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Autore: _Fedra_    27/05/2014    5 recensioni
Il primo giorno di scuola, il Cappello Parlante assegna Edmund a Serpeverde non appena sfiora la sua testa.
Ma siamo sicuri che la Casa più famigerata di Hogwarts sforni esclusivamente maghi e streghe cattivi?
E se il ragazzo destinato ad affiancare Harry Potter nella lotta contro Voldemort si trovasse proprio lì?
* AU in cui i Pevensie sono dotati di poteri magici; nuovi pairing e personaggi per entrambe le saghe *
Genere: Fantasy, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Caspian, Edmund Pevensie, Susan Pevensie
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'La profezia dell'Erede'
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CAPITOLO 24

Oltre il pregiudizio

~

 
 
 
 
 
 
Susan rilesse per l’ennesima volta l’articolo sulla Gazzetta del Profeta con un sorriso di profonda soddisfazione stirato sulle labbra carnose.
Finalmente, le cose sembravano tornate alla normalità, perlomeno all’interno di Hogwarts.
Silente era tornato a rivestire il suo ruolo di Preside e la Umbridge era stata rinviata a giudizio per tutte le malefatte che aveva compiuto nel corso dell’anno, comprese le torture agli studenti.
Ma la cosa più importante era il fatto che Caramell aveva finalmente accettato il ritorno di Voldemort.
In quegli ultimi giorni, il Ministero era sprofondato nel caos più totale.
L’intera comunità magica viveva in stato di allarme e l’inizio della nuova guerra era ormai sulle bocche di tutti.
In molti pensavano di abbandonare il Paese, in particolar modo i maghi Mezzosangue.
Ormai si vociferavano persino le imminenti dimissioni del Ministro della Magia.
La ragazza ripose il giornale sul comodino, prendendo a osservare fuori dalla finestra con aria pensosa.
Certo, la aspettavano dei tempi difficili, questo lo sapeva.
Ma l’avere di nuovo Silente a guidarli e il Ministero dalla loro parte la rassicurava.
Perlomeno, avevano le spalle coperte da una parte, senza più doversi nascondere nella loro lotta silenziosa, di gran lunga più pericolosa di quella che si sarebbe prospettata loro di lì in avanti.
Le ferite riportate durante il combattimento al Ministero della Magia stavano guarendo lentamente e spesso le davano fastidio.
Madama Chips aveva preferito lasciarla in infermeria più del dovuto per assicurarsi che le sue effettive condizioni non fossero così gravi.
O forse, come Susan sospettava, per evitarle l’assillo degli studenti che volevano apprendere la vicenda nei minimi dettagli.
–Ancora a letto? – domandò in quel momento una voce che avrebbe riconosciuto anche in mezzo a una folla sterminata.
La ragazza sorrise mentre Caspian si sedeva sulla sponda del letto.
–Come è andato il lavoro, oggi? – gli chiese.
–Siamo con l’acqua alla gola. A quanto pare, Caramell non ha smesso di dare di matto. Vede Mangiamorte dappertutto.
–Tranne quelli giusti – concluse Susan per lui con un sospiro rassegnato.
–Per fortuna c’è l’Ordine – osservò Caspian.
–Quale sarà la prossima mossa?
–Di certo l’intromissione al Ministero ha sconvolto tutti i piani di Tu-Sai-Chi, dal momento che è saltata la sua segretezza. Ora non potrà più attaccarci di sorpresa.
–Dicono che ci sarà una guerra, non è vero?
–Sì, purtroppo. Dobbiamo essere pronti.
–Io lo sono.
Caspian la guardò con tanto d’occhi.
–Sue, ne abbiamo già parlato. È troppo…
–Ancora non ti fidi di me? Ho affrontato più volte Voldemort e i suoi seguaci e ho combattuto come un uomo. L’Ordine ne risentirebbe se perdesse un membro così utile per loro.
–Ma Susan, tu…
–Sono maggiorenne, ormai. Anche se l’anno prossimo frequenterò ancora Hogwarts, posso benissimo decidere da sola. È un modo per proteggere la mia famiglia. Per proteggere anche te, Caspian.
Il ragazzo sorrise, scostandole una ciocca di capelli neri che le era finita davanti agli occhi.
–Sei proprio una leonessa – scherzò.
–Preferivi forse una fanciulla da salvare? – lo provocò Susan avvicinandosi pericolosamente al suo viso.
–Diciamo che mi hai semplificato molto il lavoro – ridacchiò lui.
Lei sorrise, sfiorandogli le labbra con un rapido bacio.
–Allora, quando mi porti in missione con te? – domandò strizzandogli un occhio.
 
