Aiutoooo! Lo spirito demenziale ha contagiato anche me! Per sapere come sia potuta venirmi in mente una simile idiozia, vi aspetto alla fine della storia!

Cabina di Harlock

Harlock fissò la faccia larga e barbuta del “collega” che occupava quasi tutto lo schermo delle comunicazioni private, nella sua cabina. Era seduto rigidamente sulla sua poltrona e proprio non riusciva a comprendere quello che Jack* gli stava tentando di spiegare da un quarto d'ora.
“Continuo a non capire, Jack... - sospirò, portando alle labbra il solito bicchiere di vino rosso con aria annoiata - Esattamente che cosa vuoi da me?”
L'altro alzò gli occhi al cielo.
“Mi sembrava di essere stato chiaro, ma evidentemente mi sbagliavo, quindi te lo rispiego, e cerca di aprire bene le orecchie. Si tratta di un'iniziativa benefica, una specie di raccolta fondi per pirati anziani, malati o bisognosi. E tu dovresti fare il testimonial, per così dire. Tutto qui. Niente di difficile.”
“E da quando su Tortuga** vi preoccupate di aiutare chi è in difficoltà?” chiese Harlock ironico.
Jack cominciava davvero a perdere la pazienza. Sapeva che sarebbe stato un osso duro, ma non immaginava così tanto.
“Insomma, Harlock, il tempo passa per tutti. E noi comuni pirati non c'abbiamo il culo che hai tu, che sarai eternamente giovane, bello e in salute, grazie alla Dark Matter o come diavolo si chiama!”
Harlock si incupì.
“Non sai di che cosa parli. Comunque, fareste bene a essere un po' più previdenti e pensare al futuro. Molti non si troverebbero a mal partito, se non dilapidassero fortune in whisky di pessima qualità e donne di dubbia reputazione...”
Jack allargò le braccia. Pure saggio e moralista mi sei diventato! Che noia!
“E che razza di pirati saremmo? Sai come diceva quel tale: ho speso un sacco di soldi in donne, alcol e space wolf superveloci... tutti gli altri li ho sperperati***. Tornando a noi, visto che non siamo tutti assennati e lungimiranti come te, allora ci stai?”
“D'accordo, mi hai chiarito il nobile scopo dell'iniziativa. Ma la mia domanda è sempre la stessa: io che cosa c'entro? Quale sarebbe il mio ruolo in tutto ciò?”
“Ti ho già detto anche questo. Dovresti prestare la tua immagine. In pratica, fare delle fotografie, una per ogni mese dell'anno, con cui sarà realizzato un calendario. Il ricavato delle vendite dello stesso costituirà il fondo di assistenza di cui sopra. Non mi pare un grosso sacrificio. E poi è per una buona causa.”
Harlock alzò un sopracciglio.
“A parte il fatto - commentò sarcastico - che la mia foto è già appesa in tutte le stazioni di polizia, e non solo, dell'universo conosciuto, quindi non vedo perché qualcuno dovrebbe tirare fuori dei soldi per vederne delle altre... comunque, che cosa sarebbe un … come l'hai chiamato... calendario?
“Strano tu non lo sappia, pensavo fossi un uomo di cultura... Era una cosa che anticamente serviva a … contare il tempo, a segnare le scadenze, gli appuntamenti... Una specie di block notes, con i mesi, le settimane, i giorni... Uno se lo teneva appeso, che so, in casa, sul posto di lavoro... ... Per renderli più carini, si aggiungevano delle immagini, paesaggi, quadri, animali... Verso la fine del XX secolo erano in auge i calendari con foto... artistiche. Ed è a questi che vorremmo ispirarci. Niente a che vedere con le foto segnaletiche, queste saranno a figura intera, e molto più belle!”
Harlock non si capacitava di ciò che sentiva. Lassù dovevano bersi (e forse non solo quello) proprio della robaccia. Rimpianse di non poter cacciare Jack in uno dei cannoni dell'Arcadia e spararlo nello spazio profondo.
“Primo: ma al giorno d'oggi uno che cosa se ne fa di un'anticaglia del genere? Secondo: perché proprio io? Terzo: per me sarà un flop, non lo vorrà nessuno.”
“Ma perché non cerchi di essere un po' più positivo, per una volta? Abbiamo fatto delle indagini di mercato, cosa credi, prima di scegliere il testimonial, e tu sei risultato di gran lunga in cima alle preferenze. Quindi il calendario andrà a ruba, fidati!”
“Io continuo a nutrire forti dubbi in proposito - si versò altro vino - Nella remota ipotesi che io accetti, che cosa dovrei fare?”
“Solamente posare. Pensiamo a tutto noi, fotografo, attrezzature, ecc. ecc. Ah, naturalmente il set dovrà essere l'Arcadia.”
Harlock sobbalzò sulla poltrona, all'idea di un simile trambusto sulla sua astronave.
“Cosa?!? E perché?”
“Perché ci sono dei luoghi e degli oggetti-culto intrinsecamente legati al tuo personaggio: il timone, lo scranno, la tua cabina, il computer centrale... Stoneresti in qualunque altra ambientazione, dai retta a me!”
Harlock taceva accigliato. Si rese conto con sgomento che una parte di lui era fortemente lusingata da quella proposta, e la cosa non gli piaceva per niente.
“Allora, accetti? Se sì, preparo il contratto al volo e possiamo far partire la giostra...”
“Contratto? Pure?”
“Eh sì, occorrono le liberatorie e tutto il resto. Non vogliamo ci siano problemi dopo!”
Il capitano ne aveva abbastanza.
“Senti, Jack, ti prometto che ci farò un pensiero, in nome della nostra antica amicizia. Ti faccio sapere entro un paio di giorni, d'accordo?”
“D'accordo... ma non metterci troppo tempo, o ci dovremo rivolgere altrove... scommetto che il tuo nuovo acquisto, lì, il novellino, non si farebbe tanto pregare!”
“Chi? - strillò Harlock, colpito nell'orgoglio, con una voce insolitamente stridula - Quella mezza porzione di pirata? Sono il suo comandante e glielo proibirei, a costo di metterlo ai ferri!”
“Sì certo certo...” ridacchiò Jack chiudendo la comunicazione.
Qualcosa gli diceva che aveva toccato il tasto giusto.

