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Autore: Reiko87    21/05/2014    1 recensioni
Pre - season 6
(dal primo capitolo)
"-Tu la ami?-
Non si sarebbe mai aspettato una domanda così diretta. Il suo corpo s’irrigidì improvvisamente. Come le saltava in mente di chiedergli una cosa del genere?"
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Patrick Jane, Teresa Lisbon, Un po' tutti | Coppie: Jane/Lisbon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La porta si spalancò con un rumore sordo. La quiete dell’appartamento vuoto venne improvvisamente violata dalla presenza delle due figure vicine che avanzavano nell’oscurità.
 
-Diamine Jane, dammi almeno il tempo di chiudere la porta…- disse ridendo l’agente senior del CBI.
 
-Oh, hai ragione…- confermò il biondo consulente allontanandosi rapidamente dalla donna per dare un altro calcio alla porta e chiuderla rumorosamente alle sue spalle.
 
Tornò dalla sua compagna il più agilmente possibile, pur di non perdere neanche un attimo di quel contatto magico, ammirandola nella penombra della stanza con lo sguardo carico di desiderio. La lontananza durò solo un istante e un Patrick Jane quasi irriconoscibile si fiondò nuovamente su quelle labbra carnose che chiedevano solo di essere baciate, infuocate dal contatto con le sue. I baci diventarono sempre più piccanti, e la pelle di Teresa divenne bollente al passaggio di quelle dolci carezze.
Non avevano neanche fatto in tempo a lasciare l’appartamento di Van Pelt, che qualcosa era scattato irrimediabilmente tra loro; fu come se dopo tanti anni di frasi non dette, sguardi fuggenti e contatti negati, era ormai impossibile per loro resistere alla passione travolgente che li accecava. Naturalmente tutti nell’appartamento della rossa agente avevano capito cosa stesse nascendo tra il capo e il loro consulente.
Patrick aveva spinto Teresa verso il centro della stanza continuando a baciarla con foga, e ormai le sue mani stavano lievemente passando dall’accarezzare i morbidi capelli corvini, al collo e alle spalle, fino a trovare uno spazio dove infilarsi sotto la maglietta casual che aveva indossato quella sera.
 
-Jane… hey Jane…-
 
-Ti prego Teresa, puoi chiamarmi Patrick…- aggiunse col fiato corto Jane, impegnato in quelle dolci coccole che stavano diventando decisamente qualcosa in più.
 
-Come vuoi Patrick… ma fermati un attimo- rispose di rimando Lisbon senza però riuscire minimamente ad interropere quel contatto.
 
Le sue parole dicevano di fermarsi, ma il suo corpo implorava di andare avanti.
 
-Patrick…-
 
Nessuna risposta.
 
-Patrick…-
 
Ancora silenzio e il suono dei baci incessanti.
 
-Fermati!- e così dicendo Lisbon, con tutto l’autocontrollo che possedeva, riuscì ad allontanare il suo personale angelo biondo poggiandogli entrambe le mani sul torace.
 
Patrick sembrò disorientato: il respiro affannato e le pupille dilatate in cerca di una spiegazione su cosa stesse succedendo. Portò le mani a sistemare i ricci arruffati e trasse un profondo respiro per riacquistare un po di autocontrollo.
 
-Scusa Teresa… Ho forse fatto qualcosa di sbagliato?- disse con gli occhi da cucciolo.
 
-No Patrick, oddio no. Tu sei perfetto, e solo Dio sa quanto vorrei riprendere da dove eravamo, ma… non credi che forse stiamo correndo un po’ troppo?- ed incrociò lo sguardo confuso dell’uomo di fronte a lei –Beh, sì insomma, in fin de conti solo stasera siamo riusciti a dichiarare finalmente il nostro amore… forse dovremmo andarci piano e vedere cosa succede prima…-
 
Un lampo attraversò gli occchi di jane, che iniziò a sorriderle per voi raggiungerla nuovamente e stringerla in un abbraccio. Occhi negli occhi le disse dolcemente:
 
-Teresa, sono circa dieci anni che aspetto questo momento… Per cui no, non credo che stiamo correndo un po’ troppo.- affermò con uno sguardo sornione.
 
A quella affermazione Teresa sentì velocemente crollare ogni remora che l’aveva trattenuta fino a quel momento. Le aveva praticamente confessato di amarla da tanti anni, tanti almeno quanti erano quelli che lei amava lui.
Decise di lasciarsi andare e godersi quell’attimo perfetto con l’uomo della sua vita; nulla avrebbe più potuto dividerli ormai. Lo fissò intensamente e gli lasciò un tenero bacio a fior di labbra.
Jane capì immediatamente che quella era la sua risposta, e non se lo fece ripetere due volte.
D’impulso le poggiò dapprima le mani sui fianchi snelli spingendola verso il muro, facendo aderire alla perfezione i loro corpi che reagivano l’un l’altro, poi le fece scivolare lungo il fondoschiena sodo e, baciandola su ogni centimetro del collo nudo, la tirò su con una tale forza che a Lisbon venne da chiedersi dove l’avesse tenuta nascosta fin’ora. In un movimento spontaneo la mora agente gli circondò la vita con le gambe agili mentre il suo compagno era intento a portarla nella camera da letto al piano superiore. Una volta entrati nella stanza tenuta perfettamente in ordine, un altro calcio arrivò a chiudere anche quella porta, mentre quello che era diventato ormai un unico corpo crollava tremante sul letto, abbandonandosi al volere dei battiti del cuore.
  
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