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Autore: TheComet13    23/05/2014    4 recensioni
Viaggi in Europa, appartamenti in California, tirocini, olocausti, realtà parallele e una storia d'amore che non può avere un lieto fine. // Modern AU
[Seconda classificata al contest "The Throne through space and time".]
[Partecipa al contest "L'amore ai tempi di EFP".]
Genere: Angst, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cersei Lannister, Jaime Lannister
Note: AU | Avvertimenti: Incest
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Young & Beautiful




Hot summer nights, mid-July

When you and I were forever wild

The crazy days, city lights

The way you'd play with me like a child

Will you still love me when I'm no longer young and beautiful?

Will you still love me when I got nothing but my aching soul?



L'estate dopo il diploma l'avevano passata in giro per l'Europa a fingere di essere una normalissima coppia di fidanzati adolescenti. Se qualcuno aveva notato la somiglianza tra di loro, non aveva mai commentato.
A Londra non avevano praticamente visto la luce del sole, forse perché erano ancora sballati dal fuso orario, o forse perché avevano già  visitato la città  due anni prima quando Tywin li aveva portati in vacanza, quindi i musei e le bellezze locali non destavano più il loro interesse.
Una sera si erano infilati in un cinema di bassa categoria con una bottiglia di Jack Daniels e, nonostante il film fosse stato drammatico, avevano riso così tanto che la maschera li aveva sbattuti fuori.
Parigi era stata piena di romanticismo, ovviamente, per quanto cliché potesse suonare. Colazione a letto e sesso di prima mattina, passeggiate lungo la Senna e giri in carrozza. Era stato proprio a Parigi che Jaime aveva chiesto a Cersei di sposarlo per la prima volta. Avevano diciotto anni e non sapevano ancora nulla della vita, non sapevano dove sarebbero stati una volta finita l'università, non sapevano se avrebbero continuato a vivere a New York o se sarebbero finiti in due parti del mondo differenti, ma Jaime di una cosa era assolutamente certo: avrebbe amato Cersei per tutta la vita.
Cersei, ovviamente, gli era scoppiata a ridere in faccia, rimproverandolo di non dire assurdità, poi gli aveva dato le spalle e aveva continuato a scattare fotografie del panorama dalla Tour Eiffel.
A Barcellona avevano corso a perdifiato per le Ramblas, mano nella mano, il vento che faceva volare i lunghi capelli biondi di Cersei, e Jaime non aveva mai visto niente di più bello in vita sua. Avevano fatto sesso in un vicoletto, la ruvidità  del muro che graffiava la schiena di Cersei, perché in fondo quella era la loro estate, ed erano giovani e innamorati, e quindi perché no?
Ad Amsterdam erano a letto e avevano fumato così tanto da non riuscire a smettere di ridere. Jaime non era neanche riuscito a eccitarsi, e questo non aveva fatto altro che incrementare lo scoppio di risa di Cersei.
"Sposami," aveva detto Jaime, e Cersei era tornata seria per un istante prima di dire semplicemente "ok" e scoppiare nuovamente a ridere. I progetti di alzarsi dal letto e andare a sposarsi in quell'istante erano svaniti pochi secondi dopo, quando si erano addormentati entrambi di botto.
A Milano Cersei aveva dato fondo a una delle carte di credito di Tywin e aveva improvvisato una sfilata di moda solo per Jaime nel corridoio dell'albergo, che era finita con una sveltina contro la porta della loro camera, perché non volevano perdere tempo ad aprirla. La lavata di capo che si erano presi da Tywin per aver speso troppo quando avevano chiamato a casa due giorni dopo era stata un piccolo prezzo da pagare.
A Vienna erano saliti sulla ruota del Prater e si erano sentiti i padroni del mondo a guardare le luci della città dall'alto. C'era qualcosa di magico, di completamente diverso da quando salivano in cima a qualche grattacielo a New York, forse perché erano lontani migliaia di chilometri da casa ed erano liberi dal peso del loro cognome e del loro sangue.
A Monaco avevano visitato Dachau, avevano percorso in silenzio quel luogo di orrori, tenendosi stretti per mano. Un paio d'ore dopo, mentre sorseggiavano una birra in uno dei tanti locali tipici bavaresi, Cersei era ancora silenziosa e assorta nei suoi pensieri.
"Mi sono appena resa conto che, se fossimo nati in Germania durante il Nazismo, ci saremmo potuti sposare," aveva detto poi, lo sguardo perso nel vuoto, mentre un brivido le aveva attraversato la schiena nel pronunciare quelle parole. "Non so come mi faccia sentire questa consapevolezza."

