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Autore: Sam__    25/05/2014    6 recensioni
• Calzona / AU / OOC. •
L'arrivo della supplente, Callie Torres, all'Evergreen State College non passa inosservato alla ribelle studentessa, Arizona Robbins.
La donna prese un respiro profondo. “Come ti chiami?” chiese poi.
“L’ho chiesto prima io.” La sfidò Arizona.
“Allora credo che la tua risposta sia scritta alla lavagna da circa mezz’ora…signorina?!”
Callie Torres.
Lesse Arizona nella sua testa. “…R-Robbins.” Si affrettò poi a dire.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Quello che ancor non sai, tu lo imparerai, solo qui tra le mie braccia.

« Euna storia da dimenticare, 
è una storia da non raccontare, 
è una storia un pocomplicata, 
è una storia sbagliata.»
Capitolo 1.


 
“Dovremmo rientrare.” Buttò lì Teddy, gettando a terra il suo mozzicone di sigaretta.
Arizona annuì distrattamente, aspirando un’ultima volta la sua sigaretta per poi buttarla a terra e rientrare nella struttura con Teddy.
 
Arizona Robbins era una diciassettenne un po’ troppo incasinata per la sua età.
Aveva due occhi blu come l’oceano, i capelli biondi che le ricadevano sulle spalle e un sorriso completo di fossette capace di far innamorare chiunque. I pretendenti infatti non le mancavano, qualsiasi tipo di ragazzo le chiedeva un appuntamento e lei avrebbe quasi accettato…se non fosse stato che preferiva le ragazze. 
Studiava all’Evergreen State College di Seattle, o sarebbe meglio dire che praticamente ci viveva.
Infatti, alloggiava nel dormitorio interno del campus, chiamato più comunemente “EF”, in una stanza doppia, con la sua migliore amica Teddy, con la quale divideva il prezzo.
I genitori di Arizona avrebbero potuto pagarle il college, ma la ragazza fin troppo orgogliosa e ribelle, aveva deciso di fare da sé ed ecco che, cinque pomeriggi su sette, lavorava alla libreria Evans, lontana un paio di isolati dal campus.
 
Arizona e Teddy entrarono in classe e stranamente il professore di filosofia non era ancora arrivato.
Si sedettero ai loro soliti posti “siete fortunate che la supplente non sia ancora arrivata.” Affermò Lexie,  alle loro spalle.
Entrambe si girarono verso la loro interlocutrice, “supplente?” domandò Teddy straniata.
“Si, il professor Barnett si è preso un po’ di ferie aretrate…gira voce che deve risolvere alcuni problemi di famiglia.” Spiegò la ragazza.
“Secondo me sta per morire e vuole passare gli ultimi mesi di vita sperperando soldi tra donne e alcool!” esclamò Cristina che era seduta vicino Lexie, strappando una risata a tutte.
“Sei sempre troppo pessimista.” La riprese Meredith, seduta accanto all’amica, spingendola appena.
“Pessimista? Io direi più realista e ottimista! Chi non passerebbe gli ultimi mesi di vita con donne e alcool?” ribatté Cristina.
“Io lo farei di sicuro.” Rispose Arizona, facendo ridere le altre.
“Beh comunque, tralasciando il fatto che non starà per morire o mettiamo anche il caso che sia così…la supplente che è terribilmente in ritardo, sarà tanto vecchia quanto lui?” chiese Meredith sorridendo.
“Beh, almeno è una donna.” Buttò lì Arizona.
“Peggio, Arizona, molto peggio…le donne sono stronze più degli uomini  quando vogliono.” Affermò Cristina.
“Sai che anche tu sei una donna e che quindi questo include anche te fra le donne stronze, no?” domandò retoricamente Lexie.
“Infatti io sono una stronza coi controfiocchi!” esclamò Cristina alzando il pugno in aria.
“Si, signorina?” chiese una voce esterna che non apparteneva a nessuna della cinque donne che si trovavano lì. Tutte portarono la loro attenzione nella cattedra al centro di quell’aula.
“Cazzo, quando è arrivata?!” sussurrò Teddy ad Arizona.
Ma quest’ultima era fin troppo occupata a non farsi arrivare la mascella ai piedi e gli occhi fuori dalle orbite per quanta meravigliosa sorpresa l’aveva investita.
“No, io…ecco…non…”farfugliò Cristina.
“Direi che quel gesto era dovuto allo sghignazzare con le tue amiche e non ti ha fatto nemmeno notare che ero arrivata in classe.” L’interruppe la supplente.
Cristina annuì distrattamente.
“E lei sarebbe?” prese parola acida,  Arizona, alzando la mano.
“Prego?” ribatté sconcertata l’altra.
“Dico lei, chi sarebbe? Qual è il suo nome?” spiegò la bionda.
“Sai che non è educato rivolgersi a un tuo superiore così?”
“Un mio superiore? Quanti anni avrà al massimo, 25? Ringrazi che le dia ancora del ‘lei’” rise beffarda Arizona.
La donna prese un respiro profondo. “Come ti chiami?” chiese poi.
“L’ho chiesto prima io.” La sfidò Arizona.
“Allora credo che la tua risposta sia scritta alla lavagna da circa mezz’ora…signorina?!”
Callie Torres.
Lesse Arizona nella sua testa. “…R-Robbins.” Si affrettò poi a dire.
“Ora, se la signorina Robbins permette, vorrei iniziare la mia lezione.” Concluse.
Callie Torres. Lesse un’altra volta Arizona.
E pensò che si addiceva perfettamente alla persona che aveva davanti.
 
