazza era scomparsa, e lui… beh, era disteso a terra schiantato. Ben gli sta.
Non aveva idea di cosa era realmente accaduto tra i due amanti, ma aveva la netta sensazione che quel ragazzo se l’era proprio meritato.
Rimase a fissarlo, per un lungo minuto, fiera del coraggio di quella ragazza che non era riuscita a riconoscere.
Solo che adesso lui non sembrava avere intenzione di rialzarsi. E, dai… alzati.
Su, si ritrovò a pregare silenziosamente.
Quando capì che non si sarebbe destato da solo, comprese che toccava a lei farlo. Il suo spirito Grifondoro non gli permetteva di dare le spalle a un ragazzo, seppur apparentemente stronzo, stecchito sotto una pioggia dirompente.
Corse velocemente contro il vento, finché il corpo del giovane mago non fu ai suoi piedi. La scopa gli cadde dalle mani per lo stupore.
Miseriaccia!
Tra tutti i ragazzi, proprio lui doveva aiutare? Forse, per un volta, avrebbe potuto ignorare l’intera faccenda e tornarsene al suo dormitorio, dimenticandosi l’accaduto.
Eh, che cavolo, no!
Fuoriuscì la bacchetta e, con una mano sul fianco, la puntò su Scorpius Malfoy profondamente indecisa. Si morse il labbro, tentennando ancora qualche secondo. Si accasciò allora per vederlo meglio, perdendo altro tempo, accorandosi che non avesse riportato ferite gravi. In quel caso avrebbe potuto semplicemente portarlo da Madama Chips mantenendo un certo anonimato, ma dimenticava che rimaneva il fatto che lei fosse fuori il castello oltre l’orario consentito.
E Malfoy aveva i capelli sporchi, unti dal fango e appiccicati sulla fronte.
Quella ragazza aveva fatto proprio un gran bel lavoro e doveva essere davvero molto incavolata per arrivare a tanto. Chissà cosa aveva combinato questa volta, anche se non era difficile immaginarlo.
Gli tolse un ciuffo dall’occhio destro con la punta della bacchetta facendo piano, carezzando poi una sua guancia.
In fondo in fondo è carino, si ritrovò ad ammettere.
Si diede un ceffone e si rialzò, concentrandosi e cercando di porre fine a quella storia. Ne aveva piene le tasche, senza contare che era completamente fradicia e rischiava un accidenti.
-Innerva.

Sentì una scossa trapassarlo da parte a parte.
Non sapeva spiegarsi il perché, ma aveva un gran mal di testa e, come ben presto si accorse, gli dolevano tutte le ossa. Aveva freddo e sentiva qualcosa di bagnato ticchettare sul suo viso ad intervalli irregolari.
Si portò con estrema fatica e lentezza una mano sul volto, provando ad asciugarsi malamente.
Fu allora che aprì gli occhi e si accorse di due cose.
Pioveva. E una ragazza lo stava fissando. Non seppe se trovare strano il fatto che stesse piovendo all’interno del castello o che ci fosse una strega con un espressione altrettanto strana a guardalo così intensamente da risultare maleducata. Ma che diavolo mi è successo?
Provò a mettersi a sedere, rendendosi finalmente conto che si trovava al campo di Quidditch, una volta riconosciuta l’erba fresca e umida sotto il palmo delle mani.
Mentre la strega si faceva indietro per dargli un po’ di spazio, i ricordi dell’ultima ora lo investirono in pieno.
Diede un pugno al terreno e imprecò. -Merda.
Scorse un movimento al suo fianco, un’ombra sparire su di sé. -Oh, stai bene allora. E ti pareva.
La voce della strega lo riscosse del tutto, portandolo ad alzare istintivamente lo sguardo verso l’alto, mentre con una mano si copriva gli occhi dalla pioggia.
Rimase di sasso.
-Non grazie a te- la rimbeccò, storcendo il naso e pulendosi la divisa sul petto e sulle braccia con le mani.
Rose trattenne il fiato piccata. -Non grazie alla ragazza con cui sei uscito dagli spogliatoi, vorrai dire?
Scorpius ignorò il tono di voce alterato della giovane e, sbuffando, si rimise in piedi barcollando un po’ stordito.
-Senti un po’, Weasley. Si può sapere che cosa vuoi da me?
Rose alzò un sopracciglio, eloquente, in un’espressione che avrebbe fatto tremare molti dei suoi parenti e amici.
Scorpius aggrottò la fronte dapprima, poi comprese e ghignò sorpreso.
-Oh, aspetta. Non dirmi che ti aspetti che ti ringrazi?
La strega trasalì, rossa in viso.
Scorpius non poté fare a meno di notare che i capelli inzuppati della giovane adesso si erano appiattiti e fatti più scuri, incorniciando il suo viso tondo e facendo risaltare i suoi occhi di un azzurro intenso. Era davvero deliziosa, specie in quel momento con l’espressione furiosa.
Si concentrò sulle sue parole, ma non le sentì così decise di lasciar perdere e ritornare al suo dormitorio. Si sentiva maledettamente a pezzi, tanto da concludere che probabilmente si stava già ammalando. Ciò che aveva pensato sulla Weasley ne erano i primi sintomi.
–Non vi stancate mai voi di fare gli eroi, eh?
Rose si sorprese di quella domanda e biascicò una risposta poco convinta. -Tu avresti fatto lo stesso.
Scorpius rise apertamente. -Non essere ipocrita. Lo sai anche tu che non è così.
Rose non vi trovò nulla da ridere, così assottigliò lo sguardo e rispose dura. -Molto bene.
-Bene- rispose secco il mago e gli diede le spalle, sicuro che la conversazione fosse conclusa.
-Malfoy?
Si voltò e si maledì per non essersi soffermato a pensare per quale ragione una ragazza dovesse starsene ancora imperterrita sotto la pioggia a quell’ora tarda.
-Stupeficium.

