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Autore: SaraRocker    31/05/2014    5 recensioni
Dedico questa storia a "Gwen" del duo "Zoey_Gwen" che purtroppo ha lasciato il fandom :( Spero che ti piaccia (nel caso la leggerai e ci mancherai!)
Trama: è il matrimonio di Bridgette e Geoff. I sue sposi sono entusiasti e tra gli invitati, hanno deciso di aggiungere anche gli ex concorrenti del reality! Ma cosa accadrà quando Gwen rivedrà Duncan? Dopo la rottura i due non hanno più avuto occasione per chiarirsi. Cosa accadrà?
-Dal testo
"Chiedimi che cosa ho voglia di fare ora, Gwen."
La voce di Duncan la fece voltare d'improvviso. Era risuonata pacata e dolce, decisamente rilassata e felice, tanto da ferirla. Osservò il profilo del ragazzo per qualche istante, per poi parlare incerta.
"Che cosa hai voglia di fare ora, Duncan?"
Il giovane si alzò, si tolse la giacca del completo scuro -rimanendo con la camicia chiara e la cravatta- ed abbassò lo sguardo su Gwen. Le sorrise, per poi tenderle una mano con galanteria.
"Ti va di ballare, Gwen?"
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bridgette, Duncan, Geoff, Gwen | Coppie: Duncan/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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"Ti va di ballare?"









Probabilmente doveva essere semplicemente grata per non essere stata scelta come damigella d'onore dalla sposa, constatò silenziosamente Gwen, sistemandosi con precario equilibrio -Maledetti tacchi!- l'abito dagli immancabili toni scuri. 

All'esterno della maestosa chiesa attendeva, insieme agli altri invitati -con cui neppure tentava di instaurare un qualsivoglia contatto-, l'arrivo della sposa -ovviamente- ritardataria. La cattedrale in stile gotico era deliziosamente circondata da un giardino ben tenuto, ai bordi del quale siepi sfarzose spiccavano meravigliosamente. Di fronte all'ampio portone d'ingresso, un piccolo sentiero in sasso si diramava con eleganza.

La giovane dark attendeva, saggiamente sistematasi all'ombra di un albero, l'arrivo dell'auto bianca ed addobbata di tulle e ricami innumerevoli. Bridgette -la sposa- le aveva rivelato che avrebbe fatto il suo ingresso, sfoggiando un lungo abito dalla gonna larga ed ingombrante, il tutto viaggiando su una splendida decappottabile retrò. Gwen poteva udire i fastidiosi vocii degli invitati, tra i quali spiccava con entusiasmo Geoff -lo sposo-, sempre sorridente e totalmente impomatato. Il biondo surfista indossava uno smoking scuro perfettamente consono -probabilmente scelto da Bridgette-, ed una cravatta di un colore grigio leggermente lucido.

Storcendo la bocca, Gwen lanciò una nuova occhiata verso le damigelle d'onore -nonchè sorelle di Bridgette-. I loro abiti erano probabilmente la cosa più vomitevolmente femminile che la dark avesse mai visto: il corpetto color pesca lucido -tendente al rosa- fasciava con immancabile attenzione il busto delle giovani ragazze, esibendo -seppur non con volgarità- il seno. La gonna si apriva invece in modo sfarzoso, fermandosi appena sotto le ginocchia.

Gwen osservò il proprio completo, abbassando lo sguardo. Si era limitata ad infilarsi in un tubino nero -che le risaltava le forme- ed un paio di scarpe dai tacchi sin troppo vertiginosi, ma molto semplici. Era probabilmente la persona che aveva dato meno attenzione agli abiti, constatò, notando come le altre ragazze fossero state attente persino al colore dello smalto. Lindsay, in particolare, aveva curato ogni più piccolo dettaglio per l'occasione, preoccuppandosi di trovare anche un paio di orecchini del giusto colore.
Ma infondo, a Gwen non interessava essere elegante. Per lei si era già rivelato un sacrificio arrivare sin lì. Lei detestava i matrimoni, o qualsiasi altra celebrazione indetta dalla chiesa. Lo aveva fatto per Bridgette, per vederla sorridere, e per poterle fare gli auguri. Non che fosse rimasta sorpresa di fronte la notizia del matrimonio, infondo sin dai tempi della prima stagione del reality -esattamente 3 anno, 3 mesi e 5 giorni prima- loro erano stati la coppia più duratura e compatibile, ergo, nessuno era rimasto particolarmente shockato nel vedere la busta con l'invito tra la propria posta.

