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Autore: Dragon_Flame    30/05/2014    2 recensioni
Firenze, luglio 2013.
La vita di Lidia Draghi, adolescente alle prese con l'ultima estate prima degli esami e con la fine di una relazione sofferta, prende una svolta inaspettata nell'incontro con Ivan Castellucci, padre di Emma, che deve affrontare un difficile divorzio.
Una strana alchimia li lega e la certezza di aver trovato la propria metà si fa pian piano strada nei loro cuori. L'unico problema sta nella loro differenza d'età: vent'anni. Lidia ha diciott'anni, Ivan trentotto. Aggiungiamo poi una madre impicciona, un ex-ragazzo pedante, un fratello inopportuno e pseudo ninfomane, un'ex-moglie inacidita che cerca di strappare a Ivan la loro unica figlia e mixate il tutto.
Mille difficoltà ostacoleranno la relazione segreta fra i due protagonisti, ma il loro sentimento sarà più forte del destino che sembra contrario al loro amore?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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1.


"Mi dispiace, Lidia, ma io non ti amo più."
Roberto guardava basso, non riusciva a sostenere lo sguardo addolorato della sua ormai ex ragazza. Lidia tremava, lottava per trattenere le sue emozioni, tuttavia non ci riusciva proprio: il bel volto a cuore era rosso e lucido di lacrime salate.
"Perché?" farfugliò lei incredula.
Roberto levò gli occhi per incontrare i suoi, azzurri, splendidi e così dolorosamente vividi. Provò una stretta al cuore: lei lo aveva amato tanto e lui invece da perfetto idiota aveva calpestato quel suo sentimento senza pietà, andando a incasinarsi per sei mesi con un'altra ragazza. Ora, per amore di quest'ultima, aveva deciso di lasciare Lidia, ma proprio non ce la faceva a dirle il motivo.
"Perché io ho un'altra" sussurrò riluttante e a bassissima voce, sperando quasi che la giovane seduta davanti a lui in quel microscopico e affollatissimo café del centro città non sentisse la frase.
Ma Lidia aveva udito fin troppo bene, con una chiarezza vivissima. La sua faccia trasfigurò: l'espressione afflitta e incredula che si rispecchiava nelle iridi d'azzurro cristallo si dissolse, lasciando il posto a un'emozione cupa e scintillante, inintelligibile, minacciosa e furibonda. La castana s'alzò in piedi, fremente, non più ignara del tradimento subito. Raggirò con un passo il tavolino che la separava dal suo ormai ex ragazzo con una lentezza apparentemente tranquilla e normale, portandosi davanti al biondo che s'era a sua volta alzato dalla sua sedia, uno sguardo imbarazzato e vergognoso che aleggiava negli occhi castano-verdi.
"Mi dispiace di averti ferita... spero che saprai perdonarmi per ciò che ti ho fatto." Le parole di Roberto scottarono così umilanti e spudorate che Lidia si sentì fremere da una violenta fiamma di amarezza e frustrazione. La giovane allora allungò di scatto le mani verso i baveri della camicia del ragazzo, stringendoli con forza e trascinando il suo volto sullo stesso piano del proprio, in modo da guardarlo dritto negli occhi. Intanto le persone più vicine a loro li osservavano incuriositi e divertiti al tempo stesso, spettandosi una qualche scenetta comica de raccontare poi ai conoscenti. Gli occhi azzurri di Lidia lampeggiavano irati e collerici, le labbra erano serrate e l'espressione del viso tesa e contratta.
Avvicinando ancor di più il proprio volto a quello di un Roberto confuso e sorpreso, Lidia gli urlò poche, semplici, chiare parole.
"Vattene al diavolo con la tua sgualdrina, stronzo!"
Quindi gli diede una forte spinta, tale da farlo cadere rumorosamente di peso sul pavimento del café. Lidia uscì dal locale tra le risatine malrepresse dei molti presenti che deriddevano Roberto per l'umiliazione pubblica.
La castana camminava nella sera umida e calda di fine giugno, piangendo sommessamente. La ferita inflittale era aperta e sanguinante e la faceva soffrire, in più l'umiliazione del tradimento bruciava nitida e rovente nel suo intimo, tuttavia insieme a queste due emozioni provava anche una bizzarra sensazione di liberazione. Si sentiva stranamente felice mentre passeggiava. Aveva chiuso un capitolo non proprio bello della sua giovane vita. Ora poteva aprirsi a nuove esperienze, a nuovi amori, possibilmente non lunghi e tormentati come quello trascorso insieme a Roberto nell'arco di due anni. Due anni di continui tira e molla e di litigi sempre più frequenti negli ultimi tempi.
