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Autore: NeverMe    05/06/2014    3 recensioni
Trovo che Clara Antinori sia un personaggio affascinante, ma non se ne è parlato abbastanza.
Ho cercato di rispondere alcune domande come: perchè ha agito in quel modo? Cosa le è successo? Perchè ha cambiato idea? Che destino ha in mente per Gabriel e Claudia?
Spero non faccia troppa pena, io ci ho provato...
La storia è ambientata dopo che Serventi le tocca la fronte per ucciderla, prima che incontri Gabriel, ripercorro il suo primo matrimonio, la notte dell'incindente di Gabriel e quando è stata rinchiusa nella casa di cura.
L'ordine cronologico degli eventi è: A, C, B. Anche se lei ricorda: A, B, C.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gabriel Antinori
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Serventi appoggiò le mani sulla fronte di Clara.
Ecco. Sarebbe tutto finito. Le avrebbe concesso una morte lenta, le avrebbe dato il tempo di pensare e forse di vedere suo figlio per l'ultima volta.
Sì, Gabriel l'avrebbe trovata, lo sentiva. Dopo 27 anni, finalmente, avrebbe rivisto i suoi occhi. Voleva rivederli, anche se sentiva un dolore diffuso e acciecante quando pensava che non l'avrebbero più guardata come prima, quando lui era solo un bambino, quando per lui, lei era la donna migliore del mondo.
Per Clara, Gabriel, era ancora l'uomo migliore del mondo.
L'unica cosa buona che avesse fatto in tutta la sua vita.
L'unica cosa di cui non si pentisse.
Era iniziato tutto male.
Da quando aveva raggiunto l'età in cui si potevano fare delle scelte lei aveva sbagliato, aveva lasciato che fossero altri a decidere per lei, si era accontentata dell'illusione di essere padrona della propria vita.
E dire che aveva abbandonato la propria famiglia di origine per poter essere libera...

Era ricco, bello, voleva sposarla. Era l'occasione che aspettava per fuggire.Gli sorrise, maliziosa "Sì, lo voglio, voglio passare tutta la vita con te." E si era ritrovata con addosso un abito bianco, mentre camminava verso un uomo che non credeva di amare, ma le avrebbe dato la libertà. Era l'unica cosa che voleva... la libertà.
Ma mesi dopo, seduta su una poltrona guardava fuori dalla finestra e sognava di essere altrove. Era quella la libertà? Sognare una vita diversa?
"Clara, farò qualunque cosa, ti prego. Parlami!"
Guardò distratta l'uomo che aveva sposato. Era solo una voce. Qualche volta credeva di averlo inventato. Era solo una voce. Erano i suoi pensieri che le parlavano, anche loro stanchi dei suoi silenzi. Stanchi di quel vuoto di idee, di azioni, di emozioni.
La pioggia si schiantava contro il vetro della finestra e poi le gocce si attaccavano disperatamente a quel vetro, sperando di non scivolare. La forza di gravità, però, le trascinava rovinosamente a terra, mentre loro lasciavano dietro di sè una scia.
Lei cosa avrebbe lasciato dietro di sè?


Gabriel. Era così semplice la risposta. Lei aveva lasciato qualcosa a questa vita e si chiamava Gabriel. Era così semplice. Avrebbe voluto capirlo prima. Quando aveva rinunciato a lui, quando lo aveva dato al mondo per un fine più grande, che non era quello di crescerlo e amarlo. Perchè la prospettiva di vederlo diventare un uomo non era stata sufficiente? Perchè il suo sorriso non era stato in grado di trattenerla?
Sentiva rivoli di sangue scenderle dal naso, era quasi arrivato il suo momento.
Magari fosse morta quella notte, quando aveva fatto l'unica cosa sensata. Quando aveva usato il proprio corpo per proteggere suo figlio, magari non l'avesse riportata indetro. Lui non l'avrebbe mai saputo e non l'avrebbe mai odiata.

