Teatro e Musical > Romeo e Giuletta - Ama e cambia il mondo
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Autore: Rebekah_    29/05/2014    3 recensioni
« Lui insegue un sogno tutta la vita.
E lo ottiene nell'ultimo respiro, nell'ultimo secondo prima della fine. Non ha più possibilità di raggiungere quel sogno, e così, decide di compiere quel fatale gesto, quel suo fatale atto.
Nell'ultimo respiro bacia l'amore della sua vita, bacia il suo sogno. Bacia la sua Regina Mab. »
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                                        His  final  Breath
                                                                                                                                    [an old desire doth in his deathbed lie]




                                                                                                 


                                                                                                      
****






Chapter 1.
«- Thou talk’st of nothing-
- I talk of dreams- »






Si ritrovarono viso a viso, in quella piazza male illuminata dalle torce ardenti che i loro compari stringevano nei palmi delle mani con instabile presa.
Si fissarono con confusione, smarrimento, incertezza.
I suoi sguardi sembravano divorargli l’anima, quelle perfette iridi benedette dal demonio stavano aspirando in lui tutta la ragione che fino a pochi istanti addietro era in suo possesso, corrodendo le ossa, sfibrando i muscoli e prosciugando ogni singola arteria, vena e capillare dal suo corpo. 
Iridi che lasciavano secca e rovinata quella pallida carne quasi come se quest’ultima si stesse preparando ad una lenta decomposizione.
Un uragano cominciò violento a vorticare tra le meningi della sua mente, offuscandogli le idee, impedendogli di mettere a fuoco la creatura meravigliosa che, quasi come un dio greco, se ne stava eretta dinanzi a lui, guardandolo con apprensione e tenerezza.
Quegli occhi potevano ucciderlo, trafiggerlo come migliaia di frecce di ferro appena arroventato sulla fiamma, eppure, il dolore che essi provocavano una volta affondati nel suo cuore pulsante era piacevole e benefico.
Come una carezza sulla pelle concessa dalla mano più pura e immacolata.
Un tocco candido e sottile, in grado di dare sollievo.



Quei tuoi occhi mi danno sollievo.
Quei tuoi occhi alleviano il mio travaglio interiore.



 


La luna fece capolino da dietro una coltre di fumose nuvole nere, una goccia di madreperla sfavillante nell’oscurità.
C’era silenzio tra le vie di Verona, un silenzio intatto e naturale, causato da chi, troppo stanco per poter vivere ancora, decide di abbandonarsi ai propri sogni, addormentandosi sotto le coperte.
Eppure quei giovani tutto volevano fuorché dormire. Quella notte avrebbero fatto baldoria, avrebbero bevuto e ballato fino a che i loro piedi non avessero supplicato pietà, avrebbero goduto, cantato, amato.
“Non andiam mica per provocare!” Aveva esclamato Benvolio, l’innocente Benvolio, come a voler rassicurare le più profonde angosce di Romeo, il quale, in quella notte silente, appariva più adombrato che mai.
“Io ho l’anima di piombo che m’inchioda al suolo.”
Ed i compagni avevano riso, continuando a cantare a squarciagola lungo la strada pietrosa, barcollando e spintonandosi tra di loro.
“Ho fatto un sogno questa notte.”
“Anche io.”