Callie Torres aveva ventiquattro anni, due occhi grandi e scuri, e dei capelli nero corvini che le ricadevano sulla schiena.
Quando indossava gonne e camicie, il suo corpo lasciava veramente poco alla fantasia…non che con un paio di jeans e una felpa ci fosse molta differenza.
Era troppo giovane per avere un posto fisso da professoressa. Infatti veniva mandata da una parte all’altra dello stato per fare da supplente.
Non aveva un posto da chiamare casa. Non aveva relazioni stabili. Perché averle del resto? Non si fermava mai in un posto più di un mese. E così Callie viveva alla giornata, non programmando mai niente per il futuro.
 
“E così tu sei Callie Torres.” Irruppe nell’aula Mark Sloan, non appena suonò la campanella.
“Si, sono proprio io.”
“Ti andrebbe di prendere un caffè con il sottoscritto?” ammiccò lui.
“Essere sfacciati sembra una cosa comune da queste parti.” Disse Callie più a se stessa che all’uomo che aveva di fronte.
In quel momento, Arizona stava per uscire dall’aula se non fosse stata richiamata dalla voce di Callie “Spero che stai andando in direzione.”
La bionda si fermò “E dovrei andarci per averle risposto ‘male’, giusto?” enfatizzò le virgolette con le mani.
La mora appoggiò le mani sulla cattedra e si voltò a guardarla “non importa che io abbia più o meno la tua età, è comunque irrispettoso rivolgersi così a qualcuno che nemmeno conosci. E penso che tu lo sappia.” Affermò con calma.
 “Mettiamo che io lo sappia e che non me ne freghi niente.” Ribatté con arroganza la ragazza.
Callie rise sarcastica “Va bene, Robbins, puoi andare.”
Arizona inarcò un sopraciglio. Non voleva più spedirla in direzione? Beh, tanto meglio così.
Scrollò le spalle e uscì dall’aula lasciando un Mark alquanto confuso dalla situazione e una Callie che riordinava la sua roba.
“Che è successo a quella ragazza?” chiese poi Callie.
“Come?”
“Cosa è successo ad Arizona Robbins? Perché qualcuno deve averle fatto talmente male che non ha rispetto per niente e nessuno, nemmeno per lei stessa.”
“Il rispetto deriva dal provare dolore?!”
“Vedi…”
“Mark!”
“Mark! Vedi, Mark…il rispetto deriva da quanto interesse hai verso tutto ciò che ti circonda. E tutti veniamo educati ad avere rispetto per qualsiasi cosa fin da piccoli. Ma a volte succede qualcosa, nella vita, per il quale perdi interesse per qualunque cosa ti circonda e da qui ne deriva il non avere più rispetto di niente e nessuno.” Spiegò Callie.
“E quindi non la punisci per la situazione difficile che ha?”
“…io studio le persone in modo da vedere se posso aiutarle. Sono fatta così. Non mi piace passare subito alla punizione. Voglio prima capire se la merita davvero o se il suo atteggiamento è solo una conseguenza. Quindi farò questo, la studierò e cercherò di aiutare.” Sorrise.
“Come vuoi.” Scrollò le spalle Mark, uscendo dall’aula, seguito da Callie.
“E comunque, sai quindi qual è la situazione difficile che ha?” domandò quest’ultima.
“Suo fratello è morto in guerra.”
*
 
