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Autore: Nejisfan    02/06/2014    1 recensioni
Angelica ama le donne e i piercing, non sa come dirlo a sua madre, ma poi un modo lo trova.
Elisabetta adora dire cose acide ma di sentimenti ne prova moltissimi, anche se li nasconde.
Tiziana esterna, non nasconde, e ha una vita sentimentale che è un casino, ma non importa.
Storia di tre amiche e del banco in comune, storia di pochi giorni e di tre amori, storia dell'amicizia che resiste sempre, storia di silenzio e di rumore, di sguardi, d'amore.
Dalla storia:
E quindi vaffanculo ai diplomi, ai libri e a tutto quanto, perché come si fa a studiare poeti che cantano l'amore e negarsi all'amore vero, seduto dietro di te?
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Dedicata a Noruwei per le sue storie magiche da magone e lucciconi agli occhi,
A Bina perché non si arrende, con me, per quanto sarebbe facile farlo.
Alle mie Angelica e Tiziana, che non si chiamano così e non sono così ma in qualche modo sì.
A tutti voi, che mi aspettate e mi capite, anche troppo forse.
Questo non vuol dire che sono tornata, ma vuol dire che tornerò.
Torno sempre, prima o poi.


Noi saremo sempre Noi.
Lo so che non ti piacciono/le situazioni in bilico/le cose che succedono, e succedono lo so/ ma che discorsi?/L'amore sembra consumato già.
[Daniele Silvestri- Ma che discorsi]

Angelica ha un nuovo piercing, quel martedì, e uno sguardo particolarmente fiero.
"E' figo, Angie" annuisce Elisabetta, seduta al suo fianco "ma adesso sembri ancora di più uno scolapasta".
Elisabetta ride, e ride anche Tiziana; anche Angelica sorride, anche se finge di arrabbiarsi.
Hanno sempre sdrammatizzato tutto, le sue compagne di banco, e le adora anche per questo.
"Hai parlato con i tuoi?" sibila Tiziana, piano, all'improvviso, e ad Angelica tocca scuotere la testa.
"Non ce la faccio" sbuffa, fissando un punto imprecisato.
"Devi farcela" le sorride Elisabetta, scompigliandole i capelli con una mano.
"Non... come diavolo si fa a dire alla propria mamma di amare le donne invece che gli uomini?" borbotta Angelica, incrociando le braccia sul petto.
"Con la bocca" mormora, seria, la castana al suo fianco.
E poi ridono tutte e tre e si danno della scema a vicenda, e poi entra la prof e i problemi diventano altri.




I capelli di Elisabetta arrivano quasi al sedere, ci ha messo tanto a raggiungere questo risultato e adesso ne è molto fiera: è una che si affeziona a tutto, lei, anche ai capelli.
Roberto ci passa le dita con calma, ogni volta, come se davvero di lei amasse tutto, perfino i capelli.
"Devo studiare" sbuffa la ragazza, raccogliendo da terra il libro che un'ora prima aveva scagliato via con forza.
"Mh mh" annuisce l'altro, annusandole il collo e sorridendo, seduto dietro di lei.
"Se non ti allontani, non riesco a concentrarmi" gonfia le guance Elisabetta, e Roberto non accenna a fare movimenti.
"Rò!" aggiunge, dopo un po', leggermente infastidita.
"Rò un cazzo, Beth! Siamo sicuri che sia così importante, questo diploma?" ride il ragazzo.
E quindi vaffanculo ai diplomi, ai libri e a tutto quanto, perché come si fa a studiare poeti che cantano l'amore e negarsi all'amore vero, seduto dietro di te?



Tiziana si sente scema. Ma proprio scema scema, non si è mai sentita così.
All'uscita di una scuola, attende un uomo- che poi, uomo, alla fine ha solo dieci anni più di lei...- nascosta dietro a pesanti occhiali da sole e a un abitino stretto e scuro (per sembrare più grande).
E poi eccolo lì, ecco che arriva: sorridente, bello, con i suoi trent'anni e i compiti da correggere sotto braccio.
Sarebbe bello se la baciasse lì, di fronte a tutte quelle studentesse adoranti- di fronte a ragazze che hanno la sua età- ma lui ovviamente non lo fa.
"Non devi venire a prendermi e lo sai" le sussurra sicuro, passandole accanto quasi per caso.
Tiziana si sente scema. Ma proprio scema scema.
Dopo che Marco se n'è andato, anche di più.