***

Usciti da Yale, avevano entrambi iniziato il tirocinio in due studi legali di Los Angeles. Tywin, ovviamente, era stato contrario a quella decisione: perché mai accontentarsi di un mediocre tirocinio in California, quando gli studi legali migliori del mondo si trovavano proprio a New York? Alla fine, però, aveva ceduto, limitandosi a ringraziare il cielo che Jaime sembrava si fosse deciso a seguire le orme di famiglia diventando avvocato.
(Tywin non sapeva che, pochi anni dopo, quello che avrebbe voluto nominare il suo erede si sarebbe arruolato nei Marines e la sua carriera di avvocato sarebbe stata solo un lontano ricordo.)
Sei mesi in California e avevano quasi dimenticato l'esistenza di una vita diversa da quella che li attendeva sulla Costa Est. La California era il luogo perfetto per Cersei, pensava Jaime: dorata e luminosa come lei, lei che era sempre stata capace di illuminare anche le giornate più buie degli inverni della Grande Mela.
Jaime avrebbe voluto poter rimanere lì per sempre, solo loro due in quel soleggiato appartamento a Beverly Hills. Non avrebbero potuto sposarsi, ma avrebbero potuto vivere come se lo fossero stati; Cersei sarebbe stata un brillante avvocato divorzista per tutte le star di Hollywood e lui... lui avrebbe fatto qualunque cosa, non gli importava. Avrebbe costruito edifici o pulito per terra, pur di poter rimanere lì per sempre.
Aveva persino comprato un anello di fidanzamento, nonostante sapesse che non poteva essere altro che un simbolo. Un anello d'oro con un grosso smeraldo, il cui colore richiamava gli occhi di Cersei, e due piccoli diamanti ai lati. Si sarebbe messo in ginocchio e avrebbe dichiarato a Cersei il suo amore eterno per l'ennesima volta, e le avrebbe chiesto di essere sua per sempre.
Cersei non aveva neanche mai visto quell'anello. La sera che Jaime aveva organizzato di darglielo, Cersei era tornata a casa con un diavolo per capello per via di una telefonata che aveva avuto con il padre quel pomeriggio.
Se Jaime aveva sperato di potersi lasciare la famiglia alle spalle e vivere serenamente con Cersei in California, i progetti della sua gemella non avevano potuto essere più diversi: l'unico obiettivo di Cersei era di diventare l'erede di Tywin, la Lannister che dava il nome al loro studio legale.
Tywin non era stato d'accordo. Nonostante Jaime non fosse evidentemente interessato a diventare l'erede di Tywin, o persino un semplice avvocato, nonostante Tyrion avesse dichiarato solennemente più volte di voler diventare difensore d'ufficio (e, in ogni caso, Tywin non avrebbe mai voluto suo figlio minore a rappresentare la famiglia), Cersei non era mai stata abbastanza per suo padre.
"Mi ha detto che è disposto a farmi socia dello studio, ma a una condizione: che sposi Robert Baratheon, in modo da unire i due studi e iniziare a costruire un impero," stava spiegando Cersei mentre cenavano, e Jaime era così sicuro che la risposta della sorella al padre fosse stata un secco rifiuto, che quasi non si stava degnando di ascoltare.
"Ho accettato."