Gwen si morse il labbro inferiore.

Quanto ancora avrebbe dovuto tenere i tacchi?

"G-Gwen?"
Una voce la fece voltare d'improvviso, ed immediatamente cacciò quell'espressione sofferente dal proprio volto, sostituendola con un piccolo sorriso.
"Geoff!" esclamò la ragazza, salutandolo solarmente, ma non osando compiere neppure un passo timorosa di fronte la possibilità di potere cadere rovinosamente a terra in pubblico.
"Ehi, non ti vedevo da mesi!" consatò il biondo, posandole amichevolmente una mano sulla spalla nuda. Lei annuì imbarazzata. Effettivamente, era sparita per un po'.
"Mi sono presa un periodo... Sabbatico, diciamo! Dopo avere finito l'università, ho deciso di viaggiare un po'."
Immediatamente, nello sguardo di Geoff si accese qualcosa "Viaggiare? Dove sei stata?" le domandò improvvisamente curioso, allacciando un braccio attorno alle sue spalle. La ragazza sorrise sinceramente.
"Beh... Sono stata prima di tutto in Italia, poi in Giappone ed in India."
"Wow!" commentò lui sorpreso "Hawaii? Quelle isole sono meravigliose! Io e Bri faremo lì la nostra luna di miele."
Gwen alzò le spalle con incertezza, lanciando un'occhiata al cielo "E' un posto troppo romantico per una persona sola e scorbutica come me. E poi, detesto il sole." concluse la giovane, facendo una smorfia decisamente esilarante.
"Ma vai in India..." fece ironico il biondo, lanciandole uno sguardo decisamente eloquente.
"Probabilmente le interessavano quelle stupidaggini come la purezza di spirito e via dicendo..." intervenne una terza voce che fece sussultare i due ragazzi. Non appena Geoff riconobbe la figura del ragazzo, un sorriso soddisfatto si delineò sul suo volto, mentre Gwen si limitò a mostrarsi... composta.
"Il mio testimone!" esclamò immediatamente il biondo, lasciando la presa sulla dark, facendola quasi cadere. Fortunatamente, il suo equilibrio si risvegliò in tempo per evitarle di rovinare l'abito nuovo.
"Ricorda che è la sposa a dovere ritardare, e non tu!" incalzò Geoff, per poi abbracciare l'amico di sempre. Una volta allontanatisi, il punk gli rispose con il suo tipico sorriso sghembo.
"Non volevo farmi vedere vestito da damerino più del dovuto."
"Mi stavo seriamente preoccupando, sappilo! Credevo non saresti venuto." sospirò arrendevolmente il biondo, posandosi una mano sulla fronte, fingendosi offeso. Il punk non diede peso a quelle parole, limitandosi ad annuire un paio di volte, per poi rivolgere la propria attenzione alla ragazza.
"Ciao Gwen."
"Ciao Duncan."

Si era trattato -all'apparenza- di un saluto amichevole. Sul volto di entrambi aleggiava un sorriso cordiale, ma la verità era che il giovane non udiva più gli schiamazzi incontrollati della folla che li accerchiava, né tantomeno la voce di un Geoff scherzoso al suo fianco. Non aveva neppure udito il saluto di lei, a causa del suo cuore che batteva in modo decisamente troppo forte.

"Hai intenzione di viaggiare ancora in questi mesi?"
La voce di Geoff riscosse il pensiero del punk, che subito tentò di riprendere il filo della conversazione.
"Mi piacerebbe molto visitare l'Olanda." rispose la ragazza, annuendo decisa.
"Olanda?" domandò incerto lo sposo, per poi scuotere il capo "Io voto per la spiaggia ai Caraibi."
Duncan sorrise, per poi osservarla. Le gambe le tremavano per i tacchi che indossava. 
"Direi che è meglio entrare. Bridgette arriverà a momenti." Disse dunque, deciso a farla sedere al più presto. Lei lo guardò quasi con devozione -grata per quel piccolo gesto-, per poi annuire.
"Sono d'accordo con Duncan."

