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Autore: Clary F    02/06/2014    16 recensioni
Clary è nata e cresciuta come una Cacciatrice di Idris e lei e suo fratello Jonathan, alla vigilia dei nuovi Accordi, sono costretti a vivere nell'appariscente tenuta dei Lightwood, dove si sta tenendo la più ridicola delle competizioni mai organizzate nella storia dei Nephilim, coordinata da Magnus Bane, maestro del bon ton. Cacciatrici e Nascoste affronteranno varie prove per accaparrarsi il cuore del giovane Jace Wayland. Tra incubi e bagni notturni, la ragazze inizieranno a scomparire misteriosamente ... Chi sarà il colpevole?
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood, Magnus Bane, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern, Un po' tutti
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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EPILOGUE
 
 
Jocelyn si sedette al tavolo della cucina. Era tardo pomeriggio e come d'abitudine si stava preparando un tè, quando sentì qualcuno bussare alla porta. Si alzò e andò nell'ingresso, ma quando guardò sull'uscio, fuori non c'era nessuno. Scosse la testa, pensando ai giovani Cacciatori che si divertivano a fare scherzi. Tornò in cucina e prese la tazza tra le mani, bevendo qualche sorso del liquido caldo appena preparato.
«Ciao Jocelyn.»
Si alzò di scatto. Sulla soglia della cucina c'erano quattro Nascoste: due vampire e due fate. Jocelyn non le aveva mai viste prima, perciò non poteva sapere i loro nomi. Maureen, Lily, Kaelie e Hyacinth.
Corse verso il cassetto dei coltelli, ma si accorse che le sue gambe erano molli e tremanti.
«Cosa …?» Sbiascicò, lanciando un'occhiata alla sua tazza di tè, mentre un lampo di consapevolezza le attraversò gli occhi, prima di cadere svenuta a terra.
L'ultima cosa che udì, fu la voce calda e mielosa di Kaelie: «Trovate la pozione di Ragnor Fell, svuotatela e lasciate l'ampolla in cucina. La Regina ha detto che la tiene nel bagno. E non fatele del male, dobbiamo sviare i sospetti su Valentine, se vogliamo agire indisturbate.»
 
 
«Sarai più al sicuro dai Lightwood.»
«Cosa vuol dire sarai? Tu non vieni con me?»
«Io ho diciotto anni, sorellina, e fortunatamente posso prendere le mie personali decisioni.» La schernì. Vedendo il viso di Clary stravolto dalla rabbia abbandonò il tono derisorio, passando a uno più dolce e comprensivo. «Certo che verrò con te, Clarissa. Ma prima devo sbrigare una faccenda.»
«È un piacere vederti, giovane Morgenstern.»
«Dovrei dire lo stesso, mia Regina, nonostante tu abbia drogato e rapito mia madre.»
La Regina della Corte Seelie guardò Jonathan con i suoi occhi vitrei. «Sei sveglio.»
«Il tuo biglietto era piuttosto esaustivo. Cosa vuoi?»
«Un alleato. Abbiamo un interesse comune, distruggere gli Shadowhunters.»
Jonathan annuì.
«Ti unirai a me? Non dovrai fare molto, penseranno a tutto le mie ragazze.»
«Ad una condizione. A mia sorella non deve essere fatto del male.»
La Regina sorrise lentamente. «Prometto che non farò del male a tua sorella.»
 
 
Ridley Stairwell era appena stata eliminata. Sapeva di non avere chance contro le altre ragazze, ma era stato un duro colpo essere la prima scartata da Jace. Tornò in camera sua, pronta a fare le valige e a lasciare la tenuta con dignità, quando una trafelata Kaelie la raggiunse.
«Ridley! Per fortuna sei ancora qui …» la fata riprese fiato e poi parlò di nuovo. «Jace vuole parlarti. Forse si è pentito di averti eliminata. Mi ha chiesto di dirti che ti aspetta fra dieci minuti nei sotterranei.»
Quando Ridley, con il cuore gonfio di speranza, arrivò nei sotterranei però, non c'era l'ombra di Jace. In compenso qualcosa di duro e legnoso si abbatté sulla sua testa e sentì come degli spilli sul collo e una risata stridula che assomigliava molto a quella della giovane vampira, Maureen, prima di perdere coscienza.
 