“Ancora mi chiedo dove trovi il tempo per studiare.” Affermò Alex entrando in libreria.
Arizona lo salutò con un cenno del capo da dietro il bancone “sono già troppo intelligente, non ho bisogno di studiare.” Rispose sorridendo.
“Ah, è per questo che la notte invece di dormire, studi.”
“Teddy!” si lamentò la bionda.
Alex sorrise “comunque, sono qui per un libro.”
“Ma davvero?!” inarcò un sopraciglio Arizona.
Il ragazzo rise “mi servirebbe qualcosa sulla filosofia…qualche autobiografia di qualche filosofo famoso, magari.”
Filosofia? Un allarme suonò dentro la testa di Arizona.
“Ti prego, non dirmi che vuoi cercare di fare colpo sulla nuova professoressa di filosofia.”
“Perché no? Guarda che sono un gran bel ragazzo, solo che tu non lo vedi perché hai altri gusti.” Si mise subito sulla difensiva Alex.
“Non è per te Alex…insomma, è una professoressa!” esclamò Arizona incapace di capire come Alex non trovasse un ostacolo quel dettaglio così ovvio.
“Come se tu non la stessi spogliando con gli occhi.”
“Maddai! Che cazzo dici! E’ solo una superba venticinquenne che pensa di sapere tutto della vita e invece non ne ha la più pallida idea!” rispose acidamente.
“Ed ecco il tuo modo.” Scrollò le spalle Alex.
“Il mio modo?” chiese perplessa.
“Si. Quando una persona ti piace tu fai finta che non ti piaccia e che ti stia sulle scatole.” Si spiegò il ragazzo.
Arizona deglutì sconcertata.
Merda.
“Quindi, se il tuo è un modo per persuadermi a lasciar perdere solo perché vuoi provarci tu…è tempo sprecato! Provaci pure Arizona, ma io non mi farò da parte. Che vinca il migliore.” Le fece l’occhiolino Alex dirigendosi poi verso alcuni scaffali.
 
No. Arizona Robbins non avrebbe fatto la corte a nessuno. Men che meno a una professoressa. E ancor meno, a una donna tanto fastidiosa.
Lei era quella a qui tutte facevano la corte, non era di certo lei a farla.
Quindi no, Arizona Robbins non avrebbe mai fatto la corte a Callie Torres.
Anche perché, le relazioni tra studenti e professori non erano ammesse.

 
*

“Sicura di non volere venire?” chiese Teddy mentre si specchiava.
“Devo ancora studiare e sto per morire di sonno, quindi si, sono sicura.” Sbuffò Arizona.
“Come vuoi.” Scrollò le spalle l’altra.
Poi prese la borsa, s’avvicinò ad Arizona e le schioccò un bacio sulla guancia “non aspettarmi alzata.” Scherzò Teddy.
Arizona la spinse piano “vai e divertiti.” Disse sorridendo.
 