Se a parere di Duncan nulla era più vomitevole di vedere Harold baciare Leshawna in un disperato gesto di amore, per Gwen nulla poteva superare -in fatto di noiosissima stucchevolezza- un matrimonio. Vi erano anziani che piangevano, adolescienti che piangevano, adulti che piangevano ed insopportabilissimi bebè che frignavano. Per non parlare del prete e della sua infinita cerimonia. Gwen si era sempre domandata dove esattamente vi era la necessità di unire ad una cosa tanto lunga, una predica.
Alla sua destra, Noah lanciava sguardi al soffitto annoiato, mentre alla sua sinistra Izzy sorrideva e scalpitava. Solo quello le aveva fatto venire un mal di testa equiparabile solo al dolore che i tacchi continuavano a procurarle nonostante tutto.








Il ricevimento giunse -fortunatamente- presto. Si erano diretti in un albergo particolarmente costoso ed imponente. Vi erano ettari di terra a circondarlo, ed innumerevole sale a loro disposizione. I festeggiati avevano prenotato una sala da ballo ampia ed elegante, con un piccolo palco sul fondo ed innumerevoli luci a darle vita.
"Congratulazioni, Bridgette!" esclamò Gwen non appena riuscì a raggiungere la sposa. L'aveva rincorsa per buona parte della  giornata con il solo obiettivo di dirle quelle due parole, ed ora che ci era riuscita, sapeva che il suo 'compito' era -relativamente- finito.
"Grazie mille, Gwen!" rispose la bionda, tuffandosi tra le braccia della mora che -per l'ennesima volta- rischiò una terribile caduta.
"F-Figurati! Sono felice per te e Geoff! Siete una coppia carinissima."
L'amica sorrise concorde "Sono davvero al settimo cielo... Ma tu come stai?"
La mora sosse il capo, certa di non avere capito bene -la musica risuonava ad alto volume-, e si accostò leggermente all'amica "Cosa?"
"Sì, intendo con Duncan... Sai io avevo detto a Geoff che forse non era il caso di invitarlo, ma infondo è anche il suo matrimonio..." tentò di scusarsi Bridgette, sentendosi a disagio per la situazione andata a crearsi. Infondo, tutti conoscevano i trascorsi tra il punk e la dark; quelli che tutt'ora si potevano leggere sugli innumerevoli forum dei fan.
Duncan aveva baciato Gwen, mentre Courtney ancora pensava di potere avere speranze. Erano stati insieme un paio di anni, e poi la mora aveva mollato il ragazzo nel pieno svolgimento di una delle ultime stagioni del reality. Dopo quella volta, si erano semplicemente evitati. Non si erano mai detti 'restiamo amici', od anche semplicemente 'parliamone'. Si erano solo evitati il più possibile.
A Gwen, lui mancava moltissimo -e come negarlo?-, ma ovunque si poteva sentire delle sue relazioni occasionali -'brevi, ma intense' le definivano le riviste- e lei non voleva intromettersi nella sua vita una seconda volta. Lui sembrava stare bene, decisamente. In ogni sua foto, era sempre con una ragazza diversa. Tutte bellissime. Tutte meglio di lei.
Questo era ciò di cui Gwen era certa.
"Non devi preoccuparti, Bri! Io e Duncan possiamo benissimo parlare da amici. Non sono Courtney e non tenterò di ucciderlo per qualche stupido motivo... Sto bene, davvero." si limitò perciò a spiegare la mora in un debole sorriso, che fece quasi commuovere la bionda.
"O-Ora vado... Ci vediamo tra poco, ok?" le domandò Bridgette, notando in fondo alla sala Geoff in attesa del primo ballo. La dark sorrise, per poi osservare l'amica farsi avanti sulla pista illuminata. La vide allacciare le mani dietro il collo di Geoff ed iniziare un lento. Alchè, la dark si voltò, per poi uscire.