 
Era notte fonda e Marlene Ashwood non riusciva a dormire. Si rigirò nel letto, prima di captare delle voci al di là del muro. Le riconobbe subito, erano quelle delle due vampire.
«Non c'è la faccio più, Lily. Ho fame, ho bisogno di sangue! Sangue vero, non quella schifezza animale che ci propinano a colazione.» Mugolò Maureen.
«Almeno tu hai bevuto il sangue di quella Nephilim, Ridley. Io sono giorni che non ne tocco una goccia.» Sbraitò Lily.
Marlene ascoltò con attenzione. Se lo sentiva che era successo qualcosa di brutto a Ridley, nonostante il Conclave minimizzasse, e ora ne aveva la prova.
«La sento respirare.»
Marlene si immobilizzò, trattenendo il respiro, mentre il cuore le batteva all'impazzata.
«Ora sento il suo cuore.» Cantilenò Maureen, scoppiando in una risata da brivido.
Marlene si staccò dal muro in preda al panico. Fece per raggiungere la porta della camera, ma quella si aprì di colpo, mandandola a gambe all'aria. Sulla soglia Maureen e Lily, la fissavano con i canini sguainati.
«Non è educato origliare.»
Disse la bionda, prima di gettarsi su di lei. Marlene lottò con tutte le sue forze, ma le due vampire erano forti e utilizzarono il loro incanto per soggiogarla.
Sentì i canini di una delle due perforargli la coscia e poi l'altra che diceva: «Dobbiamo nascondere i segni dei morsi, prendi un pugnale.»
Poi svenne.
Il mattino dopo due ragazze furono assenti durante la prima colazione. La vampira Maureen era scomparsa, lasciando nella sua camera tutte le sue cose e Marlene Ashwood fu ritrovata alcuni minuti più tardi, svenuta sul pavimento della sua stanza. 
 
 
«Faremmo meglio a goderci il nostro ultimo pasto.» Disse Leah Silvermark con voce acuta e isterica.
Clary si guardò intorno, soffermandosi sui visi delle ultime ragazze rimaste. Aline Penhallow giocherellava meccanicamente con il cibo dentro il suo piatto, sorrideva come se niente di male fosse accaduto, un comportamento davvero strano. Leah Silvermark si era messa a mangiare nervosamente, accompagnando la cena con grandi sorsate dal suo calice pieno di vino. Lily era pallida e non parlava, ma in fondo era una vampira asociale, quindi il suo pallore e la sua mancanza di loquacità poteva essere dovuto anche a quello. Hyacinth sedeva composta al suo posto, neanche lei era mai stata una gran chiacchierona. Rebecca Heroncross stava fissando cupamente l'interno del suo calice, Clary si chiese se il suo improvviso malumore fosse dovuto al rimprovero di Jace. Sospirando, si portò una forchettata di cibo alla bocca, aveva appena inghiottito il boccone quando sentì Hyacinth urlare a squarciagola e Jace balzare in piedi.
Leah era crollata con il viso sul suo piatto, il cibo era sparso in giro per la tavola, i suoi occhi erano chiusi.
Nessuno si accorse della breve occhiata tra Hyacinth e Lily. Un piccolo cenno del capo e un sorriso accennato. Hyacinth mise al sicuro nella tasca del suo vestito la piccola boccetta di veleno. Mai bere, né mangiare qualcosa offerto da una fata.
 
