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Autore: Punica    29/05/2014    4 recensioni
L'ultimo momento di Walter e Jesse, alla fine della loro storia (No Slash).
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Alla fine di tutto

 

Premesse: è tantissimo che non scrivo in questo sito, cosa di cui mi dispiaccio molto, ma ho avuto un periodo davvero pieno; per chi seguisse la mia altra FF, vorrei dire che la terminerò, promesso :) Allora, questa oneshot, mi è venuta alla mente dopo aver finito di vedere “Felina”. Mi sono innamorata follemente di Breaking Bad (e pensare che non lo volevo nemmeno vedere all'inizioXD): è un capolavoro. Se non l'avete mai visto, guardatelo, vi cambierà la vita, ve l' assicuro. Lo adoro quanto “il Signore degli Anelli” o “lo Hobbit” e, chi mi conosce lo sa, detto da me vuol dire tanto XD Comunque la storia è dedicata ai due protagonisti: Walter/Heisenberg e il mio personaggio preferito, Jesse :) Ci sono SPOILER per chi non abbia visto il finale, visto che “Felina” è proprio l'ultima puntata del telefilmXD

 

 

 

Tengo la testa bassa mentre avanzo con difficoltà, intralciato dalle catene. Non ho idea del perchè mi stiano portando da Jack, ma non mi interessa, non mi interessa più di niente. Ignoro le spinte che mi vengono date per camminare più velocemente, ci sono abituato ed ho imparato a non mostrare più niente di me, a non far trasparire niente... Sono semplicemente un uomo che aspetta. Se io stia aspettando o di scappare o la mia morte, inflitta per mano di altri o mia, lo devo ancora capire.

La porta davanti a me si apre sulla stanza piena di persone al suo interno. I miei aguzzini. Jack mi trascina avanti mentre parla con l'uomo davanti a se.

Lo riconosco subito, nonostante l'aspetto sia molto diverso rispetto all'ultima volta.

 

Heisenberg.

 

Vengo fatto avvicinare a lui con forza, inebetito. Jack parla, ma la sua voce arriva come un insieme di suoni indistinti alle mie orecchie. Colui che una volta era mio socio mi fissa e io non riesco a sostenere il suo sguardo, mentre una serie di emozioni mi sopraffa, come un turbine violento.

 

Vergogna, per ciò in cui mi hanno ridotto: un animale ammaestrato.

 

Rabbia, per ciò che lui mi ha fatto fin dall'inizio, per essere stato sempre una pedina nelle sue manipolazioni.

 

Disperazione, per la situazione in cui mi trovo.

 

Paura, perchè so che desidera la mia morte.

 

Attendo immobile, mentre sento Jack che blatera qualcosa sulla sedia. E' un attimo. Vengo scaraventato a terra da Heisenberg, che mi tiene immobilizzato sotto di lui, mentre cerco inutilmente di liberarmi. Sì, desidera la mia morte.

 

 

 

Appena me lo portano davanti mi sono rendo conto che non avevo idea di cosa

aspettarmi. Avrei trovato un Jesse socio di Jack, membro della sua banda

o un uomo costretto a cucinare per loro ?

Il ragazzo che mi sta di fronte non sembra nemmeno lontanamente

lo studente che non capiva la chimica o il socio che mi aveva introdotto in questo

mondo; solo i suoi occhi mi ricordano il ragazzo che conoscevo e l'uomo che ho odiato.

E solo allora capisco.

Capisco che sono venuto qui con un obbiettivo ben preciso, ma che fino a qualche minuto

fa non volevo ammettere a me stesso di non sapere cosa avrei fatto:

ucciderlo o no ?

Ho desiderato la sua morte, volevo la sua morte per ciò che mi aveva fatto, ma

le cose sono cambiate. Mi basta guardare quegli occhi per riportarmi

indietro nel tempo e per farmi prendere la mia decisione.

Mi avvento su di lui e lo immobilizzo sotto di me, mentre il telecomando nella mia mano

fa attivare una scarica di mitragliatrice sui presenti.

 

 

 

Sento il fischio dei proiettili che mi sfiorano il viso e non riesco a fare altro che

chiudere gli occhi, aspettando la fine.

Quando il silenzio cala sulla stanza, sento che Heisenberg si scosta, scivolando

di lato, permettendomi così di riprendere fiato, prima di alzarsi.

Ci metto qualche secondo per capire che cosa sia successo: tutti loro, i miei

aguzzini, sono morti, o almeno quasi tutti.

Sento il respiro affannoso di Jack e vedo Todd scivolare alle mie spalle

per recarsi scioccato alla finestra, cercando di capire cosa sia successo.

