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Autore: MarcoG    01/08/2008    3 recensioni
Leggendo le fanfic presenti in questa sezione ho notato che molto spesso viene quasi "naturale" far nascere una storia d'amore fra Asuka e Shinji. Ma un personaggio come Asuka potrebbe veramente innamorarsi di uno come lui? O forse la comprensione dei suoi sentimenti potrebbe diventare chiara solo dopo aver subito un trauma che le facesse vedere il mondo in modo diverso?
Genere: Generale, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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- Ci potrebbero stare due me stessa qua dentro!- scherzò Asuka osservando quanto era larga la sua camicia.
- A dir la verità, io speravo di toglierti tutto di dosso appena arrivati in camera...- rispose divertito Ian.
- Ma sentilo! Però effettivamente ti devi scusare per avermi fatto prendere un simile spavento...-
- Cercherò di farlo nei migliore dei modi, te lo prometto!-
I due si baciarono e poco dopo l'ascensore li portò al loro piano.
Ian aprì la porta della sua camera e fece entrare Asuka, poi senza lasciarle il tempo di dire nulla la abbracciò da dietro e iniziò a baciarle il collo spostandole i suoi lunghi capelli.
- Se penso a quello che starà succedendo alla NERV...- disse Asuka cercando di non lasciarsi subito andare.
- Veramente hai voglia di pensare a questo?- le chiese Ian sbottonandole la sua camicia che le aveva prestato.
- No....- fu in grado di dire Asuka, poi Ian la girò lentamente e la baciò.



NELLO STESSO MOMENTO, AL COMANDO GENERALE DELLA NERV
- Maggiore Katsuragi, mi vuole spiegare cos'è successo?- la voce di Gendo era molto irritata.
- Non ne so molto comandante, quello che posso dirle è che questo Ian è un nuovo professore della scuola di Asuka e che da un po' di tempo si frequentano.-
- Si frequentano? Quell'uomo avrà trent'anni!- disse intervenendo Fuyutsuki.
- Sì lo so ma...Asuka era veramente in un brutto momento, lo avete visto anche voi quanto il suo tasso di sincronia era sceso...in questi giorni la vedevo finalmente felice e non me la sono sentita di farle un discorso di quel genere.-
- Voglio sapere il nome e il cognome di quest'uomo, da dove viene e da quanto insegna nella classe dei children- Gendo sembrava sempre più seccato.
- Viene dall'America e come le dicevo prima non è uno dei professori fissi. Il suo nome è Ian Duncan, avrò un incontro con lui la settimana prossima per i normali colloqui coi parenti.-
- Ian Duncan...questo nome non mi è nuovo- disse Ritsuko intervenendo nella discussione.
- Cosa intende dire?- chiese Gendo.
- Non so...è che c'è qualcosa che mi ricordano queste parole.-
- Dottoressa Akagi, non abbiamo tempo per queste cose!- ma  Fuyutsuki fu subito zittito da Gendo.
- Aspetta Kozo, questo nome non risulta nuovo neanche a me. Dove lo abbiamo già sentito?-
Misato iniziava a non capirci più niente.
- A cosa vi riferite? Se avete urgenza di parlargli possiamo chiamare al telefono Asuka, sono sicura che ora sia con lui....-
- Asuka! Ecco dove lo abbiamo già sentito!- esclamò Ritsuko.
- Asuka? E cosa c'entra lei?-
- Non c'entra lei, ma il suo essere children. Comandante, ricordate l'account che è stata utilizzato per entrare nel nostro sistema informatico?-
- Sì- rispose Gendo. - 607dunianNY-
- Esatto. E' da allora che io e Maya cerchiamo di capire se quelle lettere e quei numeri hanno o no qualche significato e ora è tutto così chiaro....-
Ma Misato continuava a non capire. - Mi vuoi spiegare di cosa stai parlando?-
- NY starà sicuramente per NewYork e 607 molto probabilmente è il loro prefisso di area. dunian a questo punto si commenta da solo, sono ovviamente le lettere iniziali di nome e cognome.-
Ora che Misato iniziava a capire sentiva che il battito del suo cuore iniziava a farsi sempre più rapido.
- Quindi vuoi dire che...è lui che ha fornito la password alla nostra guardia d'ingresso? E' lui che ha rubato le informazioni sui children?-
- Esatto.-
Gendo prese in mano il telefono e chiamò immediatamente la prima squadra speciale della NERV.
- E perchè l'ha fatto? Cosa ne vuole fare?-
- Lo scopo probabilmente era quello di avvicinare i children, o per lo meno uno di loro. Ora sappiamo su chi ha puntato.-
L'ansia di Misato saliva di secondo in secondo e il sentire le risposte così fredde di Ritsuko le faceva venire il voltastomaco.
- E cosa vuole farne di Asuka secondo te?-
- Ovviamente ucciderla- rispose Ritsuko.



