Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: SylviettaMyss    26/05/2014    4 recensioni
Iris, una ragazza qualunque cresciuta da una famiglia umile, possiede un potere speciale: quello di dominare il ghiaccio, la neve e le correnti. Viene convocata dalla regina per accompagnarla in un viaggio ad Arendelle, dove dovrebbero trovarsi i suoi veri genitori... riuscirà a trovarli e non farsi dominare da un potere bello e spaventoso come quello di Pitch Black?
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Principessa del ghiaccio… guardiana nel cuore
 

Capitolo 1: Nel regno dell’est

… And I don't want the world to see me 
'Cause I don't think that they'd understand 
When everything's made to be broken 
I just want you to know who I am…

IRIS – GOO GOO DOLS 

Era una sera di tardo autunno, una di quelle dove la gente amava accendere il camino e gustarsi un buon latte caldo. Il villaggio accanto al castello era deserto, le botteghe erano ormai chiuse. Anche a casa del commerciante di stoffe, Arlbert, un omone di trent’anni circa, e della sarta della regina, Yvonne, una donnina moretta della stessa età, era giunta ora di andare a letto. Solo una persona non dormiva: la loro figlia di quattro anni. Era in piedi, davanti alla finestra, incantata da quello spettacolo. Le sembrò di vedere i primi fiocchi di neve cadere dal cielo. Controllò bene che i propri genitori dormissero, si mise il mantello ed uscì. Le sembrava uno spettacolo bellissimo e iniziò a ballare nel giardinetto di casa. Le parve fin di sentire delle risate oltre alle sue, così si voltò. Davanti a lei c’era un ragazzo… La bimba si spaventò e fece per nascondersi “Aspetta! “ esclamò lui. “ Riesci a vedermi?” chiese poi. La bimba annuì. “Significa che credi in me! Sono Jack Frost!” disse infine. “ … la mia mamma dice sempre che Jack Frost è uno spiritello, e che se non vado a letto mi gelerà il nasino…” disse la piccola, spaventata. Jack scoppiò a ridere e fece per lei una piccola nevicata. La bimba rideva, alzando le braccia al cielo. in quel momento qualcosa uscì dalle sue mani, una strana mini bufera che si muoveva circolarmente, come se danzasse. Jack s’immobilizzò, aveva incontrato solo un’altra persona in grado di dominare la neve ed il ghiaccio come lui. “Iris, vieni dentro!” si sentì. “Ora devo andare, verrai ancora a giocare con me?” disse rivolgendosi a lui. Jack annuì e la guardò andare in casa. Sentì uno strano legame con la bimba ma doveva pensare alla felicità di tutti i bambini. Comunque, sarebbe tornato a trovarla…
… da allora passarono dodici anni…

Era una mattina calda d’estate. Il sole stava sorgendo alto nel cielo e i bottegai stavano aprendo i loro negozi. Anche il buon Albert si era svegliato di buon ora, per preparare le stoffe e come sempre le aveva trovate tutte belle piegate e sistemate. “ Buon giorno, padre!” disse una ragazza, seduta in un angolo a cucire. “ Dovresti fare questi lavori quando il sole è più alto, se no diventerai ceca!” la rimproverò l’uomo. Iris gli sorrise, poi fissò l’orologio a cucù. “Devo andare!” esclamò. Prese una sacca fatta a tracolla ed un mantello, poi diede un bacio al padre. “Non andrai ancora in giro con quel fannullone di Lukas?” chiese. “Papà…” rispose, scocciata lei. Uscì, chiudendo la porta di casa. Si avviò correndo verso il ponte che separava il villaggio dalla foresta. Continuava a pensare perché suo padre fosse così protettivo con lei. Ormai aveva sedici anni, e si riteneva abbastanza grande da poter decidere con chi andare. Comunque, Lukas non era un fannullone. Lui era un principe.
L’attendeva seduto su un tronco, mentre lucidava una spada. Era identico a suo padre, ma gli occhi verdi, li aveva presi dalla madre. Iris gli andò incontro poi si fermò ad ansimare. “Sei in ritardo!” disse lui, scocciato. “Prima ho dovuto finire l’abito per tua madre!” rispose lei, facendogli la lingua. “ Io non sono mica una principessa, non ho tempo da perdere” poi incrociò le mani. “Ehi! Guarda che anche la vita di un principe non è facile, sai? Con tutte le lezioni di scherma e di dizione… è uno strazio…” disse Lukas, stirandosi, con le braccia al cielo. “ Tutta colpa di mio padre! E pensare che lui era un ladro!” esclamò poi. “Si, ma poi ha incontrato tua madre” disse Iris sedendosi accanto a lui. “… la storia la conosco benissimo anche io! Bla, bla, bla! Poi si son sposati e voilà! La favola di Rapunzel e Eugene!” esclamò lui, passandosi la mano sulla faccia. “Però è una bellissima storia!” disse lei. Lukas si alzò in piedi facendo volteggiare la spada e facendo qualche passo. “Mi era giunta voce che presto dovrai farlo anche tu…” sussurrò Iris. Lukas si fermò e sospirò. “Si, ma vedi! A me tocca sposare una principessa, non chi mi pare …” concluse lui. Iris lo capiva, faceva parte dei suoi doveri. Lei, invece, avrebbe fatto la sarta per tutta la vita. Si fissò le mani. Lei che aveva tutto quel potere. “Comunque” continuò lui “ sposerò chi mi pare al momento giusto! E i miei dovranno accettarlo!”. Iris rise. “Hai qualche candidata?” chiese. Lukas le sedette accanto e le prese una mano. “Tu, per esempio!” esclamò lui. Iris fece una faccia sorpresa. Poi lui si avvicinò col  volto a lei. Iris fece una piccola palla di neve con l’altra mano e gliela spiaccicò in faccia. “Ehi! Usare la neve non è valido!” esclamò lui, mentre si levava la neve dalla faccia. Iris si alzò in piedi e gli fece la lingua. “ Stupido! Smettila di dire stupidaggini!” esclamò lei, iniziando a correre. “Ah, se ti prendo… “ esclamò infine lui, correndole dietro.

