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Autore: Inathia Len    30/05/2014    7 recensioni
EX "BE MY MIRROR, MY SWORD, MY SHIEDL
Rivisitazione della terza stagione ad opera del mio cervello malato.
E se Sherlock decidesse di tornare non solo perché vuole rivedere John, ma perché è la sua ultima occasione? Che cosa nasconde il consulente detective?
E se John, compagno di Sherlock, non avesse mai incontrato Mary, sarebbe ancora stato innamorato di Sherlock due anni dopo la caduta?
NOTE: 1. Johnlock
2. nessunissima Mary o Magnussen, ma pura e semplice angst
3. può essere che Sherlock risulti un po' OOC, mi sfugge sempre, quel bravo ragazzo
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Molly Hooper, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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QUELLI CHE RESTANO

 

Un anno dopo

 

-Non posso darle le pillole che mi chiede, non credo siano neppure in commercio. Mi dispiace, signor Watson-Holmes.-

-Solo Watson.-

-Ma la sua scheda...-

-Lo so cosa c'è scritto- ringhiò John. -Ma è solo Watson.-

Non stava andando bene, non andava bene affatto. Era passato un anno e quella era la prima volta che usciva di casa, che usciva dalla loro stanza.

Greg aveva insistito, Mycroft aveva insistito, la signora Hudson aveva insistito, Milly aveva insistito... Ma lui si era deciso solo spinto dalla necessità.

Non ce la faceva più. Quell'anno era stato lungo e vuoto e altrettanti anni identici a quello lo aspettavano.

-Va bene, signor Watson, come preferisce. Ma quelle pillole non gliele posso dare lo stesso. Forse qualcosa per dormire...-

John guardò il terapista, scettico.

-Io non voglio dormire. Io ho bisogno di dimenticare.-

-Si dia del tempo. Ciò che ha passato negli ultimi tre anni...-

-Lo so cosa ho passato- lo interruppe John, stringendo i pugni. -Lo so. Quindi non mi dica quello che devo fare, perché potrei scriverci un manuale, su come superare il lutto.-

-Bè, non mi sembra stia funzionando, signor Watson-Holm... scusi, signor Watson. Perché lei sta male come il primo giorno, se non di più.-

John distolse le sguardo e lo puntò sul soffitto per nascondere le lacrime.

Ormai non se lo sognava più solo la notte, ma era diventato una presenza costante al suo fianco. Erano come allucinazioni, visive e sonore. Era arrivato a credere di sentirlo muoversi per casa, c'erano sere che preparava la cena per due e poi faceva per mandargli un messaggio quando non arrivava. A volte, invece, lasciava scattare la segreteria solo per sentire le loro voci insieme.

-Signor Watson?-

-Lei non capisce. Io ho bisogno di dimenticare.-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tre anni prima

 

-John, mi passi il telefono?-

La voce di Sherlock gli arrivò ovattata attraverso l'acqua scrosciante. Possibile che il suo coinquilino ne avesse sempre una, soprattutto quando lui era sotto la doccia?

Chiuse l'acqua e si infilò l'accappatoio. Jack era al computer -il suo laptop- e guardava accigliato lo schermo.

-John?-

-E dove sarebbe?- chiese, frizionandosi i capelli con l'asciugamano.

-Giacca- fu la bisillaba risposta. 

John sospirò e infilò una mano nella giacca che Sherlock indossava, raggiungendo la tasca interna. Gettò il cellulare sul tavolo e si chinò sopra la spalla di Sherlock per vedere cosa stesse facendo.

-Stai di nuovo controllando la grammatica del mio blog!- esclamò indignato, cercando di rubargli il computer. -Ma la vuoi smettere?-

-John, non è colpa mia, è il tuo blog che implora il mio aiuto...- cominciò, ma si dovette interrompere perché l'altro aveva cominciato a colpirlo sulla testa con un giornale arrotolato.

-Idiota.-

-Lo so, ma sono in buona compagnia- ribatté Sherlock, un sorriso sornione sul volto.

