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Autore: Arvati77    04/06/2014    1 recensioni
Una serata come tante altre, un temporale, uno strano negozio... e da quel momento le loro vite non sarebbero mai più state le stesse...
Sette amici, sette misteriosi gioielli, una missione: la ricerca di una fantomatica CHIAVE. Tutto parte da qui, e da qui la vicenda si dispiega negli anni accompagnando i protagonisti nel loro passaggio da adolescenti ad adulti, con tutte le difficoltà e le battaglie interiori che esso comporta. Le sette Virtù, i sette Peccati Capitali, i sette Spiriti di Luce, i sette Sigilli: tutto questo e molto altro incontreranno i sette ragazzi, ma al di là delle peripezie che si ritroveranno ad affrontare, la guerra più dura che dovranno combattere è quella con loro stessi e con le loro paure, le stesse paure che attanagliano ogni uomo nel corso della sua vita, passando attraverso il rifiuto di sé, il dolore e la fuga, per poi prendere corpo nella faticosa ma inevitabile accettazione di ciò che si è e del proprio ruolo nel mondo.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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PARTE I . LE SETTE VIRTU’


CAPITOLO I. IL TEMPORALE

"Caro diario,
ho appena finito di parlare con Anna, e devo assolutamente scrivere quello che ha combinato. Per me è del tutto impazzita! Non avrei mai immaginato che sarebbe arrivata a tanto! Io lo so che è innamorata persa da ben due anni di un suo compagno di classe, Sebastiano, che da un po' di tempo si è unito alla nostra compagnia... Anna è sicura di non interessargli, l'ha sempre saputo, perciò non gli ha mai rivelato apertamente i suoi sentimenti... Però, oggi pomeriggio, prima di telefonare a me, ha chiamato proprio Sebastiano, e... mi sento male solo a pensarci!!! In conclusione gli ha detto, alla sua maniera, quello che prova, e adesso ovviamente si vergogna perfino a presentarsi a scuola domani! Comunque, non è tipo da preoccuparsi per una cosa del genere e sfacciata com'è non avrà problemi a riallacciare i rapporti con Sebastiano, magari fra un po' di tempo però... quando si tratta di quel ragazzo, la mia amica si scioglie e, come raramente avviene, le mancano le parole (cosa che purtroppo non è accaduta oggi mentre gli parlava al telefono!!!). Mi spiace non essere a scuola con lei per vedere cosa succederà domattina, ma tanto so che me lo racconterà, o lo farà qualcuno dei nostri amici, che sono tutti in classe con lei.".
L'agile pennino scivola sul foglio colorato e traccia una scia nera che elegantemente si incurva disegnando parole dettate dalla vivace mente di una ragazza, desiderosa di rendere sulla carta immortali i suoi ricordi. L'affusolata mano guida la penna stilografica, aiutante instancabile ed indispensabile per riempire le pagine di un diario prezioso, custode da anni di mille pensieri. Rileggendo le poche righe appena scritte, Manuela sorride e ripensa a tutti i guai in cui, spesso involontariamente, si è cacciata la sua amica Anna. Poi, richiuso il diario, si allontana dalla scrivania e si dirige verso lo specchio in corridoio, trovandosi di fronte l'immagine di una normalissima diciottenne, già al quarto anno del liceo artistico, capelli castani che scivolano con sinuose onde sulle strette spalle, labbra sottili, occhi color ambra... ma non questo in realtà Manuela vede: quella riflessa nello specchio è semplicemente una ragazza insicura, fragile, introversa, che teme di affrontare il mondo ancora per lei ignoto. Invece, Anna, lei sì ha coraggio e grinta da vendere, è vivace, estroversa, allegra, non fugge dai problemi ma li affronta a viso aperto, quasi amasse scontrarsi con essi per mettersi alla prova, ed il suo aspetto fisico ben ne rispecchia il carattere: viso dai tratti ancora fanciulleschi circondato da un simpatico caschetto ramato, più corto dietro, con una sottile frangia ed un ciuffo scalato da una parte, labbra carnose, guance rosa, grandi occhi azzurri guizzanti e vivi, spalancati sul mondo alla perenne ricerca di qualcosa. Eppure, anche un ragazza in apparenza tanto sicura ed intraprendente a volte crolla e si abbatte, ed in tali momenti Manuela la sente più vicina, lieta di poter ogni tanto essere lei a dare consigli e supporto, e non solo a chiederne!
