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Autore: Shadriene    01/08/2008    9 recensioni
Se c’era una cosa che i compagni di casa avevano imparato in quegli anni era che mai, per nessunissima ragione, neppure se fosse l’ultima cosa al mondo possibile da bruciare e ci fossero stati cinquanta gradi sottozero, mai toccare gli appunti di Draco. MAI.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Disclaimer: I personaggi, i luoghi ecc. appartengono ai rispettivi ideatori e detentori di Copyright. Non ho niente a che vedere con chi detiene il copyright sui personaggi, con il creatore di una determinata serie, con il produttore o con chi si occupa del merchandise.
Non si vuole violare il Copyright in alcun modo.”



Note iniziali dell’autrice
Perché io, sostenitrice fino alla morte delle Ron/Hermione scrivo una Draco/Hermione?
Penitenza XD Non per altro XD E il tema mi ha subito ispirato, quindi non dico mai di no all’ispirazione se questa arriva. Qualsiasi sia la coppia, alla fin fine XD Sono abbastanza malleabile, in fondo XD
Scritta per Defender che è riuscito a “Fregare l’autrice” (devo ricordarmi di scrivere frasi lunghe e non di due parole XD). Lo ringrazio per avermi betata e sono contenta gli sia piaciuta. Aggiungo che non ho segnato Draco come OOC, ma Defender mi ha detto che è molto al limite dell’IC. Quindi io vi avviso, poi vedete un po’ voi se volete leggere comunque XDDD
Buona lettura a tutti!
Shad aka Pé



*

Appunti


«Blaise! Maledetto fottuto bastardo!»
«Anch’io ti voglio molto bene Draco, davvero. Credo di non dirtelo abbastanza».
«Dove sono i miei appunti?» sbraitò il ragazzo rosso in volto per la foga.
«Ah, è per questo che sei così affettuoso stasera?»
«I. Miei. Appunti.» scandì Draco avvicinandosi minaccioso al ragazzo.
«Non so, non te li ho ridati?»
Malfoy lanciò un’occhiata assassina all’amico, che non sembrava troppo preoccupato dell’atteggiamento omicida del ragazzo.
«Hai guardato nella mia borsa?»
«Certo che sì».
«Allora forse li ho dimenticati in biblioteca» rispose il ragazzo con un’alzata di spalle tornando a concentrarsi sul libro che stava leggendo.
«Tu COSA?!»
L’intera sala comune di Serpeverde si voltò verso i due ragazzi, incuriositi dalla reazione spropositata avuta dal giovane Malfoy. Quelli che erano più vicini e avevano sentito il motivo scatenante della discussione, invece si stavano allontanando con aria preoccupata.
Se c’era una cosa che i compagni di casa avevano imparato in quegli anni era che mai, per nessunissima ragione, neppure se fosse l’ultima cosa al mondo possibile da bruciare e ci fossero stati cinquanta gradi sottozero, mai toccare gli appunti di Draco. MAI.
Ci era già passato qualche incauto primino che ora non stava più nella stessa stanza con Malfoy per la paura; ci era passato qualche sciocco compagno di classe convinto che “ma sì, siamo amici, non sono mica uno stupido primino” e ora sembrava la volta di Blaise. Tuttavia il giovane Serpeverde non sembrava troppo preoccupato dalla furia omicida del suo migliore amico, tutt’altro.
«Senti, non so. Devo averli dimenticati in biblioteca».
«I miei poveri appunti».
«Forse li trovi ancora lì».
«I miei poveri appunti abbandonati in balia di chicchessia».
«Se ti sbrighi la trovi ancora aperta».
Ma Draco non era più lì e correva per i corridoi cercando di raggiungere la biblioteca il più in fretta possibile. Sapeva benissimo che il suo comportamento era poco regale, ma non aveva intenzione di perdere un solo secondo. Poteva già essere troppo tardi. I suoi cari e sudati appunti, tanto ben messi a posto, potevano essere finiti fra le mani di qualche stupido. Un Weasley, per fare un nome qualsiasi. Lenticchia, per restringere il campo. Quell’idiota sarebbe stato capace di usarli per avvolgere un panino.
Il solo pensiero dell’uso improprio che potevano fare con i suoi appunti lo fece accelerare lungo il corridoio, quasi inciampare sulla dannata gatta di Gazza e sbattere contro quella stupida Mezzosangue della Granger che stava uscendo dalla biblioteca.
La sala ormai era vuota e lui mugolò per il dolore non vedendo da nessuna parte i suoi preziosi appunti. Sconsolato si avviò verso la bibliotecaria, che lo guardava in malo modo da quando era entrato tutto nevrotico, e per nulla speranzoso decise di chiederle se qualcuno gli avesse consegnato degli appunti.
«Ah, sono tuoi? Una ragazza me li ha consegnati dicendomi che era sicura che il proprietario sarebbe venuto a riprenderseli. Onestamente, non pensavo».
Draco alzò la testa incredulo e fissò la donna che mollava con forza il fascio di fogli sul tavolo. In un momento diverso se la sarebbe presa per il trattamento rude della bibliotecaria verso i suoi appunti, ma vederli lì, apparentemente come li aveva lasciati, lo riempiva di gioia.
Con un cenno di saluto si avviò lungo i corridoi, contando le pagine una ad una, per essere certo che non ne mancasse nessuna. Poi iniziò a dare uno sguardo al testo, ma con orrore si fermò in mezzo al corridoio.
Qualcuno aveva osato scribacchiare sui suoi appunti.
Blaise! Maledetto fottuto bastardo!
Draco corse velocemente fino alla sala comune di Serpeverde, dove trovò l’amico ancora intento a leggere il libro di prima. Si avvicinò a passo rapido e lo prese per il colletto.
«Come hai osato!»
«Oh, vedo che hai trovato i tuoi appunti. Tutto a posto allora» disse il ragazzo. «Potresti togliere la mano dal mio colletto? Ho difficoltà a leggere con te che mi tieni così».
«I miei appunti!» esclamò Draco sventolandoglieli davanti agli occhi.
«Li vedo».
«Ci hai scritto sopra».
«Non io. Non ho una scrittura così femminile».
Draco smise di tenere l’amico per il colletto e osservò con cura la scrittura tondeggiante che qua e là per i vari fogli era andata a correggere le frasi che c’erano prima, o addirittura ad integrarle. Tuttavia, gli parve che fosse stata fatta una correzione rispettosa del suo lavoro.
Baggianate.
Chissà quale cretino aveva corretto convinto di aver ragione.
Sconsolato andò in camera sua, chiedendosi se ci fosse un incantesimo o qualcosa che potesse farli tornare come prima. Sparpagliò i vari fogli sul tavolo, quando si accorse che c’era un pezzo di pergamena che non aveva notato, mentre li contava tornando in sala comune.