***           
 
–E questo lo chiami baciare, razza di coglione? – ululò Adam in preda a un eccesso di risate.
Edmund incrociò le braccia sul petto con aria di sfida, profondamente offeso.
–Che altro dovevo fare? Mica ho avuto il tempo di esercitarmi! – brontolò.
–Ma stavo scherzando, amico! Comunque, bella mossa. E lei?
–Non siamo più tornati sulla questione.
–Ma non puoi lasciarla morire così. Insomma, le sarà piaciuto…
–Stavamo andando ad affrontare Voldemort, con la vaga possibilità di non tornare vivi. Ti sembrava forse il momento di stare a fare i romantici?
–Se non altro, di cogliere l’attimo.
–Bah, lasciamo perdere. Con te c’è poco da discutere.
Adam assunse d’istinto l’aria più innocente che sapesse simulare.
–Come va con Natalie? – chiese Edmund a un certo punto.
–Sembra bene. Stasera starò con lei per il banchetto d’addio – rispose il ragazzo con noncuranza.
–Significa che vuoi lasciarmi al tavolo di Serpeverde da solo? – ruggì l’altro inorridito.
–Calma, Pevensie. Prendila come un’occasione per andare dalla tua bella.
–Con tutti i Grifondoro che si fanno gli affari loro? No, grazie.
–Come vuoi. Ma sappi che stai sprecando un’occasione.
–Sì, sì, lo so.
Quella sera, Edmund aveva voglia di tutto meno che stare rinchiuso dentro la Sala Grande, per di più gomito a gomito con il figlio del Mangiamorte che aveva tentato di ucciderli poche sere prima.
Lucius Malfoy era stata sbattuto ad Azkaban il giorno dopo l’incursione all’Ufficio Misteri, ma la ben più pericolosa Bellatrix Lestrange era ancora in circolazione.
E quello era il motivo per cui ultimamente Edmund aveva perso definitivamente il sonno, dal momento che i suoi incubi erano tornati più spaventosi che mai.
Quella donna non si era limitata a guardarlo in faccia mentre si trovavano nell’Ufficio Misteri.
Quella donna lo aveva riconosciuto.
In fondo, Bellatrix era la sorella minore di Alhena.
Anche se non lo aveva mai visto, sicuramente sapeva della sua esistenza, in qualche modo.
Altrimenti perché lo avrebbe guardato in quel modo mentre combattevano?
Con un moto di orrore, Edmund ripensò a tutto ciò che gli aveva detto Alhena sulle sue origini.
E se quelle storie fossero state vere?
Un motivo in più per allontanarsi dai Potter.
Se solo avessero appreso la verità, ci avrebbero pensato loro a farlo fuori.
Il ragazzo sapeva fin troppo bene di essere più braccato che mai.
Gli avevano riferito che Bellatrix era riuscita a fuggire insieme a Voldemort.
Sicuramente, a quell’ora gli avrebbe detto tutto.
Se le cose stavano come pensava, in quel momento non sapeva se aveva più Mangiamorte alle calcagna di Harry.
Per fortuna, Hogwarts e casa Pevensie erano più protette che mai.
Ma cosa sarebbe accaduto una volta diventato maggiorenne?
Sempre più terrorizzato da se stesso, Edmund caracollò al piano di sotto, inondato dalla luce del tramonto.
Gli studenti sciamavano allegramente verso la Sala Grande, ma lui non aveva voglia di unirsi a loro per il banchetto d’addio.
Troppa tristezza aleggiava nel suo cuore e in quello dei suoi amici.
Intravide di sfuggita Adam e Natalie camminare mano nella mano nel portico d’ingresso e la cosa gli serrò lo stomaco in una morsa d’invidia.
Quanto avrebbe voluto essere al loro posto insieme a Jane!
Chissà cosa aveva pensato del suo goffo tentativo di baciarla.
In fondo, gli era venuto tutto molto istintivamente.
Lo avrebbe sbeffeggiato come Adam?
Edmund preferiva non saperlo.
Per questo ciondolò lentamente verso la Foresta Proibita, portando con sé un po’ della carne secca che gli era avanzata dalle lezioni di Cura delle Creature Magiche.
Abbandonò i prati e si inoltrò nel primo macchione di alberi.
Lì in mezzo era praticamente buio.
Raggiunse una radura tranquilla e si sedette sopra un tronco caduto, le gambe sottili a ciondoloni nel vuoto.
Non passò molto tempo che loro arrivarono.
Erano due esemplari giovani, con il manto nero e lucido come il velluto.
Poco dopo arrivò anche Tenebrus, che trotterellò al suo fianco per salutarlo.