Improvvisamente la giovane è distratta da una voce: sua madre la sta chiamando. In fretta e furia Manuela prende il diario e lo ripone nel cassetto del comodino, accanto al letto. Dopodiché, raggiunge i genitori in cucina, come al solito, per aiutare a preparare la cena.
Nel frattempo, in un'altra casa, in un altro appartamento, un telefono squilla. Ad alzare la cornetta è Kirk, un giovane alto, dai capelli biondi leggermente lunghi, perfettamente pettinati, con qualche ciuffo che scivola sulla spaziosa fronte e sfiora i grandi occhi color verde acqua. Kirk è il miglior amico di Sebastiano e con lui frequenta la quarta classe del liceo scientifico, pur essendo di un anno più grande: prima del liceo infatti ha frequentato un anno di ragioneria, rinunciando poi per le troppe ore e le materie che poco gli interessavano. Proprio Sebastiano ha chiamato il fidato compagno per raccontargli dell'inaspettata telefonata di Anna. Kirk, da tempo a conoscenza dei sentimenti della ragazza, che con lui spesso si confida, è indubbiamente sconcertato ed inizialmente, pensando si tratti solo di uno scherzo, suggerisce all'amico di non raccontare sciocchezze. Alla fine però, costretto a credere all'inaspettata notizia, non sa se ridere o piangere e l'unica cosa di cui è convinto è che Anna abbia raggiunto il culmine della follia. Tuttavia, nel tentativo di dare un aiuto alla strampalata amica, domanda a Sebastiano cosa provi ora per lei, ricevendo purtroppo la risposta che già si aspettava:
"Non è cambiato niente, a me non interessa... e poi la cosa non mi ha sorpreso un gran che, già sapevo tutto da almeno un anno...".
"Sì sì, lo so, ne abbiamo parlato insieme, però pensavo che sentendolo dire da lei, magari... Vabbè dai, lasciamo perdere." conclude Kirk rassegnato.
Chiuso così l'argomento, i due compagni cominciano a chiacchierare e scherzare, come sono soliti fare, e si scordando in fretta l'iniziale motivo della telefonata per dedicarsi a questioni ben più divertenti.
Nel mentre Anna, chiusa nella sua stanza, cerca di ripassare filosofia, senza in verità riuscirci: continuano a fischiarle le orecchie e la cosa la infastidisce non poco.
"Forse qualcuno sta parlando di me..." pensa tra sé la giovane, per poi richiudere i libri e raggiungere i genitori per la cena.
Cala la notte, una fredda notte di febbraio, le cui ombre si dispiegano silenziose sulla città mentre Morfeo, con il suo invincibile esercito, penetra nelle case spegnendo ovunque ogni segno di vita. Le stelle, perfino loro paiono dormire, adagiate sulle oscure nubi che le nascondono preannunciando un prossimo temporale, e l'opaca luna, circondata da un arcano alone, diffonde una tetra luce che sembra quasi nascondere una segreta minaccia.
In questa stessa notte, in un villaggio dell'Africa centrale si aggira tra le capanne una donna, dalla pelle nera come le tenebre, gli occhi d'ebano, i bianchi capelli avvolti, come il resto del corpo, in una colorata stoffa. Con passo rapido l'inquietante figura si dirige verso una modesta e piccola capanna dai muri di sterpi e fango. Il silenzio regna nello spettrale luogo, in apparenza disabitato. D'un tratto, un agghiacciante grido si innalza fino al cielo, mentre un'alta fiamma squarcia il tetto sotto il quale si era rifugiata la misteriosa donna. Per un breve istante tutto è illuminato a giorno da un gelido fuoco che presto svanisce, senza lasciare tracce, se non un cumulo di cenere spazzato via da un improvviso ed impetuoso vento.
Ben lontano dallo sperduto villaggio africano, Sebastiano si desta bruscamente dal suo sonno ed un inquietante brivido gli attraversa la schiena.
''Sarà stato un incubo...'' pensa il ragazzo, seduto sul letto, spaesato e confuso quasi si trovasse in un luogo sconosciuto, prima di cedere inesorabilmente alla stanchezza e crollare di nuovo con la testa sul cuscino.
Ma per l'intera notte il giovane non chiude occhio, oppresso da una terribile ed inspiegabile angoscia e, giunta la mattina, è stanchissimo ed ha una fortissima emicrania.
"Tutta colpa di quell'incubo!" si ripete mentre a piedi raggiunge la scuola cercando di svegliarsi e riprendere il controllo di sé.
