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Autore: CassandraLeben    01/08/2008    24 recensioni
Racconto breve nato in una sera di Luglio … scritto sul PC di mia sorella, mentre rimpiangevo i miei capitoli, perduti nel casino del mio computer traditore.
Mi è venuta l'ispirazione e, praticamente, si è scritto da solo … Spero vi piaccia.
Ho immaginato cosa potrebbe pensare Bella,più matura, quando finalmente riesce a rendersi conto di cosa ha scelto di diventare … quando ormai tutte le sue certezze si sgretolano tra le sue dita.
PS: Sono tornata XD
//Soli, insieme …
Null’altro contava all’epoca.
Solo io e te.
Una promessa sussurrata sulla mia pelle.
Parole sfuggite alle tue labbra fredde come la neve.
Carezze sui miei capelli.
E quei tuoi baci, portatori di tante emozioni …
Piccola ed ingenua, avevo pensato, avevo creduto, osato sperare che sarebbe stato così per sempre//
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Soli, insieme …
Null’altro contava all’epoca.
Solo io e te.
Una promessa sussurrata sulla mia pelle.
Parole sfuggite alle tue labbra fredde come la neve.
Carezze sui miei capelli.
E quei tuoi baci, portatori di tante emozioni …
Piccola ed ingenua, avevo pensato, avevo creduto, osato sperare che sarebbe stato così per sempre …

Avevo voluto fidarmi di te.
Credere nel nostro amore …
E allora perché?
Allora perché?
Avevi ragione.
Non c’è niente di più atroce di quel dolore … O così credevo fino ad ora.

                        Quanto ero stata stupida …
                        Quanto ero stata ottusa …
                                                                             Capricciosa …

Quanto avevo insistito perché fossero le tue, le labbra che mi hanno infine donata alla morte …
                Non avevo voluto vedere il mio egoismo.
                Tener conto del tuo dolore nel vedermi morire per tua stessa mano …

Quando i tuoi denti affondarono nella pelle del mio collo nudo provai persino eccitazione.
Fu solo per un brevissimo e fuggente istante, ma la provai.     
                                                                                                              Quanto fui stupida.
Un attimo.
E poi, dal punto in cui la mia pelle colava sangue, oltre la ferita, il bruciore intenso del veleno che lentamente s’insinuava dentro di me.
Con uno spasmo mi aggrappai al tuo corpo.
E mentre quel liquido ardente si diffondeva dentro di me, un singulto smorzato si bloccò sulla mia bocca semiaperta.
I miei occhi spalancati per il dolore.
Già tutto vorticava …
Mi stringesti i polsi nella stretta di una tua sola mano.
Impedendomi di muovermi, mi baciasti la fede e poi recidesti prima le vene di un polso, poi quelle dell’altro.
M’iniettasti tanto, tantissimo veleno. Tutto così sarebbe finito prima. 
Lessi il tuo dolore sul tuo volto perfetto. Era intenso almeno quanto il mio.
Scendesti alle mie caviglie quando ormai il mio corpo bruciava di fiamme invisibili …

Il senso di vittoria era ormai già scivolato nell’agonia.
Agonia dalla quale pensai non sarei mai risorta.
Troppo, troppo dolore.
E le tue labbra gelide non furono il sollievo sperato.
Ogni spasmo, ogni respiro, ogni battito era come venir pugnalata centinaia e centinaia di volte.
Una morte continua …

Ma poi, come la tua voce continuava a promettermi con parole che si perdevano nell’oscurità della mia tortura, anche quel dolore svanì.
Era finita.
Ero morta.
E nella morte avevo trovato la mia vita eterna.
E in quella vita, avrei avuto te.
Ma allora perché?
Perché?
Perchè diavolo non posso essere felice?
Perché questa pioggia non lava via la mia vergogna, la mia colpa?
Neanche tra le tue braccia, a contatto con la tua pelle ormai tiepida per me, trovo la pace.

Affondo il mio viso nella tua spalla. Appoggio la fronte nell’incavo del tuo collo.
Mi accarezzi e mi consoli ma non è il tuo perdono ciò di cui ho bisogno.

Mi odio, e odio questa maledetta pioggia.
Se il sangue scivola via dai miei vestiti zuppi, così come la sete abbandonò il mio corpo esausto quando la mia povera vittima aveva smesso di dimenarsi fra le mie braccia, non lo stesso accade alla mia colpa.  La pioggia non riesce a lavarla via ...

Un mostro. Ecco che cosa sono.
Ecco cosa sono diventata …
Cosa ho voluto, ho chiesto, ho implorato di diventare.

Non ascoltai le tue suppliche.
Ed ora, crudele come sono, sono qui a lasciarmi cullare dalle tue braccia mentre tu chiedi perdono a me.  Per non avermi fermata.

Mi odio, mi odio, MI ODIO. 
                                                    Soffro.

E so che mi merito tale dolore.
Sono quegli occhi … quello sguardo … loro mi obbligano ad ammettere la realtà.