“Mi piacciono i tuoi appunti, sono molto ben fatti. Sono contenta di averli trovati io, sarebbe stato un peccato se fossero finiti nelle mani sbagliate. Credo tu sappia cosa voglio dire. Spero tu non sia offeso se qua e là ho corretto qualcosina; ho cercato di fare attenzione, in modo che restassero ordinati. Mi sono pure permessa di correggere i miei confrontandoli con i tuoi. Credo dovremmo studiare insieme qualche volta. Mi trovi sempre in biblioteca quando non ci sono le lezioni.
Hermione Granger”


Draco mollò il pezzo di pergamena nel momento esatto in cui Blaise entrò nella stanza. Il ragazzo guardò l’amico che se ne stava inebetito seduto sul letto, con una miriade di appunti sparsi attorno a lui. Poi, notando la lettera di Hermione, si avvicinò per afferrarla. Malfoy fu più veloce, la prese e l’appallottolò.
«Cos’era?»
«Il ragazzo che ha ritrovato gli appunti si scusava per aver scribacchiato su di essi. Sciocco, Malfoy non perdona».
«Eh sì. Ma non era una ragazza?»
«Ragazza?»
«Quella scrittura è femminile».
«No, è un ragazzo».
«Sarà».
Blaise andò a distendersi sul letto, immergendosi nei suoi pensieri, e Draco pensò bene di imitarlo, in modo da evitare di essere disturbato.
Quella dannata So-Tutto-Io.
Cosa le faceva pensare che lui avrebbe studiato con lei?
Come si era permessa soprattutto di imbrattare i suoi magnifici appunti con la sua insulsa essenza da mezzosangue, inondandoli con la sua presunta superiore conoscenza? Non avrebbe mai seguito le correzioni della Granger per nulla al mondo.

