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Autore: 9Pepe4    24/05/2014    8 recensioni
[SwanFireQueen] [15 drabbles di 100 parole]
Negli ultimi giorni, i suoi tre genitori avevano parlato molto, ed avevano deciso di provare a convivere per renderlo felice.
«Vieni, ti faccio vedere la tua stanza» lo invitò Henry, voglioso ed eccitato.
Un momento dopo, vennero distratti dal rumore di qualcosa che cadeva, seguito dall’imprecazione colorita di Emma.
Sarebbe stata una convivenza difficile…
Genere: Commedia, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Neal Cassidy/Baelfire, Regina Mills
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Note (contenenti SPOILER della puntata 3x15, se non l’avete vista andate direttamente alla storia): Credo che questa cosa si possa collocare in un universo dove non c’è stato lo scambio di corpi tra Pan e Henry e il secondo sortilegio non è mai avvenuto.
Non ci sono riferimenti temporali, però, quindi se preferite potete anche ambientarla in un futuro ipotetico in cui Neal sia resuscitato perché sì.





Il numero perfetto

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Quando suonarono il campanello, Regina distolse gli occhi da Emma – che stava trascinando un borsone al piano di sopra – e si recò ad aprire.
Era Neal, naturalmente, e reggeva uno scatolone di vestiti.
Regina lo fece entrare, ed Henry arrivò schizzando giù dalle scale. «Papà!»
Negli ultimi giorni, i suoi tre genitori avevano parlato molto, ed avevano deciso di provare a convivere per renderlo felice.
«Vieni, ti faccio vedere la tua stanza» lo invitò Henry, voglioso ed eccitato.
Un momento dopo, vennero distratti dal rumore di qualcosa che cadeva, seguito dall’imprecazione colorita di Emma.
Sarebbe stata una convivenza difficile…

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Dopo i primi giorni, in cui il disagio tra i genitori biologici e la madre adottiva di Henry era palpabile, il ragazzino decise di prendere in mano la situazione.
Durante i pasti, si impegnava per coinvolgere tutti e tre gli adulti nella stessa conversazione, e proponeva spesso dei giochi da tavola da fare tutti insieme.
Istituì che al venerdì si guardasse un film in compagnia… E quasi scoppiò di gioia quando i suoi genitori stabilirono che ogni domenica si facesse qualcosa di speciale – un’incursione nel bosco, un pic-nic, una visita al lago…
Pian piano, il disagio iniziò a dissiparsi.

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Ovviamente, però, gli scontri non mancavano.
Emma e Neal non erano esattamente le persone più ordinate del mondo… E se il secondo si affrettava a mettere a posto le proprie cose non appena Regina assottigliava gli occhi, Emma sembrava ostentare il suo caos quasi in segno di sfida.
Finché, un giorno, Regina non utilizzò la magia per sistemare la sua stanza.
In un primo momento, Emma sembrò tentata di prendere male la cosa, ma alla fine cambiò idea. «Regina?» chiese. «Puoi insegnarmi quell’incantesimo?»
La donna la guardò con una certa sorpresa, mentre Neal ed Henry sorridevano sotto i baffi.

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«Mamma? Ma’? Papà?»
Tornato da scuola, Henry si guardò curiosamente intorno, chiedendosi dove fossero finiti i suoi genitori.
Avanzò di qualche passo, e si arrestò di colpo sulla soglia del salotto.
Emma, Regina e Neal erano seduti sul divano in quest’ordine, e Regina teneva sulle ginocchia un album di fotografie.
Henry si ritirò dietro lo stipite e sbirciò i loro volti.
Emma e Neal fissavano alternativamente l’album e Regina, come ipnotizzati, e lei aveva un lieve sorriso sulle labbra.
Origliando, Henry scoprì che la sua madre adottiva stava raccontando ai suoi genitori biologici alcuni episodi della sua infanzia.