"Grazie a Dio..." si lasciò sfuggire Gwen, lasciando che il fumo le ucisse lentamente dalla bocca. La sola soluzione che aveva trovato per fuggire dallo stress della giornata era stato togliersi i tacchi, sedersi sull'erba fresca di un prato vuoto -uno dei tanti che cirocondavano il lussureggiante hotel- ed accendersi una sigaretta. Aveva bisogno di quel bizzarro relax che solo la nicotina era in grado di darle, per quanto malsana fosse quell'abitudine. Teneva con curiosa eleganza il filtro tra indice e medio, ed alle volte ne colpiva il fondo con il pollice, così da fare cadere la cenere in eccesso.
Alzò lo sguardo; la sera ormai era calata sulle loro teste, e le stelle stavano iniziando lentamente a fare capolino in quell'immenso manto bruno. Si portò la sigaretta alle labbra, chiuse gli occhi, ed aspirò quanto più potè. Voleva distrarsi, smettere di pensare.
Aveva mentito a Bridgette per non farla allarmare, ma la verità era che il pensiero del giovane punk le assillava la mente in modo costante da quando, quella stessa mattina, era arrivato nel cortile della chiesa. Si sentiva infantile, ma non poteva evitarlo. Duncan le mancava davvero molto.

La musica proveniente dal ricevimento le giunse alle orecchie, infastidendola. Sputò il fumo che aveva in bocca con una faccia colma di fastidio, per poi scuotere il capo.
Fece per portarsi il filtro alle labbra per l'ennesima volta, quando una voce la interruppe, facendola irrigidire.
"L'unica persona con una sigaretta a questo matrimonio è la mia ex... Che coincidenza!" esclamò la voce scherzosa di Duncan. Subito lei si voltò -trattenendo la cicca tra le labbra-, incontrando al suo fianco la figura del giovane. Lui stava in piedi, e la sovrastava di parecchio. Lei rimaneva seduta sull'erba fine del campo, disinteressata di fronte l'idea di potere rovinare il proprio abito elegante. I tacchi erano anch'essi abbandonati con poco interesse e/o attenzione poco più avanti. 
Subito, fingendosi per nulla turbata dalla presenza di lui, si scostò leggermente di lato, facendogli spazio vicino a lei. In pochi istanti, lui le fu seduto vicino. 

Duncan le ammirò qualche secondo il profilo, mentre lei si allontanava dalle labbra la sigaretta. Le osservò con attenzione il piccolo naso all'insù, le labbra colorate da quel rossetto intenso blu/verde -il solito-, e sorrise.
"Smezzo?" domandò lui dopo pochi secondi, riferendosi alla sigaretta. Gwen -sempre fingendosi composta- si limitò ad alzare le spalle, per poi passare al ragazzo la cicca. Lui fece un tiro lungo, per poi sdraiarsi sull'erba totalmente.
"Ci voleva..." mormorò soddisfatto, chiudendo gli occhi "Odio i matrimoni."
"Non sei l'unico." intervenne dopo brevissimi istanti Gwen, restando però seduta, come in un magro tentativo di imporsi la calma. Duncan era perfettamente in grado di destabilizzarla, e lei non voleva. La sua voce era già in procinto di tremare -un durissimo colpo per il suo smisurato orgoglio-.
"Immagino che i tacchi non abbiano contribuito a renderlo un giorno speciale..." ironizzò il ragazzo, aprendo gli occhi ed osservando le stelle. Ricordava quanto avesse faticato -ai tempi in cui ancora stavano insieme- ad imparare ad usarli, palesemente con scarsi risultati.
"Grazie per prima..." rispose semplicemente lei, riferendosi a come lui -poco prima- fosse intervenuto dicendo che fosse il caso di entrare "Il dolore dei tacchi è inaudito."
Lui rise leggermente, continuando a mirare il cielo infinito sopra di lui. Amava la notte ed i suoi colori. Trovò che Gwen, in essa, ci stesse perfettamente.
"Io non ho i tacchi, ma in compenso non sopporto più questa stupidissima musica." intervenne poco dopo il punk, desideroso di continuare a parlare con Gwen. Poteva udire persino in quel campo le note lente e decisamente soporifere che giungevano dalla sala del ricevimento.
"Pensi che a me piaccia?" domandò retoricamente lei, squadrandolo con un espressione che lo fece scoppiare a ridere.







