Mi svegliai, era mattina, tutto attorno era grigio, solo qualche raggio riusciva a penetrare attraverso quel cumolo di nuvole che ricoprivano il cielo, adesso che non era buio notai che quella città appariva alquanto degradata, si vedeva che erano i bassifondi, le case erano costruite malamente e anche quel parchetto in cui stavamo sembrava pressoché abbandonato dal mondo.
Aveva smesso di piovere da poco, faceva freddissimo, io venivo da San Diego che è decisamente più a sud, lì anche d'inverno si stava bene solo in felpa perciò non ero molto abituata a quel clima.
I due stavano ancora dormendo beatamente, almeno loro avevano il cappotto...
Vidi una fontanella e mi ci buttai a capofitto, mi sciacquai bene la faccia e le braccia, che erano tempestate da graffi che rilasciavano sangue ormai secco, poi me le ricoprì con la felpa per non farle vedere, dopo bevvi un po' e mi sciacquai la bocca, mi sentivo come rinata, come se avessi spazzato via tutto quello che era successo la sera prima con quell'acqua.
- Ehi ragazzina!- mi chiamò un Mike assonnato.
- Ehi Mike allora come ti senti? E comunque mi chiamo Julie-
- Oh ok julie, comunque non molto bene... a essere sincero mi ricordo a malapena di te... cosa abbiamo fatto? È successo qualcosa di spiacevole ieri sera? Sai com'è il mio amico è un coglione e quando è ubriaco diventa una specie di maniaco-
- hahah no no, tranquillo! vi siete solamente messi molto in imbarazzo.-
- ah beh, lo siamo anche da sobri!....cazzo la testa mi scoppia, sento che potrei vomitare anche l'anima in quest-
Billie a quel punto si svegliò per il rumore, ci mise almeno dieci minuti ad alzarsi, sembrava non avere le forze nemmeno per battere le palpebre.
- Mike smettila! Le mie orecchie cazzo! Fai troppo casino!
- Scusami tanto Billie se ti disturbo!- rispose Mike sempre molto silenziosamente, poi subito vomitò ancora e ancora.
- Ehm... si sono io, comunque mi chiamo Julie, piacere-
- Piacere Julie, bel nome comunque, mi piace la J- pensai che quella fu una cosa un po’ strana da dire ma lo assecondai.
- Oh beh è un peccato che tu non abbia la J nel tuo allora- dissi senza pensaci troppo.
- Si che ce l'ho! Mi chiamo Billie Joe!
- Davvero? Strano nome... Mi piace però! Potrebbe essere il nome di una celebrità-
- Hahaah Julie lo pensava anche mia madre quando lo ha scelto-
- Non si sa mai Billie Joe!-
- Oh certo, beh non per me! un ragazzo senza aspirazioni che viene da Rodeo, una piccola città degradata nel mezzo del nulla, in cui la massima ispirazione di un cittadino medio è quella di lavorere da Mac Donald.... sappiamo tutti come andrà a finire -
- Billie, Dov'è la canna che avevo preparato e che avevo messo nello zainetto?!- interruppe il discorso Mike frugando nel suo zaino.
sempre più forte scoppiando infine in una risata spassionata.
- Billie Joe!!! avevi promesso che la dividevi, figlio di puttana!-
- lo so hihihihi ma stanotte mi ero svegliato per andare a vomitare e poi non sono più riuscito a dormire così per ammazzare il tempo ho preso la canna e l'ho fumata... non è colpa mia, ero ancora sbronzo!- iniziò la frase divertito ma poi la finì arrabbiato.
- Sei un casino Billie Joe adesso quindi sei sbronzo e parecchio fatto... starai male per almeno due giorni lo sai vero?-
- Si lo so ma che palle! Faccio quello che voglio ufff- la frase voleva essere incazzata forse ma lo disse più che altro in un modo triste pensando di aver deluso il suo amico.
- Vabè Billie Joe non ti preoccupare, parleremo comunque più tardi quando avrai smaltito tutta la merda che hai in corpo, devi andarci piano amico perchè mi sto preoccupando per la tua salute.-
- Ok Mike...- disse Billie Joe un po mortificato, quella scena mi fece sorridere, si vedeva che si volevano molto bene quei due, io avrei dato di tutto per avere un'amicizia come la loro.
