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Autore: BellDarkoNovak    28/05/2014    1 recensioni
[Destiel, AU. Il rating potrebbe variare fra arancione e rosso]
Castiel è un trentasettenne normale, a parte gli appuntamenti abituali da una psichiatra. Non ha problemi: lavora in un pub e ha normali hobby, fra cui disegnare. Un giorno, però, incontrò i fratelli Winchester e tutto cambiò nella sua vita.
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione, Contesto generale/vago
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Famiglia

Castiel aprì gli occhi e si ritrovò a fissare la sua televisione al contrario. Aggrottò le sopracciglia e solo dopo qualche secondo si accorse di essere praticamente seduto al sottosopra sul divano. Aveva le gambe praticamente all'aria, appoggiate allo schienale e la testa ciondolava giù dal sofà. Appena si alzò gli venne un leggero capogiro e si sedette di nuovo, questa volta nel verso giusto. Sbadigliò, stranamente stanco, e andò a lavarsi le mani non appena il giramento di testa finì. Sono passati due giorni senza andare a lavorare, quindi decise di darsi una sbrigata e indossare la camicia nera da lavoro, insieme ad un paio di jeans normali e un paio di converse nere. Prese le chiavi di casa ed uscì. Aprì la bocca, come se volesse dire qualcosa a qualcuno, un saluto magari, ma quel qualcuno non c'era più.
Ogni mattina era così.
Sospirò e scese le scale quasi correndo e facendo un cenno ad un uomo sulla quarantina che abitava al piano sotto di lui. Era inquietante per certi versi: ad esempio il suo sorriso, calmo e sarcastico, era quasi demoniaco. Giravano voci che fosse uscito dal carcere da qualche anno, ci era finito per aver torturato dei poveretti che facevano gli sbruffoni davanti a casa sua.
Inquietante. Davvero molto inquietante.
Anche solo il suo aspetto fisico lo era, ossuto e malconcio.
Questo ricambiò il saluto con un cenno della mano -Hey Castiel, condoglianze- disse. Per un momento gli sembrò che fossero dette con tono divertito. Un leggero brivido gli percorse la schiena e scese le scale più velocemente.
Una volta fuori dal palazzo, fece un lungo sospiro. Ha tutta l'aria di essere un assassino. E se avesse ucciso lui quegli uomini? Oh mio Dio, e se avesse ucciso lui Balth? Evitò un attacco di panico e si avviò a passo svelto verso il Blue Moon. Salutò Fred con un cenno della mano ed un leggero sorriso, per poi andare nel magazzino, mettersi il grembiule nero e prendere alcune birre, per poi sistemarle un paio sul bancone e il resto nel frigo sottostante.
Non ci volle molto che il pub si riempì di ragazzini, donne e qualche autista che passava di lì. Un uomo sulla quarantina si avvicinò al tavolo che Castiel stava ripulendo con uno straccio, imprecando sottovoce: odiava i clienti ingrati che lasciavano pezzi di cibo sul tavolino. L'uomo chiese solo dove si trovasse il bagno. Castiel glielo indicò gentilmente e tornò ai lavori di pulizia, prendendo il vassoio con i bicchieri usati e portandolo dietro al bancone, dove iniziò a pulirli.
Passò Fred dietro di lui, canticchiando una canzoncina che fece salire i nervi a Castiel, difatti, questo si girò e mise una mano sulla bocca di Fred.
-Smetti di cantare quella canzone. E' deprimente- minacciò Cas, fissandolo. Fred si levò la mano dell'amico dal volto e alzò le sopracciglia, come per capire cosa lo turbasse.
-Sono i Beatles, come fanno ad essere deprimenti? E poi Twis- Castiel mise di nuovo la mano sulla bocca di Fred, intimandolo di non osare a dire quel titolo.
Levò lentamente la mano, assottigliando gli occhi e tornando a lavare i bicchieri, lasciando Fred imbambolato a decidere quale altra canzone potesse canticchiare al posto di quella. A volte non capiva l'amico, non capiva i suoi comportamenti, ma poco gli importava, Castiel è quel tipo di ragazzo che, se gli stai troppo tempo vicino, ti viene voglia di avvolgerlo in una coperta, farlo sedere in braccio a te e leggergli favole della buona notte per tutta la sera.
Alzò lo sguardo, quando vide una mano poggiarsi sul bancone di fronte a lui.
-Un bicchiere di Whiskey- disse Dean, sedendosi su una delle sedie.
-Arriva subito- rispose Castiel. Prese un piccolo quadrato di stoffa e lo mise davanti a Dean, ci poggiò sopra un bicchiere, si allontanò un momento per prendere la bottiglia di Whiskey dietro di lui e versò due dita della bevanda alcolica nel bicchiere. Dean lo prese e lo sorseggiò, guardandosi attorno.
-Bevi sul lavoro?- chiese Castiel, ritornando a pulire i bicchieri con uno straccio umido.
-Sta continuando le indagini il mio collega, a dire la verità, io sono in pausa- disse con tono quasi esausto e arrogante, senza realmente volerlo. Magari aveva lavorato troppo le sere precedenti, facendo ricerche riguardanti l'assassino di suo fratello Balthazar.
-Trovato nulla? O sei venuto a bere perchè questo sarà l'ennesimo caso in cui la polizia si arrende?- chiese, fermando i movimenti delle mani, ma non alzando lo sguardo dalle stoviglie.
Dean fermò il bicchiere a mezz'aria e aggrottò le sopracciglia, fissandolo. -Cosa intendi dire?- chiese, poggiando il bicchiere.
