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Autore: Siranne    01/06/2014    4 recensioni
Ricordava perfettamente di averlo visto steso, con il petto insanguinato e privo di sensi. Aveva cercato di scuoterlo per farlo rinvenire, ma notò che aveva una ferita alla testa da cui fuoriusciva copioso del sangue.
Shikamaru le disse che era meglio lasciare stare, che era impossibile che potesse essere vivo, ma lo ignorò e controllò il polso per percepire il battito, Sakura però non fu in grado di sentirlo. Fu staccata a forza dal corpo di Sasuke. La guerra era appena finita e i superstiti lasciarono i cadaveri sul campo per curare le ferite di chi ancora aveva la forza di restare attaccato alla vita. Quando alcuni ninja tornarono il giorno dopo per recuperare i corpi, all’appello mancava quello di Uchiha Sasuke.
Genere: Angst, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Sayōnara Memory
Risveglio
 

Michiko prese una sedia e, come faceva ormai da oltre una settimana, si accostò al letto e fissò il giovane. Riprendeva colorito e le cicatrici diventavano sempre meno evidenti, ma ancora non accennava a muoversi o a parlare. Nonostante il bendaggio alla testa, si intravedevano i capelli corvini che incorniciavano un bel volto, dai lineamenti delicati e ancora fanciulleschi, segno che non aveva raggiunto l’età adulta.
Effettivamente Michiko non sapeva nulla della persona stesa su quel letto d’ospedale. L’unica cosa che poteva affermare con certezza era che aveva combattuto la quarta guerra ninja e che ancora stava combattendo per restare in vita.
La porta della stanza si aprì e apparve Kouta. L’uomo si avvicinò a Michiko, sua moglie.
«Ormai passi la maggior parte del tuo tempo qui» disse.
Lei tacque,  sapeva già cosa voleva suo marito, avevano già discusso della cosa.
«Non credo si risveglierà» continuò lui «è un miracolo che non sia sottoterra, chiunque con quelle ferite sarebbe già morto. Avanti, andiamo a casa»
La delicatezza non faceva parte delle virtù di Kouta e Michiko aveva imparato a sopportare la sua crudezza, infondo nel suo  intimo apprezzava che non fosse il tipo di persona che si nasconde dietro l’ipocrisia.
«Hai ragione, ma guardalo… è poco più che un bambino ed è ridotto ad un corpo senza vita» disse con un filo  di voce.
Kouta appoggiò una mano sulla spalla della donna che amava da quasi quarant’anni: «Abbiamo già fatto il possibile portandolo qui…»
«Hai ragione, forse è meglio che io torni a casa e che mi riposi un po’»
Kouta annuì lievemente con la testa e si voltò verso l’uscita. Michiko rimise a posto la sedia e diede un’ultima occhiata al ragazzo. Intravide due fessure color ossidiana sul suo viso.
«Dottore, dottore! Ha aperto gli occhi!»
***
 
