Caddi
a terra, dopo che Lyran mi aveva colpita con i suoi artigli.
Era da due settimane che tentava di addestrarmi a combattere, ma non
stava
ottenendo grandi risultati. Ora riuscivo a resistere di più
contro di lei, ma
non riuscivo a colpirla. Quindi, non potevo essere molto utile nei
combattimenti.
Il
giorno prima avevano indetto una riunione e quando era finita
il drago d'oro, Kinien, si era avvicinato a me, dicendomi che se non
miglioravo
in una settimana, o sarei stata affidata a qualcun altro, oppure mi
avrebbero
ucciso. Non sapevo cosa fosse meglio, tra l'essere lasciata in custodia
a
Yukistel - che aveva dimostrato un particolare odio nei miei confronti
- o morire.
Lyran
mi guardò, facendo ritornare mani i suoi artigli, e
sospirò.
"Va da Chiery e fatti guarire" disse, e notai che aveva pronunciato
il nome della guaritrice con una punta d'odio. Non era la prima volta
che
succedeva, ma quando le chiedevo delle spiegazioni si limitava a non
rispondere.
Mi
alzai lentamente, prima di osservare le mie ferite: sanguinavo
dalla gamba e dal braccio, così obbedii e la salutai,
dirigendomi verso la casa
del drago d'argento, notando che si stava facendo buio.
Ormai
in pochi mi guardavano male, soprattutto dopo che avevano
saputo che non sapevo combattere abbastanza bene da costituire una vera
minaccia. Ma i loro sguardi mi seguirono fino a quando non arrivai da
Chiery.
Bussai
alla porta, aspettando che l'aprisse. In quelle due
settimane c'erano state varie battaglie ed era capitato che la ragazza
fosse
impegnata. Per fortuna la porta si aprì subito, ma mi ritrovai
davanti ad
Erathiel e feci automaticamente un passo indietro. Questa mi
guardò
disinteressata, prima di passarmi accanto, spintonandomi leggermente.
Deglutii,
dicendo:
-
U-uhm... Chiery? Ci sei? - Guardai la stanza, cercandola con lo
sguardo.
"Oh,
sei tu. Entra pure, e chiudi la porta, per favore."
- la sua voce proveniva da dietro una tenda, ed io feci come mi aveva
chiesto,
avvicinandomi poi ad un lettino vuoto e sedendomi lì. Chiery
arrivò poco dopo,
nell'intento di legarsi i capelli. Era leggermente rossa in viso, ma
non ci
feci caso. Accese delle candele per illuminare l'ambiente, prima di
avvicinarsi
a me. "Allora, cosa è successo?" mi chiese, sorridendomi.
- Mi
sono ferita durante l'allenamento con Lyran.- mormorai, e lei
annuì, facendomi segno di mostrargliele. Iniziò a pulire la ferita al braccio, in silenzio,
finché, spinta dalla curiosità, non le chiesi:
-
Perché Lyran ce l'ha con te? - mi guardò sorpresa e
sospirò.
"Non
ti hanno ancora spiegato nulla sulla nostra politica, a
quanto pare. Vedrò di fartelo capire in modo semplice: prima
della guerra, i
draghi cromatici e quelli metallici erano nemici. E i draghi rossi
erano nemici
sia di quelli argentei che quelli dorati. Per questo mi odia." ascoltai
le
sue parole, mentre mi guariva la ferita.
-Perché
siete in guerra? - mentre parlavo inclinai la testa,
guardandola con sguardo interrogativo. Sembrava l'unica che volesse
rispondermi: prese uno sgabello e si sedette di fronte a me,
osservandomi.
"E'
una lunga storia. Ma non penso che Lyran si lamenterà se
farai tardi. Allora... In passato, non esisteva una vera e propria
guerra. I
Draghi Cromatici attaccavano gli umani, ma nessuno di loro si azzardava
a
lasciare la propria tana per viaggiare lontano; attaccavano solo i
villaggi
vicini o i viandanti che si avvicinavano alla loro tana. In generale,
tutti noi
siamo un po' territoriali, soprattutto quando si tratta del proprio
tesoro.
Beh... io non sono mai stata tagliata per il combattimento, e non
sopportavo
che la gente scappasse appena mi vedeva in forma di drago -
ridacchiò, e io
cercai di immaginare Chiery minacciosa, senza riuscirci - e così
decisi di
vivere in forma umana. Mi costruii una casa al limitare della foresta,
dove
potevo recuperare piante e erbe mediche senza problemi. Mio padre
approvò solo
perché la sua tana era nella foresta. Spesso accoglievo
viandanti e incuriosita
dalle voci riguardanti altri paesi, iniziai a viaggiare. Poiché
il mio aspetto
non mutava ed eccellevo nelle magie di guarigione, mi soprannominarono 'la strega immortale' o 'colei che
guarisce'. Anche i nobili
iniziarono a venire da me e... qualcosa non ti è chiaro?" Doveva
aver
notato il mio sguardo confuso ed annuii.
- Cosa
sono i nobili? - Sorrise divertita, allungando la mano a
scompigliarmi i capelli.
"A
volte dimentico che non sei in vita da tanto tempo come
noi. I nobili sono per gli umani una sorta di guida come possono
esserlo per
noi Lyran, Erathiel o Yukistel. Ma mentre da noi vige la legge del
più forte
per la selezione dei capi e ci affidiamo ad un concilio, i loro capi si
tramandano il titolo di nobile da padre a figlio. Inoltre i nobili
vengono
comandati da un re, ovvero qualcun che ha più potere di loro"
-
Più potere di loro? -
"Si,
ma non potere materiale. È un potere per governare. Ti è
chiaro? - annuii e riprese il suo racconto - i nobili si affidavano a
me per
essere curati, e così iniziarono anche a giungere maghi per
confrontare le loro
conoscenze con le mie. Poi, un giorno, vennero dei soldati ed un
emissario del
re, che mi disse che la mia presenza era richiesta a corte. Li seguii,
anche
perché ero certa di poter scappare in caso di necessità.
