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Autore: Mokusha    22/05/2014    6 recensioni
Raccolta di OS, FlashFic e Drabble su Jared/Marie (+Shanina in alcune)
[personaggi della Long 'So, you think you can tell Heaven from Hell?]
OS1 - Coniglio di Pezza
OS2 - Vieni Qui
FF 3 - Pagine
OS 4 - Bacio alla fragola
OS 5 - Lights will guide you home
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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OS 1: "Coniglio di Pezza"

[Raiting: Verde | Fluff, Comico | Daddy!Jared + Shanina] 

 
 
Papi?”
Jared si sporse oltre il bancone della cucina.
Shanina lo guardava, con la spazzola in mano. I lunghi capelli rossi le ricadevano disordinatamente sulla camicetta della divisa.
 
“Mi abbottoni le maniche?” disse, avvicinandoglisi.
Jared guardò nervosamente l'orologio.
Erano in ritardo.
In un fottuto ritardo per l'esattezza.
Marie non c'era, era a Boston, per quattro giorni a frequentare un corso di aggiornamento. Aveva iniziato a studiare giornalismo poco dopo la nascita della bambina, ma quella era la prima volta che si trovavano a casa loro due soli.
La ragazza gli aveva più volte proposto di chiedere ad Emma di passare almeno la mattina per dargli una mano a prepararla per l'asilo, ma lui si era categoricamente rifiutato, profondamente ferito nell'orgoglio: era perfettamente in grado di prendersi cura di sua figlia da solo.
“Certo, tesoro. Dai qua.”
“Papi?”
“Dimmi”
“Hai lasciato di nuovo le salviette vicino al fuoco. Si stanno bruciando. E si sta bruciando anche il latte” lo avvertì la bimba, indicando i fornelli.
Jared si voltò di scatto.
“Cazzo!” imprecò, precipitandosi a spegnere il gas e annegando le salviette bruciate nel lavello.
“Papà!” esclamò Shaninia “Hai detto la parola con la 'c'!”
“No amore, papà non ha detto cazzo.”
“L'hai ridetto!” ridacchiò la bimba “Mamma dice che puoi dirlo solo quando sei sul palco.”
“Infatti, amore, papà ha detto cappero. Cappero.”
 
“Non lo dico alla mamma.”  sorrise, porgendogli la spazzola “Mi pettini? Con le codine?”
Jared guardò la figlia come se gli avesse chiesto di andare in Europa a nuoto.
Riguardò l'orologio.
Erano davvero in un fottutissimo ritardo.
Sospirò. Prese la spazzola, tenendola come se fosse una bomba innescata che avrebbe potuto esplodergli in mano da un momento all'altro.
Guardò perplesso la bambina, che aspettava paziente.
“Papi, forse possiamo chiamare zia Emma e...”
“No! No, non chiameremo Emma. Ci penso io.”
Tornò a guardare l'orologio. Portare la bimba a scuola in orario era ormai una battaglia persa. Avrebbe dovuto accadere almeno venti minuti prima.
“Nina, sai cosa ti dico? Oggi niente asilo, stai a casa con me e giochiamo assieme, vuoi?”
Lei lo fissò. La somiglianza con Marie era impressionante. La piccola era praticamente la miniatura della madre, ma gli occhi erano i suoi.
La stessa forma. Lo stesso identico colore. La stessa intensità. La stessa capacità di indagare, di spogliare, di trasmettere emozioni e celarle allo stesso tempo.
Per Jared guardare la figlia negli occhi era come guardarsi allo specchio. Uno specchio che non gli mentiva mai, e che non sempre era gentile con lui.
“Ma” cominciò la piccola “Non si può. Oggi è mercoledì. Bisogna andare all'asilo.” gli spiegò seria, quasi come se fosse lui il bambino. “Bisogna.”
Bene.
Sua figlia di quattro anni era più giudiziosa di lui, che aveva bigiato non appena ne aveva avuto l'occasione e che i pochi giorni che si era sforzato di andare a scuola, li aveva passati nell'ufficio del preside.
“Beh, oggi possiamo rompere le regole. Un giorno senza asilo.”
La bambina ci pensò su per qualche istante. Poi si illuminò.
“Okay!” sorrise “Possiamo giocare alle signore? E alle principesse? E...”
“Possiamo giocare a quello che vuoi. Ma prima è meglio se proviamo a preparare di nuovo la colazione, cosa dici?”