 

La rabbia mi assale.

No, non lo lascerò vivere, non lo merita.

 

Ci metto un secondo ad alzarmi e prenderlo alle spalle,

attorcigliandoli le catene al collo, prima di stringere.

Inizia a divincolarsi, tentando di liberarsi dalla mia morsa e facendomi

colpire il tavolo, prima di crollare a terra. La furia, la sete di vendetta

non mi fanno desistere, ma anzi aumentano solo la mia forza, mentre penso a tutto

quello che mi ha portato via... A chi mi ha portato via: Andrea.

E mentre penso a lei, alla sua morte, stringo ancora di più la stretta.

E per la prima volta uccidere non mi fa repulsione, non mi fa sentire in colpa, ma anzi, mi piace.

 

 

 

 

 

Resto ad osservare impassibile Jesse mentre strangola Todd,

non intervenendo nella sua

vendetta. Afferro la pistola ai miei piedi, deciso a terminare ciò per cui sono venuto qui. Mi volto verso Jack, che appoggiato alla poltrona sta

affogando nel proprio sangue.

Punto la pistola verso di lui, che però mi dice di fermarmi, dicendo

che è disposto a dire

dove siano i miei milioni, tentando così, inutilmente di salvarsi.

Non lo ascolto nemmeno, alzo la pistola e sparo, uccidendolo.

Ancora prima di voltarmi, so che Jesse si sta liberando dalle catene,

di cui sento il rumore

dell'apertura. Mi volto lentamente, e lo vedo mentre

si alza, ormai libero, indietreggiando.

Fissa spaventato la pistola, che tengo ancora tra le mie mani, non

capendo quali siano

le mie intenzioni; mi piego cautamente, posando la pistola a terra e spingendola verso di lui.

 

 

 

 

Afferro l'arma davanti a me e gliela punto contro senza nemmeno pensarci.

Mi fissa impassibile, prima di dire:”Fallo”.

I miei occhi si riempiono di lacrime e la rabbia riaffiora prepotentemente.

Sta tentando nuovamente di manipolarmi; continua a farlo dopo tutto quello che è successo,

sono ancora la pedina che nei suoi piani lo ucciderà, che metterà fine alla vita del grande Heisenberg in modo veloce e indolore.

 

“So che lo vuoi”.

 

Alle sue parole inizio a tremare, scosso dall'ira.

 

“Dì la verità! Dì che sei tu che vuoi che lo faccia! Non succederà niente se prima non lo sento dire da te!”.

 

Ho bisogno di sentirlo dire da lui, ho bisogno che sia sincero con me, almeno una volta, almeno alla fine...

 

 

“Io lo voglio”.

 

Ho raccontato così tante bugie da quando è iniziato tutto questo che

alcune volte stentavo io stesso a capire la differenza tra la realtà e il mondo che avevo creato.,

ma ora tutto mi appare molto chiaro: voglio che lui mi uccida. Forse questa è la

cosa migliore per entrambi, la fine di tutto per entrambi.

Lo vedo vacillare, fino a quando non nota la mia ferita al fianco, inflittami da uno

dei proiettili della mitragliatrice.

Abbassa l'arma, lasciandola cadere a terra.

 

“Allora dovrai farlo da solo”.

 

Si volta ed esce senza guardarsi indietro.

 

 

 

“Allora dovrai farlo da solo”.

 

Sollevato. E' così che mi sento. Nonostante l'odio che possa provare per lui, ho scelto

di non farlo, di non continuare ad essere uno strumento nelle sue mani, di poter decidere da solo, forse per la prima volta.

Mi volto ed esco da questo posto, senza voltarmi indietro.

 

 

 

 

Sento squillare una suoneria, che capisco provenire dalla

tasca del cadavere di Todd.

So già chi sia ancora prima di rispondere

E' fatta ? E' andato ?”

La debole voce di Lydia è la dimostrazione che il mio piano sia riuscito.

E' fatta. E' andato. Sono tutti andati”.

Todd ? Ma chi parla ?”

Nonostante me lo chieda, la sua voce impaurita indica che sospetta già chi sia.

Sono Walter. Come ti senti? Un po' come sotto un treno? Come se avessi

l'influenza ? Deve essere la ricina che ti ho dato, l'ho infilata

nella bustina di stevia che metti

sempre nella tua camomilla”.

Cammino fuori dalla porta, mentre sento la sua voce tremante sussurrare:

Oh mio Dio...”

Beh, addio Lydia”.

Attacco e butto il cellulare a terra, chiudendo così anche

quest'ultimo conto in sospeso.