Anna, al contrario, ha dormito talmente bene che ha faticato alquanto ad alzarsi dal letto: è davvero in ritardo stamattina! Senza far colazione sale in fretta e furia sul motorino e si dirige verso il centro città, dove si trova il suo liceo. La ragazza vive in una villetta in periferia, in un antico quartiere, dove il pessimo gusto delle moderne villette a schiera non è ancora arrivato. Ogni abitazione è circondata da un giardino più o meno grande, spesso ricco di aiuole che d'estate colorano il paesaggio. Il posto è bello, ma anche qui a volte domina una tetra atmosfera, soprattutto in giornate come questa, in cui una fitta nebbia trasforma ogni cosa in una sinistra ombra. Anna comunque non ha certo in mente il panorama al momento, preoccupata com'è di raggiungere in tempo la scuola. Per sua fortuna, dopo aver miracolosamente schivato ben due auto che le hanno tagliato la strada, riesce ad entrare in classe nell'esatto momento in cui suona la campanella della prima ora. Stravolta e spaventata dagli scontri che grazie al cielo ha evitato, crolla infine su una sedia, sotto gli sguardi dei compagni che, dopo averla osservata per un po' incuriositi, se ne tornano poi a chiacchierare di interrogazioni, film, musica, e quant'altro.
L'unico ad accostarsi all'esausta ragazza è Kirk, che senza dir nulla la fissa con un beffardo sorrisetto. Inutile chiedere il motivo di una simile espressione ed Anna intima all'amico di tacere e sorvolare su una certa telefonata dettata da un momento di follia. Mentre parla, la giovane si accorge che lentamente Sebastiano si sta avvicinando e per non dovergli rivolgere la parola pensa bene di allontanarsi in tutta fretta... Per le prime tre ore di lezione mantenere le distanze per i due non è difficile. Il problema sorge durante l'intervallo, quando entrambi, per non incrociarsi, sono costretti a fuggire qua e là di continuo. A dire il vero, la più imbarazzata è Anna, che, nel tentativo di mostrarsi indifferente, si mette a sfogliare il libro di fisica... alla rovescia però! Kirk, nel vederla, scoppia a ridere e le suggerisce di stare calma per evitare di far ulteriori figuracce, mentre invece Sebastiano la guarda in un modo strano e lei non capisce se questo sia un buon segno oppure no.
Per fortuna il tempo scorre rapido e la mattina di scuola presto termina. Fuori dal liceo, Kirk e Anna, insieme a Brian, Fabio e Simone, loro compagni di classe e soprattutto cari amici, tentano di organizzare la serata: oggi è sabato e di sabato sera non si può star a casa coi genitori!
Ad un certo punto Brian fa notare che Sebastiano è già andato via:
"Come mai è tornato a casa subito? Forse oggi è impegnato e stasera non verrà con noi...".
Kirk lancia una maliziosa occhiata ad Anna, per poi assicurare che avviserà lui l'amico del programma per la serata, basta che un programma ci sia! Ma Anna ha qualcosa che le gira per la testa ed improvvisamente se ne esce con un'inattesa domanda:
"Avete visto com'era strano stamattina?".
"E adesso di chi parli?" interviene perplesso Simone.
"Di Sebastiano!" risponde la diretta interessata.
"Ovviamente!!!" è lo scherzoso commento che in coro Brian, Kirk, Simone e Fabio rivolgono all'amica, essendo ormai proverbiale e risaputa la sua cotta per il compagno di classe!
"Ha detto di non aver dormito per niente stanotte." interviene Kirk "Forse è colpa di una certa telefonata...".
Naturalmente il misterioso riferimento accende la curiosità dei tre ragazzi ancora ignari della dichiarazione di Anna e la poverina è perciò costretta a raccontare ogni cosa. Nessuno si azzarda comunque a far commenti, anche perché nelle menti di tutti si riaffaccia il problema iniziale: come passare il sabato sera? Alla fine fortunatamente si giunge ad un accordo: si va al bowling!
La nebbia è quasi scomparsa, l'aria è ancora fredda e pungente, mentre il sole è oscurato dalle stesse nubi che la notte appena passata hanno nascosto le stelle. E' una triste atmosfera quella che si respira in questo pomeriggio ed Anna, osservando dalla finestra della sua camera la strada semideserta, si sente più che mai depressa e si perde in mille pensieri:
"Sebastiano, perché devo soffrire tanto per colpa tua? Non ho scelto io di innamorarmi di te! E allora per quale assurdo motivo deve rimanerci male sempre la sottoscritta?! Non posso smettere di volerti bene, per i tuoi pregi, per i tuoi difetti... e pure per il tuo fisico! E poi, i tuoi occhi verdi, così espressivi, i tuoi capelli neri, il tuo sorriso, e... Basta! Non posso continuare così!".