Lidia aveva diciott'anni, aveva appena terminato il quarto liceo linguistico e si sentiva disillusa dall'amore; tutto a causa di Roberto. Era stato il suo primo ragazzo, la prima vera storia importante dellasua vita l'aveva vissuta con lui, seppur sei anni di differenza pesavano parecchio sulla loro relazione. Roberto, dall'alto dei suoi ventiquattro anni, la vedeva forse ancora come una bambina, anche se era stato lui con il suo comportamento puerile ad aver scritto la parola fine sulla loro storia. Per un tradimento era andato tutto a puttane. Che merda.
Rientrando a casa dopo la breve passeggiata serale, Lidia s'asciugò le ultime lacrime rimaste, anche se chiunque si sarebbe potuto accorgere che aveva pianto. Il suo volto lucido e arrossato si rifletteva nel grande specchio dell'atrio. Chiudendo la porta a chiave, la castana sospirò piano, profondamente, sistemando quindi il leggero giacchetto di jeans nel guardaroba della stanza.
S'affacciò alla porta del salotto. Sua sorella Eva, di quindici anni, se ne stava seduta al tavolo a chattare con un'amica su Facebook per mezzo del suo pc. Stesa comodamente sul sofà, sua madre Sara, sulla quarantacinquina, leggeva 'Guerra e Pace' di Lev Tolstoj. Entrambe la salutarono con un cenno, poi Eva si levò in piedi, chiudendo il suo account Facebook e arrestando il sistema del portatile.
"Cos'è successo con Roberto?" le domandò con un'espressione di curiosa solidarietà nei vispi occhi castano chiaro.
Andandosi a sedere insieme nell'altro divano del salotto, Eva passò un braccio intorno alle spalle della sorella, come per confortarla. Lidia sospirò tristemente, quindi sbuffò irritata.
"Mi ha confessato di avermi tradita e così io l'ho lasciato" disse in un soffio, scrollando tediata la testa nel vano tentativo di dare un ordine ai suoi capelli ricci e perennemente disordinati.
Sara, nell'udire quelle parole, alzò di scatto gli occhi cerulei sulla figlia, le labbra rosse e piene scomposte in un'espressione di incredula sorpresa.
"Oh, tesoro, mi dispiace tanto!" esclamò la madre, lasciando la sua lettura sul tavolo del salotto per poi correre a sedersi accanto a Lidia, che era sul punto di piangere nuovamente. Le strinse il capo tra le mani delicate, facendolo posare sul suo seno materno, come faceva quando lei era piccola e correndo cadeva e si sbucciava il ginocchio. Lidia deglutì, frenando le lacrime caparbiamente.
"A me non dispiace più di quel tanto, mamma. Ho solo sprecato due anni con un individuo che non mi meritava e ora quel capitolo si è chiuso e non voglio più parlarne. Non me ne frega più nulla di lui, davvero."
Eva scrutò il volto della sorella maggiore, osservandola con l'aria di chi la sa lunga. Conosceva perfettamente Lidia e sapeva che, se lei voleva tenere per sé i propri sentimenti negativi, li mascherava con un apparente menefreghismo e un rigido autocontrollo, dimostrandosi fredda, fiera e imperturbata. Però quella volta le era davvero arduo evitare di vacillare: quel tipo di delusione le era nuovo e la tentazione di lasciarsi andare in lacrime era forte. Sapendo però che tutto sarebbe passato, prima o poi, Lidia s'imponeva di comportarsi da persona forte e cinica, nell'attesa di cicatrizzare le proprie ferite.
"Sai, tesoro? Prima mi ha telefonato Giorgio: lui e Maria hanno intenzione di organizzare una lunga vacanza a fine luglio per festeggiare i loro vent'anni di matrimonio. Pensavano di invitarci con un po' di altri amici... ti piacerebbe venire con noi invece di farti il solito mese di campeggio al mare? Ci divertiremo." Sua madre le sorrise incoraggiante, nel tentativo di trasmettere un po' del suo entusiasmo alla primogenita. "Ci sarà anche Céline" aggiunse poi.
Lidia sorrise pensando a Céline: era la sua migliore amica e si conoscevano praticamente da una vita. Già Sara e Giorgio, rispettivamente la madre della prima e il padre della seconda, erano amici di vecchia data nonché ex compagni di università, in più le due amiche abitavano a pochi isolati di distanza l'una dall'altra e frequentavano lo stesso istituto, seppur in due indirizzi diversi: Céline era nel corso scientifico giuridico e Lidia nel corso linguistico di tedesco, inglese e francese. Il vero nome della sua best friend, una minuta ragazza solare e gioviale dal corpo rotondetto e i ricci capelli e i grandi occhi dello stesso colore del mogano, era Celia, tuttavia veniva chiamata da tutti Céline, soprannome affibbiatole dalla nonna materna di origine belga.