Merda.
Scorpius si rialzò a malapena, frustrato e furioso come non mai quando si accorse che il suo volto era completamente ricoperto di fango all’interno di una pozzanghera.
Ancora al campo da Quidditch e sotto la pioggia.
Weasley!
Si chiese cosa mai avesse fatto di male per meritarsi tanta sfortuna. Con tutte le ragazze che avrebbe potuto incontrare, proprio lei doveva trovarlo in quella situazione?
Oh, si immaginava già il divertimento di quell’ipocrita Grifondoro. Ma gliel’avrebbe fatta vedere lui, una volta rientrato a scuola. E magari dopo una bel bagno caldo.
Starnutì e un tuono lo fece sobbalzare. Determinato a mettere fine a quella serata di merda si affrettò verso l’uscita del campo, ma una volta messo piede al castello si rese subito conto della figura alle sue spalle.
Sospirò, imponendosi un controllo che non gli apparteneva, stavolta all’erta e con in mano la propria bacchetta
-Ancora tu. Immagino che il rimorso ti abbia…
Ma non gli diede il tempo di finire che la strega uscì dall’ombra e, con un tono amareggiato, gli disse. -Sai, Malfoy? Sarebbe bastato un grazie. Un misero e semplice grazie.
Non disse nulla e la guardò andare via, stupito e confuso.
Tuttavia, non aveva le forze per analizzare quel comportamento bizzarro, quindi fece spallucce e si diresse al suo dormitorio, impaziente di immergersi in un bel bagno caldo.
Le ragazze. Bah!

*

Era stanchissima.
Considerato che la sera precedente il suo allenamento era andato a puttane, quella mattina aveva dovuto raddoppiare le ore di volo, rinunciando al suo incontro con Lily e le altre ragazze in Sala Grande.
Tuttavia si sentiva alquanto soddisfatta e sicura di avere qualche possibilità di vittoria per la partita di domani. I ragazzi della sua squadra erano carichi e avevano un buon piano di attacco.
Sorrise tra sé, mentre entrava sotto la doccia lasciando che il getto d’acqua l’aiutasse a rilassarsi.
Aveva volutamente evitato di pensare al giorno precedente, anche se tutta la notte si era maledetta per averlo aspettato sotto il portone del castello. Dopo averlo schiantato, aveva scavalcato il suo corpo a terra e si era messa al riparo, non riuscendo più a muoversi oltre.
Passo dopo passo aveva sentito la rabbia sbollire e il senso di colpa prendere il sopravvento.
Se ieri sera non avesse piovuto non ci avrebbe pensato troppo, ma la pioggia era stata violenta e Malfoy era già stato schiantato pochi minuti prima.
Non se l’era sentita di abbandonarlo, né tanto meno di andare a riprenderlo.
Non si era aspettata nulla da lui, ma quella strafottenza l’aveva ferita nell’orgoglio.
Così aveva deciso di aspettarlo, per assicurarsi che stesse bene. Per fortuna non ci era voluto tanto, anche perché poco dopo aveva iniziato sul serio a temere il peggio.