Arizona rispose al telefono al primo squillo “Teddy? Che è successo?”
La risata della ragazza dall’altra parte del telefono sfondò quasi il timpano di Arizona.
“Non crederai mai a cosa sta succedendo qui.”
“Teddy, sto studiando ti preg-“
“Alex ci prova con la Torres.” Scoppiò nuovamente a ridere Teddy.
“Torres è lì?” chiese stranita Arizona.
“Si, e sembra anche che si diverta parecchio.”
Arizona si alzò dal letto, recuperando la felpa “assicurati che Alex non faccia nulla di stupido. Arrivo.” E riattaccò mettendosi poi a correre per uscire dal College e raggiungere il locale.
 
Non appena arrivò lì, Arizona si accorse che le sue vesti non erano proprio adatte a quell’occasione: Una felpa blu, jeans strappati e converse.
Anche solo la gente fuori dal locale vestiva in modo nettamente migliore al suo e molto più adatto alle tematiche “sera” e “discoteca”, figuriamoci quella che c’era all’interno di esso.
…Fanculo. Pensò Arizona ed entrò nel locale.
Cercò di adocchiare qualcuno che conosceva e come era ovvio, mezzo Evergreen College era lì.
Sbuffò e chiese in giro se qualcuno avesse visto Alex o Teddy, quando una risata fin troppo familiare le arrivò alle orecchie. Si girò e vide Teddy scherzare e ridere con un uomo. S’avvicinò tirando Teddy per un braccio “scusa, eh! Torna subito.” Disse al tipo che ora la guardava perplesso.
“Arizona!” esclamò Teddy abbracciandola.
Arizona sciolse l’abbraccio “Cristo! Sei ubriaca persa!”
La ragazza rise scrollando le spalle.
Arizona scosse il capo “senti, dov’è Alex?”
L’amica allungò il braccio alla sua sinistra, indicando l’angolo riservato al bar.
E lì Arizona li vide.

Un’Alex troppo ubriaco e spavaldo s’avvicinava ad una Callie che…Teddy doveva essere ubriaca forte se l’espressione non molto consenziente di Callie, che cercava di allontanarsi lentamente da Alex, le era sembrata di puro divertimento.
“Ci vediamo dopo.” Disse Arizona dirigendosi poi verso di loro.
Afferrò Alex da un braccio e lo trascinò lontano da Cal-  dal locale.
“Che cazzo fai?” sbottò Alex strattonando la presa di Arizona.
“No, Alex, tu che cazzo fai!? E’ una professoressa, cristo santo! Non puoi provarci con lei.”
“Senti Arizona, puoi provaci pure tu con lei, ma non venire a fare storie a me, ok?”
Arizona alzò gli occhi al cielo “non voglio provarci con lei! Ho ancora un cervello a differenza di qualcuno, e so perfettamente che non è concesso avere relazioni con i professori.”
“Relazione …” ripeté Alex per poi scoppiare a ridere “una scopata io non la chiamerei relazione.”
La ragazza prese un respiro profondo e cerco di parlare con più calma possibile.
“Alex, non m’importa ciò che vuoi fare con lei. Il punto è che siete in un locale dove c’è mezzo college e le voci girano, la gente parla, lo sai. Se arrivasse alle orecchie della preside saresti buttato fuori a calci in culo. Non me ne frega niente della Torres. Vorrei solo che ragionassi con il cervello e non col tuo pene, per una buona volta. Ok? Non puoi giocarti il college per una professoressa. Sarebbe la più grande cavolata del secolo.”
Alex annuì lentamente “si, effettivamente hai ragione.”
Arizona trasse un respiro di sollievo. “recuperiamo Teddy e le altre e torniamo all’EF.”
“Ma non posso lasciare la Torres così, ci rimarrà male.”
“Credimi, dallo sguardo che aveva, non ci rimarrà per niente male.” Sorrise.
Alex ricambiò il sorriso.
“Però penso che dovresti farle delle scuse …” continuò poi Arizona mentre rientravano nel locale.
“Già …” acconsentì Alex.
 
