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Autore: The Sorrow    24/05/2014    2 recensioni
Tutti noi facciamo dei sogni. Possono essere sogni belli, possono essere incubi. Alcuni sogni ce li ricordiamo per sempre. Altri non sappiamo nemmeno di averli fatti. Ma cosa succederebbe se fossimo in grado di controllare perfettamente i nostri sogni?
Genere: Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Dream

Janet si stava mangiando le unghie, come faceva sempre quando era nervosa. Oramai Marshall era rinchiuso in quel laboratorio da una settimana; usciva solo per prendere qualcosa da mangiare, poi rientrava senza dire una parola. Era sempre stato un tipo strano, quindi quando aveva detto "Ho fatto la scoperta del secolo", Janet non gli aveva prestato molta attenzione ma ora se ne stava pentendo. Sentì un rumore e si accorse che Hersel era arrivato; Hersel era il tipico topo da biblioteca, alto, magro come uno stecchino e con i capelli troppo bianchi per un uomo di cinquant'anni. Non appena Janet lo vide, gli corse incontro esclamando "Oh mio Dio Hersel, per fortuna che sei arrivato. Io non so che cosa fare, è chiuso nel suo laboratorio, non parla con nessuno. Oh Dio Hersel, fa qualcosa". Hersel guardò la donna con una punta di disprezzo; aveva sempre odiato l'emotività di Janet. E pensare che, in sè, non sarebbe brutta. Ha i lineamenti delicati, è graziosa e possiede due splendidi occhi verdi. Non è proprio una bomba, ma ha un'aspetto fisico gradevole e nel suo lavoro è molto intelligente e preparata. Solo nel suo lavoro però. Per tutto il resto Hersel l'aveva classificata come una donna ingenua, emotiva e troppo ansiosa.
"Calmati Janet" gli disse Hersel. La donna si sedette e si rilassò. "Marshall è un tipo strano, lo sai. Avrà fatto qualche sua "Scoperta geniale" che, come al solito, si rivelerà essere una bolla di sapone". Hersel aveva altro a cui pensare; in primis, i Phytoniani. Si chiedeva perchè gli avessero dato quel nome, "Phytoniani". Non era più semplice "Marziani" o "Extraterrestri"? C'era da dire che i Phytoniani, originari di Marte, non erano esattamente il prototipo di extraterrestri che l'uomo medio è abituato a immaginare. Inanzitutto non avevano alcun tipo di potenza militare, non erano un popolo combattivo. Poi vivevano principalmente in città sotterranee( che la Terra aveva ribattezzato "Formicai) a causa della composizione della loro epidermide, che sopportava poco i raggi solari. Infine respiravano principalmente anidride carbonica, ovvero l'elemento più diffuso su Marte. La Terra sapeva solo questo; i Phytoniani avevano deciso di mettersi in contatto con i terrestri senza mostrare il loro volto (sempre se ne avevano uno). Col tempo la Terra aveva scoperto le meraviglie tecnologiche dei Phytoniani ed aveva iniziato una collaborazione con Marte. Adesso gli scienziati terrestri e quelli Phytoniani facevano una scoperta dopo l'altra in ogni campo della scienza. Non c'erano conflitti, solo sana competitività. Ma Hersel era dubbioso; perchè i Phytoniani non si erano mai fatti vedere? Ci doveva essere un motivo. Avevano qualcosa da nascondere? Si vergognavano? O forse era lui che si stava facendo troppe domande? Interruppe il flusso dei suoi pensieri ed esclamò "Adesso basta. Vado a tirarlo fuori" e si diresse verso la porta del laboratorio ma, proprio in quel momento, Marshall uscì. Aveva un aria trionfante, un largo sorriso e teneva in mano uno strano cubo nero grande quanto la sua mano; al cubo era collegati due cavi e all'estremità di ogni cavo c'era una specie di pinzetta. Marshall disse "Signore e signori, vi presento il congegno che cambierà le sorti dell'umanità".