–Li vedo anch’io adesso, sai? – esclamò una voce familiare alle sue spalle.
Edmund trasalì.
Jane era appena apparsa nella radura, facendosi largo timidamente tra i rami.
–Ti ho spaventato? – domandò lei guardinga.
–No, è che non ti ho sentita arrivare. Vieni a sederti qui, se ti va.
La ragazza gli sorrise timidamente, arrampicandosi sul tronco.
Edmund le tese una mano per aiutarla.
In pochi istanti, furono uno accanto all’altra.
–Non sono così brutti come dicono – commentò Jane tendendo la mano verso Tenebrus.
–Io li trovo un po’ inquietanti. Come me, insomma. Ecco perché andiamo così d’accordo.
–Ma tu non sei inquietante.
Edmund le lanciò un’occhiata di stucco.
–Ah, no?
–Assolutamente no. Sono speciali, ecco.
–Quindi io sarei speciale.
Jane scoppiò in una fragorosa risata.
–Diciamo che sei un tipo molto originale – rispose sorridendo.
–Insomma, sono strano.
L’altra rise ancora più forte.
–Io con te ci rinuncio! – esclamò levando gli occhi al cielo.
Edmund non rispose, continuando a distribuire pezzetti di carne ai Thestral.
–Sei stato molto coraggioso, giù al Ministero – disse a un certo punto Jane. – Hai combattuto davvero come un leone. Sono fiera di te. Non sono ancora riuscita a ringraziarti come si deve per quello che hai fatto per tutti noi.
Detto questo, la ragazza gli sfiorò la guancia con le labbra.
Edmund avvertì la pelle avvampare a quel contatto.
Lei ritornò ad accoccolarsi sul tronco, le spalle improvvisamente incurvate come se fosse a disagio.
–Cosa c’è? – domandò il ragazzo sulla difensiva.
–Niente, non ti preoccupare.
–Ti posso fare una domanda? Che cosa significa per te quel “niente di personale”?
Jane non rispose, arrossendo dalla testa ai piedi.
Improvvisamente, sul suo viso si era dipinta un’espressione di puro allarme.
–Secondo te? – domandò timidamente.
–Io…non so se te ne sei accorta, ma ti ho baciata.
–Ehm…era un bacio?
–Lo so, era un po’…ma…sì, alla fine era un bacio.
Jane gli sorrise raggiante.
La cosa confortò per un attimo Edmund.
–Volevo solo avere la conferma – gli disse lei.
–Spero solo che ti sia piaciuto.
–Da matti! Ma dimmi…se quello era un bacio, allora io ti…
Io ti piaccio? – si affrettò a chiederle Edmund, preparandosi al colpo.
A quella domanda, gli occhi di Jane sembrarono diventare giganteschi.
–Se ti rispondessi di sì, tu che faresti? – gli domandò a voce bassissima.
Con il cuore impazzito contro le sue costole, Edmund si avvicinò piano al suo viso.
–Posso baciarti ancora?
Jane sorrise, avvicinandosi a sua volta.
–Quando vuoi – mormorò.
–Prometti di non ridere, però, se sono troppo imbranato, okay?
–Tu non sei imbranato. Sei bravissimo.
Edmund deglutì, sentendosi sciogliere.
Le labbra di Jane erano a pochissimi millimetri dalle sue.
Gli occhi verdi di lei lo osservavano curiosi e sorridenti, più luminosi che mai.
Tremando come una foglia, il ragazzo chiuse gli occhi e le si avvicinò piano.
Di nuovo avvertì quel contatto leggero, umido, che aveva provato per la prima volta poche sere prima.
Questa volta, però, non fuggì subito.
Con suo sommo stupore, si rese conto che le labbra di Jane si muovevano nelle sue.
Anche lei lo stava baciando, timidamente, goffamente, ma allo stesso tempo trasmettendogli tutta la forza dei sentimenti che aveva tentato disperatamente di nascondergli per tutto quel tempo.
In preda a un impulso irresistibile, Edmund affondò la mano nel mare dei suoi capelli scuri, attirando dolcemente la sua testa verso di lui.
Jane si lasciò cullare, le sue dita strette attorno al colletto della camicia di lui.
Allora è questo l’amore, pensò il ragazzo con un brivido.
Potente, bellissimo.
Proprio come lei, l’angelo che lo aveva salvato dalle tenebre del suo passato e che ora stava rannicchiato tra le sue braccia.
Ed era lui il ragazzo che Jane aveva sempre desiderato segretamente di avere al suo fianco.
Qualunque fossero state le sue intenzioni, in quel momento la ragazza non poté fare a meno di ringraziare Alhena Black per averli fatti incontrare.  


