Libri > Il Bacio dell’angelo Caduto
Segui la storia  |      
Autore: The symphony of my soul    04/06/2014    5 recensioni
Tutto il libro del bacio dell'angelo caduto narrato dal punto di vista di Patch.
(Attenzione il capitolo non è stato inventato da me ma tradotto da inglese a italiano da una storia già esistente)
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Oggi era il giorno… 
Cheshvan era passata da poco, e con essa era cresciuta la repulsione per quello che ero.
Odiavo stare seduto qui, in questo mio inutile corpo, e non essere in grado di sentire… nulla intorno a me.
Volevo uscirne.
Avevo aspettato abbastanza.
Avevo guardato e pianificato tutto… 
Di solito i miei piani funzionavano ma erano sempre controproducenti.
Questa volta no, voglio essere certo.
Ero seduto in uno dei posti in fondo alla classe, come al solito.
Biologia era un'argomento così noioso… 
Noioso e inutile.
Ma questa era una classe che avevo in comune con lei e non potevo saltarla come facevo con le altre.
Il Coach McConaughy entrò, sistemando le sue cose sulla cattedra.
Insegnava in questa classe, e per una volta ne ero contento. La sua mente era così vuota che non sarebbe stato così difficile piegarla a mio piacimento.
Mi chinai in avanti fingendo casualità, mentre la mia mente scivolava in quella del Coach.
La mappa dei posti a sedere, sussurrai alla sua mente, deve essere cambiato, organizzalo in modo che Patch Cipriano stia seduto accanto a Nora Grey.
Fallo in fretta, sta iniziando la lezione.
Appena finii fuggii dalla sua mente. Non mi piacevano i pensieri che avevo sentito lì dentro.
Le bambole di Barbie e Ken nude che indicavano il nostro argomento di oggi probabilmente devono averlo eccitato un po' troppo.
Proprio in quel momento entrarono la sua amica e lei…
Nora Grey.
La ragazza che mi avrebbe liberato e, non per la prima volta, notai che non era affatto male. 
Ricci capelli scuri, occhi grigio fumosi e delle gambe da paura. Il risultato era maledettamente sexy.
Ma lei non era come me e non mi interessava.
Non importava.
Così come se la ragazza che avrei dovuto sacrificare non fosse di tre tipi diversi di caldo tutti uniti assieme?
Come se, ogni volta che i suoi occhi scrutavano il fondo della stanza e si fermavano anche solo un attimo su di me, il mio cuore batteva con forza nel petto?
Non importava. Sarebbe morta presto comunque.
Lei e la sua amica, Vee, rimasero un po' più schockate quando videro le due bambole.
A essere sinceri… la maggior parte della classe era shockata.
Ma era biologia e in più insegnata da un professore di motoria.
Che cosa si aspettavano?
Ho sospirato quando gli occhi di Nora si soffermarono solo un'attimo su di me e poi altrettanto velocemente scivolarono via.
Sapevo che ero bello.
Pelle abbronzata, capelli neri che spesso cadevano sugli occhi del medesimo colore, e un corpo abbastanza in forma. La maggior parte delle ragazze mi avevano notato, anche se io non ho mai notato loro.
Ma Nora l'ho notata.
Odiavo ammetterlo, ma l'avevo notata ancor prima di sapere che era il mio sacrificio.
Tanto più divertimento, giusto?
Il resto della classe entrò in aula.
Il Coach era impaziente… mmh mi domandavo perché…
Soffiò nel suo fischietto.
« Squadra, ai posti! » 
 Il coach considerava l'insegnamento della biologia in seconda superiore un'attività marginale rispetto al suo lavoro di allenatore di basket all'università, e lo sapevamo tutti.
« Voi ragazzi potreste non aver notato che il sesso è più di un giretto di un quarto d'ora sul sedile posteriore dell'auto. In effetti, è scienza. E che cos'è la scienza? »
« Noiosa! » gridò qualcuno. Alzai gli occhi.