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In occasione del compleanno del ragazzino, Regina si mise all’opera per preparare le sue squisite lasagne.
Quando Neal la raggiunse in cucina e le chiese se poteva essere utile, magari preparando il dolce, lei inarcò le sopracciglia.
«Sai come fare una torta?» chiese, scettica.
Lui scrollò le spalle, dirigendosi a prendere una terrina. «Potrei meravigliarti».
Regina non era molto persuasa, e quando lui uscì un momento perché Emma reclamava un aiuto per impacchettare i regali, la donna ne approfittò per assaggiare l’impasto.
Con riluttante approvazione, dovette riconoscere che Neal l’aveva meravigliata davvero. Quella torta sarebbe stata buonissima.

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Una sera, Henry ebbe l’idea di noleggiare un film dell’orrore.
A dire il vero, lui se lo godette anche… Sul viso dei suoi genitori, però, comparve ben presto un’espressione di puro raccapriccio, mentre certe scene strappavano loro sussulti agghiacciati.
Durante una sequenza particolarmente intensa, sia Emma che Regina conficcarono le unghie nelle braccia di Neal ‏‏– seduto in mezzo a loro – e la sua esclamazione di dolore si mescolò alle grida di terrore della protagonista del film.
«Basta con gli horror, Henry» scongiurò Emma.
Per una volta, tanto Neal quanto Regina furono completamente d’accordo con lei.

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Per quanto il loro potesse ormai dirsi un rapporto di amicizia, Regina non si aspettava minimamente che Neal ed Emma si ricordassero del suo compleanno.
Il primo febbraio, però, il suo rientro a casa fu accolto da un coro di: «Buon compleanno!»
Emma ed Henry avevano decorato l’ingresso con alcuni striscioni, mentre Neal aveva preparato una bella torta, ed ognuno di loro le aveva comprato un regalo.
Subito, Regina rimase senza parole… Poi, sorridendo con esitazione, li ringraziò quasi timidamente.
«Abbraccio di gruppo!» gridò Henry, lanciandosi verso di lei e, un momento più tardi, Emma e Neal lo imitarono.

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«Non pensavo ti piacesse leggere» commentò Emma un giorno.
Regina sollevò lo sguardo dal libro che aveva in mano. «Pensavi male».
L’altra la osservò curiosamente, quindi andò a sedersi vicino a lei. Per qualche istante, rimase in silenzio, poi domandò con titubanza: «E mia madre? Le piaceva?»
Regina sbatté le palpebre, presa in contropiede. «Le piaceva ascoltare le storie che le leggevo» disse infine. «Ma non amava star ferma con un libro… Preferiva altri passatempi».
Emma annuì, assorta… «Grazie» disse, dopo un momento.
«È il minimo» mormorò Regina – in fondo, era stata lei a farla crescere come un’orfana.

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Una domenica, Henry propose di visitare le scuderie di Storybrooke.
Regina ebbe un sussulto interiore, ma lo nascose in fretta, pensando di aver ormai superato quanto era successo.
Quando però svoltarono in quel corridoio, le sue gambe rifiutarono di andare oltre, mentre il suo respiro accelerava.
«Regina?» la chiamò Neal, notando che si era fermata.
Lei non rispose, iniziando a tremare.
Dopo un istante, Henry capì e si diede dello stupido. «Fuori!» guaì. «Portiamola fuori!»
Emma e Neal lo guardarono con la confusione sul volto, ma si affrettarono ad obbedire. Prendendo Regina tra loro, la guidarono gentilmente verso l’uscita.

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Nei giorni seguenti, dopo che Henry si fu scusato e lei gli ebbe assicurato che stava bene, quell’incidente non venne mai menzionato.
Una notte, però, Regina si scoprì a piangere per Daniel… Henry aveva sempre avuto il sonno pesante, ma Neal ed Emma la sentirono.
Si incontrarono sulla soglia della sua stanza e, dopo un momento di titubanza, entrarono in silenzio ed andarono a sdraiarsi uno alla sua destra e una alla sua sinistra.
Regina si irrigidì, ma loro non le chiesero nulla, limitandosi a starle accanto.
Qualche ora più tardi, si addormentarono tenendosi tutti e tre per mano.