Sakura raccattò le ultime cose e le infilò nello zaino. Uscì dalla tenda e poté notare che nello spiazzato al centro dell’accampamento non c’erano più di un centinaio di persone.
Tutti erano radunati per tornare ai rispettivi villaggi. La guerra era stata vinta, ma lo sguardo della gente che caricava i cadaveri dei loro compaesani su dei carri di fortuna, le fece venire in mente che forse il piano di Madara non era poi così malvagio. A quest’ora vivrebbe in un illusione, ma almeno sarebbe stata felice insieme ai suoi compagni. Proprio ora che il team 7 si era riunito, che Sasuke era finalmente tornato dalla sua parte, entrambi erano morti.
Tra il mucchio di corpi sul carro diretto a Konoha, intravide una capigliatura di un biondo acceso che solo una persona aveva al suo villaggio. Si maledisse per aver pensato che lo Tsuki no Me sarebbe stata la soluzione migliore; Naruto e Sasuke si erano sacrificati per non attivarlo. Si avvicinò al carro e vedendo il corpo pallido e freddo dell’Uzumaki, non poté fare a meno di pensare all’Uchiha.
Ricordava perfettamente di averlo visto steso, con il petto insanguinato e privo di sensi. Aveva cercato di scuoterlo per farlo rinvenire, ma notò che aveva una ferita alla testa da cui fuoriusciva copioso del sangue.
Shikamaru le disse che era meglio lasciare stare, che era impossibile che potesse essere vivo, ma lo ignorò e controllò il polso per percepire il battito, Sakura però non fu in grado di sentirlo. Fu staccata a forza dal corpo di Sasuke. La guerra era appena finita e i superstiti lasciarono i cadaveri sul campo per curare le ferite di chi ancora aveva la forza di restare attaccato alla vita. Quando alcuni ninja tornarono il giorno dopo per recuperare i corpi, all’appello mancava quello di Uchiha Sasuke.
Le ipotesi fatte furono molte, fu messo in ballo anche Orochimaru, ma lui era stato condotto all’accampamento come gli altri per essere curato, infondo anche lui si era impegnato  e si era rivelato anche più utile di molti altri shinobi.
L’unica cosa di cui erano certi era la sua morte.
Non avrebbe potuto avere nemmeno avere una sepoltura, ma questo per Sakura era il male minore. Ciò che contava era che non era più accanto a lei.
Quando anche le tende furono rimosse, la folla si divise e prese cinque direzioni diverse,  finalmente sarebbero tornati alle loro case.
***
 
Il ragazzo guardava la donna che le stava parlando. Non riusciva a sentirla, provava una strana sensazione di leggerezza che mano a mano diventava meno evidente. Gli sembrava di riprendere il suo corpo, ma il dolore che provava sempre più forte gli fece rimpiangere lo stato precedente.
Adesso si era avvicinato anche un uomo con un camice bianco, che iniziò a muovergli davanti agli occhi una sorta di torcia in miniatura.
«Mi sente!?»  finalmente riusciva a capire cosa stessero dicendo quei due.
Muovere la bocca per emettere un , che nemmeno con i più potenti apparecchi acustici sarebbero riusciti a sentire, gli costò una sofferenza  che provocò un gemito:  stavolta entrambi lo sentirono.
La donna piangeva di gioia e il medico a fatica riuscì a trattenere le lacrime per quello che riteneva un miracolo doppio.
Già il fatto che fosse riuscito a restare in vita, dopo ore estenuanti di operazioni, era qualcosa di eccezionale. Adesso si era addirittura svegliato e reagiva agli stimoli.
Era chiaro che al momento il massimo che poteva fare quel ragazzo era tenere aperti gli occhi e mugolare. La speranza era che non avesse subito alcun danno cerebrale, ma con quella ferita alla testa non si poteva prevedere nulla.
Ruotò gli occhi per capire dove si trovasse. Le pareti completamente bianche, qualche sedia nera e tante macchine che circondavano il suo letto. Non poteva essere che un ospedale.
Cercò di ricordare cosa gli fosse successo, ma l’unica cosa che gli venne alla mente fu il buio. Si accorse che non solo non ricordava il motivo per cui era in ospedale, ma non riusciva a pensare ad un volto o ad un evento che avesse potuto vivere nel passato. Le uniche facce che ricordava erano quelle dei tizi che stavano accanto al suo letto.
Scoprì che c’era una sensazione più spiacevole rispetto al dolore fisico: sentirsi estranei a se stessi.


Note dell'autrice:
Ciao a tutti! Con questa fanfiction approdo sul fandom di Naruto :) La quarta guerra ninja è finita con la vittoria degli shinobi, ma questa vittoria è accompagnata da gravi perdite. Per adesso non dico nient'altro, spero vi possa piacere :3
E ricordate di lasciare qualche recensione^^
Un bacio :*


 
   
 
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