La ragazza sospira svuotando per un attimo la mente e con lo sguardo segue una donna che porta a passeggio un cane, un bassotto con un cappottino rosso e blu. Anna scoppia a ridere immaginando cosa direbbero i suoi amici nel vedere il povero animale così conciato, e soprattutto pensa alle battute che farebbe Sebastiano: lui, sempre pronto a scherzare e ridere, ma spesso nervoso, insicuro,...
"Ci risiamo!!!" brontola tra sé Anna, per poi accendere il televisore alla ricerca di un programma divertente che la distragga un po', finendo invece col ritrovarsi a guardare il telegiornale, incuriosita dal titolo: "Fenomeni paranormali o extraterrestri?".
Un uomo di circa trent'anni, intervistato da un giornalista, sta raccontando un misterioso fatto a cui ha assistito alcuni giorni fa:
"Era più o meno mezzanotte, stavo lavorando al computer, quando ho sentito dei forti rumori, e poi un grido spaventoso... Sono andato subito alla finestra e ho visto delle luci nel campo davanti a casa mia, e un uomo, girato di spalle, fermo in strada, con le mani in tasca. Mi sono preoccupato e ho chiamato la polizia, ma quando sono tornato alla finestra l'uomo non c'era più, e la cosa più strana era che due dei pini che separano il campo dalla strada, delle piante enormi, erano a terra come se un tornado li avesse sradicati...".
Quindi il giornalista fornisce altre interessanti informazioni, rivelando che molte persone, anche in altre nazioni, hanno segnalato avvenimenti simili, senza tralasciare il fatto che negli ultimi anni in varie parti del mondo si sono verificati fenomeni sconcertanti e misteriosi, fenomeni messi a tacere dai vari Governi e che solo da poco, dati i recenti accadimenti, stanno uscendo allo scoperto.
Anna sbadiglia e, spento il televisore, si sdraia sul letto per riposare, finendo col riflettere su come affrontare l'inevitabile ed imminente incontro con Sebastiano: non può evitarlo in eterno! D'improvviso scatta in piedi e corre al telefono, commentando tra sé a voce alta:
"Devo avvisare Manuela per stasera! Dove ho la testa?!".
La madre della giovane, che ancora nulla sapeva dei programmi della figlia, la aspetta al varco e le lascia finire la telefonata con l'amica per poi domandarle dei chiarimenti.
"Viene a prendermi Fabio alle sette." spiega la diretta interessata "Non farò tanto tardi, promesso.".
"Sai che non mi piace che tu vada in macchina con qualcuno." replica l'altra severa.
"Dai, lo conosci, dovresti fidarti di lui!".
"Io mi fido di lui, ma degli altri no!".
"Che scatole! Sempre il solito discorso!!! Lo vuoi capire che tra quattro mesi avrò diciott'anni?!".
Le due, trasportate dalla discussione, alzano la voce e come spesso accade finiscono col litigare. Anna scocciata si chiude in camera sbattendo violentemente la porta, mentre sua madre continua ad urlarle dietro che è una maleducata e dovrebbe aver più rispetto per i genitori.
"Rispetto... Rispetto..." si ripete tra sé la ragazza barricata nella sua stanza, strappando i fogli di un quaderno per sfogarsi "Sempre così! Sempre uguale! La mia vita è sempre uguale, i miei pensieri sono sempre uguali, le mie reazioni sono sempre uguali... Vorrei che cambiasse tutto, così, in un attimo... Non ne posso più!".
Fortunatamente presto arriva il momento di uscire di casa e divertirsi, scacciando molesti pensieri. Salita sull'auto di Fabio, Anna lo avvisa che bisogna passar a prendere Manuela, ma lui si accorge dalla voce e dall'espressione dell'amica che qualcosa non va e prontamente le domanda cosa le sia capitato.
"Niente di particolare." risponde lei, con un ambiguo sorrisetto "Ho solo litigato con mia mamma. Non è una novità, è troppo apprensiva, ha paura che mi capiti chissà cosa!".
"Ha paura che io faccia un incidente? Che fiducia!" interviene dispiaciuto Fabio "Mi sa che non sono simpatico a tua mamma...".
"Non dire cavolate!" ribatte immediatamente Anna, dando un'affettuosa pacca sulla spalla dell'amico.
