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Autore: sesshy94    23/05/2014    1 recensioni
"...Quando la testa cominciò a girargli e a diventare pesante e il cervello minacciava di fargli fare qualche colossale stronzata, Kakashi decise che era il momento di smetterla e di andarsene a casa. Così si alzò dal tavolo e fu in quel momento che tutto l’alcool ingerito si fece sentire: le gambe non seguirono i comandi del cervello e il jonin sarebbe rovinato per terra, se due mani non l’avessero afferrato e sostenuto..."
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Iruka Umino, Kakashi Hatake
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Quella sera Kakashi aveva deciso di uscire e di andare a bere; non era una di quelle rare serate in cui decideva di andarsi a bere qualcosa con i suoi colleghi, no quella sera voleva stare da solo e imbottirsi di alcool, come faceva ormai da diverso tempo, in quel determinato giorno dell’anno.

Prima di dirigersi al locale dove di solito passava quelle serate, Kakashi fece un salto al cimitero di Konoha e si fermò davanti alle solite tombe, dritto in piedi per alcuni minuti. Poi fece dietro front e tornò in città, dove entrò nel locale e cominciò ad ordinare sakè.

Era ormai arrivato al decimo bicchiere e già i fumi dell’alcool stavano iniziando ad annebbiargli il cervello, rendendo il mondo più ovattato, quando una sagoma indistinta gli si sedette di fronte.

Kakashi ci mise qualche secondo a dare un volto e un nome a chi gli sedeva di fronte e quando lo fece sentì crescere dentro di sé un moto di stizza; seduto davanti a lui c’era la persona più compassionevole e sentimentale di tutta Konoha, Umino Iruka.

“ ‘Sera Iruka” Borbottò a denti stretti.

“Buonasera Kakashi-sensei. Scusa l’invasione, ma questo è l’unico posto libero. Comunque fa’ come se non ci fossi” Rispose di rimando il chunin.

Sebbene il sakè avesse già cominciato a fare effetto, Kakashi poté comunque notare un qualcosa di stonato nella voce di Iruka, di solito sempre solare e allegro, ora cupo e pensieroso.

Kakashi si ritrovò istintivamente a chiedersi il perché; pensiero che scacciò immediatamente, in fondo a lui che importava cosa passava per la testa del chunin? Iruka stesso aveva detto di fare come se non fosse presente e Kakashi era intenzionato ad eseguire alla lettera la richiesta dell’altro. Quindi ritornò nel suo dolore, escludendo del tutto il mondo che lo circondava.

Continuò ad ordinare sakè e a bere, ordinare e bere, finché non cominciò a perdere la concezione di quello che gli stava intorno.

Quando la testa cominciò a girargli e a diventare pesante e il cervello minacciava di fargli fare qualche colossale stronzata, Kakashi decise che era il momento di smetterla e di andarsene a casa. Così si alzò dal tavolo e fu in quel momento che tutto l’alcool ingerito si fece sentire: le gambe non seguirono i comandi del cervello e il jonin sarebbe rovinato per terra, se due mani non l’avessero afferrato e sostenuto.

Kakashi si ritrovò a fissare gli occhi color nocciola e incredibilmente profondi di Iruka; vide che il chunin muoveva le labbra e realizzò che stava parlando con lui. Con un enorme sforzo si costrinse ad ascoltare quelle parole.

“Ti accompagno a casa Kakashi, sei ubriaco marcio” Era questo quello che stava dicendo Iruka, ma di tutta la frase, Kakashi capì solo “casa” e  “ubriaco marcio”.  Casa era esattamente dove voleva stare e ubriaco marcio lo era, quindi annuì e si lasciò condurre via.

Prima di uscire dal locale, guardò il tavolo e notò che anche dal lato dove era seduto Iruka erano presenti dei bicchieri di sakè vuoti. Il pensiero che anche l’altro avesse bevuto  gli piacque, ma non seppe spiegarsi perché.

 Barcollando, strascicando i piedi e rischiando di cadere più di una volta, i due riuscirono ad arrivare a casa di Kakashi.

“Ce la fai ad entrare e a metterti a dormire, Kakashi?” chiese Iruka, alzando un sopracciglio.

Kakashi lo guardò con occhi vacui per qualche minuto, poi il cervello gli fece notare alcuni particolari: Iruka lo aveva chiamato solo Kakashi, senza il sensei, e poi lo stava palesemente prendendo per il culo. Il tono rispettoso era sparito.

Iruka, sei ubriaco anche tu!” riuscì a biascicare.