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Un giorno, a pranzo, Henry annunciò: «Alcuni trovano strano che io abbia tre genitori».
Regina si servì l’insalata, quindi la passò a Neal che la passò ad Emma senza prenderne neanche un po’. «In effetti, è inusuale».
«Sì, ma è più strano che siate la Regina Cattiva, la figlia di Biancaneve e il figlio di Tremotino» osservò Henry.
«O che tua nonna sia Belle» aggiunse Neal.
Regina ed Emma si scambiarono un’occhiata. Neal adorava Belle, al punto che loro scommettevano che prima o poi l’avrebbe chiamata “mamma”.
«Secondo me tre genitori vanno benissimo… è il numero perfetto!»

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Magia e tecnologia non andavano molto d’accordo.
Emma l’aveva imparato in fretta, per cui non fu particolarmente sorpresa quando, un pomeriggio, trovò Regina a maledire il suo portatile.
«Ehi, ehi, ehi, calma!» esclamò, accorrendo. «Ci penso io».
Le ultime parole famose… Dopo una mezz’oretta di inutili clic di mouse e sforzi vani, anche lei si innervosì e dimenticò qualsiasi lezione di informatica avesse mai ricevuto, provando l’intensa tentazione di sbattere l’oggetto a terra senza tanti complimenti.
Fortunatamente, Neal fu di ritorno giusto in tempo per salvare il povero portatile dall’ira funesta delle due donne.

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Una notte, quando Regina scese in cucina per bere qualcosa, trovò Neal seduto al tavolo con una birra.
«Vuoi servire la colazione ubriaco?» lo interpellò.
Lui sussultò, girandosi a guardarla. Si chiese se informarla che era una birra analcolica. «Non riesco a dormire» borbottò invece. «Brutti pensieri».
«Quanto brutti?»
Neal sospirò. «Credo che mio padre abbia ucciso mia madre, e non so come chiedergli se è vero».
Regina tacque di colpo. Gli strappò di mano la birra e ne bevve una sorsata, accomodandosi di fianco a lui.
«Mia madre ha ucciso il mio fidanzato» disse, prima di riuscire a fermarsi.

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Parlare di Daniel con Neal non fu difficile quanto si era aspettata.
Una settimana più tardi, Regina riuscì persino a spiegare a lui e ad Emma ciò che era successo nelle scuderie di Storybrooke.
In un momento, si ritrovarono a parlare tra loro, parlare come non avevano mai fatto con altre persone. Neal raccontò dell’Isola Che Non C’è, mentre Emma degli anni all’orfanotrofio e della famiglia che non l’aveva tenuta…
«Accidenti» commentò infine. «Siamo un disastro».
«Però abbiamo Henry» le ricordò Regina, abbozzando un sorriso.
Quelle parole rasserenarono anche gli altri due. «È vero. Abbiamo Henry».

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Una sera, il ragazzino andò a dormire dai suoi nonni, e i suoi genitori guardarono insieme una commedia.
Poco dopo la fine del film, si raddrizzarono e si guardarono, ancora sorridenti… E, senza pensare, si baciarono.
Fu un bacio goffo e strano, più uno scontro di guance e un incastro di nasi che un toccarsi di labbra – dopotutto, però, baciarsi in tre non era semplice.
Quando si separarono, si fissarono senza sapere cosa fare.
Poi Emma scoppiò in una risata irrefrenabile… Neal e Regina sorrisero, si diedero un bacio veloce, quindi – prima l’una, poi l’altro – baciarono anche Emma.

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Note (2):
Ebbene sì, io li shippo tutti e tre insieme. Da morire. Non avete idea.
Spero che questa lettura non sia stata soltanto uno spreco del vostro tempo.
  
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