Fabio ha la stessa età di Kirk, come lui ha perso un anno perché in prima liceo è stato bocciato, e per non replicare l'esperienza adesso studia talmente tanto che è diventato uno dei migliori della classe. Ad essere sinceri, non ha il classico aspetto di uno che trascorra pomeriggi sui libri: capelli ramati, corti, con dei riccioli più lunghi che gli coprono la fronte e sfiorano i due grandi occhi castani, vivaci e ridenti, perennemente puntati su qualche ragazza, ed un abbigliamento di regola originale e stravagante che non passa certo inosservato! Per di più, si diverte a sparare una montagna di sciocchezze, tanto da sembrare a volte uno che non riesca a prendere niente sul serio... Ma l'apparenza inganna!
L'automobile corre rapida sull'asfalto ed il buio velocemente scende sulla città. Anna comincia a pensare alle sere d'estate, quando il sole splende fino a tardi e diffonde allegria con la sua rassicurante luce, ma le sue riflessioni vengono d'un tratto interrotte da Fabio con una precisa domanda:
"Le hai parlato?".
Anna sa bene a cosa si riferisca l'amico, che già da un po' le ha chiesto aiuto per scoprire se Anita, una loro compagna di classe per la quale il giovane si è preso una bella cotta, ricambi o meno i suoi sentimenti.
"Non ancora..." confessa l'interrogata, mentendo spudoratamente: lei con Anita già ha parlato, ma non trova né le parole né il coraggio per dire all'amico che non ha la benché minima speranza di conquistarla.
Chiacchierando i due arrivano sotto casa di Manuela, che abita al terzo piano di una palazzina non lontana dal centro città. Stranamente la ragazza tarda a scendere e Fabio inizia a spazientirsi. Dopo circa un quarto d'ora d'attesa, Manuela fa la sua apparizione, scusandosi e spiegando cosa l'abbia trattenuta:
"Volevo vedere la fine del telegiornale.".
"E proprio stasera dovevi guardarlo?" borbotta Fabio mentre velocemente mette in moto l'auto e riparte.
"Parlavano di un argomento molto interessante." continua la giovane, palesemente impressionata "Sapevate che di recente sono scomparsi un sacco di ragazzi? E sembra che ci sia un collegamento con l'aumento spaventoso dei suicidi degli ultimi anni, parlo di suicidi di gente tra i diciotto e i trent'anni... e dicono che i corpi di molti di questi suicidi siano misteriosamente spariti... E' allucinante, è un problema a livello mondiale, e fino adesso avevano insabbiato tutto... chissà cosa c'è sotto?".
Il concitato racconto termina nel momento in cui l'auto, giunta a destinazione, si ferma, e zittiti angoscianti pensieri i tre amici entrano nel Bowling dove incontrano Simone, Kirk e Brian. Fabio si informa subito su dove sia Sebastiano ed immediata ma non inattesa arriva la risposta di Kirk:
"Non era sicuro di venire.".
Manuela si lascia spontaneamente andare ad un logico commento:
"Prima chiede se può unirsi al nostro gruppo e poi non viene quasi mai con noi... E' un tipo incostante.".
"Forse con noi non si diverte." osserva dispiaciuta Anna.
"E fatto così, non ci si può far niente!" conclude Brian.
I sei amici decidono di cominciare a giocare e, mentre si stanno cambiando le scarpe, ecco che si presenta Sebastiano.
"Eravamo sicuri di non vederti!" esclama sorpreso Kirk.
"Se volete me ne torno a casa." ribatte scherzoso il diretto interessato.
"Per me fai pure." ribatte Manuela, e la sua inaspettata uscita lascia i compagni senza parole, in particolare il destinatario dell'acida frecciatina.
La ragazza in verità non voleva essere dura, non le è antipatico Sebastiano, è che spesso, involontariamente, le capita di apparire rigida, troppo severa, e le sue battute appaiono piuttosto come dei rimproveri. Tutto ciò le dispiace molto, Manuela vorrebbe essere spigliata e vivace come Anna e non si rende conto di quanto invece la sua amica vorrebbe essere a volte più ponderata e meno impulsiva, dandole piuttosto fastidio passare per una ragazzina scapestrata ed imprevedibile, quasi il clown della compagnia. Ma non è il sabato sera il momento per farsi trascinare da certi pensieri ed a rasserenare l'atmosfera ci pensa Fabio, spronando i compagni ad iniziare a giocare.
