Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Iridia Mightygrom99    29/05/2014    3 recensioni
Angel è una sedicenne che adora cantare e che abita in un villaggio tra le montagne dove le antiche leggende influenzano ancora la vita di molti paesani. Rimasta orfana da bambina le è morta recentemente la nonna, unica parente rimasta che le ha lasciato in eredità la sua casa, una villetta alla periferia del paese dove vive Angel. Da un pò di tempo la ragazza è perseguitata dallo stesso sogno dove incontra sempre nello stesso luogo lo stesso ragazzo. Tutto sembra procedere normalmente finchè Beatrice, la sua migliore amica cade vittima dei Demoni della leggenda più vecchia del villaggio, sprofondando in un sogno eterno. Angel per restare sola, dopo aver saputo dell' amica, si reca in un bosco lontano dal villaggio che solo lei e sua nonna conoscono. Proprio lì mentre stava piangendo incontra James il ragazzo del sogno che promette di aiutarla. Chi è lui in realtà? Cosa vuole da Angel? Come fa a conoscerla, che ne sarà di Beatrice e cosa succederà a Angel?
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Arianna e l’ombra
Dopo alcuni minuti entrarono anche gli altri “Arianna!” dissi mentre correvo per abbracciare una ragazzina elegante dall’ aspetto minuto che era appena entrata seguita da altre persone.
Lei era un’altra mia amica, veniva al corso da più di un anno e io mi ci ero affezionata. Aveva gli occhi e i capelli cioccolato fondente che gli arrivavano alle spalle formando una chioma ondulata. Indossava un abito azzurro giaccio che risaltava la tipica abbronzatura dorata delle filippine, la sua terra natia.
Passammo la lezione a cantare noiosissime canzoni d’amore a tempo di pianoforte, non che le odiassi ma troppa dolcezza e smielatezza non facevano proprio al caso mio. Diciamo che il mio genere era un po’ più ehm… movimentato.
Finite quelle ore di agonia ci salutammo e ognuno si incamminò verso casa propria.
Il sole era ormai calato lasciando il posto all’oscurità così mi incamminai velocemente per tornare a casa al più presto. Le tenebre oscuravano la stradina facendogli assumere una strana versione inquietante.
Non mi ero mai resa conto di quanto fosse tetro quel luogo prima d’ora… no. C’era qualcos’altro.
Mi bloccai in mezzo alla strada stringendo la fibbia della tracolla fra le mani. Qualcun altro era lì. Sentii un rumore alle mie spalle, feci appena in tempo a girarmi di scatto per intravedere un’ombra passarmi d’avanti per poi scomparire nell’oscurità. Ok, lì c’era sicuramente qualcuno!Per una volta mi sarebbero tornate utili le lezione di karate che avevo preso l’anno passato. Un altro rumore mi fece sobbalzare e optare per la fuga. Iniziai a correre verso casa senza mai voltarmi sempre più veloce col cuore in gola finchè stremata mi ritrovai davanti a un cancello in ferro battuto. Rapidamente mi ci fiondai dentro chiudendolo con un calcio, percorsi il breve vialetto in ghiaia bianca che collegava il cancello al portone massiccio in legno scuro, salii i tre scalini con un salto e infilai le chiavi, con le mani che minacciavano di farle cadere, nella serratura in ottone. Girai due, tre volte e quando, finalmente, sentii quel click aprii la porta e entrai chiudendola alle mie spalle come un fulmine.
Avevo il fiatone per la corsa, lasciai cadere la borsa a tracolla, che avevo stretto per tutto il tempo, per terra e accasciandomi alla porta scivolai giù lentamente sedendomi sulle mattonelle fredde al contatto con la mia pelle accaldata. Rimasi dieci minuti abbondanti in quella posizione cercando di assimilare l’accaduto e per mettere in ordine le idee con un senso logico decente. Per la casa si sentiva solo il mio respiro che diventava col passare del tempo più regolare.
Cos’era quello?Chi era?Cosa voleva da me?
‘No calma’ dissi fra me e me ‘devo essermelo immaginata, si sarà lo stress che mi gioca brutti scherzi. Dopotutto sono gli ultimi giorni di scuola e sono molto stanca. Sramaledetta immaginazione!’.
Mi alzai lentamente mi girai e chiusi la porta con tutte le possibili serrature, raccolsi la tracolla e la appesi allo schienale di una sedia in velluto rosso vicino all’entrata e mi diressi in camera mia.
Salii le scale in legno appoggiandomi al corrimano arrivando in un corridoio che si divideva in due, svoltai a destra e entrai nella seconda porta a lato. Entrai in camera chiudendo dietro di me la porta in legno di cigliegio.
Mi tolsi le converse rosse e le gettai vicino alla scrivania, mi buttai sul letto disfatto dalla sera precedente, ancora vestita, rannicchiandomi su me stessa per poi cadere dolcemente fra le braccia di Morfeo.



SPAZIO AUTRICE *appare dal nulla* mi spiace per aver aggiornato così tardi ma essendo l’ultimo periodo di scuola avevo qual cosina da recuperare^-^ Spero che questo capitolo vi piaccia e per favore RCENSITE VE NE PREGO O NON SAPRO’ MAI COSA NE PENSATE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!STO’ ANDANDO IN PARANOIA PER FAVORE!!!!!
Detto questo vi lascio al prossimo capitolo!<3
*tira fuori un bacchetta e scompare dentro una nuvola di fumo*
  
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