Cabina di Kei

“Allora, com'è andata?” chiese Kei con impazienza, quando sullo schermo delle comunicazioni private comparve il faccione di Jack.
Meeme, seduta sul letto alle sue spalle, tracannava da una bottiglia come se la cosa non la coinvolgesse.
“Ragazze, ho sudato sette camicie! Che il vostro capitano fosse testardo lo sapevo, ma con l'età è decisamente peggiorato!”
“D'accordo, lo sappiamo anche noi - tagliò corto la ragazza - Ma alla fine si è convinto?”
“Non ne sono sicuro, ha detto che mi darà una risposta a breve, ma secondo me alla fine accetterà.”
“Hai giocato la carta Yama?”
“Eh sì, ho dovuto. Ma avevate ragione, è stata una mossa vincente, si è proprio alterato. Era buffissimo!” e qui il pirata si lasciò andare a una grassa risata.
Poi ridiventò di colpo serio.
“Se la cosa va in porto, qual è la vostra percentuale?”
Le due donne si guardarono.
“Percentuale? Forse non hai capito, a noi i soldi non interessano. Puoi farci quello che ti pare. Magari potresti effettivamente usarli per una buona causa, per una volta!”
“Ah! E voi che cosa ci guadagnate, allora?”
Altra occhiata complice tra le due.
“Vogliamo posare con lui in alcune foto e, naturalmente, avere tutti i provini e svariate copie del calendario. Gratis.”
Jack era perplesso.
“Di questo però non ne ho parlato con lui... Lui pensa di essere l'unico protagonista... non credo che accetterà...”
“Lo farà, invece, se tu lo metterai nelle clausole del contratto... in un carattere microscopico, così, per sicurezza.”
“Siamo proprio certi che abbia capito di che genere di foto si tratti?” chiese di punto in bianco Meeme, con voce soave e aria innocente.
Jack si grattò la testa.
“Beh... suppongo di sì... Dopotutto, è un uomo di mondo... e non è nato ieri!”
“A scanso di equivoci, metti bene in chiaro nel contratto anche questo - intervenne Kei con decisione - Sempre in caratteri piccoli piccoli, eh, mi raccomando!”
La sicurezza di Jack cominciò a vacillare. Quando le ragazze l'avevano contattato e coinvolto in questo loro brillante progetto, non aveva minimamente preso in considerazione la reazione di Harlock, una volta scoperto il raggiro. Perché di questo si trattava, un vero e proprio raggiro! Cosa li autorizzava a pensare che lui avrebbe rispettato il contratto? Era pur sempre un pirata! C'era la concreta possibilità che quel pezzo di carta gliel'avrebbe infilato dove non batte il sole! Come prima cosa... poi l'avrebbe fatto a pezzi molto molto lentamente...
“Io temo che ce la farà pagare...”
“Correremo il rischio... in ogni caso, non è un tuo problema. Tienici aggiornate!”
Non è un mio problema un corno! Quello ci mette un attimo a venire su Tortuga e farmi la pelle!

Cabina di Harlock

Rimasto solo, Harlock vuotò il bicchiere e aprì un'anta dell'armadio, su cui c'era uno specchio. Non ricordava più nemmeno l'ultima volta in cui ci si era guardato dentro. Si osservò con aria critica. Drizzò le spalle. Pancia in dentro e petto in fuori. Per carità, faceva ancora la sua porca figura, per essere uno spettro centenario, come qualcuno**** “gentilmente” l'aveva definito! Sì, c'era qualche ruga, ma su un uomo le rughe, rigorosamente d'espressione, fanno fascino...
Forse dovrò rassegnarmi a farmi rammendare il mantello... Mmmh... Foto artistiche... chissà che cosa diavolo avrà voluto dire, quel vecchio filibustiere?

* Autocitazione 1: vecchio amico di Harlock (vd. Fuorilegge)

** Autocitazione 2: satellite artificiale frequentato da pirati e avanzi da galera vari (vd. sempre Fuorilegge e L'hacker)

*** Celebre frase del calciatore inglese George Best (1946-2005)... beh, forse non parlava di space wolf, ma di semplici supercar.

**** Ezra, nel film.

Nota dell'autrice

L'idea è nata da questa fan art (www.deviantart.com): l'autore (Jouny874) diceva che, in tempi di crisi, Harlock si era messo a fare foto sexy...

So che avreste voluto il racconto della realizzazione del calendario, ma al momento non me la sono sentita... questo è più nelle corde delle Capitane coraggiose... secondo me ne verrebbe fuori un capolavoro comico e dissacrante dei loro!