Un rumore alla porta la fece sussultare dai propri pensieri, così si sporse verso il corridoio a vedere cosa lo avesse causato. –Chi c’è?
Non udì nessuna risposta, così uscì dalla doccia e avvolse il suo corpo nudo su un grande asciugamano e avanzò.
Una volta girato l’angolo che dava ai lavandini trasalì, ritrovandosi Scorpius Malfoy a un palmo dal naso.
-E tu che diavolo ci fai qui?
-Sono venuto a parlarti.

Rose era rossa come un pomodoro, sentiva il calore pervaderle persino le orecchie. Si chiese come avesse fatto a entrare e perché cavolo nelle ultime ventiquattro continuava a ritrovarselo tra i piedi. La cosa più importante però in quel momento era togliersi da sotto il suo naso, considerato che era letteralmente seminuda.
Strinse i pugni e si circondò il petto con le braccia. -Esci subito da qui! Fuori.
Lui però rimase impassibile e continuò a fissarla dritto negli occhi determinato.
-Io non vado da nessuna parte. Credimi, se non fossi stato costretto, non penserei nemmeno a rinchiudermi in questo lurido bagno con te.
Rose s’inviperì e strinse i denti, urlando imbarazzata. -Costretto? Senti, non mi importa cosa pensi, voglio che tu te ne vada. Subito!
Avrebbe voluto prenderlo a schiaffi, ma si limitò a ricambiare il suo sguardo con la stessa intensità. Poteva benissimo immaginare una scarica elettrica fare avanti e dietro tra di loro.
-Rose? Sei tu? Tutto bene?
Si voltò verso l’entrata e s’impietrì all’udire il suono della voce del fratello e nel riconoscere la sua ombra oltre il piccolo vetro quadrato della porta.
Non voleva neanche immaginare cosa avrebbe potuto pensare Hugo entrando e trovandola in quella situazione con Malfoy. D’altro canto, sarebbe stato d’aiuto se…
Fece per aprir bocca, ma una mano gliela tappò tempestivamente, spingendola indietro verso le docce.
-Digli di andarsene.
La sua voce rauca sulla spalla le fece venire un brivido lungo la schiena. Trattenne il fiato, non sicura di ciò che sarebbe stato giusto rispondere, indecisa su cosa fare.
Cercò di ricordare come poteva essere finita in quella situazione e la risposta non gli piacque. Buonismo Grifondoro.
-Insomma, c’è qualcuno?
Malfoy l’attirò di più a sé, circondandole la vita con un braccio, sfiorandole così il suo che tentava ancora di reggere l’asciugamano. Percepì perfettamente ogni parte del mago alle sue spalle, il suo torace, le sue gambe lunghe, che aderivano con il suo. Prese un nuovo respiro prima di trattenerlo ancora una volta, mentre il cuore iniziava a battere velocemente.
-Se non te ne liberi immediatamente farò in modo che tutta Hogwarts pensi che tu venga a letto con me. E considerata la situazione, non sarebbe neanche troppo difficile. Mi hai capito?
Quella velata minaccia ebbe il potere di distrarla dai suoi pensieri. Allibì e annuì convulsamente.
Lui, dopo un primo attimo d’incertezza, le lasciò libera la bocca, tenendola comunque stretta a sé, in una morsa che non tralasciava vie di fuga.
Rose prese fiato. –Sì, sono io. È tutto apposto, Hugo.
-Sei sicura? Posso entrare?
-No! Hugo sto facendo la doccia, no che non puoi entrare.
Ci fu un attimo di silenzio, in cui entrambi rimasero in attesa, con il fiato sospeso.
-Ah, ok. Scusa, Rose. Ci vediamo in Sala Grande, allora.
Rose si rilassò. -Sì, a…
Scorpius non la fece neanche finire di rispondere che la spinse contro un muro all’interno delle docce, bloccandola lì mentre lui la sovrastava in altezza e le impediva ancora una volta ogni via di fuga, poggiando le mani ai lati della sua testa.
-Sei stata brava. Un po’ dispersiva, ma brava. Ti capita spesso di mentire?
Rose sbuffò, arricciando il naso. -Adesso dimmi che vuoi e sparisci. Ne ho abbastanza di te.
Scorpius si portò una mano sui capelli, portando indietro alcuni ciuffi biondi. -Con tanto piacere, Weasley.
Poi avvicinò il viso alla ragazza e con sguardo improvvisamente serio parlò. –Nessuno, e quando dico nessuno intendo anche i tuoi patetici amici, dovrà mai sapere quello che è accaduto la scorsa notte. Dimentica di avermi trovato al campo e quello che è accaduto poi tra noi. Io non mi trovavo lì, capito?
Rose sgranò gli occhi e lo guardò sorpresa, rimanendo imbambolata a fissarlo, letteralmente.
Non riusciva a credere che lui potesse sul serio credere che avrebbe rischiato la sua partita di domani solo per poterlo schernire per i corridoi per quanto accaduto.
Certo, non che non aveva pensato di usare quella situazione per prenderlo un po’ in giro, ma… non ne aveva mai avuto veramente voglia. Lei non era come lui.