"Penso che non sia una cattiva idea... mi sono rotta di andare a Riva Verde tutti gli anni: tanto il mare è sempre uguale lì; è stupendo, ma non cambia mai..."
Eva soffocò una risatina: sua sorella adorava Riva Verde e il mese che trascorreva lì durante l'estate era il periodo più atteso da lei nel corso dell'anno, tuttavia si costringeva perfino a rinunciare a tornare lì in vacanza pur di evitare di rincrociare Roberto, che come altri loro conoscenti passava lì l'estate.
"Chi altri ci sarà, oltre a noi? E dove andremo di bello?" domandò Eva con la sua solita energia e voglia di sapere sempre tutto.
Sara le sorrise. Avrebbe voluto vedere anche Lidia entusiasta come la figlia minore, tuttavia non riusciva proprio a coinvolgerla un po' nel progetto.
"Potresti chiedere a Mattero di venire con noi, se i suoi genitori glielo permettono. Almeno passetere la vacanza insieme." Matteo era l'innamoratissimo ragazzo sedicenne di Eva, con cui faceva coppia fissa da più di un anno. "Con Giorgio e famiglia verrà anche Diego." Diego era il ragazzo di Céline. "Anche Rita e Tony si sono aggiunti alla comitiva; si annoiano a stare soli in città con quest'afa e hanno pensato che gli avrebbe fatto bene cambiare aria per un po'." Margherita e Antonio, questi erano i loro veri nomi, erano una coppia sposata che Domenico, il padre di Lidia ed Eva, conosceva benissimo: era perfino andato a scuola con Rita. I due avevano due figli, Fabrizio di venticinque anni e Federica di ventuno, tuttavia essi vivevano lontani, uno a Londra per motivi di lavoro, l'altra a Trieste per studiare all'università. "Maria ha anche accennato ad altri possibili componenti aggiuntivi. Ti ricordi di Ivan e Alessia, Lidia? Erano anche venuti al battesimo di Eva... ma forse tu non ti ricordi, eri tanto piccola... beh, devi sapere che alla fine si sono sposati e hanno una splendida figlia di otto anni che si chiama Emma. La bambina è amica di Marco" - figlio minore di Maria e Giorgio e fratello di Céline - "e così hanno insistito per trascorrere le vacanze estive insieme. Se decidono di venire, allora si aggiungeranno anche loro al nostro gruppo."
Lidia annuì distrattamente, annoiata da quell'elenco interminabile. Non le importava di chi sarebbe venuto con loro in vacanza, sempre che lei avesse deciso di seguire i genitori; stava pensando ad altro.
"Mamma, dove andremo in vacanza?" insisté Eva, impaziente di conoscere il luogo.
"Forse in Valle d'Aosta, tesoro" asserì la madre. "Pensavamo di trascorrere tre settimane tutti insieme sulle Alpi. Le montagne sono meravigliose! E in più l'ideale per evitare il caldo opprimente di questi giorni."
Le montagne, pensò Lidia indifferente. Be', almeno sarò impegnata a concentrarmi su dove mettere i piedi ed evitare di cadere, quindi non penserò troppo a Roberto, si disse ironica. L'idea non le pareva tanto negativa, in fondo. Forse avrebbe portato una ventata d'aria fresca nella sua vita, aggiunse poi sarcastica. Quasi quasi era tentata di partire con la famiglia alla volta delle Alpi.
, decise, sarebbe andata con loro. Al diavolo la depressione per la fine della sua relazione.
Le vacanze erano le vacanze.

 
***

N.d.A.
Salve a tutti coloro che arriveranno a leggere le note. Come anticipato nell'introduzione, questa storia è già stata pubblicata in precedenza con un titolo differente in questa stessa sezione, per cui qualcuno di voi lettori potrebbe conoscerla. In caso contrario, spero che il primo capitolo vi sia piaciuto e che vi abbia invogliati a leggere la mia fic.
Aggiornerò con cadenza piuttosto regolare - diciamo una volta a settimana -, ma se ci dovessero essere problemi di pubblicazione dei capitoli lo farò presente nelle note d'autrice.
Bon, non ho null'altro da dire, per cui termino qui. Ah già, spero che la fic vi piaccia. E che recensiate in tanti. :3
Buona lettura a tutti, e buon pomeriggio!


Flame
  
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