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Autore: nefastia    31/05/2014    26 recensioni
Harry aveva capito tutto fin dalla prima volta che Hermione aveva chiamato per nome Draco Malfoy, per loro Malfoy o Malferret, per tacere delle centinaia di appellativi e nomignoli poco cortesi. Mai, assolutamente mai, Draco.
Quindi quando a Hermione, in un attimo di distrazione usci dalle labbra quel nome, Harry capì al volo.
«Herm, scusa se mi intrometto, c’è qualcosa tra te e Malfoy?»
«Non … non direi che ci sia qualcosa … non proprio.»
«Vorrei … mi piacerebbe – le parole non sono mai state la specialità di Harry – Insomma, non voglio impicciarmi in cose che non mi riguardano, ma … Malfoy non è pericoloso, non più come prima, almeno. Sappiamo che la sua famiglia ha seguito la corrente, come al solito e tra qualche mese giureranno di non aver mai conosciuto Voldemort. Non può torturarti e ucciderti, forse, ma penso che sia lo stesso pericoloso per te. In un altro modo.»
«Che vuoi dire?»
«Hermione, lui è un egoista. Tu la persona più generosa e altruista che conosca. Non c’è molto da dire, basta fare due più due. Si approfitterà di te in modo vergognoso.»
«È probabile, in effetti. Sai, Harry, sapere di dover morire non è un buon motivo per suicidarsi. Lui adesso mi fa felice»
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Harry Potter, Lucius Malfoy, Molly Weasley, Ron Weasley | Coppie: Draco/Astoria, Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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43- La storia infinita

 

Per qualche momento la razionalità di Draco si spegne e lui si ritrova rannicchiato sul pavimento nudo, in una stanza vuota, a domandarsi che fine avessero fatto la sua donna e sua figlia. Rivive l’angoscia, l’incredulità, lo spavento, il senso di vuoto che l’avevano colto allora.

Respira profondamente, una, due, tre volte. Si guarda intorno. È tutto come lo ha lasciato questa mattina, tranne per la cassa poggiata sul tappeto.

Si dirige verso le scale ed entra nelle stanze da letto. Gli elfi hanno messo in ordine ma gli oggetti e gli abiti di Hermione e dei bambini sono tutti al loro posto.

«Mimi?»

«Sì, padron Draco.» L’elfa compare all’improvviso accanto a lui, facendogli prendere un colpo, come sempre.

«Mimi, la signora è tornata a casa?»

«Solo per un momento, signore. È salita nella stanza dei piccoli a prendere qualcosa poi è uscita di nuovo. Ha detto che andava alla Tana.»

«Grazie, Mimi.»

Già, che stupido, alla Tana. Sembra quasi che sia quella casa sua.

E lui? Che deve fare? Andare alla Tana anche lui?

Non è affatto sicuro che sia una buona idea. O che sia la migliore delle possibilità. Sperava di trovarla qui.

Sarà arrabbiata con lui? Avrà capito che lui non ha nulla a che fare con la storia delle nozze di casata? Per fortuna è alla Tana, non ha preso un aereo per il Brasile.

O forse non ancora.

Deve correre? Correrle dietro, di nuovo?

Un grosso sospiro. Quasi uno sbuffo.

Non si può vivere così. Se c’è qualcosa che non va si deve dire non scappare e basta.

Gli viene in mente che è sempre stato lui a omettere e nascondere la verità, a camuffarla, a svicolare. Lei è grifondoro.

Però non gli ha detto di aver messo su quella manovra con i suoi amici, quella di sparire con i suoi figli. Per proteggerli. Come se il loro padre non ne fosse in grado.

In fondo Hermione è abituata a non contare su di lui. Un accidente. Questa cosa deve cambiare e lei avrebbe dovuto parlarne.

Sì, questa volta la perfettissima ha sbagliato, non si esclude il padre dei propri figli da un piano per la loro protezione, a meno che lei non sia convinta che il padre stesso sia pericoloso per loro.

È questo che pensa? Che non li avrebbe difesi?

D’accordo ci sarà da discutere. Ma non intende fare il bambino, non rischierà di rovinare il loro rapporto per questo. E a proposito di questo, deve trovare l’anello. Ce l’ha in mente, sa quale le piacerebbe. È stato l’anello di fidanzamento della sua bisnonna, o tris… chi se ne ricorda? È un gioiello semplice, nemmeno troppo prezioso ma di raffinata eleganza, un topazio luminoso, che ricorda moltissimo il colore dei suoi occhi, il taglio ovale, la montatura in oro bianco, con minuscole foglie ai lati. Le piacerà.