 



FINE SECONDO VOLUME



 
Eh, sì: siamo arrivati proprio alla fine! :(
Perlomeno, vi lascio con questa * spero! * dolcissima visione di Edmund e Jane, che finalmente hanno lasciato uscire allo scoperto i loro rispettivi sentimenti.
Ma, come potete immaginare, la storia non è ancora finita: prima o poi la terribile verità sulle origini del ragazzo verrà alla luce, insieme al contenuto della profezia perduta. 
Voldemort riuscirà ad arrivare a Edmund e allora la vita del ragazzo dipenderà solo dal coraggio dei gemelli Potter...riusciranno questi ultimi a salvarlo, nonostante tutto? E come pensate che reagisca Jane quando scoprirà come stanno le cose?
Questo è suppergiù l'incipit del sequel, che sto già scrivendo e che presto potrete leggere su efp. Visto che sarà molto lungo, vorrei però controllare bene alcuni aspetti della trama prima di pubblicarlo: sono sicura infatti che dovrò rimaneggiare alcuni punti che non mi convincono.
Nel frattempo, non resterete a bocca asciutta.
C'è qualcuno di voi che è appassionato di Lady Oscar? In tal caso, vi consiglio di passare alla mia seconda fanfiction in corso, L'ultima notte.
Credo che ne avrete per tutta l'estate ;)
Per qualsiasi info, visitate pure la mia pagina Facebook, dove troverete tutto ciò che vi serve: 
https://www.facebook.com/LeStorieDiFedra

Colgo questa occasione per salutare con affetto tutti voi lettori per la pazienza e l'entusiasmo con cui avete seguito questa storia negli ultimi mesi. Leggere le vostre recensioni, scriverci e scambiarci opinioni è stata un'esperienza bellissima, che mi ha permesso di conoscere tante persone straordinarie. Non vi nascondo che alcuni dei vostri pareri hanno inciso fortemente sulla trama (Edmund e Jane vi ringraziano per questo!).
Un carissimo saluto alla mia grande amica di penna Joy, che ho avuto la fortuna di incontrare proprio grazie a questa fanfiction. Sei una scrittrice straordinaria e ti voglio un bene dell'anima! <3
Grazie anche ad Annalisa, che mi regala sempre delle bellissime chiacchierate serali su Facebook.
E un saluto a tutti voi, che siete rimasti con Harry fino alla fine (tanto per citare zia Row!).
A presto e grazie mille per tutto :D

F.


 
   
 
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