Lei, a terra, esamine mi fissa e mi accusa.

Mostro, mostro, mostro … 
                                                 Dalle sue labbra immobili mi ripete queste parole. Sento i suoi occhi vitrei puntati sulla mia schiena.

Mi volto ed osservo la donna il cui corpo devastato giace tra le felci bagnate,  tinte del rosso del sangue sfuggito alla mia sete.
So che, data l’inesperienza, le ho persino procurato più dolore di quanto non fosse umanamente possibile.

Umanamente … che bella parola …
Ma ora non fa più parte del mio mondo, fatto solo di buio e di colpa.
È terribile questo rimorso che non mi abbandona e che attanaglia la mia mente.  
Sai che vorrei che fosse perlomeno restituita alla famiglia. E per questo mi dici che dobbiamo farla sparire. Non dobbiamo lasciare tracce. Destare sospetti …
Ve ne occuperete voi.  Io devo potermi riposare, riprendere dal trauma, elaborarlo … Non è colpa mia ...  Ecco che cosa continui a sussurrarmi.
Ma io non voglio, non posso ascoltarti.
L’ho uccisa perché non sono stata in grado di controllarmi!
E quella povera donna, senza colpa, è morta per essersi semplicemente trovata sulla mia strada.  Una vita spezzata per colpa dei miei desideri. 
Perchè io, io volevo stare con te per sempre. 
Ma lei, che colpa ne aveva?
È troppo da sopportare. Sono una schifosa assassina. Ma ciò che più mi disgusta, è che ho insistito così tanto per tutto ciò …
Non troverò mai pace per questo. 

Osservo Carlisle portare via il corpo mentre con il tuo abbraccio, tenti di alleviare la mia pena.
Chiudo gli occhi e ancora nella mia bocca sento il sapore del sangue. 
Mi disgusta ma contemporaneamente ne desidero ancora.
Mi odio, ma la sete bruciava. Mi impediva di pensare, di capire … mi impediva persino di amarti.
Ero arrivata addirittura ad aggredirti, per fuggire dalla tua sorveglianza.
Perché era più forte di me.
La sete che mi bruciava aveva annebbiato persino il mio amore.

È successo praticamente a tutti. Questo mi ripetete. 
Ed Emmett mi da una pacca sulla spalla, per farmi coraggio.

Quanto ero stata vanitosa a credere che io non sarei caduta nella tentazione, che non sarei inciampata … 
Ma in fondo, io non ero meglio di voi. Anzi, ero molto peggio. Una stupida egoista. 
Aveva ragione Rosalie. 

Io avevo potuto scegliere, e avevo fatto la scelta sbagliata ed ora, era troppo tardi per pentirsene.

 Soli, insieme …
Null’altro contava per noi.
Solo io e te.
Una promessa sussurrata sulla mia pelle.
Parole sfuggite alle tue labbra fredde come la neve.
Carezze sui miei capelli.
E quei tuoi baci, portatori di tante emozioni …
Piccola ed ingenua, avevo pensato, avevo creduto, osato sperare che sarebbe stato così per sempre …

 Ed invece ora so che non sarà più così  
Mi porti via, correndo contro il vento ostile.
Mi riporti a casa.
E in questa prigione perfetta e al di fuori del tempo in cui io stessa ho voluto rinchiudermi, non mi è concesso nemmeno di piangere.
Non potrò mai convivere con tutto questo.
Ti ho obbligato ad uccidermi, a consegnarmi ad un futuro infinito di oscurità e rimorso.
Ho ucciso io stessa.

E tra me e te, tra il nostro amore, ora ho la sete a logorarmi.
Ho paura di me stessa, di uccidere ancora.

Portami via, Edward …
Portami lontano.
In un posto buio e solitario.

 Edward, portami dove il sole non sorge.
Portami nel luogo in cui io possa ritrovare il battito perduto del mio cuore ora immobile, fermo.
Portami indietro, a quando la mia anima era ancora pura,
 
Indietro a quando il mio corpo desiderava solo te …
Edward … riportami al calore della vita … ti prego …

Edward ...
Riportami indietro ...






Nota dell'autrice:

Spero che questa storia vi sia piaciuta.
Appena avrò riscritto il capitolo 19 di Con ogni singolo battito del mio cuore lo posterò.
Credo sarà pronto per domani, al massimo domenica.
Se tutto va bene (ma ormai non mi fido più di queste dannatissime scatole traditrici) ci vediamo Sabato verso le 5.(non sono superstiziosa, ma un paio di cornini non faranno male, voi che ne dite?Oddio, ho appena visto che questa è la 717 storia su Twilight! Speriamo non porti sfortuna! Il tecnico ormai mi odia!)
Volevo ringraziare tutte voi che seguite le mie ficcy! Spero che, se il racconto vi è piaciuto, lascerete un segno del vostro passaggio su queste povere pagine!
Un bacio e a prestissimo!
                                         Cassandra-Erika

  
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