“Mai quanto te!” ribatté l’altro.  Kakashi mugolò qualcosa d’incomprensibile prima di cominciare a dondolare sul posto.

“Mi accompagni dentro? Potrei addormentarmi nella vasca da bagno o da qualsiasi altra parte che non sia il letto” Borbottò poi, rendendosi conto di quello che aveva appena detto: aveva appena invitato Iruka ad entrare a casa sua.

Fanculopensò Kakashisono ubriaco!”  

E lo è anche Irukasghignazzò fra sé, chiedendosi ancora perché quel pensiero lo rendesse tanto euforico.

“Forza, spugna, appoggiati a me”  continuava a sfotterlo il maledetto!

“Guarda che hai bevuto anche tu!” cercò di difendersi Kakashi.

“Ma al contrario di te, io mi reggo in piedi!” lo rimbeccò Iruka.

Touché” ammise il jonin, lasciandosi condurre in camera da letto; con poca delicatezza Iruka lo mise a letto e gli tolse scarpe e giubbotto. Quando fece per andarsene, Kakashi desiderò che rimanesse, così si alzò velocemente per fermarlo. Il suo fu un grosso errore, perché la testa gli girò vorticosamente e il jonin perse l’equilibro rovinando addosso ad Iruka.

I due finirono per terra, Iruka schiacciato tra il pavimento e Kakashi.

Kakashi, togliti, pesi!” esclamò il chunin, cercando di scrollarselo di dosso.

Iruka io non ti sopporto” mormorò quest’ultimo, zittendo l’altro, che lo guardò con occhi sgranati.

“ Già. Sei l’essere più compassionevole e sentimentale di tutta Konoha, ed io ho sempre odiato la gente come te” continuò imperterrito Kakashi, facendo sgranare ancora di più gli occhi ad Iruka, che di certo non si aspettava un discorso del genere.

“Ma i tuoi occhi…i tuoi occhi parlano molto di più di te. Sono luminosi e riflettono la luce del tuo cuore. Per questo io…nel mio cuorec’ è solo oscurità…

“È l’alcool che parla, non c’è altra spiegazione”  pensò un sempre più sconvolto Iruka.

Iruka…” il chunin si sentì chiamare e incrociò gli occhi di Kakashi, che lo fissavano intensamente.

“Salvami dalla mia oscurità” mormorò, prima di baciarlo; fu nell’esatto momento in cui le loro labbra s’incontrarono, che Kakashi realizzò cosa lo turbava ogni volta che incontrava il sorriso di Iruka: era il desiderio intenso di lasciarsi avvolgere dalla luce che il chunin sembrava emanare.

Rimasero su quello scomodo pavimento a baciarsi per minuti che parvero infiniti e quando si separarono, Kakashi poggiò la fronte su quella di Iruka, che gli passò le braccia dietro la schiena abbracciandolo stretto.

Rimasero così a lungo, senza dirsi nulla, godendo del calore emanato dall’altro.

Kakashi, non ti sari mica addormentato?” chiese Iruka dopo un po’, e  notando che l’altro non aveva nessuna reazione, prese a scuoterlo.

Kakashi, maledizione, svegliati idiota!” esclamò, ma non ottenne nessun  risultato.

Bofonchiando imprecazione e con numerose difficoltà, Iruka riuscì ad alzarsi e a mettere miracolosamente Kakashi a letto. Stava nuovamente per andarsene, ma il jonin bofonchiò qualcosa nel sonno.

Il chunin si avvicinò per sentire meglio.

“Non andare Iruka.” Il chunin sorrise: era la richiesta di un ubriaco addormentato, ma lui era stanco e la strada per casa sua era lunga.

Cos’ silenziosamente, si tolse scarpe e giubbotto e s’infilò sotto le coperte accanto a Kakashi.

Se domani non si ricorderà nulla, vedrò d’inventarmi qualche scusa”  pensò il chunin, chiudendo gli occhi.

Ma forse non c’era bisogno d’inventare nessuna scusa, pensò ancora Iruka, quando sentì le forti braccia di Kakashi abbracciarlo e stringerlo a sé.

 

ANGOLO AUTRICE

Yeeeeee eccomi tornata alla carica! Vi ero mancata eh? Hahahha che dire, come al solito una One shot senza pretese, che non avrebbe mai visto la luce se non fosse stato per la cara hebi, che con santa pazienza ha letto e betato! Grazie socia mia!

Una sola precisazione: nel mio immaginario, Kakashi va a bere in memoria di tutte le persone a lui care che sono morte.  

E bon questo è tutto! Mi rimetto a voi, la vostra sesshy!

  
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