***

Quindici anni, un marito defunto, tre figli (di cui uno morto e una spedita in collegio), due missioni in Afghanistan e due in Iraq, anni di separazione e una mano amputata dopo, Jaime stenta a riconoscere quello che sono diventati.
Cersei è distante, quasi rifiuta di farsi toccare, e beve troppo. Vuole giustizia per Joffrey, ucciso in un incidente stradale da un guidatore ubriaco, e ha paura di non ottenerla perché Tyrion sta difendendo il colpevole e, per quanti difetti suo fratello minore possa avere, è innegabile che sia un bravissimo avvocato.
Jaime soffre di depressione e di disturbo da stress post traumatico e ha bisogno di Cersei. Ha bisogno di allontanarsi dalla follia che è quella vita, dalla guerra, da loro padre, dal nome Lannister e dagli occhi della gente che fissano il suo moncherino come se non esistesse altro in lui.
Tywin vorrebbe che Jaime tornasse a praticare legge e che Cersei sposasse Loras Tyrell per poter così unire gli  studi legali, diventare Lannister, Tyrell & Baratheon e avere tre quarti di Manhattan come portafoglio clienti. E ciò che Tywin Lannister vuole, Tywin Lannister ottiene.
Jaime è stanco di lottare, stanco di cercare di convincere Cersei a lasciarsi tutto alle spalle e ricominciare insieme da qualche parte, cambiando nome, finalmente sposandosi. Se il matrimonio della sorella con Robert Baratheon era stato difficile da sopportare, la sola idea che Cersei possa sposare Loras Tyrell (o chiunque altro al mondo che non sia lui) è insopportabile. È stanco di sentire le scuse di Cersei, perché ormai non sono più due ragazzini dipendenti dal padre; sono due adulti pieni di risorse ed è il 2014 e sicuramente non ci metterebbero molto a trovare un modo per avere due identità  nuove di pacca secondo le quali non vi è nessun legame di sangue tra di loro. Potrebbero essere felici come lo sono stati in Europa l'estate dopo il diploma, potrebbero persino avere un altro figlio per aiutare Cersei a superare la morte di Joffrey.
Cersei non vuole neanche sentire quei discorsi. Giura che non vuole nessun altro uomo nel suo letto se non Jaime, e che vorrebbe essere sua moglie, ma è impossibile. Perde la testa quando Jaime accenna l'idea di rimpiazzare Joffrey con un altro figlio. Non vuole neanche prendere in considerazione la possibilità  di lasciare tutto quello per cui ha lottato, tutto quello che ha costruito sacrificando il suo cuore e i suoi sentimenti. Non è disposta a rinunciare al potere, non è disposta a rinunciare alla sua posizione per inseguire un sogno d'amore. Non quando Jaime si è arruolato e l'ha lasciata sola per anni, quando lei aveva bisogno di lui. Non quando suo figlio è morto e Jaime non era lì a piangerlo con lei. E il motivo per cui sta rifiutando la proposta di Jaime non è per una stupida ripicca o una vendetta; è che il tempo le ha indurito il cuore e ora, per quanto ami ancora Jaime con tutta se stessa, le riesce difficile lasciare andare ciò che ha adesso, perché quella è stata la sua vita quando il suo gemello era lontano.
Sono seduti l'uno di fronte all'altra nello studio di Cersei al Lannister & Baratheon e quasi stentano a guardarsi negli occhi, preferendo fissare il bicchiere di whisky, l'una, e la mano mancante, l'altro.
"Mi ami ancora?" chiede Jaime, temendo la risposta, perché è sempre stato in grado di capire gli umori e i sentimenti della sorella, ma in quel momento Cersei è un completo mistero per lui.
Cersei sospira e stringe il bicchiere tra le mani. "Certo che ti amo ancora... credi davvero che potrei mai smettere? Ma sai benissimo che non potremo mai essere come tutte le altre coppie, che non potremo mai sposarci o anche solo vivere tutto questo alla luce del sole."
Jaime annuisce e, con l'unica mano che gli è rimasta, afferra una delle cornici d'argento che Cersei tiene sulla sua scrivania. La fotografia all'interno li ritrae diciottenni e sorridenti a Barcellona, forse l'unico momento della loro vita in cui si sono sentiti veramente felici.
"Credi potremmo mai tornare a sentirci come quando eravamo in Europa? O forse la nostra occasione per la felicità se n'è andata con la giovinezza?"
"Non siamo mai stati felici, Jaime. Non veramente. Ricordi cosa ti ho detto quella sera a Monaco? Se fossimo vissuti in Germania durante il Nazismo, avremmo potuto sposarci. Non è indicativo che la nostra unica possibilità sarebbe derivata da un genocidio?"
C'è qualcosa di atrocemente veritiero nelle parole di Cersei, qualcosa che colpisce Jaime nel profondo, perché la loro è una storia d'amore tragica che non prevede un lieto fine. Eppure, Jaime non può fare a meno di fissare i loro sorrisi smaglianti in quella fotografia di una vita fa e pensare che sì, forse non era stata felicità, ma ci era andata dannatamente vicina. Forse non torneranno a sorridere in quel modo e ad amarsi in quel modo, ma non vuol dire che quello che c'è tra loro sia del tutto spezzato.
E chissà, forse in fondo Cersei ha torto. Perché se esiste una possibile realtà in cui loro due sono vissuti in Germania ai tempi del Nazismo e si sono potuti sposare, allora forse esistono altre realtà, realtà in cui non sono gemelli e non sono Lannister, e il loro unico problema è di che colore dipingere le pareti della loro camera da letto o quale tavolo comprare per la sala da pranzo. Forse esistono altre realtà in cui Jaime ha ancora entrambe le mani e Cersei non è così assetata di potere e così disperata per l'approvazione del padre e il loro amore può essere abbastanza per entrambi.
Forse il problema è che quella che stanno vivendo ora è la realtà più tragica, ma ce ne sono altre in cui sono felici e innamorati e il loro è un amore possibile e non una tragedia, non un olocausto. In un'altra realtà, forse, non sono stati felici solo per un'estate quando erano giovani. In un'altra realtà sono felici da tutta la vita e lo saranno fino alla fine dei loro giorni, e solo la possibilità che una realtà del genere possa esistere è abbastanza per Jaime.
  
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