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Autore: flatwhat    01/06/2014    2 recensioni
Aveva senso, se vi si rifletteva. Che Valjean fosse un santo, l’aveva capito proprio quel giorno. Eppure, che fosse letteralmente… Una cosa del genere non l’avrebbe mai creduta possibile, eppure, eppure…
(wing!fic, lievi accenni religiosi)
Genere: Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Javert, Jean Valjean
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ailes d'Ange

L’acqua cadeva per terra, sul banco della Senna.

Javert tossiva, scosso da violenti tremiti, l’acqua putrida del fiume. Non riusciva ad alzarsi in piedi, aveva la vista annebbiata e la mente in confusione. Era vivo.

Vi era una figura accovacciata accanto a lui. Javert, nonostante l’oscurità e l’acqua che avvolgeva tutto, aveva già capito chi fosse, da quando si era sentito afferrare con forza e strappare all’annegamento. E, anche se era proprio lui,che gli stava accanto, non poteva essere.
“Ispettore… come state?”.
Javert avrebbe riso della domanda sciocca, se non fosse già preda di un riso folle.

Jean Valjean era accanto a lui, si era tuffato anche lui, ed era anche lui grondante d’acqua. Gelide gocce cadevano dai capelli bianchi e da- buon Dio- dalle sue ali, altrettanto bianche, e imponenti, che li circondavano. Se avesse teso la mano, Javert avrebbe potuto toccarle, sfiorarle e constatare che fossero reali e non uno scherzo della sua immaginazione, ma la mano che aveva teso era andata invece alla propria testa, scostando i capelli bagnati, tirandoli quasi a volerli strappare. E Javert rideva.

Aveva senso, se vi si rifletteva. Che Valjean fosse un santo, l’aveva capito proprio quel giorno. Eppure, che fosse letteralmente… Una cosa del genere non l’avrebbe mai creduta possibile, eppure, eppure…

Non si accorse subito che le risate si erano tramutate in singhiozzi. Se Valjean era davvero un messo del Signore (o chissà cos’altro, Javert non osava pensarci), voleva dire che lui, nel perseguitarlo, aveva commesso colpe ancora più gravi di quelle che credeva. E non era per quelle colpe, che lui si era gettato, per espiarle?
Ma lo stesso angelo che aveva offeso lo aveva salvato, poteva mai essere che Dio non lo voleva morto?

Nei quadri, Javert pensò, solitamente gli angeli hanno espressioni calme, imperturbabili. Di sicuro, non ne aveva mai visto uno tanto preoccupato, tanto terrorizzato. Valjean voltava la testa all’indietro per controllare che nessuno avesse visto, batteva i denti- può un angelo aver freddo?- e lo scuoteva con entrambe le mani, gli parlava.
Ma Javert non riusciva ad udire cosa dicesse. Si sentì perdere conoscenza, e afferrare da due forti braccia subito dopo.

Fu preso in braccio come fosse un bambino, lui, peccatore.
Sentiva Valjean ansimare, ma, si disse, non era possibile. Valjean l’uomo sarebbe stato esausto, dopo aver portato un altro corpo sulle spalle per tutta la giornata, e dopo aver portato Javert fuori dalla Senna, e lui non era un piccolo ragazzino. Ma Valjean non era un uomo.

Poggiò la testa sul suo petto ansimante e vide le grandi ali muoversi, spostando l’aria.
Prima che spiccassero il volo, e prima che le forze lo lasciassero, si chiese dove intendesse portarlo.
Forse in Cielo, pensò, prima di chiudere gli occhi.
 
Note: Scritta per la quarta "bad wrong week" sulla community maridichallenge, ma visto che non è uscita "bad wrong" mi son detta che l'avrei postata anche qui.
  
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