 
«Cosa stai facendo?»
Jonathan si voltò di scatto, una gamba già al di là della finestra, appoggiata sul cornicione. Il tramonto era passato da poco e il cielo era di un intenso color blu indaco.
«Non sono affari tuoi.»
«Dove stai andando?» Disse Isabelle, risoluta.
Lui sbuffò. «Va bene, sto andando a fare una nuotata notturna al lago. Beccato!» Rispose Jonathan con voce affabile. Squadrò Isabelle dalla testa ai piedi. «Vuoi unirti a me?»
La ragazza fece schioccare la lingua in segno di disapprovazione. «Non credo proprio.» Ribatté acidamente.
Jonathan scrollò le spalle. «Come vuoi.» Mollò la presa sugli infissi della finestra e si lasciò cadere giù.
Corse per il parco dei Lightwood, raggiungendo i primi alberi della foresta di Brocelind. Quando arrivò al punto di incontro si appoggiò ad un tronco per riprendere fiato e attese l'arrivo della Regina Seelie.
Questa non arrivò, ma al suo posto comparve una donna bellissima, con lunghi capelli biondi e occhi verdi come l'erba. Indossava un lungo vestito da sera che le esaltava i fianchi e il decolté.
«Tu devi essere Lady Belcourt.»
«Esatto, tesoro. La Regina ha avuto un imprevisto alla corte, così sono venuta io al posto suo.» Disse la capo clan dei vampiri di New York. «Ma se avessi saputo che il figlio di Valentine era così attraente sarei di certo venuta prima.»
«Ti ringrazio, ma non ho tempo da perdere. Riferisci il messaggio.»
L'adulazione non aveva mai funzionato con Jonathan e Camille ne rimase molto offesa. «Orrendamente antipatico, proprio come suo padre.» Sibilò tra sé prima di incollarsi sul viso un sorriso di circostanza.
«Come preferisci. Abbiamo bisogno che tu aiuti le ragazze a rapire la figlia del Console. Le altre Cacciatrici che avete messo fuori gioco non erano grandi combattenti e inoltre non avevano grande importanza. Ma Aline Penhallow è la nostra chiave per far sì che gli Accordi non vengano firmati. Se lei morirà, gli Accordi non ci saranno, il Console non lo permetterebbe. Converrai con me che devi occupartene personalmente.» Concluse Camille.
«Lo farò.»
 
 
Quando Rebecca raggiunse la sua stanza, trovò un piccolo biglietto di carta sulla sua scrivania. Lo prese tra le mani e lo lesse. Un'elegante scrittura recitava: Mi dispiace per essere stato scortese. Voglio farmi perdonare. Raggiungimi nei sotterranei. Con affetto, Jace.
Rebecca se lo strinse al petto, si cambiò d'abito, si truccò e con un sorriso soddisfatto raggiunse i sotterranei. Certo, i sotterranei non erano tra i luoghi più romantici della tenuta, ma probabilmente Jace lo aveva reso tale per il loro incontro, con petali di rosa e candele profumate. Quello che trovò però, fu tutt'altra scena.
Jonathan teneva su una spalla quello che assomigliava ad un sacco di patate. Guardando meglio si rese conto che era il corpo svenuto di Aline. Stava parlando con le due Nascoste, Lily e Hyacinth.
«… sì, la porto alla tenuta dei Wayland e … Lily, credo sia arrivata la tua cena.»
Le Nascoste si voltarono entrambe verso di lei. «È in anticipo!» Squittì Lily, deliziata.
«In realtà è in orario. Mettere al tappeto Aline si è rivelato più difficile del previsto.»
Disse il ragazzo, posando gli neri su Rebecca. Non ebbe il tempo di scappare, che le due ragazze l'aggredirono.
 
 
La piazza dell'Angelo era addobbata a festa. La Sala degli Accordi brillava, nascosta in parte da un boschetto di alberi cresciuti al centro, frutto di un incantesimo. C'erano lunghi tavoli e panche, dove Cacciatori e Nascosti si mescolavano. Fiori bianchi erano sparsi ovunque, insieme a lanterne luminose di vari colori.
«Sei un pessimo alleato, Jonathan Morgenstern. Gli Accordi sono stati firmati e due delle mie fate migliori sono morte.» Disse la Regina della Corte Seelie, al limitare del bosco, nascosta dalla folla di Cacciatori.
«E tu non mantieni le tue promesse, mia Regina.» Rispose lui, sprezzante.
«Non capisco.»
«Avevi promesso che non avresti fatto del male a mia sorella. E invece Kaelie stava per ucciderla. Questo non è infrangere le promesse?»
«Sai che noi fate non possiamo mentire. Io ho detto: prometto che non farò del male a tua sorella. Ma non che le mie suddite non lo avrebbero fatto.»
Jonathan strinse i pugni. «Si può dire che la nostra collaborazione sia finita.»
«Direi di sì.»
«Bene, non ho bisogno di te per distruggere i Nephilim.»
Jonathan voltò le spalle alla Regina e si dileguò nell'intricato boschetto.
   
 
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