Solo vorrebbe darglielo in privato, non certo davanti a un pubblico di teste rosse. Dovrà rimandare ancora? E poi devono parlare, possibile che si debbano trattare questioni delicate di famiglia in questo modo? Ma i grifoni non hanno alcuna riservatezza?

Si inginocchia e si accinge ad aprire il baule dei gioielli per cercare l’anello quando un inconfondibile schiocco di materializzazione gli fa alzare la testa.

Hermione è a mezzo metro da lui e si siede tranquilla sul divano, così che Draco si ritrova praticamente inginocchiato davanti a lei. Si perde un po’ nei suoi calmi occhi topazio. Lei siede tranquilla e dignitosa, sembra una gatta. Se non fosse per quei suoi eccessivi capelli che hanno avuto già ragione dell’acconciatura in cui erano stretti poche ore prima.

«Non c’è bisogno che mi adori in questo modo, ti puoi alzare. Che è questa roba?» indica la cassa ai suoi piedi.

«Sono i tuoi gioielli.»

«Furetto hai bevuto?» ride, forse ha bevuto lei. «Io non ho gioielli.»

«Beh, li hai quasi. Per ora sono miei, ma mi vedi con addosso una collana di smeraldi?»

«Uuuh!» Smorfia disgustata. «Non credo. Che ne dici di darmi qualche spiegazione?»

«Che ne dici di darmi tu qualche spiegazione?» chiede, da quella posizione poco autoritaria. «Perché ti sei messa d’accordo con i tuoi amici per proteggere i MIEI figli e non con me?»

«Non c’è stato il tempo, scusami.» Sembra un po’ imbarazzata. «Io non avevo idea di quali fossero le intenzioni di tuo padre. Certo non mi sono mai fidata di lui ma non credevo che avrebbe mai tentato qualcosa di brutto sotto gli occhi di tutti. Però tu, stanotte, mi hai fatto preoccupare. Ne ho parlato con Ginny, mi dava una mano a vestirmi. Se io non ho una buona opinione di Lucius figurati che ne pensa lei, ha tentato di farla fuori a undici anni! Così mi ha assicurato che nessuno di loro avrebbe perso di vista i bambini e che alla minima cosa poco chiara si sarebbero smaterializzati alla Tana.

Ho pensato “meglio così, non è male che ci sia una piccola rete di protezione per i bambini”.

 Avrei dovuto mandare qualcuno a dirtelo, non son ancora abituata a condividere la responsabilità.»

Draco tace per un po’. Si aspettava di dover discutere. Invece lei si è scusata.

«E perché non si sono preoccupati di quello che avrebbe potuto fare a te?»

«Tu che dici?» Solleva un po’ di lato la gonna dell’abito da sposa mostrando la propria bacchetta. «E non dirmi che tu mi avresti lasciata in pericolo.»

«Credi che ti avrei difeso contro il mio stesso padre?»

«Certo, l’hai già fatto.»

«Granger, tu ti fidi di me!» è una costatazione che suona meravigliata e apre un sorriso sulla faccia di Draco.

Si accorge di essere ancora in ginocchio sul tappeto. Non è una brutta posizione, in fondo. Solleva l’orlo del vestito di Hermione e guarda sotto. Poi ci infila le mani e le carezza le cosce, spingendo un po’ per aprirle.

«Che stai facendo?»

«Uso i miei migliori argomenti per convincerti a fidanzarti con me.»

«Infilarmi le mani sotto il vestito è uno dei tuoi migliori argomenti?»

«Ho appena incominciato.»

«Malfoy…»

Draco si blocca.

«Malfoy? Non hai visto Paciock?»

«No. So che è passato alla Tana a lasciare la borsa di Molly, ma era di fretta. Il ero di sopra ad allattare. Ha detto qualcosa su una novità strabiliante ma non sappiamo di cosa si tratti. Tu lo sai?»

«Forse.»

«E allora? Non fare il prezioso, dimmi di che si tratta.»

«Mmm, prima rispondi a una domanda. Che diresti se uno, che non è Malfoy, ti chiedesse di sposarlo?»

«Che non posso farlo.»

«Nemmeno se questo ti piacesse tanto?»

«Ho promesso a Malfoy di sposarlo, come potrei cambiare idea così alla svelta?»

«Ma se quest’uomo fosse biondo come lui e gli somigliasse davvero tanto, se fosse bravo a fare l’amore, ma proprio bravo e ti conoscesse come il palmo della sua mano e ti amasse così tanto…»

Draco ha ripreso i suoi viaggi sotto al vestito, diventando un po’ più audace.

