Nick dell’autore:
slytherin ele
Titolo: Lately, I’ve
been losing
sleep… (Prima storia: My conscious dream; Seconda storia: My
unconscious love)
Fandom: Skins
Personaggi:
Maxxie Oliver , Anwar Kharral, James, Dale ( ti comprendo se non ti
ricordi chi
è, ma dovevo metterlo, mi ha colpito troppo ;))
Generi: Generlae, Romantico
Citazioni: “Lately,
I’ve been losing
sleep, dreaming about the things that we could be.”
Avvertimenti:
Slash
Introduzione: Sono due storie
introspettive che entrano
nella mente di Maxxie, guardando che cosa pensa riguardo a due
situazioni: il
sogno di una vita e un amore inaspettato
Lately,
I’ve been
losing sleep…
My conscious
dream.
Londra. Maestosa e bellissima si
ergeva davanti a me. Un sorriso
sincero si aprì sul mio volto: ero felice.
Alla fine avevo girato pagina,
tagliato i ponti con la mia
vecchia vita, forse non avevo lasciato indietro proprio tutti, James e
Anwar
erano con me, avrei sentito ancora qualcuno degli altri probabilmente,
ma non
mi sarei fatto frenare dalle aspettative di mio padre, dalle paure di
mia
madre, dai miei dubbi.
Avevo davanti un futuro?
Forse… o forse avrei fallito e
sarei tornato con la coda fra le gambe a casa, a Bristol.
Ma non mi sarei dato per vinto, non
senza provarci. Ero
stato sveglio notti intere, a rimuginare, a pensare; avevo perso il
sonno,
sognando quello che avrei potuto essere, quello che avrei potuto
ottenere. Non
potevo tirarmi indietro, era la mia occasione, forse l’unica
che un ragazzo
come me avrebbe mai avuto. L’unica arma che avevo era la
danza e l’avrei usata
per farmi strada, per diventare qualcuno e dimostrare a tutti coloro
che non
avevano creduto in me, che potevo farcela.
Sentì le gambe tremare,
mentre mi dirigevo verso il palazzo
dove si sarebbero tenute le audizioni, mi girai di botto, incerto se
continuare. Mi accorsi che mi stavo torturando le mani solo quando
James me le
prese tra le sue.
“Andrà tutto
bene.” Sussurrò, sorridendomi. Lo guardai negli
occhi e tutto sembrò sparire: il mondo intorno, le mie
preoccupazioni
sembravano non avere più alcuna importanza.
“Ha ragione, Maxxie! Se non
ti prendono, ci perdono loro!”
esclamò Anwar, rompendo il momento romantico e facendoci
ridere. Sorrisi al mio
migliore amico e speri un bel respiro.
O la va o la
spacca!
Pensai, un attimo prima di mettere piede nell’edificio Dipende solo da me.
My
unconscious love
Non ci avevo mai pensato, neanche per
un secondo che potesse
nascere qualcosa fra di me e lui, finché non mi aveva
baciato. In realtà non
c’era nulla di strano nel non aver capito i segnali: non ce
ne erano stati di
nessun genere! Come potevo immaginare che uno dei bulletti che mi
prendevano
per i fondelli ogni santo giorno, che se potevano mi lanciavano oggetti
addosso
e facevano battutine spinte di cui, probabilmente, non conoscevano
neanche il
vero significato, fosse non solo gay ma si fosse anche preso una gran
cotta per
me. Era irreale! Eppure era successo.
Dopo quella sera non ero riuscito a
pensare ad altro, forse
sarebbe stato giusto respingerlo, insultarlo, forse anche picchiarlo,
ma non ce
l’avevo fatta, il mio corpo aveva reagito in
tutt’altro modo e la ragione se
era volata via in un attimo.
Per giorni interi, forse
più di una settimana non ci eravamo
nemmeno incrociati, i suoi amichetti idioti erano sempre lì,
tutte i santi
pomeriggi ad aspettarmi su quelle scale per sfottermi, ma lui non
c’era.
Per un attimo ci avevo creduto, me lo
sarei ritrovato
davanti alla porta, mi avrebbe dichiarato il suo eterno amore e avremmo
affrontato
a testa alta e insieme quei cretini.
Poi l’avevo visto, di nuovo
con loro a scherzare, ridere e
insultare quelli come me, quelli come noi e forse una lacrima era
sfuggita al
mio controllo, mentre mi rifugiavo in camera mia.
Avevo rimuginato intere notti su
quello che era successo,
cercando di convincermi che mi ero illuso, che ero stato stupido, che
lui non
sarebbe cambiato; in fondo era consapevole che dentro di me la domanda
c’era
ancora: ci sarebbe potuto essere qualcosa fra noi? La scacciavo veloce,
scuotendo il capo e sforzandomi di dormire, ma l’ultimo
pensiero era sempre lo
stesso, una singola parola che rimbombava nella mente, un nome che non
voleva
sparire. Dale.