NELLO STESSO MOMENTO,  NELLA CAMERA D'ALBERGO DI IAN DUNCAN
Il cellulare del professore iniziò a squillare dal soggiorno in cui Ian aveva lasciato la sua giacca.
Asuka era contrariata. - Ma possibile che non possiamo mai stare insieme per più di dieci minuti che subito squilla quel maledetto telefono?-
- Questo è il mio telefono privato, devo rispondere.- disse alzandosi dal letto.
- Eh no dai! Stai qui! Risponderai dopo a chi ti sta chiamando!- borbottò Asuka tirandosi leggermente su.
- Non posso, devo rispondere.-
Ian si diresse così com'era, nudo, verso il soggiorno della stanza. Prese in mano il cellulare e vide il nome di chi lo stava chiamando.
<< Stupido idiota!>> urlò in giapponese la voce al telefono. << Te lo avevo detto! Sei giorni! La tua copertura era garantita sei giorni! Cosa diavolo ci fai ancora in Giappone? Sei stato intercettato dalla NERV! Il comandante Ikari sta mandando lì da te un intero battaglione del cazzo per farti fuori!>>
<< Ehy calmati>> rispose Ian senza scomporsi. << Quanto tempo è passato da quando hai intercettato la chiamata?>>
<< Neanche due minuti fa, stimiamo che quelli della NERV irrompano nel tuo appartamento nel giro di circa cinque minuti. Hai già fatto fuori il second children vero??>>
<< Lo faccio ora, poi sparisco definitivamente. Ci sentiamo al mio rientro a New York. Addio>>
La voce al telefono tentò una risposta << Come lo faccio ora? Avresti già dovuto farl..>> ma Duncan spense il telefono.
Si avviò verso la cassetta di sicurezza del soggiorno, digitò il codice e ne estrasse una pistola semiautomatica Beretta e ne controllò il caricatore.
- Iaaan! Vieni o no?- urlò Asuka dalla camera da letto.
- Sto arrivando-  rispose lui talmente a bassa voce che sicuramente Asuka non aveva potuto sentirlo.
Dopo essersi accertato della presenza delle pallottole, chiuse la cassaforte e tornò in camera.
Appena entrato, puntò la pistola verso Asuka.
- Ehy! Che cos'è?-
- Sei una ragazza molto intelligente, Asuka. Credo che tu ci possa arrivare senza che io adesso mi dilunghi in interminabili spiegazioni.-
Asuka lo fissò sbalordita.
- Oltretutto ho molto poco tempo prima che quelli della NERV arrivino qui, quindi ci dobbiamo sbrigare. Hai qualcosa da dire prima che lo faccia?-
La ragazza si sentì mancare il respiro. Nella sua mente mille pensieri si accavallarono, ma l'ultimo di loro era proprio quello che non voleva essere accettato.
- Sei...sei tu che hai rubato le informazioni su me, Rei e Shinji?-
- Ecco...quante soddisfazioni mi dai. Lo sapevo che non ci avresti messo molto a capire.- rispose con un ghigno Ian.
- Quindi...quindi era vero che qualcuno ci stava spiando? E....sei tu che stavi spiando...me?-
Come succedeva troppo spesso ultimamente, le lacrime iniziarono a scendere dagli occhi di Asuka senza che lei lo volesse.
- Quindi...ora mi ucciderai?-
- Sì, certo- rispose Duncan freddamente.
La ragazza si lasciò cadere appoggiandosi al cuscino, con la voce singhiozzante riuscì a chiedere - Perchè?-
- Io sono solo un sicario, Asuka. A me dicono solo chi ammazzare e basta. Ho sentito qualcosa a proposito di un angelo che vi vuole inviare direttamente la SEELE, ma quello che è stato chiesto a me è che avvicinassi almeno uno dei children e lo facessi fuori. Probabilmente vogliono che voi della NERV facciate meno resistenza possibile a questo nuovo angelo che vi invieranno, non saprei. E sinceramente, neanche mi interessa. Altre domande?-
La ragazza ormai piangeva ininterrottamente, si era portata le mani sugli occhi abbassando leggermente il volto per cercare di smettere, ma era più forte di lei.
- Perchè....io?- riuscì a pronunciare fra un singhiozzo e l'altro.
- Perchè a guardare i rapporti che quell'idiota della NERV aveva sottratto per me, tu eri quella messa peggio di tutti e tre. Avvicinare te sarebbe stato molto più facile che non cercare di farsi amico uno come Shinji, figuriamoci la first children. Eri la più debole, Asuka.-
Le lacrime continuavano a cadere copiose sul cuscino.
- Però devo ammettere di essermi divertito con te. Figurati che da programma avrei dovuto ucciderti quel giorno in barca, ma avevo proprio voglia di scoparti e quindi ho rinunciato. Infatti sono anche stato sgridato per aver prolungato così tanto la mia permanenza qui in Giappone. Ma ti ho trovato una compagnia piacevole, sul serio. Comunque ora mi tocca proprio andare, credo che tu capirai. Addio.-
Asuka, ormai completamente sdraiata sul letto, piangeva. E non piangeva perchè stava per morire, no, di quello che non le interessava. Solo pochi giorni prima aveva pensato al suicidio, quindi la morte non la spaventava. Non era neanche per via del fatto che lui avesse scelto lei e non Shinji o Rei, era qualcosa di molto più grave da accettare.
Il motivo era che aveva capito dove aveva sempre sbagliato nella sua vita e ormai era troppo tardi per porvi rimedio. Il suo pensiero andò a Shinji e alla parole che Ian stesso le aveva detto. Quante volte quel ragazzo aveva dimostrato interesse verso di lei? Ed erano messaggi del corpo così chiari, non detti a parole ma talmente diretti che il solo ripensarci era un dolore. La reazione alla sua storia con il professore, tutti quegli sguardi a scuola e chissà quante altre occasioni le dovevano aver fatto capire qualcosa.
E ora ci era arrivata a capire cos'era quel "qualcosa".
Era amore, esattamente quello che Asuka aveva sempre cercato. Un amore sincero e incondizionato, un amore così come Asuka stava provando in quei giorni per la persona sbagliata.
E questo le faceva male, il rendersi conto di non essersi accorta di avere a portata di mano tutto quello che aveva sempre voluto e di aver cercato il superfluo in un assassino travestito da professore.
Pensò a Shinji e subito dopo a sua madre. "Ora ci rincontreremo...".
Ian premette il grilletto. Si udì uno sparo.
E poi, il silenzio.








FINE.
  
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