-Weasley, mi hai sentito? Hai capito cosa ho detto?
Scorpius la scotolò bruscamente e lei, accorgendosi della salvietta che aveva preso a scivolare, rinvenne, stringendosela saldamente al petto.
-Sì, sì. Ho capito.
-Dunque?- le chiese con uno sguardo eloquente.
Rose alzò gli occhi al cielo, spazientita. -Va bene, Malfoy. Il tuo segreto è al sicuro con me. È tutto qui quello che avevi da dirmi? Insomma, bastava chiedermelo una volta uscita da qui, che fretta c’era!
Adesso toccava a Malfoy guardare stralunato la ragazza.
-Insomma, Malfoy vuoi andartene?
Scorpius aggrottò la fronte, confuso per la seconda volta dallo strano comportamento della Weasley. Fu sollevato e sorpreso di come fosse stato più facile del previsto convincerla.
A dirla tutta non aveva dovuto nemmeno arrivare a tanto. Era bastato chiederglielo!
Soddisfatto comunque di essere riuscito nei suoi intenti fece spallucce e gli voltò le spalle, quando un pensiero lo fermò.
-Che vuol dire tutto qui? Che ti aspettavi, Weasley?
Rose arrossì violentemente. -Nulla.
La risposta arrivò troppo veloce e il rossore sulle gote parlò per lei.
Malfoy ghignò, tornando verso di lei e portandosi teatralmente una mano sulla fronte.
-Ah, dimenticavo. Ti aspetti ancora che ti ringrazi, non è vero?
Rose si fece piccola piccola. In realtà, il fatto che lei fosse mezza nuda e lui a pochi centimetri dal suo viso mentre gli parlava le aveva fatto immaginare che il mago avesse avuto un secondo fine nella sua visita. E, Morgana le morda la lingua, lo aveva persino sperato.
–N-no.
Scorpius chinò il capo su di lei, sfiorando la sua fronte con la propria. –Hai cambiato idea,Weasley?
Rose sentì improvvisamente caldo, molto caldo. Sarebbe bastato così poco affinché le loro labbra si sfiorassero che aveva quasi paura di respirare, mentre invece il profumo del ragazzo sembrava investirle le narici mischiandosi con quello della sua pelle che profumava di sapone.
Non era la prima volta che si ritrovava in una situazione equivoca con un ragazzo, ma mai con lui. Ora che praticamente il viso di Malfoy occupava tutta la sua visuale si poté concedere un momento per osservarlo attentamente e notare la pelle liscia e chiara del ragazzo, i suoi lineamenti rigidi che gli conferivano un aria altera e superba. Si ritrovò a pensare che con un viso come il suo serviva davvero un gran sforzo per sembrare quanto meno una persona simpatica.
La sua attenzione venne catturata poi dai suoi occhi e fu lì che definitivamente si perse. Era una sintesi perfetta tra il grigio di una tempesta e l’azzurro del cielo in estate. Un colore unico e sublime, da far paura.
Era talmente in soggezione che rinvenne soltanto quando improvvisamente il getto forte dell’acqua fredda li investì, inzuppandoli completamente, mentre un vago balbettio usciva dalla sua bocca. –No, ma…
Si coprì le labbra, impedendosi di continuare, frattanto si rendeva conto che era stata proprio lei, ad aprire i rubinetti della doccia involontariamente. Fissò Scorpius sconvolta, in attesa della sua reazione.
Il ragazzo rimase immobile e, se in un primo momento parve innervosirsi nell’essersi ritrovato tutto bagnato, parve poi ripensarci, mentre i suoi occhi si posavano pesanti sui suoi seni coperti dall’asciugamano, divenuto talmente sottile da risultare invisibile nel rivelare le sue forme. Rose avvampò.
Scorpius dovette accorgersene, perché si avvicinò ulteriormente con fare divertito, poggiando una mano al muro accanto al suo viso, mentre si passava la lingua sulle labbra, leccando l’acqua fredda che continuava imperterrita a scendere su di loro.
-Se non ricordo male avevi detto che ti sarebbe bastato un grazie, giusto?
La sua voce roca che le sfiorò il collo nudo fu il colpo di grazia per lei. Smise completamente di ascoltarlo, rapita da un’attrazione che le fece tremare le gambe.
-No.
-No?
Accortasi dell’errore scrollò il capo e si affrettò a rispondergli. -Io, io volevo dire sì.
Scorpius sorrise, mostrando i denti bianchissimi e facendosi finalmente indietro. Rose socchiuse gli occhi e prese un profondo sospiro di sollievo, abbandonandosi alla parete alle sue spalle.
Ci era mancato poco che…
Per fortuna il mago gli aveva già dato la schiena e si era incamminato verso l’uscita mentre con un colpo di bacchetta asciugava i suoi abiti.
-Fammi sapere quando ti sarai decisa, Weasley. Sono molto curioso di scoprire cosa ne pensa una Grifondoro su queste formalità- concluse sbattendosi la porta alle spalle.
Rose cadde a terra tremante.