La prima cosa che Janet pensò dopo aver sentito quello che aveva detto Marshall fu "Ma che cos'è quel congegno? E come potrà cambiare le sorti dell'umanità?". Hersel invece pensò semplicemente "Ma questo è schizzato!". Conosceva Marshall da circa sei mesi, cioè da quando era entrato nell'Istituto Di Neurologia, ma aveva imparato a non prestare ascolto a quello che diceva. "Mio caro Hersel, la tua espressione mi dice che non mi credi. Ebbene, adesso sedetevi tutti e due e statemi a sentire. Avete davanti "The Dream", la più grande scoperta dell'umanità dopo il fuoco e la ruota. Ditemi, sapete che cos'è la fase REM del sonno?" "Ci hai presi per novellini?" sbottò Hersel "Certo che so che cos'è. La fase REM è una delle due principali fasi del sonno, caratterizzata da rapidi movimenti oculari. In contrapposizione abbiamo la fase non REM, detta anche NREM" "Ma bravo il nostro dottore. E mi dica, lo sapeva che i nostri sogni e i nostri incubi si concentrano principalmente nella fase REM?" "Senti, se vuoi farci la lezioncina risparmia il fiato; non ne ho bisogno" "Invece ne hai poprio bisogno, caro Hersel. Dunque, abbiamo visto che i sogni si concentrano principalmente nella fase REM, ma cosa sono esattamente i sogni? Ebbene, i nostri neuroni possono essere attivi anche mentre dormiamo; di solito questa attività si manifesta dopo circa 90 minuti dall'assopimento. Durante la fase REM questa attività produce delle onde rapide che creano quelli che noi chiamiamo comunemente "Sogni". Ora io ho pensato "Sarà mai possibile condizionare il cervello prima del sonno in modo che queste onde rapide corrispondano a pensieri che noi facciamo prima di entrare in fase REM?". Ma certo che è possibile e io ci sono riuscito, creando "The Dream". Ora mi serve un volontario per testarlo". Marshall guardava i suoi due colleghi ed Hersel capì subito "No, no e ancora no! Te lo scordi". Marshall guardò allora Janet che disse "Va bene, mi offro volontaria". Hersel si stupì del coraggio di Janet e si maledì per non aver accettato; ora Marshall aveva un motivo per dargli del codardo. Infatti lo stava guardando con un sorrisetto beffardo. Janet inspirò profondamente e si preparò.
"Allora Janet, è molto semplice. Adesso collego gli spinotti cerebrali al tuo cervello" disse Marshall attaccandogli alle tempie quelle due specie di pinze. "Ora, lo spinotto blu percepirà le tue onde di pensiero, le elaborerà e le invierà nell'apparecchio principale"; Marshall indicò con un dito il cubo nero "Poi, durante la fase REM, lo spinotto rosso invierà le onde immagazzinate al tuo cervello. In parole povere, se adesso pensi anche per poco a qualcosa, quel qualcosa sarà poi il tuo sogno. Possiamo anche regolare l'intensità delle onde per modificare la durata del sogno. Ora concentrati e pensa". Janet aveva già deciso che cosa voleva che fosse il suo sogno. Ci pensò e avvertì un piccolo brivido, segno che il macchinario aveva percepito il suo pensiero. "Bene" disse Marshall "Puoi toglierti gli spinotti. Ora io ti consegno "The Dream". Prima di dormire, attaccati entrambi gli spinotti come ho fatto io". Janet prese il macchinario, salutò i suoi colleghi e uscì dall'Istituto. Marshall si rivolse a Hersel "Visto che coraggio?" "Ma sei sicuro che quel coso non sia pericoloso?" gli disse Hersel "Inanzitutto complimenti per la rima" disse Marshall "Comunque si, ne sono sicuro. Che male potrà mai fare un sogno?".
Era giunto il momento; Janet si attaccò gli spinotti alle tempie e si coricò, sperando che quell'aggeggio funzionasse.