"Come stai, Gwen?"
La voce di lui era giunta dopo interi minuti di silenzio. Ora erano entrambi sdraiati a terra, ed osservavano le stelle con noncuranza, senza sfiorarsi neppure per sbaglio, come se avessero avuto la comune pausa di potersi bruciare a vicenda.
La dark si era sentita travolta da quella domanda. Lui poteva chiederle molto -ne aveva tutto il diritto-, ma aveva preferito domandarle un comunissimo 'come stai?'. Lei non capiva.
"Sei serio?" domandò in risposta lei, facendolo sussultare leggermente. Il punk sorrise poi di un'espressione arrendevole. Gwen lo leggeva esattamente come si legge un libro, e sarebbe andata avanti così per sempre, probabilmente.
"No." mormorò dunque sinceramente Duncan "Ma è più facile chiedere questo, invece che altro."
La ragazza soppesò quelle sue parole, ritrovandosi estremamente concorde. Infondo, per quanto immaturo potesse risultare quel ragionamento, non faceva alcuna piega. Era più facile domandarsi qualcosa di semplice, piuttosto che chiedersi spiegazioni riguardanti un intero passato confuso.
"Sto bene, Duncan." rispose perciò lei, serrando le mani in due pugni sfrustrati "Tu?"
"Io... Io sto meglio." le rivelò lui in un sussurro leggero, ed un sorriso appena accennato. La ragazza corrucciò lo sguardo, certa di avere capito.
"Ho letto delle tue ragazze." soffiò lei, incerta se avesse sfoderato un argomento troppo difficile,  se si trattasse della cosa giusta da dire.
"Storie di una notte. Sesso e nient'altro. E' un modo come un altro per distrarsi." spiegò con franchezza il punk, non ostentando  fastidio, ma solo fredda realtà. La dark sollevò leggermente il busto -facendosi leva sui gomiti-, per poi osservarlo.
"Loro lo sanno?"
"Sempre." sorrise lui "Non voglio sfruttare la gente, perciò faccio decidere a loro se vogliono essere sfruttate."
La ragazza esibì un'espressione incerta e delusa, alchè il punk le sorrise diverito "Se stai pensando che io vada in cerca di prostitute, ti sbagli Gwen. Si tratta di ragazze che conosco alle feste, o per degli amici... Non sono ancora caduto così in basso."
La dark si riabbassò, tornando a stendersi "Perchè?"
"Questa è una di quelle domande difficili." rispose Duncan, riferendosi a ciò che le aveva detto poco prima.

Il silenzio si posò sui due in brevi istanti, e la ragazza tornò ad ammirare il firmamento ricoperto di stelle. Il tutto mentre le parole del giovane le risuonavano nella mente con la stessa forza di un branco di tamburi in guerra. O forse, quel rumore, era semplicemente il suo cuore?
Nonostante tutto, nonostante avesse confermato le dicerie, nonostante le avesse rivelato che andava a letto con altre, lei lo amava comunque. Si morse il labbro inferiore, immagginandolo ormai privo di rossetto, e sorrise malinconica, rimpiangendo per l'ennesima volta di averlo lasciato.
La musica proveniente dal ricevimento si intensificò, divenendo quasi l'accompagnamento di quei malsani dolori, sentimenti che navigavano con destrezza tra quelle note lente e cadenzate. Si poteva tuffare in quel suono tanto melenso, e scrivere in esso le sue memorie. Si sentiva come quelle stupide ragazzine adolescenti in preda ai primi amori.