Le settimane passavano e Draco proseguì le sue giornate come sempre. Il suo sport preferito “insultiamo il Magnifico Trio” era diventato ancora più una gioia per lui, dopo il brutto tiro che la Mezzosangue gli aveva giocato. Se ripensava ai suoi poveri appunti sotto le mani di quella…
«Malfoy, sa dirmi con le radici di quale pianta si può creare una pozione per contrastare l’incantesimo Conjunctivitis?»
Draco sorrise al professor Piton e diede un’occhiata agli appunti vicino a lui.
Dannata Granger!
‘Tranello del Diavolo’ era stato barrato e accanto la ragazza vi aveva scritto una nota.
“Per la pozione viene usato un liquido estratto dalle radici del Frullobulbo, molto simile al Tranello del Diavolo, ma senza la sua aggressività”.
Se quella stupida Mezzosangue credeva che lui avrebbe seguito la sua stupida correzione, si sbagliava di grosso. Che razza di idiozie si inventava quella So-Tutto-Io? Non aveva mai sentito Piton nominare quella pianta.
«Il Tranello del Diavolo, naturalmente» disse Draco trionfante.
«Mi dispiace, cinque punti… »
Possibile che…
«Intendevo che, il Tranello del Diavolo è facilmente confondibile con il Frullobulbo, la pianta che serve per la pozione. C’è da stare attenti, perché la prima è molto aggressiva».
Il professor Piton sorrise soddisfatto, mentre i Grifondoro indignati si lamentavano, neanche troppo silenziosamente, dall’altra parte della classe.
«Perfetto Malfoy, dieci punti a Serpeverde».
Se avesse saputo chi gli aveva suggerito la risposta, probabilmente non sarebbe stato tanto soddisfatto nell’assegnare quei punti.
Sospirò profondamente e lanciò un’occhiata verso la Granger, che lo fissava stupita, come se avesse realizzato qualcosa.
Merda.