«Draco, proprio non vuoi dirmi cosa hai in mente?»

«Te, come sempre.»

«E allora perché stai cercando di convincermi a sposare un altro? E chi sarebbe poi?»

Lui stringe le labbra e prende fiato.

«Non vorresti diventare la signora Black?»

Lei aggrotta la fronte. Non riesce proprio ad arrivarci. Che vuol dire? Esiste ancora qualche Black?

«Che hai combinato?»

«Ho…» deglutisce, «cambiato nome. Ho preso il nome di mia madre e ho rinunciato a tutto quello che riguarda i Malfoy, compreso il patrimonio. Spero non sia un problema per te.»

«Merlino, ma è una cosa folle!» Lo guarda con attenzione, come se si aspettasse di vedergli spuntare delle orecchie a trombetta o un terzo occhio sulla fronte. «Sei sicuro? Voglio dire, tu hai sempre… sei, cioè, non sei… Cazzo! Sei sicuro?»

«Sì, sono sicuro, e no, non sono più un Malfoy. Che ne pensi?»

«Beh, posso rispondere con una citazione babbana “Cosa c’è in un nome? Ciò che chiamiamo rosa, con un altro nome, conserverà il suo soave profumo”»

Ormai Draco si è appoggiato ai cuscini del divano , tra le gambe scoperte di Hermione e insidia con la bocca la sua scollatura.

«Mmm, mi piace. Quindi credi che io abbia conservato il  mio profumo, adesso che non sono più un Malfoy?»

«Scherzi? Black è molto più ganzo! Io ho conosciuto Sirius e mi piaceva parecchio. Era matto scatenato, decadente, fascinoso!»

«Ok, adesso basta. Non mi costringere a pensare che per essere il tuo idolo dovrò competere con un morto. Con mio zio morto! Ti proibisco di vedere ancora Astoria.»

«Ma io non ho promesso di obbedirti.»

«Che mi importa?»

«Di’ la verità, davvero non ti sarebbe piaciuto che ti promettessi obbedienza cieca e assoluta e tutte quelle cose, secondo la tua volontà?»

«Che me ne farei di un cagnolino se mi sono innamorato di un leone? A me basta che mi prometti che mi amerai per sempre e che non ti allontanerai da me per nessuna ragione, che sarò il tuo primo pensiero ogni mattina e che vivrai nell’attesa di poter fare l’amore con me ogni giorno della tua vita… no, della MIA vita, meglio.»

«Ancora QUALCOS’ALTRO? Vuoi che ti prometta che ti cucinerò frittelle ogni mattina, che sfornerò altri dodici figli tuoi, che ti luciderò le scarpe, che altro?»

«Solo che mi sposerai. Dimmi di sì.» Lei sospira e stringe le labbra. «Che ti costa? L’hai già fatto, quasi. E poi abbiamo già buttato giù le richieste fondamentali.» Una decina di baci appassionati. «Sposami, Hermione, non farmi aspettare ancora.»

Lei si irrigidisce, ricordando all’improvviso i motivo della sua presenza.

«Aspettare… Oh, capperi! Ero venuta a cercarti perché era quasi pronta la cena. Ormai sarà più che pronta. Molly ci sta aspettando, vuole consolarci del mancato banchetto di nozze.»

«Ma io devo parlare con te, dobbiamo prendere delle decisioni, devo essere sicuro che mi concederai la tua mano.»

«Mi pare che ti sia appropriato di tutto il resto. Forse non è proprio la mia mano che ti interessa maggiormente.»

«Sta’ zitta, fai l’amore con me. Dopo penseremo a una buona scusa per Molly.»

 

 

Fine.

Il resto, tutto il resto, è un’altra storia, e dovrà essere raccontata un’altra volta.*

 

 

 

 

Epilogo: come andrà a finire…

 

…Lucius e Astoria, Daphne Narcissa (Dana)

La nuova (e unica) signora Malfoy, impiegherà un paio d’anni per ottenere il riluttante (e venato di timore) rispetto del vecchio mangiamorte. Dopo i sei mesi di prigione e la nascita del piccolo Scorpius le cose andranno molto, molto meglio.

Lucius si scoprirà più sereno, meno bisognoso di affermazione pubblica e capace di gesti affettuosi. Manterrà con Draco un rapporto improntato alla quotidiana recriminazione, ormai solo per abitudine. In fondo anche i piccoli Black non sembrano niente male, malgrado il loro stato di sangue. Solo da sbronzo ammetterà di invidiare il coraggio che Draco ha avuto, di mollare le antiche regole per vivere come gli pare.