"Mamma..."
Ad Angelica trema la voce, ed è strano, perché non le succede mai.
Sua madre la guarda e la incoraggia con gli occhi, vuole che parli, ma lei non parla, sono un paio di giorni che dice solo "Mamma..." e poi se ne va.
"Mamma..."
Sussurra la ragazza, e la donna nota il nuovo piercing sul sopracciglio e rabbrividisce- ma ormai c'ha fatto l'abitudine, e forse alla fine le sta anche bene.
"Mamma..."
Angelica è immobile, e ripete solo mamma, sembra un robot programmato per dire solo quello a intervalli regolari.
Sua madre vorrebbe che parlasse lei perché è importante superare le proprie paure, ma non ce la fa più.
"Mamma..."
"Angie, tesoro, vuoi semplicemente dirmi del nuovo piercing, hai un tatuaggio da qualche parte, o ti sei decisa a confidarmi che ti piacciono le donne?" mormora, piano.
Angelica, immobile, sbarra gli occhi.
"Mi piacciono le donne" annuisce, fissando quelli scuri di sua madre.
"Lo sapevo".
Ed era più facile del previsto- quasi da film, e com'è possibile? boh.
E poi: "A papà ne parli tu, eh. E dì qualcosa, ti prego".



 
    Lo so che non coincidono/le previsioni e l'esito/ e le obiezioni in merito/ le immagino però...
Perché fermarsi?


 

Ha una treccia lunghissima, Elisabetta, quel mercoledì, e un succhiotto sul collo piuttosto evidente.
"Questo da dove viene?" sorride Tiziana, al suo fianco.
"Questo cosa?" guarda in alto l'altra, evitando la domanda.
"Ho parlato con mia madre. Oddio, forse si fa prima a dire che lei ha parlato con me" parte per la tangente Angelica, come fa a volte, e sorride un sacco.
"In che senso?" domanda Tiziana, interessata, e Angie parte col suo racconto bello e descrittivo.
Nutre un amore profondo per le descrizioni, Angie, e i suoi racconti sono spesso più belli della realtà stessa.
"Sono contenta" annuisce Tiziana, ha gli occhi azzurri luccicanti di empatia ed è particolarmente bella.
"Ma tu non mi hai ancora detto da dove viene questo" torna a concentrarsi su Beth, che fissa ancora in alto.
Non è da lei evitare le domande, essere schiva, non è affatto da lei e c'è qualcosa sotto e...
"Tuo fratello".
Tenersi una bomba del genere per tre mesi è difficile; ci sta che esploda d'improvviso, così, tra una lezione e l'altra.




Marco fa saltare la pasta in padella e canticchia; è bravo a cucinare ed è pure intonato.
Sa fare tutto, Marco, tutto tutto.
"Hai capito? Roberto, mio fratello...doveva sposarsi tre mesi fa e non si è presentato al matrimonio perché...per Beth! E quei due stronzi non mi hanno detto niente! Non so se essere più incazzata con lui o con lei!" parla Tiziana, seduta a gambe incrociate sopra al tavolo di cucina.
"Forse non volevano illudere tutti, avevano paura che la cosa non fosse abbastanza seria" spiega il ragazzo- l'uomo- razionale come sempre.
"Va bene, ma tra amiche le cose si dicono sempre".
Glielo hai detto di noi? Vorrebbe chiedere Marco.
Glielo hai detto di me, che ho dieci anni più di te e sono un professore e non sono il tuo ma potrei esserlo? Glielo hai detto che tu potresti essere una mia studentessa e io ti ho scopata in ogni angolo di casa mia, e che io ti evito per la strada e poi mi approfitto di te? Sanno tutto, le tue amiche?
Non lo chiede, perché sa la risposta- sì.
Tiziana è una ragazzina, lui è un uomo: dieci anni non sono tantissimi, ma sono al tempo stesso un'infinità.
"Credo che dovremmo smettere di vederci, Tiz" sbuffa d'un tratto, in modo naturale, mentre fa saltare ancora un po' la pasta.
A Tiziana cade la mascella, mentre aggrotta le sopracciglia.
"Come?".



 
ma è un attimo che poi.../ l'amore sembra consumato già...


