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Autore: Mania    29/05/2014    4 recensioni
{ SPOILER 6x22 ● Fluff + Jane!Centric }
« Risvegliarsi su di un materasso estremamente confortevole, ricolmo di una cascata di lenzuola candide e un piumone leggero per la stazione di mezzo, era dunque una sensazione più che strana – bizzarra, difficile da inquadrare quasi quanto ritrovarsi a osservare i percorsi d’inchiostro dei lunghi capelli di Teresa, dipinti sul cuscino in groviglio astratti, ipnotici. »
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Patrick Jane, Teresa Lisbon | Coppie: Jane/Lisbon
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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PROLOGO

C A P I T O L O U N I C O ▬
“ La loro prima mattina sapeva di pioggia leggera



Non ricordava quale fosse stata l’ultima volta in cui aveva dormito in un letto comodo – vero –, per tante ore consecutivamente. Serbava la fatica di notti che non passavano, di cui aveva ammorbidito i contorni tetri con libri e scartoffie di casi difficili – su uno in particolare –; e riusciva persino a ritornare a quando aveva ancora una prescrizione valida per i sonniferi anni addietro, quando ancora gli incubi erano animati da immagini vivide a tenerlo lontano da un ristoro e faticava a scrollarsi via l’ansia di doversi abbandonare a un modo incontrollabile come quello onirico. Più recente, filato da una malinconia agrodolce, i momenti di riposo erano quelli che riusciva a conquistare sul suo divano – pelle rovinata, morbido al punto giusto, una soluzione confortevole seppur approssimativa, che lo aveva accompagnato a lungo, attraverso disavventure e nuovi scenari.
Risvegliarsi su di un materasso estremamente confortevole, ricolmo di una cascata di lenzuola candide e un piumone leggero per la stagione di mezzo, era dunque una sensazione più che strana – bizzarra, difficile da inquadrare quasi quanto ritrovarsi a osservare i percorsi d’inchiostro dei lunghi capelli di Teresa, dipinti sul cuscino in groviglio astratti, ipnotici.
Non compì alcun movimento, rimanendo immobile nell’osservare ciò che la posizione sul fianco gli consentiva, quasi trattenendo il fiato nel timore di essere ancora intrappolato nei suoi stessi sogni – troppo delicati per poter resistere a respiri profondi, regolari, o anche alla più minima torsione del collo. Semplicemente, si accontentò di scorgere quel che riusciva per non crepare il quadro davanti a sé in quell’istante di immobile eternità – la luce opaca di una mattinata che annunciava pioggia leggera con il suo profumo umido, sospinto nella camera dalla brezza lieve, a filtrare furtivamente dalla finestra lasciata basculante; le tende a danzare morbidamente come favelle tenui, incoraggiate dai refoli di vento; l’orologio a segnare le cinque e cinquantatré minuti che ticchettava in un ritmo mai percepito tanto naturale come in quel momento, battendo in una tonalità diversa dal solito, calda, quasi a voler seguire l’andamento del suo cuore. E naturalmente, si bloccò nel scrutare ciò che gli era possibile carpire del volto di Teresa, sprofondato nel guanciale e ricoperto da ciuffi d’ossidiana ad accarezzarle i lineamenti durante il sonno – labbra appena socchiuse, sopracciglia scevre da qualsiasi contrattura come il resto del suo viso, e una respirazione modulata lentamente a indicare la dolcezza di suoi sogni tranquilli.
Poco abituato a dormire a lungo, avendo perso ormai da lungo tempo contatto con la normalità di passare la notte in un letto degno di tale nome, si rese conto di aver perdurato più a lungo del soito abbandonato al riposo, ma nonostante ciò non sarebbe riuscito ad addormentarsi nuovamente – e nemmeno desiderava perdersi la magia di quel primo risveglio insieme a lei, nel quale poteva assaporare i frammenti di cui era composta una nuova realtà con cui pian piano sarebbero entrati entrambi in confidenza, in una ritualità conquistata passo dopo passo. Respirare il profumo della sua pelle ramista a quella del giorno appena nato, familiarizzare lentamente con la concretezza di essere insieme a lei a condividere le rispettive esistenze, metabolizzare quanto accaduto il giorno prima e prendere coscienza di essere riuscito a liberarsi da catene formate da grumi di passato che non aveva voluto abbandonare fino ad allora – bloccato da un terrore fangoso di mostrare i propri sentimenti, di permettere nuovamente che qualcuno si avvicinasse a tal punto a sé da poter causargli dolore con una sua ventura perdita –, erano dettagli fondamentali di quel qualcosa che ora avrebbero edificato assieme.
Increspò appena le labbra in un sorriso asimmetrico, pensando a quanti errori avrebbe inevitabilmente commesso ancora – perché era un uomo assurdamente complicato, difficile, che aveva vissuto di raggiri, inganni, truffe e bugie da quando ne aveva memoria –, e nonostante tale constatazione riusciva in quel momento a percepire la ferma certezza che non sarebbero mai potuti essere irrimediabili. In un modo o nell’altro, se erano giunti fino a quel punto, avrebbero trovato il modo di aprirsi la strada in futuro, e non importava se qualche notte l’avrebbe dovuta comunque trascorrere nuovamente sul divano – e non per problemi di sonno, ma per aver forzato situazioni con sotterfugi eccessivamente biechi. Sarebbe risultato persino dolce, un monito silenzioso a ciò che sarebbe potuto essere se non avesse infine deciso di smettere di truffare i propri sentimenti e persino quelli di Teresa, conducendola in un teatrino in cui si era ritrovata a fare una comparsa inconsapevole a sue spese, solo perché lui era incapace di scrollarsi via da quell’immobilismo vigliacco al quale era stato affisso troppo lungamente.
Mosse con lentezza le dita, allungando il braccio quel tanto da consentirgli di affondare i polpastrelli tra il lago scuro dei capelli di Teresa, facendo attenzione a percorrere con lentezza morbida le vie intessute dalle ciocche per evitare di risvegliarla prematuramente. Un semplice contatto, per prendere coscienza della sua presenza lì, in quel momento preciso, della sua concretezza reale accanto a lui, della consistenza di quanto era riuscito a infine ad accettare andando al di là dei propri timori – nonostante ancora ne percepisse gli echi nella propria anima contorta, nonostante solo il tempo gli avrebbe permesso di assimilare una quotidianità alla quale era disabituato, nonostante la loro vita sarebbe stata tranquilla di rado.
Respirò a fondo, ritraendo la mano per lasciare intatto il sonno di Teresa, rimanendo lì ad assaporare la sua presenza e nient’altro che quella – l’essenziale per poter sentirsi felice.