Sperava scherzasse. Loro erano cresciuti insieme e mai si sarebbe sognata di sposarlo. Ma chissà? Forse non scherzava. Non sapeva bene come avrebbe reagito se glielo avesse chiesto seriamente. Lui poi era un principe…

Tornò a casa nel pomeriggio e aiutò il padre a sistemare le stoffe invendute.

Sera. Iris era pronta per andare a dormire, prese un libro dalla libreria e si sedette sul letto a gambe incrociate e lesse…

“C’era una volta una regina dei ghiacci. Viveva sola in un bellissimo palazzo, in una montagna. La regina si sentiva molto sola, così una notte di plenilunio, chiese alla luna di donargli qualcuno che le facesse compagnia. La luna esaudì il suo desiderio e gli mandò lo spirito dell’inverno. Insieme si divertivano e giocavano finché non finirono per innamorarsi. Ma un giorno la regina venne rapita e lo spirito, tornando nel palazzo, non la trovò. Non si rincontrarono mai più …”

Iris ebbe un piccolo tonfo al cuore. Poi sentì il rumore delle finestre che sbattevano. Si avvicinò e guardò oltre, le era sembrato di aver sentito qualcosa. Chiuse la finestra, appoggiò il libro sul comodino, spese la candela con un soffio e s’infilò sotto alle coperte.

Jack Frost la fissava dalla finestra. Aveva continuato a vegliare su di lei anche se era cresciuta, perché con lei erano cresciuti i suoi poteri. Ma aveva smesso di credere in lui da un pezzo. Si rattristo, quella storia era divenuta una fiaba ma faceva parte della sua vita. La finestra si riempì di cristalli di ghiaccio. Era tornato al palazzo. Aveva deciso che avrebbe presentato la sua amata agli altri guardiani e che sarebbe stato con lei per l’eternità. Ma al suo ritorno, lei non c’era…

Jack saltò sul tetto della casa, osservando sempre la sua luna, mentre Sandman iniziava il suo lavoro.

Il giorno seguente, al palazzo Lukas scivolava giù per il corrimano delle scale. Arrivato a terra si sistemò i capelli e si avviò nella sala delle udienze. Là i suoi genitori l’attendevano. “Mi avete fatto chiamare?” disse. “Si, figliolo, ho buone notizie per te!” esclamò Eugene. “Si terrà un ballo, dove verrà presentata ufficialmente la principessa Klara!” disse Rapunzel sedendosi. Lukas scattò su tutte le furie. “Klara di Arendelle, suppongo!” esclamò. “Si, la figlia di mia cugina Anna!” concluse Rapunzel. “ Ma quella è una pazza! Dai, non vorrete mica che la sposi io!” esclamò di nuovo Lukas. Rapunzel non parlò e nemmeno Euguene. Lukas intuì, doveva per forza essere così. Si allontanò dalla sala, facendo cadere una delle due armature che vi erano all’entrata. Se era così preferiva davvero sposare Iris, la sua amica d’infanzia. Almeno con lei poteva essere se stesso, e non dover sottostare ad un cerimoniale. Andò nella sua stanza, gettando la spada sul letto, affacciandosi al balconcino. Fu in quel momento, nel riflesso del vetro del balcone che notò una strana ciocca bionda tra i suoi capelli. La ignorò e si gettò sul letto. “ … sono i miei ultimi giorni da scapolo… mi sa …” sussurrò.

