Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-gi-oh
Segui la storia  |       
Autore: Achernar    24/05/2014    4 recensioni
Antica Tebe. Un controverso legame di odio-amore lega profondamente tre persone vicine tra loro, alcune più di quanto dovrebbero essere e altre meno. Avete mai sentito narrare la storia del farone Atem, del suo amante e della Sposa Reale?
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Atemu, Nuovo personaggio, Yuugi Mouto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
yours 3


Grazie per le bellissime recensioni, come promesso ho qui l'ultimo capitolo di questa three-shot. Anche stavolta i riferimenti ai capitoli precedenti sono numerosi, quindi se avete qualche dubbio consiglio di andarli a rileggere. Molto angst, come al solito e forse persino più del solito, chiedo scusa per lo Yugi's pov, so perfettamente che lui non c'entra nulla con l'antico Egitto e io mi ero pure lamentata perchè volevo essere fedele storicamente ecc. cosa posso dire a mia discolpa? The otp is to blame! Ma mi sono comunque impegnata per renderlo verosimile, spero apprezzerete.

Buona lettura!

o-X-o

Non dovrei essere qui.

Con le mani accostate a questo imponente pilastro di fredda roccia, fredda come è il mio cuore in questo momento.

Mi hai detto spesso di non venire qui, mi hai detto che mi farebbe solo male e che tu non ne hai bisogno, né di lei né della mia presenza qui. Eppure eccomi, anche oggi. E anche oggi avevi ragione. Fa male.

Fa male vederti andare via, vedere i tuoi passi fieri che ho sempre guardato con ammirazione dirigersi verso quella porta, e fa male vederti varcarla e non vederti uscire per ore. A volte mi chiedo perché mi faccio questo.

Ti ricordi quando eravamo bambini? Era tutto più facile, allora non c’era la difficoltà della scelta o l’ambiguità della posizione da prendere. Tutto era bianco o nero, notte o giorno, sì o no. E il fatto che io ti volevo bene era sicuramente un sì. Non saprei dirti se già ti amavo. A quella domanda ho saputo dare una risposta solo dopo essere tornato, anni dopo, quando ho visto la tua figura in mezzo alle palme nell’atrio del palazzo, e quando ho visto i tuoi occhi scintillare di gioia gridando il mio nome.

Dici sempre che anche i miei di occhi scintillano, mi domando se siano belli come i tuoi, e da una parte spero di sì perché questo ti renderebbe felice e io farei di tutto per vederti felice.

Ecco perché fa tanto male.

Perché se tu fossi felice ogni volta che varchi quella soglia, questo mi basterebbe. Attenderei con pazienza tutte le ore necessarie, non mi avventurerei per i corridoi e per le stanze della tua reggia per trovare una colonna sufficientemente al buio per nascondermici dietro e aspettare interminabili momenti mentre la mia testa vaga altrove e cerca di superare quelle mura che mi dividono da te e allo stesso tempo non lo vorrebbe perché non sopporterebbe di vedere cosa si nasconde dietro di esse e ancora lo vorrebbe perché starebbe con te e ti starebbe vicino.

Se tu fossi felice lo sarei anche io.

Non proverei gelosia, non proverei sensi di colpa, non proverei dolore perché ne varrebbe la pena. 

Dimmi, o mio re, ne vale davvero la pena? Ti sto facendo del male, ti sto distruggendo pezzo a pezzo, brandello dopo brandello sto facendo a pezzi il tuo cuore, allontanandoti da ciò che devi essere e che puoi, probabilmente vuoi, essere. E da lei. Lei che non merita tutto questo.

Il fruscio dell’erba verde come le piene del Nilo mi distrae dalla confusione dei miei pensieri. È bello il suo giardino, tira sempre un vento piacevole, c’è pace, nonostante la guerra che travaglia gli animi di tutti e tre.

A volte mi chiedo perché faccio questo.

Un rumore, flebile come di una piuma che cade ma che cattura il mio orecchio. Mi volto di scatto. Mi illumino.

Ecco perché faccio questo. Per la sciocca ed egoistica speranza di vederti tornare da me ogni volta.

Sei appena uscito da quella stanza, ti vedo, appoggiato al parapetto rossiccio come terra, lo sguardo perso nel vuoto. A cosa pensi, o farone? A me? Dimmi che pensi a me, ti prego. Ho bisogno di sapere che non potresti mai dimenticarmi, che hai bisogno di me. E con questi pensieri mi faccio ancora più male.

Non resisto più, ti faccio un cenno. Sorridi, sei sorpreso, un po’ arrabbiato perché ti ho disobbedito ancora una volta, ma mi rispondi subito e cominciamo a parlare. La lingua delle labbra ci aiuta, ormai ne siamo esperti, anche se credo che ciò non abbia impedito a lei di sapere di noi. Ma ora non importa.

Mi dispiace, quello che sto per chiederti farà male anche a te, forse persino di più, ed è sciocco da domandare perché so già la risposta: è una finta speranza la mia, ma devo sapere, avere la certezza.

Annuisci, i tuoi occhi sono diventati meno brillanti.

Lo sapevo, perché saresti venuto da lei se non per quello? Eppure dovevo chiedere lo stesso. Scusami per averti fatto ancora del male. Devo rimediare, non posso vederti così, ti amo in fondo: la tua gioia è la mia gioia e il tuo dolore il mio dolore.

Ecco, proprio questo: ti dico che ti amo. E quanto mi riempi il cuore di gioia ogni volta che mi rispondi, che mi sorridi così.

Sì, ora me ne vado, ti aspetterò al nostro posto, so che non tarderai. Lascia che anche stasera mia dia a te, lascia che i nostri cuori si avvicinino ancora un po’, così potrò scavare meglio, ancora un poco, nella voragine di dolore che ho lasciato si formasse nel tuo.



Prometto che dopo tutto questo angst tornerò al comico (perchè ovviamente io non ho mezze misure), il tempo di portare a termine Capelli di Luna ;)

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-gi-oh / Vai alla pagina dell'autore: Achernar