C'era un prato e un profumo di fiori riempiva l'aria. Era una splendida giornata. Camminò un pò in giro, poi la vide. Quei capelli biondi, quegli occhi azzurri, quel sorriso. Era Marlene. Le correva incontro dicendo "Mamma! Mamma!". Lei la prese in braccio e disse "Amore mio, hai visto che bella giornata?" "Si" disse Marlene tutta contenta e poi chiese "Mamma, oggi mi compri la bambola che abbiamo visto ieri?" "Ma certo che te la compro Marlene. Te l'avevo promesso, no?" "Evviva" disse Marlene e si mise a cantare "Oggi avrò la bambola, oggi avrò la bambola, oggi avrò la bambola" e poi disse a Janet "Sei la mamma migliore del mondo".
Janet si svegliò. Instintivamente si guardò intorno cercando Marlene, ma poi si ricordò. Era solo un sogno, Marlene non c'era più. C'era stato l'incidente d'auto e Marlene non c'era più. Lei e Max se n'erano andati. 
Fissò l'apparecchio e le venne un pensiero in testa. Voleva tenerselo! Avrebbe detto a Marshall che non funzionava e se lo sarebbe tenuta. Avrebbe sognato Max la prossima volta; si, voleva rivedere Max. Le loro passeggiate, i loro appuntamenti, la sua dichiarazione. Voleva rivivere ogni momento della sua vita con Max; anzi, ogni momento tranne quello. Max diceva che, nonostante avesse bevuto qualche bicchierino di troppo, era capace di guidare. Ma non fu così. Solo lei si salvò; Max e Marlene morirono. Se solo non fossero andati a quella festa, se solo Marlene fosse rimasta a casa. No, basta rimpianti. Marshall aveva fatto una scoperta scientifica enorme e doveva ottenere quello che gli spettava. Si vestì, prese "The Dream" e andò all'Istituto.
Non appena la vide Marshall le corse incontro dicendo "Allora?". Janet disse sorridendo "Complimenti Marshall, funziona". Marshall urlò "Evviva!", abbraccio Janet e, sotto lo sguardo incredulo di Hersel, si mise a saltellare per la stanza ripetendo "Funziona, funziona, funziona, funziona". Hersel era rimasto spiazzato, pensava che fosse solo l'ennesima perdita di tempo di quel pazzo ma a quanto pare doveva ricredersi. "Be..... Almeno ora abbiamo qualcosa in più dei Phytoniani" pensò Hersel.
In poco tempo "The Dream" si diffuse in tutta la Terra. La popolazione, inizialmente diffidente verso il macchinario, imparò presto ad usarlo. Il fatto che avesse un prezzo bassissimo(Marshall non era particolarmente interessato a fare soldi con la sua invenzione) favorì la sua diffusione. Oramai "The Dream" era diventato l'oggetto più usato della Terra.
Marshall si sedette e accese lo schermo. Apparì una schermata bianca, la schermata delle chiamate interplanetarie. Una voce piuttosto rude uscì dall altoparlante "Allora?" "Missione compiuta" rispose Marshall "L'unità "The Dream" è oramai presente in tutto il pianeta" "Quanto tempo ci vorrà per raggiungere l'obbiettivo?" chiese la voce e Marshall rispose "Una decina di anni terrestri" "Ottimo". Il collegamento si chiuse.
Marshall si alzò e pensò all'ingenuità dei terrestri. Non avevano previsto che i Phytoniani sapessero copiare la loro struttura molecolare e apparire identici a loro. Ma soprattutto non avevano previsto che avessero "The Dream". Quel macchinario creava sogni perfetti, troppo perfetti. In una decina d'anni la popolazione terrestre diventerà totalmente dipendente da "The Dream", non riuscendo più a distinguere il sogno dalla vita reale. "The Dream" sarebbe diventata la nuova droga senza che nessuno se ne accorgesse. E quando se ne sarebbero accorti, sarà troppo tardi.
L'astronave sarebbe venuta a prendere Marshall(oramai si era abituato a quel nome) l'indomani. E tra una decina d'anni, un intero esercito Phytoniano avrebbe marciato sulla Terra, sottomettendo una popolazione oramai dipendente dai sogni.
I Phytoniani odiavano le armi e la forza; le guerre si vincevano con l'astuzia.
FINE

Note dell'autore: Salve. Grazie per aver letto questo racconto, se volete lasciate una recensione per dirmi che ne pensate. Ci si vede.
  
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