M A N I A’ s W O R D S
In realtà avevo scritto una cosa super-angst in cui Patrick l’aereo non riusciva a raggiungerlo, ma non ne sono pienamente convinta così ho evitato e mi sono data al fluff – anche se sono triste di non aver contribuito con una buona dose di disperazione, quindi magari rimedierò in futuro (?).
Comunque, wow!, in questa sezione non ci scrivo da prima del cambio di account, da prima dell’inizio della sesta stagione, mi fa un po’ strano ritornarci. Non potevo esimermi ovviamente, dopo l’episodio finale, e tutti i feels conseguentemente scaturiti da tutto ciò – che ovviamente sono i benvenuti quando si tratta di episodi tanto belli e pieni di canon da farmi scoppiare di gioia.
Venendo alla piccola shot, devo dire che sono triste per il divano che ora verrà usato un po’ meno da Patrick – almeno mi auguro per lui e Teresa, ecco – e quindi tutta questa cosa fluffosa introspettiva è nata semplicemente da questa mia riflessione molto stupida, il che non è che mi dia molta sicurezza sul risultato finale.
Ho fatto molta fatica a trovare un titolo – cosa che a voi assolutamente non interessa, ma devo condividere le mie fatiche con qualcuno, no?
In realtà non c’è niente da dire, non so perché sto continuando a sproloquiare. Magari prossimamente rielaboro la vecchia long che avevo iniziato con il vecchio account ora cancellato, e la riadatto per inserirla nel contesto di fine sesta stagione, ma-non-lo-so-quindi-si-vedrà. Qui volevo giusto scrivere qualcosa, ecco, senza pretese e senza voler aggiungere troppo, semplicemente una riflessione dal punto di vista di Patrick sul dopo la scena del bacio – in realtà nemmeno mi convince troppo, vabbé, i pareri li lascio a voi.
Ah, sì, l'ho riletta tipo tre volte di pubblicarla e io solitamente rileggo dieci volte, ma ora devo uscire e volevo assolutamente metterla su prima di andarmene - quindi rileggerò le altre sette volte quando torno, per correggere eventuali sviste. (Nota aggiuntiva → Ho riletto, qualche svista l'ho trovata ed eliminata prontamente, spero di essermi sbarazzata di tutte. Ma ricontrollerò ulteriormente anche domani, perché ora devo andare a ripassare per l'esame /ansiaansiaansia/)
Grazie a chi ha letto e a chi vorrà concedermi il piacere di leggere una recensione ♥
Alla prossima,

Mania


  
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