*

La partita stava per finire, lo avevano capito tutti.
Entrambi i cercatori avevano ormai adocchiato il boccino d’oro e si erano lanciati all’inseguimento. Il tutto stava sul chi sarebbe arrivato prima ad acciuffarlo.
Nonostante la pioggia continuava a scendere imperterrita anche quel giorno, i due cercatori erano alla pari mentre cercavano di superarsi l’un l’altro. Eppure entrambi erano fin troppo veloci, finché un tuono non costrinse a rallentare il volo della Grifondoro facendole perdere terreno.
Ma Rose non si perse d’animo e ripartì al suo inseguimento.
Da quando era entrata a far parte della squadra, inizialmente come cacciatrice, la sua squadra non aveva più perso contro i Serpeverde e lei non voleva essere indice di cambiamenti in tal senso.
E poi, quella era la partita finale, non una qualsiasi.
Malfoy era pochi metri più avanti e per fortuna riusciva ancora ad averlo bene in vista, diversamente dal boccino di cui aveva perso le tracce. Tuttavia sapeva che invece il cercatore verde-argento lo aveva di mira quindi decise di inseguirlo nella speranza di avvicinarsi a tal punto da riuscire a vederlo anche lei.
Capì però presto che il suo era un bluff, quando il boccino le passò dispettoso d’avanti agli occhi prima di dirigersi nella direzione di Malfoy.
Aumentò la propria velocità, ma purtroppo anche il suo avversario aveva ritrovato il boccino e così aveva ripreso a correre anche lui in sella sulla sua scopa.
Rose strinse i denti e i pugni attorno al suo manico su cui riponeva estrema fiducia.
Avrebbe vinto, doveva vincere.
Se lo ripeteva istante dopo istante, rallegrandosi in cuor suo quando si avvicinò alla parte opposta del manico della scopa di Malfoy. C’era quasi.
Poi tutto accadde in un istante: un fulmine partì da sopra le loro teste e Rose ci mise un attimo per comprendere dove sarebbe caduto. Esattamente sulla testa di Malfoy.
Non seppe mai dire come ma, con una forza improvvisa diede un’ultima spinta alla sua scopa che riuscì a raggiungere il mago. Lo spinse brutalmente da un lato, proprio nell’istante in cui il fulmine berciò verso di lei. Colpì la sua scopa che si spezzò, lasciandola precipitare nel vuoto.
L’ultima cosa che ricordò fu una piccola pallina d’oro e la sua mano che tentava di afferrarla per aggrapparcisi.