Il figlio del re era
malato di una grave malattia, e così dovetti ricorrere a magie e
erbe curative
per riuscire a salvarlo. Si fece tardi e così si offrirono di
ospitarmi per la
notte, in cambio di ciò che avevo fatto per aver curato il
figlio. Era tardi,
quando il mago di corte bussò in camera mia, chiedendomi di
seguirlo perché
voleva chiedermi delle cose riguardo ad un incantesimo che voleva
realizzare.
Voleva sapere come cambiare forma a delle creature più grandi e
più potenti di
lui. Sul suo tavolo da lavoro c'erano vari disegni, tra cui quelli dei
draghi.
Così gli dissi che dovevo controllare tra i miei libri, ma che
sarei tornata
anche se non avessi trovato nulla. Una volta a casa, andai ad avvisare
mio
padre. Ma orgoglioso com'era, non voleva saperne di avvertire i
Cromatici.
Sapevo che non potevo andare dai draghi Rossi, che mi avrebbero uccisa
appena
mi avessero vista, così andai dai draghi blu, ed incontrai
Erathiel. In
seguito, impedirono ai maghi di completare il rituale, ma noi...
restammo così.
Non siamo completamente umani, ma non siamo neanche draghi."
La
osservai per tutto il tempo in cui parlava, anche se non
riuscivo ad immaginare molte delle cose che diceva. Ma le capivo.
Così annuii e
abbassai lo sguardo sulla mia gamba, accorgendomi che aveva finito di
fasciarla.
"Come
va il tuo addestramento?" Mi chiese e spostai lo
sguardo. Lei sapeva della minaccia di Kinien e così mormorai:
- Va
male. Non penso che mi lasceranno vivere. - Sentivo il suo
sguardo su di me, prima che si allontanasse e mi lanciasse un mantello
scuro.
"Vieni
con me. So come aiutarti, indossalo e seguimi"
era la seconda volta che mi aiutava e pensai che prima o poi avrei
dovuto fare
qualcosa per ringraziarla.
Uscimmo
dall'abitazione, e ci dirigemmo verso l'altra parte della
città. Ci fermammo davanti ad una torre con poche finestre, e
Chiery si voltò
per un secondo verso di me, dicendomi, prima di bussare alla porta:
"Non
avere paura. Sembra cattiva, ma non lo è... O almeno, a volte
non lo è. Spera
che sia di buon umore". Aprì la porta, e notai che l'interno
dell'edificio
era oscuro, illuminato solo dalla luce lunare proveniente dalle
finestre. Sotto
i miei piedi sentii della sabbia, e poi sentii una voce che mi fece
accapponare
la pelle: "Chiery, che ci fai qui con la chimera?"
"Oh,
ti abbiamo disturbato? O avresti preferito che fossi
venuta da sola?" alla sua risposta Erathiel rise, creando
quell'orribile
crepitio elettrico. Abbassai lo sguardo, mordendomi la lingua mentre
cercavo di
resistere dal fuggire spaventata.
"Come
mai siete qui?" -chiese, di nuovo, questa volta
con tono meno divertito di prima.
"Volevo
chiederti se potevi allenarla, almeno per farla
sopravvivere all'ultimatum di Kinien. Se non erro, hai votato
contrariamente
alla sua morte. Sappiamo entrambe che, per quanto Lyran sia forte, non
ha la
ferocia adatta per allenarla. Prendilo come un favore personale che mi
fai"
Avvertii
lo sguardo indagatore del drago blu su di me, prima che
rispondesse:
"d'accordo.
- schioccò le dita e sentii dei passi avvicinarsi
- ragazzino, accendi le torce, e poi va ad avvisare Lyran che la sua
chimera è
qui. Iniziamo ad allenarci da ora, e sta sicura che non ti darò
tregua."
La
settimana passò velocemente, e durante questo lasso di tempo
Erathiel mantenne la parola data. Non mi fece riposare un istante e
quando
andavo a dormire mi sentivo i muscoli a pezzi. Lei non si tratteneva
come
Lyran, ma imparai ad evitare i suoi colpi, e a volte riuscii a
colpirla.
Fu
Th'ail a sottopormi alla prova, come le altre due volte. Ci
osservammo ed io assunsi una posizione rilassata, anche se ero pronta a
muovermi quando mi avrebbe attaccato. Lui era più lento di
Erathiel, e i suoi
colpi erano goffi.
Mi
accorsi che non c'era gusto nel combatterlo e che non riusciva
a farmi provare le stesse sensazioni di un combattimento vero. 'Erathiel ha sempre mirato a ferirmi
seriamente, mentre lui si trattiene' Lo feci cadere a terra
con la
coda e tentai di bloccarlo, ma lui si spostò,
rialzandosi velocemente.
Quando
mi riattaccò, notai che non si tratteneva come prima, ma
era sempre debole. Riuscii a sconfiggerlo, bloccandolo a terra e sentii
gli
sguardi stupiti di alcuni draghi su di me.
"A
quanto pare, combatterai con noi, chimera... - disse
Kinien, aggiungendo - Bene, la seduta è..." il drago d'oro fu
interrotto
dal drago blu, che disse, con un ghigno in viso:
"
Voglio chiedere all'assemblea di mantenere la
chimera."