-Non è la prima serie di omicidi in questa città. Anni fa sono morte circa tre persone e non gli è fregato nulla a nessuno- la voce di Castiel si indurì, dicendo quella frase. Si fermò qualche minuto a fissare le proprie mani, contraendo la mascella. Dean annuì semplicemente, ricordando di aver letto sul giornale di quel caso, ma lui e Sam preferirono lasciarlo ad altri cacciatori.
-E' morto qualcuno che conoscevi?-
-Mio padre e un mio fratello. Sembra che qualcuno ce l'abbia con la mia famiglia- tentò un sorriso, ritornando a sfregare leggermente lo straccio umido all'interno del bicchiere.
-Mi dispiace, un po' ti capisco, anche io ho perso mio padre- Dean si sentì in dovere di consolare quell'uomo: aveva perso il padre e non uno, ma bensì due fratelli, forse uccisi dallo stesso mostro. Non gli faceva pena, ma si sentiva in dovere di consolarlo lo stesso.
-Non mi manca, a dire il vero.-
La loro discussione venne interrotta da un altro uomo, che saltò sul bancone e scivolò dall'altra parte, per poi abbracciare Castiel, lasciando Dean leggermente perplesso.
-Cassie!- disse lo sconosciuto, stritolandolo.
-Gabe, non respiro- rispose Castiel, non ricambiando l'abbraccio. Questo lo lasciò e si girò verso Dean, allungando la mano verso di lui. -Piacere, sono Gabriel, uno dei tanti fratelli di Cassie, tu sei il suo ragazzo? Ti sei sistemato bene, fratellino!- disse ridendo, facendo arrossire le guance e le punte delle orecchie di Castiel. Dean tossì, alzando le sopracciglia.
-Sono un'agente dell'FBI e sto lavorando al caso degli omicidi in città- rispose, quasi in modo superiore, e Gabriel annuì semplicemente.
-Ho sentito che parlavate di paparino- disse il rosso.
-Vi dispiace se mi raccontate che tipo era vostro padre?-
-A cosa serve saperlo?- chiese Castiel, guardandolo negli occhi. Non che avesse qualcosa da nascondere riguardo quell'uomo, ma non era molto felice di dover ricordare il proprio padre.
-Sto semplicemente facendo il mio lavoro- aggiunse Dean, con tono di sfida. A Castiel venne l'impulso di cacciarlo via a pedate. Non era dell'FBI, lo aveva capito da un bel pezzo ormai, quindi perchè continuare con quella farsa?
Gabriel si rabbuiò leggermente -La famiglia dei Novak è famosa da queste parti: tutti i figli di quell'uomo hanno una madre diversa. Cassie era l'ultimo arrivato, piccolino- disse, prendendo fra l'indice e il pollice una guancia di Castiel e tirandola leggermente. Gabriel tentò di mettere affetto in quella parola, ma la voce rimase piatta.
-Woh, E in quanti sareste in famiglia?- chiese Dean. Gabriel si portò una mano alla fronte e cominciò a fare i nomi dei propri fratelli, contando con le dita.
-Beh, io, Castiel, Balthazar, Anael*, Michael, Lucifer, Uriel, Ezekiel e Raphael. Che bella famigliola numerosa, eh?- disse poi, ghignando nella sua direzione.
Dean rimase stupito.
Castiel sospirò, allontanando Gabriel -Esci di qui, non puoi stare. Se il capo ti becca dietro al bancone, ci rimetto io- disse, tornando a guardare quei beneamati bicchieri. Gabriel sbuffò e scivolò di nuovo sul bancone, scavalcandolo.
-Sei noioso Cassie, certe volte dovresti smettere di seguire le regole. Dai! Divertiti un po'!- disse, appoggiandosi al bancone con gli avambracci e sporgendosi in avanti.
-Sto lavorando Gabe, smettila di importunarmi- rispose Castiel, riprendendo a pulire.
Dean sorrise, rivedendo nell'affetto fraterno fra i due, quello fra lui e Sam. Si alzò, lasciando un paio di banconote sul bancone. Castiel alzò lo sguardo, senza smettere di lavare -Offre la casa, è il minimo che posso fare per rendere grazie ai vostri sforzi di cercare chi ha ucciso mio fratello-
Dean annuì, riprendendo le banconote e ringraziandolo. Si avviò all'uscita, sotto lo sguardo di Castiel e qualche donna prosperosa in cerca di compagnia per la notte.
Gabriel diede un colpetto alla spalla di Castiel, facendogli quasi cadere il bicchiere di mano. Basta, ormai era sicuro che non sarebbe riuscito a lavarli quei dannati bicchieri. Li rimise nel lavabo e li lasciò lì.
-Carino davvero, non trovi?- chiese Gabriel, dando un altro colpetto alla spalla di Cas.
-Gabe, no. Non ricominciare.-
-Ma io voglio solo trovare la persona giusta per il mio fratellino più piccolo! Per colpa dei tuoi gusti ho dovuto dimezzare la lista-
Cas si limitò a roteare gli occhi e a servire due clienti, senza degnare di uno sguardo Gabriel, portando al loro tavolo un cheesburger e un frappè alla fragola.
-Buon appetito- disse, rivolgendosi all'uomo e alla figlia, seduti a quel tavolo. L'uomo gli lanciò un'occhiataccia, intimandolo di non rivolgere loro la parola. Castiel annuì leggermente, andandosene con lo sguardo basso. Odiava le persone del genere.
Fred andò da lui e gli poggiò una mano sulla spalla -Hey, fregatene. Vai a riposare nel magazzino, il capo è andato a farsi i cavoli suoi. Ci penso io qui, è praticamente vuoto- gli fece l'occhiolino e Castiel lo ringraziò, lui si che era un vero amico.
Andò nel magazzino e si sedette sul pavimento di piastrelle bianche, appoggiandosi al muro grigio e passandosi una mano sulla fronte. Forse era più stanco di quanto credeva, forse no, ma entro qualche minuto, si addormentò.