« L'unica materia in cui faccio schifo » disse qualcun altro. Gli occhi del coach passarono in rassegna la prima fila, fermandosi sulla ragazza d'oro del secolo.
O almeno, la mia ragazza d'oro del secolo…
« Nora? »
« Lo studio di qualcosa. » rispose lei.
Il Coach le si avvicinò ma ho mantenuto lo sguardo su Nora, sui suoi capelli ricci che cadevano morbidamente lungo la schiena come una cascata.
Si avvicinò e piantò l'indice sul suo banco. 
« Che altro? »
« La conoscenza acquisita attraverso la sperimentazione e l'osservazione. » recitò, un manuale perfetto.
« Dillo a parole tue. »
« La scienza è indagine… » riformulò con attenzione, facendola sembrare una domanda.
Se fossi stato in grado di guardarla negli occhi avrei sicuramente letto i suoi pensieri.
« La scienza è indagine… » ripeté il Coach « … la scienza ci obbliga a trasformarci in spie. »
Alcune persone si rianimarono a queste parole, ed era veramente triste da dire…
Erano stati gli studenti del secondo anno a innescarsi così facilmente?
« Una buona indagine richiede molta pratica… » continuò.
« Anche il sesso! » ha detto qualcuno della mia fila.
Mi passai una mano sulla fronte e mi sforzai di non sospirare di nuovo.
Il Coach puntò un dito contro il trasgressore mentre la classe cercava di non ridere.
« Quello non farà parte dei compiti a casa di oggi. » disse il coach per poi rivolgere la sua attenzione su Nora « Nora, sei seduta accanto a Vee dall'inizio dell'anno. » 
Strofinai le mani assieme, ecco dove sarebbe andato a parare il discorso…
Nora fece un cenno al Coach.
« Lavorate entrambe all'e-zine… » lei annuì di nuovo « Scommetto che sapete parecchie cose l'una dell'altra. » 
Vee le tirò un calcio da sotto il banco e io soffocai una risata.
Oh sì, si conoscevano molto bene. Si capiva già, solo a guardarle che erano come sorelle… 
Non ci voleva uno stalker per capirlo.
« In realtà, scommetto che ciascuno di voi conosce abbastanza bene la persona seduta accanto. E c'è una ragione che vi ha spinto a scegliere quei posti, no? La consuetudine. Purtroppo i migliori detective rifuggono la consuetudine. Impigrisce l'istinto investigativo. Ecco perché, oggi, camberemo i posti a sedere. »
Ed eccole là. Le parole che avrebbero iniziato la mia strada per l'umanità.
Vee, però, aveva deciso di protestare « Che senso ha? Siamo ad aprile, manca poco alla fine dell'anno. Non può farci una cosa simile proprio adesso. » 
Il Coach sorrise.
« lo posso fare una cosa simile anche l'ultimo giorno del semestre. E se non superi il mio corso, l'anno prossimo ti ritroverai di nuovo qui, dove cose simili accadranno ancora, e ancora, e ancora. » 
Vee questa volta non replicò. 
Il Coach fischiò di nuovo, strappando a tutti una smorfia.
« Tutti quelli seduti sul lato sinistro del banco, la vostra sinistra, avanzino di un posto. Quelli della prima fila, sì anche tu Vee, si spostino all'ultima. »
Vee si alzò e buttò le sue cose con rabbia nello zaino.
La guardai divertito mentre si sistemava in uno dei posti in fondo all'aula.
Mi alzai in piedi e con calma mi diressi al tavolo di Nora, sistemai il libro di biologia sul banco e scivolai a sedere sulla sedia, ignorando la reazione che ebbero i miei nervi alla vicinanza di lei.
Avevo capito che non aveva la più pallida idea di quanto fosse attraente.
Forse perché nessuno gliel'aveva mai accennato.
Beh, io avevo il mio approccio.
Nora mi sorrise.
« Ciao, io sono Nora. » come se già non lo sapessi.