In quell'istante ripensai alla sera passata e capii che probabilmente si erano scordati di come mi avevano conosciuta. Infatti non mi avevano ancora chiesto nulla del bunker e delle ferite, così pensai di accettare sapendo che non mi avrebbero fatto domande sul rapimento e tutto, in generale ero una ragazza riservata, odiavo farmi vedere triste quindi mi mostravo sempre felice, non avevo voglia di raccontarlo a loro, non volevo spaventarli ma soprattutto non avrei voluto fargli pena.
- Va bene! tanto non ho nulla da fare!- In realtà non sapevo proprio dove andare, ero sola in quella città sconosciuta.
- Ok allora cerchiamo di trovare un fottuto bar in sto posto- disse Mike
Ci mettemmo una vita a trovare un posto non abbandonato da dio, cosa da una parte buona perchè almeno Billie Joe riuscì a riprendersi un po’, così alla fine entrammo in un negozio di puncake che si chiamava “puncake factory”. Dio, amavo i pancake, mi ricordavano quando da bambina mio padre li faceva per me a forma di animali, da allora ne ho sempre un ricordo molto felice.
Prendemmo posto a un tavolino e ordinammo i nostri puncake alla signorina, io presi quelli con le fragole, poi iniziammo a parlare.
- Allora ragazzina, raccontaci qualcosa di te- disse Mike, perfetto, proprio quello che non volevo mi chiedessero.
-Impossibile! Il tuo nome ha la J, per forza sei una persona interessante- disse Billie, in effetti il suo discorso non faceva una piega -.-” così decisi di iniziare da un argomento facile e che sapevo sarebbe piaciuto molto ai due, la musica.
Beh, che dire, amo la musica, suono la chitarra, e me la cavicchio con il piano, la musica c'è sempre stata per me quando nessuno c'era, di conseguenza diciamo che devo molto alle mie band preferite, perchè anche se indirettamente mi hanno sempre aiutato.
è la musica che mi ha reso quella che sono, mi ha inculcato nella mente certi ideali e modi di vivere che non avrei mai scoperto da sola, è lei che mi ha dato carattere, in poche parole è come se mia madre avesse dato al mondo un corpo e la musica lo avesse riempito di tutte le emozioni , pensieri e sensazioni che fanno di me quello che sono oggi.-
Dissi tutto molto velocemente per farlo sembrare meno strano.
Loro mi sorrisero e poi Mike disse:
-Sai Julie, anche noi siamo come te, è strano di come delle parole cantate con di sottofondo una melodia possano stravolgere la vita di una persona eh? Le canzoni belle riescono a consolarti quando sei triste, gasarti quando sei felice, farti riflettere, e anche farti prendere la decisione giusta se riesci a interpretarle al meglio.-
-Già... è davvero strano-
-Allora Julie- riprese Billie Joe che intanto ci aveva guardato per tutto il tempo con un sorrisino da ebete pensando alla musica
– Hai detto che non sei di qui..-
-Si infatti sono di San Diego-
-Wow ragazzina!! Ho sempre voluto vedere l'altra parte bella della California... deve essere eccitante vivere in un posto così.- disse sovraeccitato
-Beh forse stai esagerando le cose, comunque si, diaciamo che non è male-
per chi non era me forse...
-Di sicuro ci sono più cose da fare che qui! Ti dico solo che la mia città si chiama Rodeo ma io e i miei amici la chiamiamo BORDEO ( da boring = noioso).- disse Billie joe
-Hahaha geniale!- risposi
-Sono serio, non ci sono cinema, o teatri o centri per fare sport... ci sono solo supermercati, e fabbriche che imbruttiscono il tutto.-
-Devo dire che questo tipo di posti mi hanno sempre affascinato, spesso l'apparente bruttezza nasconde la vera bellezza.