Arizona andò a recuperare il gruppo e Alex si diresse da Callie.
“Ehm…”affermò impacciato alle spalle di Callie.
Quest’ultima si voltò e il sorriso che aveva dipinto in viso si trasformò in una smorfia.
“Senti, Karev…non verrò a letto con te quindi è megl-“
“mi dispiace!” l’interruppe subito il ragazzo “io..ehm..non volevo..ecco, la…ragazza che mi ha trascinato fuori prima…”
“Robbins! Spero non voglia uccidere me, visto che eri tu a provarci e io non acconsentivo.”
“Ucciderla? No, perché mai?”
“Non mi sorprenderei se la tua ragazza fosse così gelosa e accecata d’amore da scaricare tutta la colpa su di me.”
“Cos-? Arizona? No no, lei non è la mia ragazza. E’ come una sorella per me.” Rise divertito.
“Eppure, era abbastanza arrabbiata mentre ti trascinava fuori…” constatò la donna.
“Perché non voleva che facessi la più grande cavolata del secolo.”
Callie inarcò un sopraciglio.
“No, nel senso…cioè non per lei. Ecco il punto è che una relazione tra uno studente e una professoressa per quanto giovane sia, non è permessa. Lei si è solo preoccupata perché se ci avrebbero scoperti non sarebbe finita bene.”
“Non ci avrebbero scoperti perché io non sarei mai venuta a letto con te. Però è un bene che tu abbia una persona così intelligente, che ti vuole bene tanto da venire fin qui a dirti che stai sbagliando.”
Alex sorrise, annuendo. “Allora tutto a posto, vero? Non mi denuncerà, né verrò espulso…in fondo non è successo niente.”
“E’ tutto apposto.” Acconsentì Callie.
“Grazie. Buona serata, arrivederci.” Disse Alex voltandosi e raggiungendo le altre.

 
*
L’indomani mattina, Arizona non aveva per niente voglia di andare a lezione di matematica, così si era comodamente sdraiata sul prato del cortile del campus ad aspettare che quell’ora passasse.
“Ho sentito dire che sono la più grande cavolata del secolo.” Annunciò una voce che Arizona conosceva già. La ragazza aprì gli occhi e tirandosi su, notò la figura di Callie Torres seduta su una panchina a pochi passi da lei.
Arizona fece mezzo sorriso e si sdraiò nuovamente sul prato con le mani dietro la testa.
“Non hai davvero niente da dire a tua discolpa?” continuò Callie.
“Perché dovrei discolparmi? E’ davvero ciò che ho detto.”
Callie sorrise tristemente. “Non ti piace la matematica, eh?”
“Che fa, mi tiene d’occhio come uno stalker?”
“Diciamo che ho letto la tua scheda di valutazione.”
Arizona si alzò di scatto “che cosa? E con quale cavolo di permesso?”
“Con quello della preside?!” scrollò le spalle la mora.
Arizona rise amaramente. Ovvio che poteva leggerla.  Era una professoressa, e come tale aveva diritto a conoscere i voti dei suoi studenti.
“Era per capire se mordi tanto quanto abbai.” Sorrise Callie.
“E l’ha capito?” chiese scetticamente l’altra.
“A parte la sufficienza in matematica che non vuole arrivare…hai ottimi voti. Quindi si, ho capito che il tuo comportamento è solo una maschera che usi con chi non ti conosce.”
“Cavolo! I miei voti le hanno detto tutte queste cose?”
“Il comportamento da persona matura e buona amica di ieri me l’ha fatto capire.” Disse sinceramente.
“Lei non ha capito proprio un bel niente!” esclamò Arizona, estraendo il pacchetto delle sigarette da una tasca e l’accendino dall’altra, per poi accendersene una. Inspirò affondo.
“Non c’è nessuna maschera.” Espirò “sono semplicemente io che mi comporto come voglio con le persone che voglio.”
Fece un altro tiro della sigaretta. “Se una persona non m’interessa può andare al diavolo, non mi comporterò mai in modo gentile se la cosa non mi riguarda. Se una persona m’interessa allora può star sicura che non solo divento gentile, protettiva e rispettosa ma sarei pure capace di mollare tutto se avessero bisogno d’aiuto…e di rinunciare a tutto per farle restare.”
Ci fu un lungo silenzio.
“Hai già rinunciato a tutto una volta, vero?” chiese piano Callie.
“La cosa non le riguarda minimamente.”
Callie sospirò. Era sicura che le fosse capitato qualcosa del genere.
“Quella roba ti ucciderà, e tu lo sai.” Disse poi, riferendosi alla sigaretta.
“Tanto morirò comunque.” Scrollò le spalle la bionda.
“Che insensata risposta è mai questa?” chiese stizzita.
Arizona s’avvicinò alla panchina, stando in piedi davanti a Callie.
“Ma il suo dannato problema qual è? Lo so che mi fa male il fumo e so anche che lei non è proprio nessuno per pretendere che io smetta.” Sbottò.
Callie si alzò per andarsene “comunque, ero venuta per dirti che è stato gentile da parte tua preoccuparti del fatto che avremmo avuto problemi io e Karev, e venire fin lì per impedirgli di fare qualcosa di così stupido che mi avrebbe spedito dall’altra parte dello stato.”
“L’ho fatto per lui. Non per lei. Per quanto mi riguarda può andare a letto con chi le pare e piace, ma non mi va a genio che i miei amici possano essere espulsi a causa di una tizia qualsiasi che pur di pararsi il culo sarebbe capace di dire che la colpa è stata solo del ragazzo.” Rispose acida Arizona, per poi voltarsi e andare via, lasciando lì una Callie urtata dalle sue parole.
 
