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Autore: _ems    22/05/2014    6 recensioni
Carilia non oppone resistenza, si limita a guardarti solo per un attimo prima di avvicinarsi al bidone di ferro posto lì davanti a voi. La guardi infilare una mano all'interno del bidone - vedi il suo braccio sparire del tutto prima di ricomparire, una lettera ben stretta tra le dita.
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Noticina

Mi è stata proposta una "sfida": cento prompt per 100 storie per vari fandom e originali (con uno stacco di tre capitoli per prompit in caso di long e di tre fandom in caso di one shot). 
Ho accettato perché la matta è una mia amiiica e questa è la prima storia.
Prompt: fuoco.
Detto questo è mio dovere dire che la storia non è betata, ho fatto il mio possibile per correggere quel che vedevo ma non si sa mai! Inoltre i dialoghi sono in una forma che non uso normalmente... non ho il link dove c'era la spiegazione del uso giusto della punteggiatura nei dialoghi e ho provato a memoria, sarei davvvero felice se qualcuno mi dicesse se la punteggiatura sia giusta! 
Detto questo... buona lettura! 
 
 
'Cause the very thing that I love is killing me.
 
 
 Carilia fa scivolare più volte, con forza, il polpastrello del pollice sulla rotellina dell'accendino rosso senza ottenere alcun risultato. Ha la fronte corrugata e l'espressione crucciata mentre tiene lo sguardo fisso davanti a sé, sperando di scorgere la fiamma tanto attesa.
"Si sarà inceppata, sfrega la rotellina sui jeans," arricci appena le labbra contrariato, non avresti neanche voluto essere lì ed invece - per evitare un disastro di dimensioni cosmiche, ti dici - quando ha bussato alla tua porta, con una certa insistenza, l'unica cosa che sei riuscito a fare è stato dirle di aspettare un attimo perché, e che diamine, non potevi di certo uscire in boxer. 
"Quali jeans, scusa?" Ti chiede, confusa, continuando nella sua impresa imperturbabile senza neanche staccare gli occhi dall'accendino. Sbuffi, allungando le mani verso le sue, borbottando un 'fanculo sotto voce rivolto più a te stesso che a lei, appropiandoti dell'accendino rosso in un attimo. Carilia non oppone resistenza, si limita a guardarti solo per un attimo prima di avvicinarsi al bidone di ferro posto lì davanti a voi. La guardi infilare una mano all'interno del bidone - vedi il suo braccio sparire del tutto prima di ricomparire, una lettera ben stretta tra le dita.
"Sei sicura della tua idea?" Le chiedi rigirandoti l'accendino tra le mani senza spostare lo sguardo dalle sue mani, gli occhi fissi sulla lettera ormai ingiallita dal tempo.
"No," borbotta. "Ma se non lo faccio ora non ne avrò più il coraggio, Giovà". 
Non replichi, non ti stringi nelle spalle né lasci che la tua disapprovazione trapeli in alcun modo. Hai già deciso cosa fare con la tua parte di lettere e forse, a pensarci bene, il risultato non è poi tanto diverso. 
Sfreghi l'accendino sui tuoi jeans due volte prima di provare ad accenderlo; quando la fiamma si sprigiona dall'aggeggio infernale decidi che accenderti una sigaretta, mentre aspetti che ti chiami a sé, non è poi un idea così cattiva. Infili la mano in tasca estraendola, poco dopo, con il pacchetto tenuto saldamente tra due dita. Da lì ad avere una sigaretta tra le labbra e la prima dose giornaliera di nicotina nei polmoni il passo è breve, il pacchetto di nuovo ben nascosto in tasca. 
"Forse non dovresti farlo," sussurri una volta affiancatala a seguito di un suo cenno di mano.
Carilia continua a non guardarti, scuote solo la testa in un no deciso e si rigira la lettera tra le mani.
"Hai ragione," dice, il tono ironico e una smorfia sulle labbra. "Non dovrei bruciare le lettere che nostro padre ha scritto per diciotto anni dopo averci abbandonati".
Resti in silenzio, lo sguardo fisso sul fondo del bidone dove da più di venti minuti giacciono le lettere. Carilia serba rancore, negli anni ne ha immagazzinato così tanto da portarti a chiederti dove riesca ad infilarne ancora e te lo chiedi anche ora, mentre porti la sigaretta alle labbra ed inspiri una nuova dose di nicotina.
"Dove hai messo l'alcol?" Ti limiti, allora, a chiederle. 
Non hai bisogno di una risposta quando la vedi chinarsi e raccogliere la bottiglia di alcol distesa sul prato ai vostri piedi. La guardi capovolge la bottiglia, dopo aver fatto scattare il tappo, e premere giusto al centro quanto basti per far si che il liquido fuoriesca dal proprio contenitore e vada a depositarsi sul fondo del bidone, bagnando le lettere. 
Non sai dove tua sorella abbia recuperato quel bidone di ferro e non te lo chiedi finché non da fuoco alla lettera che aveva ancora in mano e l'accompagna, poi, abbastanza vicina al fondo da poterla lasciare andare senza il rischio che si spenga nel tragitto sprigionando così più fuoco e fiamme di quanto ti aspettassi. Ti guardi attorno scorgendo da lontano una piccola discarica abbandonata e quando decidi che tua sorella sia abbastanza determinata da scavare tra i rifiuti consenti al tuo sguardo di tornare sulla sua figura e non ti stupisce neanche un po' trovarla intenta a fissare il fuoco ardere, bruciando ogni cosa (e forse non la dovevi buttare la sigaretta tra le fiamme.
"Mi hai profanato il fuoco, Giovà"). 
 
 
"Cosa farai con le tue lettere?"
"Sculture di carta".
"Mamma lo dice sempre, a te piacciono le cose belle".
 
Anni di convivenza e legami di sangue non ti hanno mai preparato a questo: il momento in cui tua sorella ha deciso di divenire una donna ed abbandonare, determinata, le convinzioni dell'infanzia... facendole bruciare, all'alba di una domenica mattina, in un fuoco profanato, sotto lo sguardo malinconico di una bambina già cresiuta.
 
 
 
Note:
1. Il nome Carilia deriva dal greco, dovrebbe significare "carina, graziosa" ma non ne sono sicura. La "fonte" è la spiegazione di una ragazza che ha partecipato ad "Avanti un altro" che si chiama così. Non ne sono sicura perché su Google non lo trovo. Correggetemi se sbaglio! 
 
2. Il titolo della one shot è una frase estratta dalla canzone di Eminem (feat Rihanna) "The monster". 
 
3. L'arte di creare sculture con la carta non so se ha un nome preciso, l'ho "scovato" in "La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo".
   
 
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