I giovani rimangono al Bowling più o meno fino alle dieci e mezza, dopodiché decidono di far due passi in città e concedersi magari uno spuntino. Ma mentre passeggiano per le affollate vie del centro vengono sorpresi da un improvviso e violento temporale, che li spinge, alla ricerca di un riparo, in uno stretto e buio vicolo, in fondo al quale c'è un negozio che nessuno ha mai visto prima. I ragazzi entrano e restano a bocca aperta nell'osservare i particolari ed insoliti oggetti esposti nella piccola bottega. Appesi al soffitto ci sono tessuti stupendi, stoffe colorate dai caratteristici disegni. Su antichi mobili sono riposti ornamenti di ogni genere e materiale, statuette di legno e molti altri oggetti, tutti sicuramente provenienti dall'Africa centrale, come fa notare Simone, il "secchione" del gruppo. Sopra una bellissima specchiera in noce, disposti su lucenti vassoi d'argento, ci sono gioielli unici ed originali: sottili lamine d'oro con incisi stilizzati disegni o arcani simboli, orecchini e bracciali in cui sono incastonate colorate pietre, collane, diademi. I sette amici sono estasiati, in particolare Manuela ed Anna, colpite dagli originali e preziosi monili. Nel medesimo momento in cui Kirk scherzando si chiede ad alta voce se il negozio appartenga a qualche guru o stregone in trasferta, compare il proprietario, che sagace ed ironico risponde:
"Non preoccupatevi, non sono uno stregone.".
E' un uomo di circa cinquant'anni, dalla pelle scura ed il viso ovale dai tratti marcati, labbra carnose e grandi occhi castani. I ricci capelli, un tempo neri come l'ebano, sono ora quasi completamente grigi, ed il sorriso cordiale dipinto sol volto maturo fa risaltare le rughe intorno agli occhi ed alla bocca. Lo sconosciuto non indossa abiti strani, bensì un paio di jeans ed un maglione blu e verde. Kirk si scusa immediatamente per la pessima battuta, mentre Sebastiano e Simone ridono piano nascondendosi la bocca con una mano.
"Ecco, le solite figure del cavolo!" riflette tra sé Anna "E in più, dovremo comprare qualcosa, mica possiamo dire che siamo entrati per ripararci dalla pioggia...".
Come se leggesse nella mente della ragazza, il proprietario del negozio, dopo essersi presentato come Jabez, invita gentilmente i giovani a restare finché il temporale non sarà terminato.
"Noi però non vogliamo comprare niente." precisa in tutta onestà Brian.
"Qui non si deve comprare nulla." risponde tranquillamente il diretto interessato, lasciando perplessi i visitatori, per poi aggiungere:
"Semmai posso predirvi il futuro o contattare qualche spirito per voi...".
Spontaneamente prende il via una discussione tra i ragazzi che non credono in profezie, sedute spiritiche o in cose simile, e Jabez che sostiene la tesi contraria, una discussione vivace e animata che coinvolge con piacere tutti coloro che vi prendono parte. Ad un certo punto però Manuela si allontana dal gruppo per osservare dei gioielli riposti in un angolo, su di un piccolo mobile, quasi dovessero rimaner nascosti ad occhi indiscreti. Ci sono un anello, una spilla, due bracciali e tre catenine con dei ciondoli di varie forme: sono stupendi, probabilmente d'oro, e su ciascuno è raffigurato un diverso animale stilizzato. Meravigliosi oggetti, di sicuro preziosi, che con il loro arcano fascino inducono la curiosa ragazza a toccarli ed a prendere in mano con estrema delicatezza la spilla su cui è rappresentata una colomba. Con occhi estasiati Manuela fissa lo stupendo gioiello, desidera fortemente averlo per sé ed in un certo senso già lo sente suo. In un attimo la spilla si solleva sopra la candida mano e si posa sul maglione della giovane, che impaurita assiste immobile alla scena ed ovviamente finisce col gridare per lo spavento, allontanandosi di scatto dai misteriosi gioielli e rompendo una grande anfora posta alle sue spalle. I suoi amici la raggiungono immediatamente, seguiti da Jabez, e lei terrorizzata balbetta confuse frasi ed indica col dito i preziosi monili, provando a spiegare quanto accaduto. Nessuno tuttavia sembra credere al racconto, nessuno tranne Jabez, che con occhi sbarrati fissa i sette giovani davanti a lui. L'uomo, con un filo di voce, sbigottito come avesse appena visto un fantasma, chiede ai ragazzi di prendere in mano i gioielli in questione, cosa che loro, incuriositi, fanno subito, ritrovandosi d'improvviso miracolosamente addosso i singolari monili.