Quando morirà felicemente di un infarto, tra le ancora splendide cosce della sua dolce metà, non pochi penseranno male di lei, considerata la sua, ormai risaputa, abilità di pozionista. Lei, lungi dal tentare di far cambiare idea alle malelingue, alimenterà le chiacchiere, scoraggiando così i molti pretendenti al patrimonio Malfoy.

Alla fine, lei e Draco, apriranno davvero un’ottima scuola di perfezionamento per pozionisti e la pessima fama della signora si rivelerà un’ottima pubblicità.

 

…Daphne Greengrass, futura vedova Caramel

Già, quello delle sorelle Greengrass sembra un triste destino: vedove entrambe. Ma mentre Astoria, a cinquantotto anni, piangerà sinceramente la perdita di suo marito, malgrado i sospetti di aver aiutato la sorte, Daphne, poco più che trentenne, piangerà per finta, sotto il velo, il marito scelto per lei da altri e che si è rivelato gretto e manesco. E ovviamente nessuno la sospetterà di omicidio, considerata la sua scarsa abilità sia nella preparazione di pozioni che nell’uso di incantesimi offensivi.

Sposerà il solido, tranquillo, e insospettabilmente fascinoso erbologo, Neville Paciock. La sua splendida bambina crescerà con loro, e con i suoi fratelli più giovani: benché erede della famiglia Caramel, il nonno, ex Ministro della Magia non avanzerà pretese sulla sua educazione. In fondo è solo una femmina.

 

…Harry e Ginevra, James, Albus e Lili

Harry, una brillante carriera negli Auror, poi in politica, dopo aver preso serie ripetizioni sulla materia dalla sua amica di sempre, Granger. Finirà, in modo piuttosto scontato, per essere il Ministro della Magia più giovane degli ultimi tre secoli. Ginevra, una carriera sportiva durata pochi, intensi anni e interrotta dalla nascita in rapida successione dei due figli maschi, si dedicherà all’insegnamento del volo in una scuola preparatoria magica e a fare la mamma-drago, ruolo ereditato da Molly.

 

…La Tana

Penseranno seriamente di abbandonarla, o forse abbatterla e ricostruirla, quando Arthur incomincerà a guadagnare meglio e gli introiti dei figli celibi (come Ron, portiere di successo che troverà tardi la sua anima gemella) lo avrebbero consentito. Prendere la decisione sarà piuttosto facile, quasi scontata. Realizzarla molto meno. Si rimanderà di anno in anno, con le motivazioni più varie, fino a quando non risulterà chiaro che la Tana piace a tutti così com’è.

 

…Hermione e Draco, Eltanin, Remedios (Dora), Regulus (Rodrigo), Severus e Harry

Draco differenzierà ulteriormente le proprie attività, Hermione farà il pediatra solo in ambulatori gratuiti nei quartieri più poveri e collaborerà con suo marito nella gestione delle sue complesse attività e dell’ancor più complessa famiglia e vivranno mediamente felici e contenti per sempre (o quasi).

In realtà si separeranno gli uni dagli altri in tempi diversi, come accade sempre. La prima a lasciare il nido sarà Eltanin, a Hogwarts dopo soli tre anni dal matrimonio dei suoi genitori. Poi tutti gli altri, come le onde del mare, andranno e torneranno, a periodi, sempre più diversi, cresciuti, cambiati, aumentati di numero da consorti e figli e, prima o poi, qualcuno non tornerà.

È la vita.

 

 

 

 

 

*La storia infinita: l’ho saccheggiato di nuovo, ormai M. Ende ci sarà abituato. L’ho letto così tante volte ai miei figli che potrei citarne brani a memoria. Non so più contare le volte in cui si sono addormentati in braccio al Mordipietra o sulla groppa della vecchissima Morla e hanno galoppato nei sogni con Atreiu. Ormai è un pezzetto della vita della mia famiglia.

 

 

 

Arrivederci.

Anche questa avventura è giunta alla fine. Ho un paio di storie iniziate ma ancora troppo indietro per poterle iniziare a pubblicare. Sarà una mia fisima, ma voglio vedere l’intera struttura prima di incominciare a postare, o non sarei mai in grado di proporre una storia decente e con ritmi gradevoli (cioè senza far aspettare il capitolo così tanto da far dimenticare il precedente). Quindi passeranno, immagino, alcune settimane prima di rileggerci, con un’altra storia.

Non vi scordate di me.

Vi ringrazio con tutto il cuore per aver letto quello che ho scritto, per averlo apprezzato e per avermelo fatto sapere.

Un bacione a tutti

nefastia

 

 

   
 
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