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Autore: Oducchan    02/06/2014    3 recensioni
I baci di Tsukishima sono esigenti, pretenziosi. Arroganti, proprio come colui che li elargisce.
A volte basta dire quello che si pensa, per farsi ascoltare e ottenere qualcosa che si vuole.
[TsukkiYama]
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Kei Tsukishima, Tadashi Yamaguchi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nick autore: Queen of the lower court 
Titolo: Say Somethin' {'cause you're driving me wild}
Personaggi: Tsukishima Kei, Yamaguchi Tadashi
Pairing: TsukkiYama
Genere: introspettivo, fluff, romantico, un pizzichino erotico
Avvisi: NN
Rating: giallo
Note:
Tsukki mi è venuto un po' strano. Insomma, volevo si notasse quel suo caratterino da stronzetto per cui lo amiamo tutti ma anche il fatto che da Yama sia, alla fine, parechcio preso. E quindi boh, non so.
Poi, quando l'ho pensata era moooolto più hot di così. Ma quando io mi perdo nelle parole perdo di vista lo scopo finale >.<

Il titolo viene da Say Somethin' di Austin Mahone.


 

Say somethin'
{cause you're driving me wild}

 
I baci di Tsukishima sono esigenti, pretenziosi. Arroganti, proprio come colui che li elargisce. Tsukishima bacia con un sorrisetto sulle labbra che pare volergli dire “allora, Yamaguchi, volevi così disperatamente delle attenzioni e ora non sai neanche gestirle?”, in fretta, a più riprese. Sono baci strani, perché non è così che si figurava che sarebbe andata, se mai avesse trovato il coraggio di confessargli che tutta quell’ammirazione che emana quando gli ronza attorno non è dovuta solamente al suo talento, ma anche – e soprattutto- ai suoi occhi di ambra liquida che sotto il sole fanno meraviglie. Eppure sono baci belli, perché Kei li offre a lui e a lui soltanto, e non a una qualche ragazzina della scuola, magari ben più carina di quello sgorbietto che è.
Tsukishima ghigna, tra un bacio e l’altro. Sussurra –Dovresti- schiocco –prendere tu- altro schiocco, stavolta più umido –il comando- e si sfila la maglia di dosso, un movimento così fluido che pare un’ondata di acqua fresca e che lo lascia imbambolato a fissare le linee dei suoi fianchi –Oppure sei in grado di tenermi testa solo per costringermi a giocare con la squadra?-
Mentre getta l’indumento in un angolo, Tadashi si riscuote, scrollando il capo per mandar via l’intorpidimento.
-Tsukki!- protesta, a gran voce –Io non...- Ma Tsukishima l’ha già afferrato per il colletto della felpa, tirandoselo contro per un altro di quei baci così bizzarri, e sta indietreggiando verso il materasso. Sogghigna un’altra volta, e poi ci si lascia andare,sul letto, tirandolo giù con lui, e Yamaguchi si ritrova cavalcioni del suo corpo snello e allungato, le braccia piantonate ai lati della sua testa per non schiacciarlo col suo peso, seppur esso sia quasi inesistente.
-Sai- mormora Kei, e stavolta in quegli occhi dorati c’è qualcosa di diverso, che si mescola al divertimento e alla derisione e che Tadashi non è in grado si identificare, troppo impegnato a ricordarsi che deve continuare a respirare nonostante ci siano due mani ben poco tiepide che si stanno intrufolano sotto la sua maglietta e gli stanno sfiorando gli addominali, indiscrete –Mi piace quando ti imponi- aggiunge, con una piccola smorfia che potrebbe contare come un ammiccamento.
E Yamaguchi ora non respira proprio più, boccheggia e basta senza fiato, e Tsukishima si lascia sfuggire un risolino, continuando a massaggiargli piano la pancia. Lo fa rabbrividire da capo a piedi, le gambe e le braccia che tremano incontrollate, e sente le guance infiammarsi sempre più ad ogni secondo che passa. Probabilmente è quello che lo fa rinsavire, lo fa scattare indietro e lo fa allontanare da quel tocco come se si fosse appena scottato.
-Ma non piace a me!- strilla, spaventato dal suo stesso tono vocale, acuto e sbigottito. Kei batte le palpebre, cancellando ogni traccia di canzonatura dal viso. Lo fissa, in silenzio, la bocca che si apre per dire qualcosa ma che torna subito chiusa senza che pronunci alcunché. La sua espressione cambia, di nuovo. Si fa seria, concentrata, la fronte che si adombra sopra le sopracciglia tirate; e Tadashi è quasi sicuro che sia furioso e che lo scaccerà in malo modo, rifiutandolo una volta per tutte, e quel pensiero lo fa soffocare e gli fa salire le lacrime agli occhi. Non potrebbe sopportarlo, non adesso.
 Invece Tsukki si siede, con una calma soprannaturale; gli prende delicatamente il viso bruciante di imbarazzo e di tensione tra i palmi nelle mani, e scruta nelle sue iridi castane, pensieroso.
-E allora cos’è che ti piace?- chiede, piano, la voce bassa, delicata, così morbida che pare surreale; e Tadashi deve inspirare due volte per acquietare il proprio battito cardiaco quel tanto che basta a riuscire a rispondere.
-Io... n-non lo so- balbetta, tutto d’un fiato, ma poi deglutisce rapido e prosegue, cercando disperatamente di non inciampare nelle parole –Ma non voglio comandare proprio a nessuno. V-voglio...- e deve deglutire di nuovo, perché ha la bocca che pare un deserto e il timbro gli sale di un ottava –Voglio fare le cose per bene!-
Tsukki lo osserva in silenzio ancora per qualche istante, i polpastrelli ruvidi che sfregano leggeri sopra le lentiggini e che lo fanno sentire fragile, come se fosse diventato di porcellana. Poi si sporge e lo bacia d’impeto, un bacio intenso e travolgente che non somiglia a nessuno di quelli che si sono scambiati finora, un bacio intimo e straordinario e in cui Tadashi si perde al punto che quasi non s’accorge di essere stato sollevato di peso e di essere stato sbattuto contro il materasso, le posizioni totalmente ribaltate, almeno finché Tsukki non gli allarga le braccia sulle coperte e non gli respira sulle guance, così premuto contro di lui che pare si siano fusi assieme.
-E questo- soffia, senza battere ciglio –Ti piace?-
Decisamente sì, sarebbe la risposta ideale, se quell’improvvisa stretta che avverte tra le gambe e che gli mozza il fiato significa qualcosa. Ma l’incombenza di rispondere gli viene risparmiata dal gemito che gli sgorga dalle labbra perché Tsukki, senza aspettare una vocalizzazione del suo assenso, è già sceso a mordergli il collo, e Yamaguchi si scorda assai in fretta che ci sia qualcosa di indisponente, in tutto quello.
   
 
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