"Finalmente!" grida colmo di gioia Jabez, sotto gli sguardi increduli dei frastornati giovani che, per poter avere delle spiegazioni, accettano di seguire il misterioso individuo e si incamminano per un breve e buio corridoio, arrivando così in una piccola stanza, al cui centro c'è un tavolo rotondo coperto da una lunga tovaglia nera di velluto, mentre ai quattro angoli sono posti dei bassi mobili triangolari con tre cassetti ciascuno. Il locale è pervaso da una luce soffusa e la temperatura è piuttosto fredda. I sette amici si guardano intorno spaesati, fino a che la loro attenzione non viene catturata dalla profonda voce di Jabez:
"Prima di parlarvi di quei gioielli, devo dirvi altre cose. Perciò ascoltatemi senza interrompere per favore.".
Il tono solenne preannuncia un importante discorso, che tutti i presenti, seduti intorno al tavolo circolare, sono pronti ad ascoltare. Dopo un attimo di sacrale silenzio, Jabez inizia il suo racconto:
"Sono venuto qui da un piccolo villaggio dell'Africa centrale. Non sono uno stregone, come pensavate, sono semplicemente un medium, un sensitivo. La mia vita era assolutamente normale e tranquilla, non mi turbavano i contatti con gli spiriti, e se qualcuno chiedeva il mio aiuto per comunicare con l'al di là, ero sempre pronto a darglielo. Una notte, però, ho ricevuto un avvertimento da uno spirito, se di un semplice spirito si trattava: avrei dovuto iniziare un viaggio alla ricerca di qualcuno che contrastasse il Male che stava per rinascere in questo mondo. Il giorno dopo ho cercato attraverso altri spiriti dei chiarimenti, e li ho trovati, ma ho avuto un contatto talmente violento che sono svenuto. Quando in piena notte mi sono svegliato, mi sono trovato circondato da sette gioielli posti sopra a degli strani indumenti colorati. Questo avrei dovuto fare: trovare sette amici, dotati di poteri paranormali, a cui donare quei misteriosi oggetti. Ho capito in seguito la loro importanza e tra poco la rivelerò anche a voi.".
L'uomo si interrompe ed osserva i ragazzi impietriti, che ancora non si rendono conto dell'incredibile vicenda in cui sono stati coinvolti. Jabez prende dai mobili d'angolo delle variopinte divise e ne dispone una davanti ad ognuno dei giovani. Quindi suggerisce ad Anna di provare a muovere col pensiero la pesante tovaglia di velluto e se pur titubante la diretta interessata fa un tentativo, tentativo che a sorpresa riesce davvero...
Jabez ricomincia la sua narrazione:
"Fin dalla nascita, senza saperlo, avete delle capacità particolari: i gioielli che ora indossate le potenzieranno e vi aiuteranno ad usarle, mentre queste divise vi serviranno da difesa.".
"Difesa da che? E perché noi? Cosa dobbiamo fare?" domanda impaziente Simone, fattosi portavoce della curiosità dei compagni.
Jabez allora chiarisce la situazione:
"Una donna del mio villaggio, caduta vittima del Male - quello che voi chiamate Satana o Lucifero - ha fatto rivivere nei corpi di giovani morti delle creature demoniache, attraverso un potente rito di magia nera. Siamo stati tutti costretti ad abbandonare il villaggio e io ho iniziato così il mio viaggio. Questo è accaduto ben due anni fa. Ho scoperto solo dopo qualche tempo che il compito dei sette ragazzi che stavo cercando sarebbe stato quello di trovare una CHIAVE - la cui funzione ancora mi sfugge - prima che possa trovarla Lucifero, o chi per Lui.".
Kirk tenta di fare il punto di quanto finora appreso:
"Da quello che ho capito - non molto sinceramente - noi dobbiamo trovare una CHIAVE e per farlo ci toccherà affrontare questa specie di zombies con i nostri poteri... Però, giusto per capire, come riconosciamo la CHIAVE e dove la troviamo?".
Jabez rivela che la misteriosa CHIAVE è avvolta da una rosa rossa con lo stelo spinoso, ma dove cercare il fatidico oggetto nessuno lo sa, sarà necessario seguire l'intuito. Sebastiano, che ha scorto una grande tristezza negli occhi del maturo uomo, d'istinto gli porge una spontanea domanda:
"Conoscevi quella donna, vero?".
Jabez, che ben ha inteso a chi si riferisca il giovane, con gli occhi chiusi ed una smorfia di dolore sul viso confessa che la donna che ha dato vita ai demoni era sua moglie e proprio durante una seduta spiritica Satana si è impossessato di lei.