Le settimane passavano e Draco avrebbe voluto dire molto volentieri che le sue giornate proseguivano come sempre. Invece inaspettatamente si era reso conto di trovar difficoltoso sopportare la presenza di quell’insulsa Mezzosangue e dunque aveva rinunciato al suo sport preferito.
Se l’avesse avuta di fonte a sé le avrebbe urlato tutto il suo odio, l’avrebbe sbattuta contro un muro dicendole che era una maledetta So-Tutto-Io che non si doveva permettere di imbrattare con le sue correzioni più che legittime i suoi preziosi appunti e poi l’avrebbe baciata con violenza. E magari non solo quello.
Merda.
Non riusciva a capire come fosse passato dal volerla affogare nel lago a voler affogare in lei.
Si era permessa di scrivere sui suoi appunti, per Merlino! Non gli era sorto mica il desiderio di scoparsi Blaise quando quello aveva osato disegnare tanti serpentelli sul retro di quelli di Aritmanzia. Tutt’altro.
Com’era possibile tutto ciò?
Era una sporca Mezzosangue. Lui, un Malfoy, non poteva provare attrazione per la Granger. Attrazione poi? Per quel castoro a due gambe?
D’accordo. Probabilmente su quel punto ormai non c’era nulla da dire, quelli se li era fatti sistemare al quarto anno ritrovandosi con un sorriso da panico. Quei denti così bianchi, in quella bocca così perfetta, quelle labbra così rosate che ogni volta che le vedeva gli veniva voglia di prenderle a morsi…
Merda.
Gli aveva imbrattato gli appunti!
Maledizione!
Per la tunica di Salazar!
Dannati ippogrifi!
Stupido Potter!
Doveva andare a parlarle.
Par-lar-le.
Ecco, doveva mettere bene in chiaro la faccenda con il suo amico in basso.
Quella ha scritto sui nostri appunti!
Oh sì, sapeva cosa pensava il suo amico, e quindi non era la gran bellezza che lui era convinto fosse. Ed era una Mezzosangue, punto da non dimenticare.
Ma aveva poi così tanta importanza? Non aveva mai conosciuto nessuno che la pensasse come lui sugli appunti. E poi era bella, così luminosa. In fondo si poteva passare pure oltre al fatto che fosse una Mezzosangue. Era molto brava nella magia, forse aveva qualche parente lontano. E i loro figli non sarebbero stati proprio dei Mezzosangue in caso.
Dannazione!
Figli?
Malfoy, ma ti stai sentendo?
Urgeva che lui andasse a parlarle. Doveva dirle che se ne strafregava delle sue pidocchiose correzioni, che era lusingato avesse apprezzato i suoi meravigliosi appunti, ma che non avrebbe mai studiato con una sporca Mezzosangue.
Semplice.
Lineare.
Risoluto, Draco si avviò a passo spedito in biblioteca e come previsto, la trovò su un tavolo appartato con il capo chino e i capelli che le ricadevano scomposti coprendole il volto.
Avrebbe voluto affondare le mani in quei capelli.
Il ragazzo si bloccò un attimo maledicendosi per ciò che aveva pensato, mentre alcuni studenti lo fissavano incuriositi. Li fulminò con lo sguardo e continuò a camminare verso Hermione, che non pareva essersi accorta di nulla. Si fermò proprio di fronte a lei e tossicchiò in modo da attirare la sua attenzione. La ragazza sollevò la testa. Per un attimo la vide sorpresa, poi irritata.
«Sto studiando».
«Dobbiamo parlare».
«Io e te? Solitamente non parliamo. Io lo chiamerei più insultarci» proferì Hermione tornando a chinare la testa sui suoi appunti.
Draco lanciò un’occhiata curiosa alle pergamene di fronte alla ragazza e sussultò per lo stupore notando che erano ordinati e precisi come i suoi. Non aveva mai visto altri appunti al di fuori dei suoi così ben tenuti.
«Hai osato imbrattare i miei appunti?»
«Come scusa?» domandò la ragazza tornando a guardarlo divertita.
«Sai bene di che parlo».
«Non credo».
La bibliotecaria lanciò loro un’occhiata malevola, intimando con lo sguardo di far silenzio o di uscire dal suo regno. Draco sbuffò e iniziò a metter via la roba di Hermione. La ragazza alzò la testa allarmata e cercò di bloccarlo.
«Che diamine ti prende Malfoy?»
«Dobbiamo parlare. Qui non si può».
«Io non voglio parlare con te».
«E invece lo farai, dovessi caricarti in spalla e trascinarti fino in un posto tranquillo».
Hermione guardò Draco per un attimo e il ragazzo fu certo che nella sua testolina stesse pensando a come comportarsi. Forse più di tutto si stava chiedendo se avrebbe avuto veramente il coraggio di fare ciò che aveva detto. Onestamente se lo stava chiedendo pure lui.
«Va bene» proferì Hermione iniziando a riporre con cura le cose nella borsa. «Non ci terrei proprio a passare un’intera serata a sentire le lagne di Ron sul “perché Malfoy ti ha portata in spalla non si sa dove” ».
«Non avrei mai pensato di dover essere grato a Lenticchia».
La ragazza gli lanciò un’occhiataccia e lui decise che era meglio evitare di innervosirla, avrebbe certamente cambiato idea altrimenti. Insieme uscirono dalla biblioteca sotto gli sguardi perplessi degli altri studenti, che sembravano non essersi persi neppure una parola del dialogo fra i due.
Draco camminava rapido per i corridoi, cercando di non prestare attenzione ai bisbigli attorno a lui, mentre Hermione lo seguiva pochi passi più in dietro, tentando in qualche modo di sembrare naturale. Tuttavia, non si vedeva tutti i giorni un Malfoy in compagnia della Granger. Quella, comunque, era la minor preoccupazione del ragazzo in quel momento. Gli pareva di essersi dimenticato completamente il motivo per cui voleva parlarle.
Perché si sentiva così sottomesso quando stava in compagnia della Mezzosangue?
«Credo possiamo entrare qui».
La voce di Hermione lo bloccò di colpo. Si bloccò di colpo e notò che si trovavano in uno dei corridoi del terzo piano. La ragazza aveva aperto la porta di un’aula vuota e vi stava entrando. Draco la seguì. Per un attimo rimase in silenzio ad osservarla mentre guardava agitata fuori dalla finestra, poi lei si voltò e gli occhi del ragazzo incrociarono quelli di lei. Erano così belli. Non li aveva mai notati davvero.
«Dunque erano tuoi quegli appunti».
«Come?» domandò il ragazzo ritornando alla realtà.
«Gli appunti. Hai detto che te li ho imbrattati. Però non hai fatto tanto lo schizzinoso quando hai seguito le mie correzioni con il professor Piton».
Maledetta Mezzosangue.
«Non credo ci sia molto da dire» proseguì la ragazza «Scusa, ci vediamo, a mai più rivederci».
Hermione si avviò verso la porta passandogli accanto. Sentì il suo profumo arrivargli alle narici e si sentì inebriato. In futuro si sarebbe spesso chiesto cosa gli fosse preso in quel momento e più volte avrebbe ringraziato Merlino per aver fatto ciò che aveva fatto.
Senza rifletterci afferrò la ragazza per un braccio e la spinse contro il muro. Vide i suoi occhi allargarsi per la sorpresa, incapace di reagire.
«Sai Granger, me ne strafrego delle tue pidocchiose correzioni. Sono lusingato che ti siano piaciuti i miei meravigliosi appunti, ma non credo che studierò mai con una sporca Mezzosangue».
E poi la baciò.
Dannazione, quello non era nei piani. Però lei non si stava tirando indietro, anzi, sentiva la sua mano fra i capelli e lui senza pensarci fece altrettanto.
Quando l’aria sembrò mancare ad entrambi, si guardarono negli occhi e lei sorrise.
«Se proprio vuoi, possiamo anche dedicarci ad altro invece di studiare. Però ogni tanto potrai prestarmi i tuoi magnifici appunti?»
«Vedrò di fare questo sforzo» disse Draco avvicinando il viso ai suoi capelli «e magari mi sforzerò pure di sopportare le tue pidocchiose correzioni su di essi».
Lei scoppiò a ridere e nella stanza silenziosa non si sentì null’altro che la sua risata. Poi si baciarono di nuovo, e Draco non si sentì mai tanto contento come quella volta che qualcuno avesse osato scrivere sui suoi preziosi appunti.




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Fine
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