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Autore: MartyTonylove    22/05/2014    0 recensioni
Questa è la storia di una ragazza bellissima, capelli castani chiari e occhi color nocciola, un sorriso che faceva sorridere anche i vecchietti brontoloni, ma la cosa più bella si trovava dentro, nel suo carattere nelle sue parole nel suo modo id esprimersi e nei suoi pensieri puri.Il suo nome era Alice, la mamma l’aveva chiamata così perché adorava la storia “Alice in wonderland”, altrettanto l’amava Alice. Però da qualche tempo la sua vita non sembrava più un paese delle meraviglie.
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Questa è la storia di una ragazza bellissima, capelli castani chiari e occhi color nocciola, un sorriso che faceva sorridere anche i vecchietti brontoloni, ma la cosa più bella si trovava dentro, nel suo carattere nelle sue parole nel suo modo id esprimersi e nei suoi pensieri puri.Il suo nome era Alice, la mamma l’aveva chiamata così perché adorava la storia “Alice in wonderland”, altrettanto l’amava Alice. Però da qualche tempo la sua vita non sembrava più un paese delle meraviglie. La mamma se era era andata, scappata con qualche uomo, papà non aveva più la stabilità mentale per parlarle o risponderle. James suo padre era caduto in depressione e la sua stanza pareva un cimitero di lattine di birra Becks. Alice si rendeva conto di vivere in un mondo triste, quando piangeva nessuna stanza si allagava e le chiavi per aprire le porte della felicità rimanevano irraggiungibili. Alice si era persa ma non c’erano sentieri nei boschi della sua mente, nessuno Stregatto le sorrideva appollaiato su un albero, anzi proprio nessuno le sorrideva, nella storia Alice mangiava e diventava più grande, ma lei ormai non mangiava neanche più. La bilancia nell’ultimo periodo era la sua migliore amica, erano mesi che si pesava e cercava di smaltire quella poca carne che le rimaneva, il suo intento era sparire. In pochi mesi era riuscita a perdere 20kg e pesava 45 kg, vedendola le si potevano contare le costole una ad una. Quando tornava a casa da scuola saliva in bagno e correva a vomitare poi si pesava e segnava il numero rosso che appariva sulla bilancia e così andava in camera e si sdraiava sul letto con un libro a farle compagnia. I giorni passavano monotoni finche un giorno seduta sull’autobus giallo per andare a scuola si ritrovò di fianco al ragazzo più bello che avesse mai visto. Stava seduto al sedile vicino al suo, aveva gli occhi verdi smeraldo, un ciuffo castano chiaro che ricadeva morbido sulla sua fronte, le labbra carnose cantavano silenziose una canzone che solo lui sentiva. Poi il ragazzo si alzò e scese dall’autobus, Alice per un secondo sentì un vuoto dentro se pensando che forse non lo avrebbe mai più rivisto, poi scorse qualcosa sul sedile, un libro. Osservò il titolo incuriosita Harry Potter and the goblet of fire, era il suo libro preferito. Alice lo prese e lo mise velocemente nella borsa. Quando arrivò a casa invece di correre in bagno si precipitò in camera, si buttò sul letto, prese il libro e lo aprì, si soffermò sulla prima pagina sulla quale c’era scritto un nome in penna blu: Gabriel Stone. Voltò le pagine e arrivò al primo capitolo, le parole le suonavano familiari, del resto erano uguali a quelle scritte sulla sua versione, ma su quel volume c’erano frasi sottolineate a matita con appunti e pensieri di fianco ad esse. Passò tutto il pomeriggio a leggere quelle belle frasi scritte con cura, quando finì il libro le parve quasi di conoscere il ragazzo che le aveva scritte, in quelle ore immersa nei pensieri di qualcun altro si era dimenticata di tutto il dolore che le girava intorno. Il giorno dopo per la prima volta dopo tanto tempo aveva voglia di salire su quell’autobus, sperava di vedere quel misterioso ragazzo e le batteva forte il cuore al solo pensiero di poter rivedere i suoi bellissimi occhi verdi. Corse alla fermata, i suoi piedi parevano volare, si sedette al solito posto nella speranza di vederlo arrivare. Passarono alcune fermate e di lui neppure l’ombra, Alice iniziava a perdere le speranze, quando all’improvviso lo vide. Lui camminava tranquillo con gli auricolari nelle orecchie, la guardò distratto e si sedette vicino a lei. Alice prese il libro titubante, lo guardò e sorridendo glielo passò, lui osservò perplesso poi staccò gli auricolari dal telefono e sfoderò un sorriso incorniciato da un apparecchio scintillante. Prese il libro e per un secondo le loro dita si sfiorarono, Alice sentì il cuore farle i salti mortali nel petto; lui la ringraziò e disse: <>. La sua voce era calda e morbida come un abbraccio, lei rispose timida: << Piacere mio, Alice. Di nulla comunque>> i loro occhi si incontrarono e nacque una scintilla. Parlarono durante tutto il tragitto verso la scuola e lei scoprì che lui veniva dall’Alabama ed era italoamericano, nuovo in quella città non aveva conosciuto ancora nessuno con cui valesse la pena parlare. Prima che le loro strade si dividessero a scuola lui la invitò a prendere un te a casa sua nel pomeriggio e lei acconsentì felice. Il pomeriggio a fine lezioni tornarono a casa insieme e lui le fece vedere la strada per raggiungere casa sua. Alice corse nel suo appartamento, si lavò, si vestì bene e sciolse i capelli che si posarono morbidi sulle sue spalle, inoltre in via eccezionale mangiò dei pomodori. Alle tre in punto uscì di casa, quando arrivò alla villa di Gabriel esitò due secondi e poi suonò il campanello. Lui uscì in veranda, indossava dei jeans blu e una maglietta bianca con delle scritte in italiano; Gabriel le sorrise e corse ad aprirle il cancello, l’abbracciò e la fece entrare in casa. Quando Alice entrò vide una casa che non era per niente come se l’aspettava, all’interno tutto era nuovo, c’erano quadri di arte moderna e le citazioni di grandi scrittori e poeti ricoprivano i muri; in particolare la colpì una frase vicino ad una credenza:  Sono fermamente convinta che se l’amore può far male, l’amore può anche guarire. Nicolas Sparks.

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