 
Nota:
Innanzitutto volevo ringraziare chi ancora segue la mia storia, e scusarmi per tutto il tempo che ci metto per scrivere e pubblicare un misero capitolo. Come promesso a Stay_In_My_Arms il capitolo è visibilmente più lungo.
*Anael= E' il nome "angelico" di Anna, per chi non si ricorda. Ci tenevo a informarvi del perchè ci metto davvero tanto ad aggiornare:
1. Ho cambiato il mio corso di studio e devo riprendere tutte le materie che ho saltato in un anno.
2. Soffro di schizofrenia, per cui a volte, o non sono dell'umore di scrivere, o sono a fare visite mediche a destra e a manca.
3. Sono svogliata come un comodino. Ci provo a scrivere, ma appena poggio le dita sulla tastiera, comincio a fare altro.

Chiedo scusa per tutti questi problemi e tenterò di aggiornare il più infretta possibile. Grazie del vostro tempo speso a leggere questa piccola nota.

Ringrazio:
Stay_In_My_Arms
Ciuffettina

DEStiel__009
per aver recensito la storia.

DEStiel__009
Vane483

per aver messo la storia fra le preferite

SPN angel black wings
Stay_In_My_Arms
Yami Hihara

per aver messo la storia fra le ricordate

e tutte le quindici persone che hanno messo la storia fra le seguite.

 
   
 
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