Racoon City aveva
qualcosa di diverso. Leon lo aveva capito dal rumore del sangue che
gocciolava e dal topo che, cercando di scappare, faceva un suono diverso tra i
sacchi della spazzatura.
Dentro
di sé, Leon sapeva che quello che stava vivendo era un altro incubo: non era
tornato indietro nel tempo o – peggio ancora – non stava rivivendo quei momenti
in una città identica a Raccon
City per lavoro.
―
Leon?
Poi,
guardando quei capelli rossi ondeggiare e gli occhi chiari socchiudersi piano –
finalmente comprese cosa fosse fuori posto. Claire.
Era
lì: gli sorrideva da innamorata, diceva il suo nome nello stesso modo in cui lo
faceva negli ultimi mesi, nei quali avevano dichiarato a loro stessi l’amore
che li legava. Più della tragedia.
I
suoi capelli sciolti – sciolti? – si mescolavano alle fiamme dietro di
lei.
Frastuono.
Luce.
Claire
diventò fuoco.
Bruciava
davanti ai suoi occhi, e dai fianchi dei palazzi decina di infetti si
avvicinavano a lei – come due grosse ali fatte di carne putrida e ossa. I
mugolii si mescolavano alle urla mentre lui guardava e non riusciva a toglierle
gli occhi di dosso: Spegniti! Spegniti!
Ma
più implorava, più vedeva, nel cerchio di fuoco, dei senza-vita affondare i
denti marci nella pelle della
sua fidanzata. Un brivido, poi un altro – e la sua schiena fu
scossa da svariati spasmi che lo costrinsero ad arretrare.
E
Claire diventava cenere sotto le sue lacrime.
•
• •
Il
materasso scomparve dalla sua schiena. I muscoli si mossero in sincronia mentre
la colonna vertebrale si inarcava quasi innaturalmente. Leon si portò le mani
al collo, spalancando le labbra – quando si sentì soffocare capì di aver
urlato.
Una
mano che gli sentì gelida sopra la patina di sudore si appoggiò alla sua
spalla. Poi un’altra. Dei movimenti che non distinse nel buio e poi – da
qualche parte – una luce giallastra.
―
Leon…
Era
un battito di farfalla, una ventata d’aria fresca. Solo dopo si accorse che la
finestra era stata aperta e che il rumore della pioggia cullava, lentamente, la
sua mente in subbuglio.
Le
stesse mani di prima lo accompagnarono fino a giù. Appoggiò il capo sulle gambe
di Claire mentre le sue dita gli pettinavano all’indietro i capelli. Lentamente,
il suo cuore riprese a battere in modo regolare. I lamenti degli infetti si
dissolsero come polvere.
Salvami – si diceva, salvami da me stesso.
E
lei lo faceva.
Ogni
volta.
NOTE
D’AUTRICE • leooo~oon, heeelp!!
Ebbene,
non ho molto da dire. Questa flash-fic mi è stata prompata da Ivola che
gentilmente ringrazio per avermi permesso di scrivere (la mia prima) Cleon. ♥
Insomma,
sono abbastanza emozionata(??), nyahaha. Non ho molto
da dire, quindi ripeto – sostanzialmente – le avvertenze messe nel post del prompt che, sostanzialmente, è il titolo della fanfic (che, sostanzialmente, non è nel mio stile XD ma ho
preferito mantenere il prompt, insomma).
Quindi
nulla: è l’arco di tempo post-RE4, dove Leon abita a Washington e Claire è in
quella casa per tutta una serie di motivi catalogati insieme a yingsu che non ho
voglia di ripetere (lo so, sono pigra). Ma voi andate sulla fiducia e sappiate
che è tutto incastrato alla perfezione, ecco.
Niente,
ho finito.
Ringrazio
Ashley per la citazione delle NdA e aspetto eventuali
feed-back.
Buon
zombie-day a tutt* ♥
radioactive,