Dopo essere riuscito, non senza una certa soddisfazione  a nutrire Nina senza dare alle fiamme tutta la California, e aver dovuto buttare solo un pentolino di acciaio ormai carbonizzato, Jared la lasciò libera di sfogare la fantasia su di lui, accettando di farsi truccare ed ingioiellare come le “vere signore”. Lasciò che la figlia lo vestisse con le più strambe diavolerie che riusciva a ripescare dalla sua Scatola dei Travestimenti, e quando Shanina volle giocare alle Principesse accettò senza protestare troppo di fare la parte della Fata Buona e che il ruolo del Principe Azzurro vennisse affidato  Mr. Coniglio.
“Nina, hai voglia di colorare?” le propose ad un certo punto “Coloriamo assieme?”
“Va bene” acconsentì la bimba, dopo un momento. Lei rifletteva sempre su tutto. “Cosa coloriamo?”
“Cosa ne dici dei disegni di papà?”
“Okay!” disse, correndo ad aprire l'armadio dei colori “Nonna Connie mi ha regalato i pennarelli nuovi! Guarda! Tu puoi usare questi qui vecchi, ma se qualcuno è scarico ti presto i miei.”
Jared ridacchiò tra sé e sé.
“Okay, tesoro, quale vuoi colorare?”
“Io voglio Grampa.”
“Eccolo qui.”
“E tu quale colori? Boobs? Mamma dice che il tuo preferito è Boobs perché...”
“No! Mamma si sbaglia. Il mio preferito è Boo. Non Boobs. Vedi? Sto colorando Boo.”
La bambina lo fissò di nuovo.
“Mmmh.” disse infine senza sembrare molto convinta. “Ma, papi?”
“Sì, tesoro?”
“Ma questi disegni li hai fatti quando avevi quattro anni?”
 
 
 

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“Papi?” sussurrò la piccola.
Si alzò in punta dei piedi allungò una manina e toccò la spalla del padre.
“Papi?” ripeté, questa volta un po' più forte.
Jared aprì gli occhi, e sbatté le palpebre un paio di volte. Gli ci volle un po' per mettere a fuoco la figura che era accanto al letto. Fare il padre a tempo pieno era un ottimo rimedio contro l'insonnia.
“Che c'è, nanerottola?”
“E' Mr. Coniglio.” borbottò lei. “Non riesco a trovarlo.”
Il labbro inferiore cominciò a tremarle. “Si è nascosto.”
Jared si tirò su a sedere, accendendo la luce.
“Sssh, non piangere Nina. Sono sicuro che Mr. Coniglio non può essere lontano. Vieni, andiamo a cercarlo.”
La bimba si aggrappò al mignolo del padre e lo seguì fin nella sua stanza.
“Papi? Credi che il Mostro dei Calzini abbia rapito Mr. Coniglio?”
L'uomo la guardò con un sorriso e scosse la testa.
“Certo che no. Il Mostro dei Calzini si prende i calzini.”
Si inginocchiò vicino al letto della bambina, sollevò le coperte e sbirciò sotto.
“Eccolo qui.” disse, porgendole il suo peluche.
La bimba sorrise, abbracciandolo e accoccolandosi contro il papà.
“Grazie papi! La prossima volta lo puoi fare tu il Principe Azzurro.”
Jared la strinse e le schioccò un bacio.
“Papi?”
“Sì?”
“Posso dormire con te?”
Jared sospirò. Le capacità di persuasione della figlia erano di gran lunga superiori alle sue.
Le sorrise.
“Ma certo.”
“Può venire anche Mr. Coniglio?”
“Mr. Coniglio è il benvenuto, tesoro. Vieni qui" rispose, prendendosela in braccio.
La bimba poggiò la testa sulla sua spalla e lasciò che la portasse nella camera matrimoniale.
Si raggomitolò contro di lui, tenendo sempre il mignolo del papà tra le sue manine.
“Papi? Ma il Mostro dei Calzini non ruba mai i tuoi perché sono brutti?”






Carissimi!
Eccomi qui, a sorprendere anche me stessa.
Non avevo in programma di riprendere questi personaggi, ma mi mancavano moltissimo, quindi ho ceduto.
Premetto da subito che questa sarà una raccolta di storie, i capitoli riguarderanno gli stessi personaggi, ma avranno una trama slegata l'uno dall'altro. Si tratteranno vari generi e raitings che verranno specificati all'inizio di ogni capitolo.
Per le new entry, di Jared e Marie si racconta in questa storia qui: 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=845692&i=1
Spero che questa idea vi piaccia, che vi piaccia questo capitolo con Leto daddy full time. (Non durerebbe più di un giorno, lo so. Però non ho resistito *-*)
Fatemi sapere cosa ne pensate, ogni giudizio è bene accetto, potete tranquillamente dirmi che dovrei darmi all'ippica, se è questo che pensate ;)
Vi mando un abbraccione!

 
   
 
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