Non pensavo che lei sapesse il mio nome ma rimasi in silenzio…
La guardai e sorrisi lasciando fuoriuscire solo un frammento…
Dovetti ricacciare indietro il resto di quel sorriso quando sentii il suo cuore saltare un battito. Per un attimo, solo un attimo, ho lasciato che la mia mente scivolasse in lei, creando una nube scura, un'ombra cupa sui suoi pensieri. Quell'attimo cominciò a diventare evidente sul suo viso, però, uscii fuori e liberai la sua mente… solo per ora. 
Nora sospirò e si voltò verso la lavagna.
« La riproduzione umana può essere un argomento spinoso... » 
« Ahia! » fece un coro di studenti.
« Richiede maturità. E come per tutte le scienze, il metodo migliore e quello investigativo. Durante il resto dell'ora esercitate questa tecnica cercando di scoprire quanto più possibile sul vostro nuovo compagno. Domani porterete una relazione con le vostre scoperte e, credetemi, controllerò che corrispondano alla verità. Questa è biologìa, non letteratura, quindi non romanzate le risposte. Voglio vedere una vera collaborazione e un vero lavoro di squadra. » 
Altrimenti…, ha aggiunto nella sua mente.
Nora era ancora seduta come il resto degli studenti, che avevano cominciato a chiacchierare. Percepii distintamente la sua incertezza, ma non avevo nessuna voglia di reprimerla. Batté la matita sul tavolo, a tempo con il ticchettio dell'orologio. Sospirò, il gomito piantato sul banco, il mento poggiato al pugno.
Improvvisamente mi venne in mente un'idea e strappai un foglio dal mio quaderno, facendo schioccare la mia penna.
Iniziai a scrivere tutto quello che sapevo su di lei. 
Voglio dire, io non la seguivo per motivi particolari, ma alcuni comportamenti invitavano a pensare che fossi uno stalker. Avevo preso alcune foto di lei, più di uno o due. 
« Che cosa stai scrivendo? » ha chiesto infine, facendo trionfare la sua curiosità . 
« Parla la mia lingua… » dissi e lo scarabocchiai sul foglio solo per il gusto di farlo. 
Lei si avvicinò, cercando di leggere da sopra la mia spalla. Ma io piegai il foglio a metà, nascondendo quello che avevo scritto. 
«Che cosa hai scritto? » chiese di nuovo lei. 
Presi il suo foglio bianco e lo appallottolai. Una volta che divenne una pallina piccola e compatta la lanciai verso il cestino.
Canestro perfetto.
Nora lo fissò per un attimo, incredula. 
Poi aprì di scatto il taccuino alla prima pagina bianca, tenendolo fuori dalla mia portata. 
Sveglia la ragazza. 
« Qual è il tuo nome?» chiese, matita alla mano. 
Alzò lo sguardo verso di me e non riuscii a soffocare un sorriso. 
« Il tuo nome? » ripeté. 
« Chiamami Patch… » dissi tranquillamente. « Dico sul serio. Chiamami. » 
Lei alzò lo sguardo, sorpresa. Ci stava lavorando. 
Le feci l'occhiolino per prenderla un po' in giro. 
«Cosa fai nel tuo tempo libero? » continuò come se non avessi detto niente a parte il mio nome. 
Tenace.
« Io non ho tempo libero. » risposi. 
« Senti, suppongo che prenderemo un voto per questo compito, quindi mi fai il favore? » disse.
Sorrisi appoggiandomi alla spalliera della sedia, le mani incrociate dietro la testa. 
« Che tipo di favore? » non potevo lasciar passare certe opportunità appena mi passavano davanti.
« Tempo libero… » mormorai « … faccio fotografie. » 
Fotografia, scrisse sul foglio.
« Non ho finito… » dissi.
« Ne ho una bella collezione di una cronista dell'e-zine che crede sia giusto mangiare biologico, scrive poesie in gran segreto e rabbrividisce al pensiero di dover scegliere tra Stanford, Yale e... qual è quell'altra grossa università che inizia per H? » 
Ancora una volta mi stavo divertendo a prendermi gioco di lei, a modo mio, elencando quello che sapevo su di lei.