-Reinnerva.
Appollaiati sotto una tettoia, Scorpius stringeva con un braccio il piccolo corpo della Weasley, mentre riposava la sua bacchetta.
Erano minuti che provava a farla rinvenire e alla fine aveva dovuto usare proprio quell’incantesimo per farlo. Stentava a crederci.
E ancor di più non riusciva a credere che lei avesse provato ancora una volta a salvarlo.
Ovviamente i suoi riflessi pronti avevano notato il fulmine e con la sua brillante mente aveva già calcolato di evitarlo una volta acciuffato il boccino.
L’unica cosa che però non aveva considerato era la variabile rossa impazzita. Era stata una pazza scriteriata oltre che sconsiderata a buttarsi in quel folle volo, e dannatamente fortunata che lui avesse avuto nonostante la spinta i riflessi per vederla precipitare.
Un istante in più e non sarebbe riuscito a raggiungerla.
Per fortuna era solo svenuta.
-Sapevo che tu avresti fatto lo stesso per me. Adesso siamo pari.
La debole voce della strega lo riportò alla realtà.
-Mi piacerebbe ammetterlo, ma non è esatto.
Anche se non era mai stato in pericolo, Rose l’aveva salvato per la seconda volta dopotutto.
La strega sorrise alla sua espressione stranamente rilassata e divertita. Poi il suo sguardo scivolò sull’altra sua mano e sbuffò frustrata.
-Non posso crederci. Ho mancato il boccino!
Scorpius ghignò. -Non è esatto neanche questo. Weasley, sicura di non aver subito conseguenze?
-No, sto bene. E, per questo, mi sa che devo ringraziarti- ammise, mordendosi la lingua.
-Sì, stavolta credo che tu abbia ragione.
Rose sorrise, adesso apertamente. –Grazie.
Si aspettava una qualche risposta, un cenno, ma il ragazzo rimase a fissarla e a tenerle stretto un fianco. -Che c’è?
Scorpius ghignò e Rose ebbe per un attimo un brutto presentimento. -Ti ho appena salvato la vita, credi sul serio che un grazie sia sufficiente?
La strega sbuffò e alzò gli occhi al cielo sbalordita, punta sul vivo. -Guarda che prima che tu salvassi la mia di vita, l’ho salvata io a te quindi…
Non finì la sua arringa che venne zittita dalle labbra del mago che si chiusero sulle sue.
Fu un bacio dolce, maledettamente casto. Durò un istante soltanto, ma sufficiente per ricordarselo per sempre.
-È più soddisfacente di un semplice “grazie”, non trovi?
Rose preferì non rispondere, ancora troppo stordita.
Il mago ghignò, passandosi la lingua sul labbro inferiore. Poi le prese una mano.
-Tieni. Prendi il boccino e reclama la vittoria per la tua squadra- le disse, mettendole in mano la piccola sfera d’oro, mentre lei ancora provava a riprendersi dalla sorpresa. L’aveva baciata sul serio?
-Io… io non… ma, perché… Malfoy, dici sul serio?
-No, ma è giusto così. L’hai vinta onestamente, in fin dei conti. Noi ci rifaremo l’anno prossimo. Prendila come il mio personalissimo modo per sdebitarmi per l’altra volta.
-Tu non volevi…
Scorpius la ignorò e la lasciò andare, saltando in sella alla scopa.
-Andiamo Weasley, prima che io ci ripensa.
Rose sorrise radiosa e annuì, prendendo posto dietro di lui e stringendo con audacia i suoi fianchi per reggersi quando lui prese il volo.


-Ah, Weasley?
-Sì?
-Fammi un favore: ora che siamo pari, non tentare più di salvarmi la vita, ok?
-Malfoy, sei un deficiente!




FINE





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