Ha il trucco colato, giovedì, Tiziana, e i capelli sporchi.
"Sei così figa che ne troverai altri trenta pronti a sostituire quello" le accarezza i capelli ramati Elisabetta- a lei piacciono i capelli, e le piace quando Roberto lo fa con lei, ma questo non c'entra-.
Sono fuori dalla classe, Tiziana Elisabetta e Angelica, per consolare la giovane col cuore spezzato, perchè tanto non sarebbero state attente alla spiegazione, e sono sedute a terra, a gambe incrociate.
"Mi spieghi perché non mi hai detto di mio fratello, scema?" domanda la rossa all'amica al suo fianco; Vuole cambiare argomento.
"Si doveva sposare, Tiz, ho rovinato una famiglia. Credevo mi avresti odiato" sussurra piano Elisabetta, fissando a terra.
Per una volta, non c'è traccia di ironia nelle sue parole.
"Giorgia, la donna che doveva sposare mio fratello, era odiosa, non mi dispiace affatto, e poi mi sarebbe difficile odiarti in ogni caso, cogliona".
Un po' piange e un po' ride, Tiziana, e anche Beth ha gli occhi lucidi ma finge l'indifferenza; Angelica le guarda e si sente coinvolta.
"Anche io sono stata lasciata" dichiara d'un tratto quest'ultima, mentre con indifferenza si lega i capelli neri in una coda alta.
"Non mi sembra che la reazione sia esattamente la stessa, Angie" ride divertita Elisabetta, fissando sbigottita l'amica.
"Stavamo insieme da tre giorni, credo" annuisce l'altra, seria, e poi scoppia a ridere.
Tiziana è ancora triste, perché Marco lo amava davvero, ma ridere le fa bene, le sue amiche le alleggeriscono il cuore.
E poi: "rientrate in classe, che la prof deve interrogare" e "beh, se mi interroga posso parlare di Marco, Roberto, o la tipa di cui Angie non ci ha detto neanche il nome" e insulti affettuosi e sguardi incerti.




Clarissa ha grandi occhioni neri nascosti dietro a pesanti occhiali da vista e una minigonna vertiginosa; Angelica la bacia sotto casa sua, tenendola stretta a se', e poi le sussurra cose sconce nell'orecchio.
"Non mi scoperai stasera, Angelica" risponde l'altra, con lo stesso tono seducente.
"Non sono così facile" aggiunge poi.
Anche se poi facile lo diventa, un po', due giorni dopo, ma è bella e interessante ed è Donna da morire, e quindi cosa vuol dire facile? non vuol dire un cazzo.




"Beth, ti prego, basta. Va bene, non cambiarti di nuovo!" Roberto ha un tono insofferente, mentre fissa la sua ragazza che si  guarda allo specchio con espressione insoddisfatta.
"Non va bene. Tua madre già mi conosce e non voglio che sembri che mi sono vestita bene appositamente, ma voglio essere vestita bene, seria, non troppo scollata, ma un po' sì, e..."
Parla alla velocità della luce, Beth, e Roberto la interrompe perché la bacia e a lei piace essere interrotta, non si offende affatto.
"Sei bella comunque. Va bene così. Basta" dichiara, con fare dittatoriale.
E lei ride e ha una risata bellissima e lui si sente scemo come mai prima, forse.




Marco lascia tre messaggi sulla segreteria telefonica del cellulare di Tiziana e le intasa Facebook.
Lei ha il computer spento e il cellulare rotto anche se non è vero, perché lui è pentito, ma lei no.
Si sente già meglio, e ci vorrà un po' per stare bene realmente, ma ha bisogno di stare da sola, di pensare, di non essere più drogata da lui, e poi vuole uno con cui passeggiare, che non si vergogni di lei.
"Non mi cercare più, ti prego. Ho bisogno di stare da sola, e poi devo studiare" scrive a Marco, e poi getta via il telefono, dalla finestra.
Lo guarda cadere, e scoppia a ridere, scuotendo la testa a ritmo di musica.
Se ci si mette di mezzo lo studio è sempre una scusa, e vuole che Marco lo capisca.
"Non ti voglio più, Marco!" grida, e poi ride ancora istericamente.
"Se questo riso si trasforma in pianto ti giuro che prendo il riso che ha cucinato tua madre e te lo tiro in testa" apre la porta Beth, sorridendo.
"Salve" aggiunge, porgendole la mano, "Sono la ragazza di suo fratello".
E Tiziana ride ancora e la abbraccia forte.
"Ho gettato il mio telefono dalla finestra".
"Era un brutto telefono".