I sette ragazzi sono confusi e indecisi, si guardano smarriti, non osando dir nulla nel timore di complicare ancor più la già intricata vicenda, e l'uomo che ha svelato loro la sconcertante verità non sa in cuor suo come incoraggiarli, ma può solamente suggerire loro di rifletterci su, liberi di rifiutare il gravoso impegno se non se la sentissero di prendersene carico, con la promessa di non rivelare mai a nessuno ciò che hanno saputo.
Il temporale è ormai passato ed il cielo è limpido, cosparso di brillanti stelle, mentre un'aria gelida scivola sui volti pensierosi dei sette compagni appena usciti dal negozio di Jabez. Nessuno parla, nessuno ha qualcosa da dire. Anche tornando a casa in auto, Manuela, Anna e Fabio mantengono il silenzio: hanno paura, sono terribilmente spaventati per quello che hanno appreso.
E' tardi, molto tardi, ed i genitori di Anna sono terribilmente in ansia, tanto più che la figlia nemmeno risponde al cellulare: che sia successo qualcosa di grave? Inevitabilmente, non non appena la ragazza rientra in casa, viene investita da rimproveri e urla, ma lei pare non sentire nulla e con lo sguardo perso nel vuoto, stringendo al petto la divisa affidatale da Jabez avvolta in un sacchetto di carta, senza aprir bocca lentamente sale le scale per rifugiarsi nella sua stanza. I genitori, sbollita la rabbia, iniziano di nuovo a preoccuparsi: cosa sarà mai accaduto?
La madre della giovane entra nella camera dove la figlia si è chiusa e trovandola seduta sul letto, al buio, palesemente crucciata, premurosa le chiede se abbia dei problemi, ottenendo soltanto una vaga e distratta risposta:
"Non è successo niente, tranquilla...".
E' di breve durata il dialogo. Anna confessa di essere stanchissima e di dover riposare. Ma non appena si ritrova di nuovo sola, apre con un reverenziale timore l'armadio in cui ha nascosto la sua divisa, per poi posare gli occhi sull'anello con incisa l'effige di un gatto stilizzato, ripassando nella mente il racconto di Jabez: credere o non credere ad una storia tanto assurda? E soprattutto, come accettare una simile verità?
E non soltanto Anna è preoccupata e sconcertata: anche i suoi amici non possono dimenticare l'insolita serata e la consapevolezza di dover prendere al più presto una decisione fondamentale rende tutto più complicato.
"Forse è un compito troppo difficile per noi." pensa tra sé Brian, sdraiato sul letto, le mani dietro la testa, i celesti occhi puntati sul candido soffitto "Abbiamo solo diciotto anni, perché dovremmo metterci a cercare questa CHIAVE, combattere i demoni...? Alla nostra età, abbiamo tante altre cose a cui pensare...".
Ma alla fine il sonno prende il sopravvento, tacciono i pensieri, e mente e cuore riposano almeno per qualche ora perdendosi nei meandri inestricabili dei sogni.

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Un saluto a tutti, tanto per cominciare. Questo è il secondo lavoro che pubblico su Efp. Il primo è una fanfiction su Capitan Harlock che ho scritto e disegnato a quattro mani con mia cugina Cinzia (e che potete trovare nella sezione "Anime e Manga"). Questa storia invece, come altre che spero di pubblicare, è solo opera mia. Ve la introduco in poche parole, spiegandovi che la prima parte, quella che come sottotitolo ha "Le sette Virtu'", costituisce l'antefatto di quelle che seguiranno. Col passare dei capitoli, cresceranno i protagonisti e con essi le vicende narrate, infittendosi di eventi particolari e colpi di scena, in una mia personale rivisitazione di elementi tratti dalla mitologia cristiana e non solo. Questa prima parte è nata quando frequentavo il penultimo anno delle superiori, proprio come i protagonisti della storia (un bel po' di anni fa!). Una speciale dedica perciò vorrei farla ai miei amici di allora (alcuni dei quali sono tutt'ora parte della mia vita), ai professori (in particolare al professore di italiano del triennio), e a quegli anni spensierati che nel cuore conservo gelosamente. Non vi anticipo nulla di più per ora. Spero vi affezionerete ai personaggi e avrete voglia di seguirli nelle loro avventure, nel loro percorso di crescita e maturazione. Ho fatto anche dei disegni relativi ai protagonisti e vi lascerò di volta in volta i link per vederli. Al prossimo capitolo!

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