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Autore: didi93    28/05/2014    2 recensioni
Non c'è stato molto da dire o da pensare,
la fortuna sorrideva come uno stagno a primavera,
spettinata da tutti i venti della sera.
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altaïr Ibn-La Ahad, Maria Thorpe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aspetterò domani per avere nostalgia
 
Non c'è stato molto da dire o da pensare,
la fortuna sorrideva come uno stagno a primavera,
spettinata da tutti i venti della sera.
E adesso aspetterò domani
per avere nostalgia
  signora libertà, signorina fantasia.

(F. De Andrè)
 

 
Contemplo i bagliori colorati che il sole produce sulla lama della mia spada. Scintille di rosa e giallo acceso.

Getto uno sguardo intorno per accertarmi di essere sola.

Tutto sembra sospeso, il tempo si è fermato nell’afa di questo pomeriggio estivo. La distesa verde d’erba e rossa di papaveri che mi circonda è deserta, immobile, non c’è vento.

E’ un luogo di pace al riparo dalle guerre e dalla polvere d’Oriente.

Le dita della mia mano libera corrono al laccetto di corda che mi stringe il mantello alla gola, sciolgo il nodo e lo lascio cadere. Tiro un respiro, chiudo gli occhi e muovo la spada a sferzare l’aria, concentrandomi sul mio allenamento.

Un fruscio richiama la mia attenzione. Mi volto di scatto, la spada ancora tesa davanti a me, ora rivolta contro qualcosa di tangibile.

Gli occhi dell’Assassino mi scrutano imperturbabili protetti dall’ombra del cappuccio. Lui si avvicina, io resto immobile.

Prima di quanto pensi è a pochi centimetri da me. La sua mano si stringe attorno al mio polso e io lascio la presa sulla spada che precipita a terra senza rumore, la sua caduta attutita dall’erba morbida.

I miei occhi scivolano sul viso dell’Assassino. Senza un perché, si soffermano sulla cicatrice che gli solca le labbra e il mio cuore accelera i battiti.

Lui sorride quasi impercettibilmente poi mi avvolge la vita con un braccio, mi avvicina di più, i nostri respiri si scontrano, la mia pelle brucia.

-Maria.- sussurra e il suono della sua voce che pronuncia il mio nome mi invade la mente, la svuota dei pensieri.

La sua bocca cerca avida la mia. Le mie labbra si schiudono. 
La mia schiena tocca l’erba.

 


I miei occhi si spalancano e sono avvolta dall’oscurità. Scatto a sedere sulla paglia con le guance arrossate e la fronte imperlata di sudore. Ci metto un po’ a riconoscere la mia tenda, ci metto un po’ a realizzare…è stato solo un sogno.

 



Note
Non so cosa sia, me lo ha ispirato per un qualche motivo la canzone di De Andrè.

Sarebbe anche ora che la smettessi di pensare a questi due e prendessi un po’ in mano i libri ma non posso farci niente, Maria e Altair continuano a gironzolarmi in testa.

Mi sa che non la finirò mai di rompervi le scatole con questa coppiaXD

Provo a lasciare il link della canzone

http://www.youtube.com/watch?v=EY1umUaRvEc&feature=player_detailpage
  
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