I loro sguardi si incrociarono per la prima volta in quell’arco di tempo notturno.
“Qual’era il tuo?”
Una domanda. Una semplice domanda di quattro insignificanti parole che esigeva un’immediata risposta.
Non era suo solito far attendere il proprio interlocutore, così, con disinvoltura, si preparò a dare il suo responso.
“Che i sognatori spesso mentono.”
Grida di risa si levarono in cielo, contrastando le tacite stelle.
“Quando dormono e sognano cose vere!” Aveva esclamato lui, sorridendo a sua volta.
“Oh, vedo che è venuta a trovare anche te la Regina Mab.
 Non capiva. Come avrebbe potuto?
“Lei è la levatrice delle fate.” Spiegò paziente. “Non più grande d’un’agata che splende sull’indice a un priore. In volo, la tira una muta d’invisibili farfalle sul naso di chi dorme. Le ruote del cocchio, guscio di nocciola, girano con raggi di lunghe zampe di ragno, il mantide d’ali di cavallette, i finimenti d’umidi raggi di luna; un osso di grillo serve per frusta, un moscerino che funge da cocchiere in livrea grigia grande meno della metà del verme che gonfia il dito alle fanciulle pigre.
E così Mab galoppa, notte dopo notte, dentro i cervelli degli amanti, ed essi sognano d’amore, o sulle ginocchia dei cortigiani che allora sognano inchini e cerimonie o sulle dita dei legali che allora sognano compensi, o sulle labbra di donne che allora sognano baci: labbra che spesso Mab copre di bolle affinché fiatano aria di guaste confetture.”
Qualcuno di loro rise, interrompendo il flusso improvviso dei suoi pensieri.
Ma lui non si fece scoraggiare, continuando, sempre più a fondo, a dare voce a quelli che ognuno di noi è solito chiamare ‘sogni.’
“Mab galoppa sul naso a un cortigiano che allora sogna l’odore d’una buona carica, o s’avvicina al naso d’un prelato che dorme, e lo sfiora piano con la coda d’un porcellino della decima, ed ecco il sogno d’un nuovo beneficio. Altre volte passa sul collo d’un soldato, che sogna quindi gole nemiche tagliate, brecce, imboscate, lame spagnole, brindisi con tazze profonde cinque braccia!”
Qualcosa nel suo sguardo cominciava ad imbrunirsi, a farsi più serio, più marcato.
S’allontanò dalla folla, la quale troppo pressante e compatta gli faceva mancare l’aria, e corse verso un nuovo punto, uno spiazzo isolato che si diramava in un dedalo di vie.
L’unica luce proveniva dall’immobile luna, la quale, fino a quel momento, aveva ascoltato attenta i suoi intricati discorsi.
“Questa è Mab!” Gridò. “La stessa che di notte arruffa le criniere dei cavalli e impasta, nei luridi e grassi crini, nodi d’elfi, che a scioglierli portano sventura! Mab è la strega che se trova supine le ragazze le costringe all’abbraccio, e le insegna a portare per la prima volta! E’ Mab! E’ sempre lei!”
Silenzio.
I suoi compagni lo guardarono impauriti.
“Mab..”
Sussurrò ancora, prima di ritrovarsi volto a volto con il suo sogno, il quale, preoccupato dall’improvvisa follia dell’amico, era corso in suo aiuto.
Il tocco delle sue mani sulle sue braccia quando Romeo cercò di scuoterlo gli provocò scosse d’energia talmente potenti che gli sembrò che il terreno sotto ai suoi piedi si stesse sgretolando fino a franare del tutto.
“Basta, basta Mercuzio!” Gli disse.
“Tu parli.. di nulla.”
Quest’ultimo gli rivolse un sorriso amaro, simbolo di rassegnazione e di qualcosa di emblematico impossibile da decifrare.
“Io parlo di sogni. Figli di un cervello ozioso, generati da nient’altro che da una vana fantasia, la quale ha natura leggera come l’aria, ed è più incostante del vento, che ora è in amore sul grembo gelido del Nord, e poi sdegnato se ne va sbuffando con la faccia al Sud, fresco di rugiada.”
Avrebbero continuato a fissarsi per ore.
Lui avrebbe continuato ad assaporare con gli occhi quell’espressione d’angelo maturo che dipingeva il volto del suo sogno, senza stancarsene mai.
Ma non fu possibile, poiché Benvolio li distrasse dalle loro parole.
“Parli di vento e noi dobbiamo volare alla festa!”
L’allegra marcia riprese il suo cammino, raccogliendo le fiaccole, agitandole nell’indaco del cielo, e vomitando stonate canzoni popolari.
Romeo diede una pacca alla nuca di Mercuzio, sorridendogli spensierato.
“Andiamo!”
E si unì al resto del gruppo, che avanzava con passo veloce tra le mura della città addormentata.



 
Andiamo, si, e che questa notte sia in grado di soffocare almeno per qualche ora l’antica passione che scava nelle viscere di quel pover’uomo, il quale, guardando in viso ciò che di più caro aveva, si rese conto di non poterlo possedere mai.






 







Spazio autrice : 
Eccomi approdata di nuovo sui soleggiati lidi di EFP, dopo innumerevoli mesi! Devo dire che mi è mancato scrivere e pubblicare qui. 
Dunque, ciò che scriverò nei prossimi giorni sarà incentrato su un'altra mia grande passione, Romeo e Giulietta, di William Shakespare, il mio dio personale. 
Non vi anticipo nulla poiché voglio che vi godiate i capitoli mano mano che verranno, ma, ciò che voglio dirvi è che, per creare questa fanfic ho preso spunto da vario materiale : la mia copia italiano-inglese di R&G, il mio dvd di Franco Zeffirelli, ed il mio amato Musical 'Ama e Cambia il Mondo.' Le battute sono un concentrato di questi tre elementi. 
Spero che apprezziate questo mio modesto scritto, 
una recensione è sempre gradita 
Rebekah 
 



 
 
 
 
  
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