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Autore: _yulen_    26/05/2014    4 recensioni
Julia e Lena sono disposte a tutto pur di restare insieme, anche andare incontro a morte certa, e questo lena lo sa bene quando accetta di entrare in macchina con la sua unica ragione di vita.
Perchè è meglio seguire un sentiero tortuoso insieme alla persona che si ama piuttosto che proseguire con facilità in una linea retta... da sola.
Genere: Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Nas ne dogonyat
 





Due ore prima…

 
Chiudo la porta di casa senza far rumore. Mia madre e mio padre non se ne sono accorti che sono uscita, e non mi preoccupo di farglielo sapere perché questa volta non tornerò.
Esco dal portone di casa e osservo la mia città. Il sole è alto su Mosca, e anche se è giugno, tira un leggero venticello che scompiglia i miei capelli e fa muovere la mia maglia.
I passanti camminano intorno a me noncuranti di quello che sta passando nella mia testa, e non credo nemmeno che se urlassi che io sto aspettando con ansia la mia metà per scappare, mi fermerebbero, perché per loro io sono diversa. Malata. Sporca.
Nemmeno i miei genitori hanno capito che la amo, per loro sono solo uno scherzo della natura, perché è inconcepibile per mia madre – cattolica come è – che io possa amare un’altra ragazza.
Chiudo gli occhi e mi beo della brezza che sfiora le mie guance coperte di lentiggini, quei piccoli puntini che a Julia piacciono tanto.
Julia. La mia Julia che sta venendo a prendermi per portarmi via. È con lei che voglio stare e ora lo so. Non mi importa se posso sembrare pazza perché lei è la mia cura.
Julia, dove sei?
Stringo a me la tracolla nella quale ho messo pochi vestiti e mi guardo attorno sperando di riuscire vederla apparire. Non riesco a stare qui un secondo in più, è come se mi mancasse l’ossigeno.

«Lena! Sali!».
È lei! È venuta a prendermi e ora non ci sarà nulla a fermarci.
 
 
 
 
 
 
 
Ora  
 
Non ci prenderanno.
Dimmi che d'ora in poi ci saremo solo noi due, illuminate dalle luci dell'aeroporto.
Scapperemo, non ci prenderanno. Lontane da loro, lontane da casa.

 
 

 
 
«Cristo, Julia. Rallenta, per favore!» ti supplico.
Ma il tuo sguardo è fisso sull’asfalto che scorre sotto di noi, i tuoi occhi brillano di una strana luce e se non ti conoscessi bene, avrei paura a stare con te.
Dietro di noi ci sono solo le luci dell’autostrada ricoperta da un manto buio come la notte. È strano che ci siamo solo noi che sfrecciamo incuranti di ciò che ci attende.
Se siamo fortunate possiamo ricominciare una nuova vita, solo tu ed io, se la Dea Bendata ci abbandona siamo morte.
Ma forse va bene così perché saremo comunque insieme, due anime sempre destinate ad amarsi, aversi, incuranti dei mille ostacoli che dovranno affrontare.
Ingrani la marcia ed io ti stringo la mano calda per infondermi sicurezza. No, loro non ci prenderanno.
 
 
 
 
 
Guideremo di notte per nascondere le nostre ombre sopra le nuvole.
Non ci troveranno al di là delle nuvole, non ci cambieranno,
loro non possono toccare le stelle con le mani.
 
 
 
 
 
Guardo fuori dal finestrino le poche stelle che riesco a scorgere e che ci accompagnano in questo viaggio. Il cielo è cupo e la luna è coperta da grossi nuvoloni neri.
Strano. Quando siamo partite il cielo era limpido, sereno e tutta questa oscurità non mi piace, ho bisogno della luce, e la mia luce Julia, sei tu. Sei tu la stella che rischiara le mie giornate, sei il mio astro che non ho paura di toccare per timore di scottarmi.
Non voglio staccarmi da te ora che so cosa significa amare, non mi importa se è sbagliato, non possono obbligarmi a vivere in un modo che non voglio. Nessuno sa cos’è giusto, nemmeno io, la mia unica certezza sei tu.
 
 
 
 
 
Il cielo lascerà cadere la notte nel nostro palmo
Non ci prenderanno, non ci prenderanno!

 
 
 
 
Il rumore delle sirene della polizia rimbomba nelle mie orecchie. Non voglio che ci raggiungano e tu sembri leggere nel mio pensiero perché ancora una volta premi sul acceleratore arrivando a sfiorare i centosessanta.
Dimmi che andrà tutto bene anche se non è così, dimmi che non riusciranno a fermarci. Dimmi che la notte porterà la luce in una nuova alba tutta per noi.
 
 
 
 
 
Scapperemo dove tutto sarà più facile
il cielo farà scendere la notte sugli incroci vuoti. Non ci prenderanno.
Non parlare, loro non capiscono.
Semplicemente senza di loro, semplicemente lasciandoli dietro

Meglio senza direzione che tornare indietro.
 
 
 
 
Ho provato a dirgli ciò che provo, ma non capiscono.
Perché? Cosa c’è di sbagliato in tutto questo non riesco a capirlo e non mi importa fino a che tu sei al mio fianco mentre mi guidi, passo dopo passo, verso una vita vera.
Quando ho accettato di seguirti sapevo dove sarei finita, ma non voglio tornare sui miei passi, non ti lascerò sola perché nemmeno io voglio passare il resto della mia vita a chiedermi come sarebbero andate le cose se avessi deciso di seguirti. Se ti avessi lasciata lo avrei rimpianto per sempre.
«Lena?».
La tua voce è un suono bellissimo e mi riporta con dolcezza nel abitacolo della tua auto. Solo ora mi accorgo che ti sei fermata.
Guardi prima ma e poi la strada interrotta da un cartello che segna che il ponte che volevi attraversare è ancora in costruzione.
Stringi la mia mano e io mi sporgo per darti un bacio, l’ultimo. Un bacio d’addio.
«Ti amo, Julia».
Fuori un poliziotto ci urla da un megafono di uscire, ma tu non lo ascolti. Stringi con forza il volante e premi con forza l’acceleratore un’ultima volta facendo stridere le gomme sull’asfalto, dietro di noi si forma un gran polverone dovuto all’attrito degli pneumatici.
Prendi una mano tra le mie e la stringi dolcemente come se avessi paura di farmi troppo male.
Chiudo gli occhi e slaccio la cintura di sicurezza. L’ultima cosa che sento è la tua voce, l’unica cosa che mi farà compagnia in eterno.
«Ti amo anche io, Lena».
 
 
 
 
 
 
 
*angolo autrice*
è stata una storia che ho scritto di getto mentre ascoltavo “Nas ne dogonyat”.
Non è proprio la mia preferita tra le altre, ma è stata l’unica che mi abbia
ispirata abbastanza da scriverci una storia non molto impegnativa.
L’ho buttata giù in meno di dieci minuti ed infatti ne è uscita una cosa semplice.
Ora, so che non ha un bel finale, ma a me le storie tragiche piacciono molto di più,
 inoltre ogni volta che ho ascoltato questa canzone o la versione inglese,

ho sempre pensato che non ci sarebbe mai stato un lieto fine per queste due canzoni,
anche se alla fin, fine l’intera storia delle t.A.T.u. non è finita come mi aspettavo.
 
yulen c:

 

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