 

 

 

 

Mi volto a fissarlo un'ultima volta. Ci guardiamo senza dire niente e senza riuscire a controllarle

le lacrime tornano prepotentemente ai miei occhi.

E' un addio. Definitivo. Questa consapevolezza mi colpisce come un pugno nello

stomaco, lasciandomi senza fiato. Non riesco a capire perchè, nonostante tutto, mi faccia male.

Lui è Heisenberg, l'uomo che ha distrutto la mia vita e tutto ciò che avevo,

colui che mi ha venduto come una bestia, che mi ha tolto la donna che amavo, che ha avvelenato un bambino... Lui è il diavolo, è colui che mi ha manipolato fin dall'inizio, come uno strumento nelle sue mani. Lui è l'uomo che volevo morto.

 

 

 

Lo guardo con tranquillità, sapendo che non servirebbe a niente parlare.

Ci siamo già fatti abbastanza male con le parole, vere o non che fossero. Il ragazzo davanti

a me è molto diverso dallo studente scapestrato e ribelle degli inizi, è diventato

un uomo di cui volevo la fine, colui che ha distrutto l'impero che avevo creato, che mi ha

incastrato, che mi ha tolto la mia famiglia e che ho venduto a degli assassini.

Ma ora che sono alla fine, lo so: so che non mi importa più.

 

 

 

Perchè sono scosso da fremiti? Perchè nonostante tutto non riesco a voltarmi

e andarmene senza titubanze ? Perchè ora so, so che non ho davanti il Re della droga, il grande Heisenberg, non più...Ora è il mio vecchio insegnate di chimica che mi fissa, colui che

ha iniziato tutto questo per proteggere le persone che amava, che mi ha salvato la vita...

E nel momento in cui mi saluta con un semplice cenno del capo, so che anche lui sa: è finita.

Tutto ciò che abbiamo passato, tutto il male che ci siamo inflitti, le menzogne, le manipolazioni,

i complotti sono un eco lontano, perchè nonostante ciò che ci siamo fatti rimanga

un segno indelebile, a cui non ci potrebbe mai essere perdono, non ci importa.

Non ora, non in questo istante.

 

 

 

 

Una strana sensazione mi pervade. Senso di colpa. Ero riuscito a soccombere ogni rimorso

per ciò che ho fatto in passato, poiché lo ritenevo necessario, ma con lui è diverso.

Lui non è un semplice ragazzo, uno sconosciuto, un ostacolo da eliminare, lui è molto di più.

Lui è il mio socio, il ragazzo a cui voglio bene, più di quanto abbia mai pensato.

 

Hai bisogno di me, più di quanto io abbia bisogno di te”

 

Le sue parole mi tornano alla mente, apparendomi in tutta la loro chiarezza.

Io avevo bisogno di lui.

Scusa Jesse, scusa per aver distrutto la tua vita.

 

 

 

 

Lo guardo un'ultima volta. Uno sguardo senza più rabbia, uno sguardo che vale più

di molte parole inutili.

Addio signor White.

 

 

 

 

Si volta, sale in macchina e mette in moto. Se ne va senza più titubanze;

ci siamo già detti tutto.

Addio Jesse.

 

 

 

Guido a tutta velocità, mentre le lacrime ricoprono le mie guance e

le risate escono dalla mia bocca. Basta. Basta con il dolore, con tutto questo; loro sono morti,

il mio peggio nemico è morto. Heisenberg è morto.

 

 

Mi avvicino al laboratorio, l'unico luogo in cui mi senta

a mio agio, attendendo la fine di tutto.

Crollo a terra, mentre penso alla mia vita: la mia famiglia, i miei amici e infine a lui.

A Jesse, al ragazzo che mi ha salvato, che mi ha permesso di lasciare questo mondo non

come Heisenberg, come il Re della droga, come il mostro che ha rovinato la vita a chiunque gli fosse vicino. Lascio questa vita come l'uomo che ero, come Walter White.

Grazie Jesse.

 

 

 

Urlo con tutta la forza che ho in corpo. Urlo per il dolore di tutto quello

che ho passato e anche se ora sono libero, il prezzo da pagare è stato alto.

Perchè stanotte non è morto solo il diavolo; insieme a lui è morto l'uomo che conoscevo.

Walter White, la persone di cui ho avuto bisogno e a cui ho voluto bene.

L'uomo che era mio amico.

 

 

 

 

 

Note: Spero che vi piaccia, ho cercato di spiegare al meglio i sentimenti di entrambi, mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensiate :) Ah, penso l'abbiate capito,ma comunque lo dico, nonsi sa mai: il minuscolo è Jesse, il corsivo Walter.

 

 

 

 

  
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