-Ma Rodeo non fa eccezioni, è un posto molto sfigato come ti ho detto prima, tutti odiano viverci ma nessuno se ne va mai, Rodeo ti intrappola nella sua mediocrità e non ti lascia mai andare. Nessuna delle persone che vive lì ne viene fuori come uno che è riuscito a combinare qualcosa di buono.-
- Non essere così pessimistico! In ogni caso io vi auguro il meglio-
-beh grazie, devo dire che sei una delle poche persone che ho incontrato che riescono ancora a pensare positivo... il mondo qui è come se si fosse rassegnato, anche io ero come te un tempo, poi cominciai a vedere tutti come dei falliti e mi chiesi perchè io sarei dovuto essere diverso da loro, perchè sarei dovuto essere migliore di loro? Non trovai la risposta e non la trovo nemmeno ora, mi sono un po’ rassegnato anche io, penso che la gente si illuda di poter avere una vita perfetta, ma poi non succede mai, almeno io non mi faccio illusioni, sono cosciente che è molto improbabile che farò tutte le cose che vorrei fare, tipo viaggiare per il mondo o diventare una rock star ma cerco di conviverci bene con questa cosa.- Billie ancora una volta si aprì con me, mi sentì importante, il suo pessimismo mi attraeva anche se non lo condividevo a pieno.
-Mi fa piacere che tu ti sia aperto con me Billie Joe, comunque non ti abbattere, Le due cose più importanti che penso di aver imparato nella vita sono due: la prima è quella di non giudicare mai le cose prima del tempo e la seconda è non mollare mai, se credi in qualcosa, cazzo fai di tutto per avverarla! Lo so sembrano banali ma non mi stancherò mai di ripeterle, è la pura essenza di vivere.
- Mio dio Julie, come fai a essere così?- disse poi Billie joe
- Così come?-
- Così... così piccola ma anche così saggia-
- forse perchè sono cresciuta prima del tempo… comunque ho 16 anni non sono una bambina.- capii di aver aperto il discorso su di me e non volevo, adesso sicuramente avrebbero voluto spiegazioni.
- 16? io e Mike ne abbiamo 17 e 18 nemmeno così tanti più grandi allora! Il soprannome “ragazzina” non mi sembra più appropriato adesso- per fortuna non mi chiesero nulla, forse avevano capito che non avevo voglia di parlare di me, lo apprezzai molto.
- E voi che mi raccontate? Su! Voglio sapere tutto! - cercai di cambiare discorso.
non lo siamo, vogliamo fare noi le regole, non siamo liberi quando siamo a scuola è la libertà e l'indipendenza per noi sono tutto.-
-Vi capisco molto bene, anche io sono un po’ come voi…. Allora, se non sono troppo indiscreta posso chiedervi delle vostre famiglie? Vivete con loro?- chiesi un po’ incerta su se fosse stata una buona idea chiederlo, avevo capito che non avevano esattamente delle famiglie da mulino bianco.
-Tranquilla, l'argomento non ci entusiasma ma ne possiamo parlare, io e Mike viviamo a casa mia con mia mamma e i miei fratelli e sorelle, in realtà occupiamo il garage, è come vivere in una casa nostra perchè siamo isolati dagli altri e a noi ci va benissimo, il rapporto con la mia famiglia è un po' conflittuale diciamo... loro mi incolpano sempre perchè non ho un lavoro ma non è colpa mia se in questo buco di città non si trova lavoro nemmeno come spazzino.
Mio padre è morto quando avevo 11 anni, era un musicista jazz ed è stato lui ha trasmettermi la passione per la musica, adesso però ti prego di non provare pena per me, ormai l'ho superato, ovviamente ci penso tutti i giorni ma più che aver speso tutte le mie lacrime per l'accaduto non ci posso fare niente.- disse velocemente, una risposta molto soddisfacente direi.
- Io sto da Billie da circa un anno perchè i miei genitori adottivi si sono separati e non volevo essere affidato ancora ad un'altra famiglia così la madre di Billie mi ha gentilmente preso con lei, cerco di pagare l'affitto come posso lavorando part- time in una pizzeria... e basta.. è tutto penso.- Finì Mike
- Ehm… Senti Julie, c'è un dubbio che mi tormenta da un po... è un po imbarazzante chiederlo ma come ci siamo conosciuti ieri sera? Ho solo qualche ricordo di noi sotto la pioggia ma tutta la parte prima l'ho rimossa- Chiese Billie Joe un po’ mortificato.
questa è come mi sono immaginata Julie :) http://media.tumblr.com/45b555953e6f4c5a47e6f5ee820ae75e/tumblr_inline_mtpdb3RgAO1qf4ff1.jpg