Non aveva idea di come lo sapessi ed ero sicuro che la cosa la irritava.
Mi fissò a bocca aperta.
« Alla fine non andrai a nessuna delle tre. » continuai.
« Ah no? » chiese lei e subito capii grazie ai suoi occhi che si era pentita di averlo detto.
E ancora una volta, non ho saputo resistere.
Agganciai la parte inferiore della sua sedia con le dita e la trascinai più vicina a me.
Esitò un'attimo, incerta su cosa fare, finché non decise di fingersi annoiata.
Non funzionò.
« Anche se otterresti degli ottimi risultati in tutte e tre le università, le snobbi perché le consideri lo stereotipo del successo. Sputare sentenze è il tuo terzo difetto. » 
Mi fissò ancora, scioccata e incredula.
« E il secondo? »
« Non ti fidi di nessuno. No, aspetta, mi spiego meglio. Ti fidi, ma solo delle persone sbagliare. »
E finirà col fidarsi di me. Che ero l'ultima persona di cui potersi fidare.
« E il primo? » chiese lei, chiaramente infuriata.
« Tieni la vita al guinzaglio. »
« E questo che vorrebbe dire? »
« Hai paura di quello che non puoi controllare. » dissi semplicemente.
Era vero. 
Avevo capito molto su di lei, e lo sapevo. 
Seduto lì, andando oltre tutto quello che avevo sentito nella sua testa. 
Prendendola alla sprovvista, ho chiesto arrogante.
« Dormi nuda? »
« Sei l'ultima persona alla quale lo direi. » rispose lei.
Dannazione.
« Mai stata da uno strizzacervelli? »
« No » mentì. Andava dallo psicologo della scuola, e io lo sapevo. 
« Fatto qualcosa di illegale?» sapevo anche quella risposta. 
« No. » fece una pausa e sospirò. 
« Perché non mi fai delle domande normali? Tipo... il mio genere di musica preferito? »
« Non ho intenzione di chiedere quello che posso indovinare. » 
« Tu non conosci la mia musica preferita.. »  replicò con fermezza. 
Ah, no? 
« Barocca. In te è tutto questione di ordine, controllo. Scommetto che suoni... il violoncello? » 
« Sbagliato». 
Altra bugia. 
« Quello cos'è? » chiesi, dandole un colpetto con la matita all'interno del polso. Sulla sua voglia. 
La voglia che ha suggellato il mio e il suo destino.
Si scostò. 
« Una voglia. » mormorò. 
« Sembra una cicatrice. Hai tentato il suicidio, Nora?» 
I miei occhi incontrarono quelli di lei, e sapevo che lei sapeva che mi stavo prendendo gioco di lei. 
« I genitori sposati o divorziati? »
« Vivo con mia madre. »
« Dov'è tuo padre? »
« È morto l'anno scorso. » disse con calma. 
Il tono della conversazione cambiò subito, ed io non feci niente per impedirlo. 
« Come è morto? »
Lei sussultò. 
« Ucciso. Queste però sono faccende private, se non ti dispiace.» mormorò, fintamente snervata. Ma la sua disperazione alla fine riuscì a raggiungere anche me.
« Dev'essere dura… » dissi dolcemente. 
La campanella suonò ed io balzai in piedi, rompendo l'incantesimo momentaneo che si era creato tra di noi. 
« Aspetta! » gridò. 
Non mi voltai. 
« Scusa! Patch! Non ho scritto niente su di te. »
Tornai indietro e tirai fuori la mia penna, afferrai la sua mano e scarabocchiai il mio numero di telefono così velocemente che non le diedi il tempo di reagire o allontanarsi. 
Guardò i numeri, incredula. 
« Stasera ho da fare. » disse.
« Anch'io. » risposi, sorrisi, e me ne andai.
Mi divertivo troppo. 
« Guarda che non ti chiamo! » sentii il suo grido lungo il corridoio. « Sul serio! »
Vedremo, amore, pensai sorridendo segretamente.
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Bacio dell’angelo Caduto / Vai alla pagina dell'autore: The symphony of my soul