Perché Arizona Robbins faceva così quando qualcuno le piaceva.
Faceva finta di odiare quella persona sperando che un giorno l’avrebbe odiata davvero.


N.D.A.
Salve a tutti!
Allora ci tengo a precisare alcune cose:
1. L'Evergreen State College esiste davvero ed è ad Olympia in realtà, ma sempre nei pressi di Seattle più o meno e quindi ho preferito dire così per comodità e per familiarità con la nostra amata Seattle, che ne dite?! :)
2. Il titolo e la citazione all'inizio appartengono rispettivamente a due canzoni del grande Fabrizio De Andrè.
3. Il rating è arancione perché, come avrete potuto notare, Arizona e compagnia bella, essendo dei ragazzi, a volte si esprimono in modo non molto garbato e usando termini al quanto rozzi e spinti (i capitoli seguenti sono anche peggio per parolacce, credetemi!)
quindi mi è sembrato giusto mettere questo rating nel caso la cosa disturbasse a qualcuno...
4. Oltre che i personaggi sono molto OOC, in questa storia Arizona è molto me. C'è quando io scrivo di lei è come se scrivessi di me. E, devo ammettere, è la cosa più divertente che abbia mai fatto. Un personaggio che amo con la mia personalità è davvero esilerante!
Per questo, vi avverto che Arizona è un personaggio incasinato da morire e molto complicato...quindi capiterà che se in un capitolo la vedete in un modo, nell'altro è completamente diversa!
E' in base a come le (mi) piglia...quindi buona fortuna per chi cercherà di capirla :)

Premesse a parte, spero che il primo capitolo vi sia piaciuto e che mi seguirete in questa storia in cui mi sono avventurata!
Gli altri capitoli sono giò scritti ma non quello finale...devo ancora pensare bene a cosa fare ma... non voglio farvi spoiler ;)
Ci si rivede la prossima settimana con il secondo capitolo.
Uh, lasciate una recensione positiva o negativa che fanno sempre piacere!
Abbracci virtuali a tutti.♥
Sam__



 
  
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