Dirlo ad Iris sarebbe stato molto difficile…

Iris e sua madre Yvonne vennero convocate a castello. Raggiunsero la regina nelle sue stanze, mentre rincorreva la principessa Isabelle, chiamata semplicemente da tutti Belle. “Vieni qui subito! La sarta deve prenderti le misure! Dai, fai la brava!” gridò Rapunzel. La bimba notò Iris e le corse incontro abbracciandola. “Iris! Sono contenta che sei qua! Lo fai tu il mio vestito? Bello come quello della mamma!” esclamò Belle. “Ma certo, principessa!” rispose Iris, sorridendole. “Ci occorrono degli abiti nuovi per la proclamazione della figlia di mia cugina Anna…” continuò Rapunzel “ Sapete! Elsa, l’altra mia cugina, sta pensando di nominarla erede al trono, dal momento che non ha figli!”. Yvonne si voltò verso Iris, la vedeva strana. “Davvero non ha figli?” chiese timidamente. “Si, si dice che una volta abbia anche avuto una gravidanza ma che poi abbia perso il bambino! Dopodiché non ne abbia più voluto saper nulla! Non si sposò mai…” Le rispose la regina. Iris si rattristò, anche se non capiva il perché. “Ah, e là mio figlio chiederà in sposa Klara! Così finalmente metterà la testa a posto” esclamò infine Rapunzel. Ci mancava anche questa! Pensò Iris.

Per tutto il giorno rimase distratta. Non aveva voglia di vedere nessuno. Una piccola nevicata si era formata su di lei. Mentre le sue mani avevano disegnato dei fiori di ghiaccio sul tessuto che stava tessendo. Poi le caddero delle lacrime che lo gelarono definitivamente.
Quella sera suo padre la mandò a chiamare. Iris scese in cucina e li vide entrambi davanti al camino, erano seri. Sua madre aveva le lacrime agli occhi. “Cosa sta succedendo?” chiese. “La regina ha chiesto che tu vada con lei, come dama di compagnia della principessina!” le rispose il padre. “Beh, non mi sembra il caso di essere così seri! E’ una bella notizia!” esclamò lei. Il padre appoggiò la mano sulla spalla di sua madre, facendogli cenno di si con la testa. “Dobbiamo parlare…”

Le raccontarono che lei non era mai stata la loro figlia, anche se l’amavano come se lo fosse stato davvero. Le raccontarono che un troll l’aveva condotta da loro, le avevano detto che era una bimba speciale e che andava protetta. Loro accettarono senza ritegno, visto che non riuscivano ad averne dei loro. “Quel troll veniva da Arendelle… dove andrai tu…”. 

Iris corse fuori. Troppi eventi per un giorno solo e la ragazza si scatenò. Il cielo si annuvolò e iniziò a grandinare. Continuava a piangere mentre muoveva le mani. Le sue lacrime divenivano piccoli fiori di ghiaccio. Era uno spettacolo bello ma pericoloso. Infine, cadde sulle ginocchia, circondata da un paesaggio di saette e fiori di ghiaccio.

Jack Frost come suo solito la fissava e la vegliava. Ma iniziò a capire che quel potere avrebbe potuto divenire pericoloso per la gente che le era accanto.

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Salve a tutti! 
Finalmente ho iniziato la storia vera e propria! Sono contentissima che il prologo abbia avuto tante visualizzazioni e già ben due notifiche... GRAZIE MILLE! 
Che dire, si entra nella storia, finalmente! Anche perchè l'ho scritta ascoltando Iris dei Goo goo dols ( che fantasia).  
Il potere di Iris deve essere ancora defitnito bene, ma mi piace l'idea che quando è triste o arrabbiata lo scateni proprio come faceva Elsa. Vedremo che combinerà ad Arendelle...
Commentate!!
SylviettaMyss
  
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