La strada è sempre chiusa/ e non si sa da dove viene/ tanto meno dove va/ ci siamo persi, ma...
se tanto non hai fretta/ amore aspetta.


Ha un succhiotto gigante, Angelica, giovedì.
"E questo da dove viene?" domanda, come ormai di consueto, Tiziana.
"Questo cosa?" l'altra imita la scena di qualche giorno prima, fissando in alto.
"Non da tuo fratello, tranquilla" aggiunge poi, ricevendo un pugno su una spalla da Beth "dovresti preoccuparti solo se avessi una sorella" mormora quest'ultima, facendo ridere tutte e tre.
"La smettete di ridere, voi tre? Forza, una di voi vuole parlarmi della guerra civile spagnola?" grida la prof di storia, di cui si erano dimenticate.
Si guardano terrorizzate, poi Tiziana sorride.
"Io" alza la mano, stupendo tutti, perfino la prof, "ieri ho buttato il telefono dalla finestra e dopo cena mi sono messa a studiare" spiega, sicura.
Le altre due sorridono a loro volta, sollevate.
Tiziana parla della guerra civile spagnola, e in realtà la sa così bene perché Marco gliene aveva parlato.
Insegna storia, Marco, e gli brillano gli occhi quando parte coi suoi discorsi storici.
Tiziana parla della guerra civile spagnola e pensa a Marco, e riesce a non commuoversi, e sa di stare andando avanti.
La professoressa non si scompone; "Otto" dichiara, piatta, prima di scrivere il voto sul registro.
Ecco, oltre a tanta sofferenza, Marco le ha lasciato anche un otto.
 E' un ottimo insegnante, d'altra parte.




Fuori da scuola, Angie morde un panino al salamino piccante seduta sul marciapiede.
Beth lecca il suo cono gelato- non lo morde mai, o sente freddo ai denti- appoggiata al muro e Tiziana sgranocchia patatine mentre si siede.
"Mi mancherete. L'anno prossimo, dico" sbuffa, mentre le patatine fanno crock-crock.
"Non fate le sentimentali, ora, eh" alza gli occhi al cielo Beth, che i discorsi sentimentali li odia.
"Non fare l'acida tu" la rimbecca Angelica, sorridendo sincera.
"Non mi mancherete, perché noi saremo sempre noi." si spiega meglio Beth, e vince dieci punti.
"Noi saremo sempre noi".
E poi: "abbraccio di gruppo!" e "ti prego, l'abbraccio di gruppo fa così tanto Sleepover club e noi abbiamo vent'anni!" e "taci, acida" e "zitta tu, scema" e "ti si scioglie il gelato" e "ma che fai, piangi?" e "ma chi, io?" e le risate e i pianti e i sentimenti e tanto altro.



 
Se pensi che sia logico/ scoprire in mezzo al traffico/ di amarsi in modo cosmico...

 



Credo di aver detto tutto sopra, e non ho molto tempo adesso.
Volevo solo aggiungere che Daniele Silvestri è la colonna sonora della mia vita, e che sono contenta di aver scritto qualcosa.
Mi sento scema, perché come sempre ho pianto e riso mentre scrivevo, e ho scritto di getto: dovevo pubblicarla subito per non cambiare idea.
Spero che vi sia arrivato il sentimento che c'è alla base di questa storia; Non è una storia con molte pretese, è una storia come tante altre, che spero vi abbia fatto sorridere almeno un po'.
Non so se il blocco scrittorio mi è passato o no, ma so che intanto oggi ho scritto.
Vi mando un abbraccio forte.
Frà.
  
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