-Bah, vado a vestirmi o farò tardi a lavoro.-

-Sta sera andiamo fuori a cena- gli gridò dietro Sherlock.

-Non sono il tuo appuntamento- mise in chiaro John, girando i tacchi e tornando verso il salotto.

-Bè, potresti provare. Potremmo. Sarebbe un esperimento.-

-Un esperimento?- chiese scettico John, sollevando un sopracciglio.

-Solo per questa volta- gli promise Sherlock...

 

 

 

 

 

 

 

-Ma non è stato solo per quella volta, vero? È stata solo la prima di molte, no?-

Le parole del terapista lo riportarono bruscamente al presente. Aveva parlato ad alta voce?

-John, -posso chiamarla John?- vada a casa. Magari cambi appartamento, giro di amicizie, ma non si chiuda. È peggio, mi creda. Sono sicuro che suo marito avrebbe voluto...-

-Vivere, ecco cosa Sherlock avrebbe. Ma non ha potuto, non ce l'abbiamo fatta, non questa volta.-

 

 

 

 

 

 

 


Due mesi dopo

 

Fu Greg ad arrivare per primo sulla scena. Una signora aveva chiamato in centrale dicendo di aver sentito uno sparo mentre portava il cane a fare i bisogni al parco.

Greg sapeva di cosa si trattava, di chi, ancora prima di mettere piede ad Hyde Park. Un colpo di pistola, uno solo, aveva oltrepassato il cervello del poveretto, da tempia a tempia. L'arma la teneva ancora stretta in mano, il sangue gli imbrattava il volto.

Riconosceva quel luogo Greg, ci era stato solo un anno e due mesi prima. Avevano celebrato un matrimonio, all'epoca, e poi avevano perso tutti tutto.

Ma John era stato quello che aveva perso più di tutti.

E ora Greg si sentiva in colpa. Se gli fosse stato più vicino, se non si fosse ributtato subito a capofitto nel lavoro...

-Signore, abbiamo trovato questo accanto al corpo- disse uno della scientifica, porgendogli una busta con dentro un foglio di carta. Un biglietto d'addio. -Direi che si tratti di suicidio.-

Greg abbassò lo sguardo e lesse le parole che quella mano tremante aveva tracciato.

 

Ci ho provato, non ce l'ho fatta.

Sto arrivando.

 

E Greg si tolse il cappello in segno di saluto quando il corpo senza di vita di John Watson-Holmes venne caricato sull'ambulanza.

 

 

 

 

 

 

Inathia's nook:

è con il cuore in lacrime che spunto la casellina "completa" di questa storia. perdonatemi il finale, ma non pensavo ci fosse altro modo per concluderla. Non ce lo vedevo John allegro e felice come una pasqua, non dopo tutto quello che gli era successo. E Sherlock è morto davvero, questa volta. Perdonatemi davvero, signore, ho un groppo al cuore ogni volta che rileggo tutta la storia. 

La foto iniziale del capitolo è un quadro di Boccioni che ho trovato tremendamente perfetto per l'epigolo. In realtà, mi ha accompagnata per tutta la scrittura e quindi ho deciso di inserirlo alla fine.

eeeeee, niente. 

Grazie mille per essermi state vicine per queste settimane. Un ringraziamento particolare va a Johnlock is the way perchè è pucciosissima e se lo merita. e poi c'è un grosso bacio sbavoso per voi tutte anime pie che avete recensito pazientemente capitolo per capitolo, facendomi ridere e sentirmi un po' in colpa con i vostri commenti ;) un grandissimo abbraccio a chi ha letto silenziosa, ha ricordato e preferito la storia, seguendo i miei svarioni tragici settimana dopo settimana. 

e infine grazie a te, lettore/lettrice random, che ti sei letta la storia tutta d'un fiato. grazie della tua fiducia, spero che ti sia piaciuta.

e ora, come si dice sempre:


"Larga è la foglia,

stretta è la via,

dite la vostra

che io ho detto la mia"

  
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