"Chiedimi che cosa ho voglia di fare ora, Gwen."
La voce di Duncan la fece voltare d'improvviso. Era risuonata pacata e dolce, decisamente rilassata e felice, tanto da ferirla. Osservò il profilo del ragazzo per qualche istante, per poi parlare incerta.
"Che cosa hai voglia di fare ora, Duncan?"
Il giovane si alzò, si tolse la giacca del completo scuro -rimanendo con la camicia chiara e la cravatta- ed abbassò lo sguardo su Gwen. Le sorrise, per poi tenderle una mano con galanteria.
"Ti va di ballare, Gwen?"
Lei sorrise, per poi afferrare la mano di lui e -facendosi leva- alzarsi. Avvertì l'umido della terra sotto i suoi piedi nudi ed immediatamente rise. Lui fece altrettando, sistemando le proprie mani sui suoi fianchi snelli e seducenti. Lei allacciò le mani attorno al collo di lui. La musica parve d'improvviso divenire meravigliosa, e loro -per quanto buffi e diversi- ne seguirono la melodia per lunghissimi minuti. Non avevano mai ballato prima, constatarono all'unisono in silenzio, per poi ammirarsi vicendevolmente lo sguardo.
Duncan amava gli occhi di lei: erano profondi e scuri, sembravano il riflesso di una notte infinita ed implacabile, in grado di dimenticare l'esistenza del sole, ma di potere sopravvivere comunque. Gwen, invece, adorava lo sguardo del punk: i suoi occhi erano il riflesso di un oceano di cristallo, sincero e brillante.
"La musica sembra essersi fatta più bella..." mormorò il punk, accostatosi all'orecchio di lei.
"Non avevamo mai ballato prima." sussurrò lei, nascondendo il proprio volto contro il petto di lui. Avvertì immediatamente il suo odore, e ne fu istantaneamente inebriata. Era esattamente come lo ricordava: tabacco e dopobarba. Duncan annuì, continuando a muoversi a tempo con quella musica che giungeva sino a loro.
"Se avessi saputo che era così bello, avrei ballato ogni giorno." continuò lei in un soffio imbarazzato, ma sincero "Scusa se ti ho lasciato. Sono una stupida."
Lui non disse nulla a riguardo. Continuò a danzare, mantenendola stretta a sé come se il mondo fosse stato in procinto di concludersi e lei fosse stata la sua ancora di salvezza.

"Vado a letto con tutte quelle ragazze perchè non riesco a dimenticarti. Preferisco fare quello, piuttosto che piangermi addosso ogni sera..." mormorò poi lui d'improvviso, facendola irrigidire. Le stava rispondendo alla domanda di poco prima, quella che lui aveva definito 'difficile'.
"Non mi era mai successo nulla di simile. Di solito dimenticare una ragazza, equivale ad un paio di majito ed una tequila ben fatta... Ma tu resti nella mia testa anche quando mi sbronzo  come un coglione e... E mi sento un idiota." sospirò lui, continuando "Un anno è tanto tempo... Ma tu sei sempre nella mia testa nonostante tutto questo tempo sia trascorso."
Lei non gli rispose. Non sapeva che dire; le parole di Duncan erano state così forti, da risvegliarla da quella monotonia che per molto l'aveva avvolta. Era persino fuggita dal Canada per tentare di dimenticarlo, ma né l'India, né l'Italia, né tantomeno il Giappone erano stati in grado di distrarla a sufficienza. Ora lui era di fronte a lei, e le stava dicendo che c'era sempre -in un modo o nell'altro- stato. Lui l'aveva pensata esattamente quanto lo aveva fatto lei.
Fu per questa, e per molte altre ragioni che, incapace di trovare parole adatte, si levò in punta di piedi, si aggrappò alla camicia di lui e gli posò un bacio sulle labbra. Fu qualcosa di veloce e casto, ma che significò molto più di milioni di parole.
Lui subito sorrise, per poi serrarla con forza tra le sue braccia. La fece volteggiare in aria come una ballerina leggiadra ed elegante e nel frattanto rise. Rise perchè tutta quella gioia gli parve d'improvviso incontenibile, e lei ricambiò.

"Dovremmo ballare più spesso."

















































 
Meine Angolooooo!

Salve a tutti! Questa piccola OS da nulla (mi spiace T.T) la dedico -come ho detto nell'intro- a Gwen! Ci mancheraaaaai T-T!!!

Spero che ti piaccia nonostante la scontatezza e le mie ripetitività (la mia seconda ff in cui sogno la DxG di nuovo insieme, ma capiscimi, non si può smettere di sognare!!)






Ho messo il rating giallo perchè, dopo un recente segnalamento (?) fatto ad una mia amica scrittrice, non voglio rischiare! E in questa breve storia ci sono comunque termini volgari, quindi... Ok, avete capito ^^


Spero che tutti voi lettori mi lascerete una recensione (Se vi va, ovvio) e... Alla prossima :) D_Z verrà aggiornata presto u.u
  
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