Non aveva smesso di andare a letto con Demetrio, nonostante avesse raggiunto il suo scopo. Quando aveva provato a spiegargli quanto le facessero ribrezzo le sue mani sul proprio corpo, Serventi l'aveva accarezzata e le aveva detto che era necessario. Sarebbe stato meglio se Demetrio non avesse saputo niente e affinchè non sapesse nulla lei doveva fargli credere di amarlo. E così quella notte erano sdraiati di fronte ad un camino e lei si ondeggiava sopra di lui, cercando di ignorare le espressioni di piacere sul suo viso, cercando di ignorare la nausea che provava quando lui cercava di baciarla. Non lo baciava quasi mai, come poteva non aver capito che non l'amava?
Si ritrovò a guardare il fuoco, sperando che quel verme raggiungesse presto l'orgasmo e che quella tortura finisse.
La porta alle sue spalle si aprì. "Mamma!"
Gabriel la guardava sconcertato. Era solo un bambino. Lui non poteva capire. L'unica cosa che sapeva era che la sua mamma stava facendo l'amore con un uomo che non era il suo papà, o almeno così credeva.
Gabriel era corso sul tetto. Pioveva a dirotto, era pericoloso. Che cosa voleva fare?
In quel momento, solo in quel momento, aveva capito che doveva proteggerlo a costo della propria vita e non perchè lui era l'Eletto, ma perchè era suo figlio, solo suo figlio.


Doveva morire quella notte, doveva lasciarla morire. Lei non meritava il suo perdono. Ma l'amore di Gabriel era stato più forte e l'aveva riportata indietro.
Si accasciò sul divano.
Gabriel non aveva smesso di amarla nonostante tutto.
Per la prima volta nella vita sperimentò qualcosa di simile alla felicità, per la prima volta capì che cosa significava essere amati... credeva di saperlo, ma non era così.

L'avevano rinchiusa in quella stupida clinica. Credevano che fosse depressa, ma lei non era depressa, provava solo un grande vuoto esistenziale. Vuoto che sentiva allargarsi dentro di sè in maniera esponenziale, da quando era lì.
Suo marito aveva smesso di farle visita. Nessuno le rivolgeva la parola, nemmeno gli altri malati, sembravano ognuno nel proprio mondo.
Ogni tanto qualcuno faceva cose strane, diceva di aver spostato oggetti col pensiero e quando queste cose succedevano venivano sedati e portati nelle loro camere. Ogni tanto qualcuno spariva e non tornava più.
Faceva fatica a partorire pensieri che avessero un filo logico, ormai, prima di entrare in quella clinica si sentiva padrona delle proprie fantasie, ora no, non trovava appagamento nemmeno nel proprio pensiero. Credeva fosse colpa di quelle strane medicine che le davano. Più gliele davano, più ne voleva, più stava male, meno era padrona del proprio pensiero.

Nonostante ciò intuiva che c'era qualcosa di strano in quella clinica.
Facevano strani esperimenti su di lei, solo che non capiva che cosa volessero capire.
Poi era arrivato lui, Serventi, lui l'aveva portata via da lì. Le aveva spiegato che quella era opera dei templari, che da secoli cercavano di stanare gente con i poteri e di ucciderla.
"Ma io non ho poteri" gli aveva risposto.
Lui l'aveva accarezzata e le aveva sfiorato il ventre "Già... insospettabile. Questo ti ha tenuto al sicuro, ma tu sei diversa e superiore a tutti gli altri, tu sei colei che potrà dare alla luce l'Eletto." Lei era speciale, non era come gli altri. Aveva amato quell'uomo, quell'uomo che le aveva dato la prospettiva di una vita diversa, in cui lei era qualcuno.


Aveva amato Serventi e credeva che anche lui l'amasse, ma non era così. Se l'avesse amata non le avrebbe mai permesso di sposare un altro uomo, non l'avrebbe mai mandata al macello, non le avrebbe mai permesso di fare l'amore per dieci anni con un uomo che le faceva ribrezzo, non le avrebbe mai chiesto di rinunciare a suo figlio.
E tutto questo l'aveva capito contemplando l'amore di cui Gabriel amava Claudia.
Lui non le avrebbe mai fatto quello che le aveva fatto Serventi.
Lui la rispettava, rispettava le sue scelte e l'idea che lei fosse tra le braccia di un uomo che non era lui l'avrebbe distrutto, non l'avrebbe mai permesso, soprattutto sapendo che Claudia non ne era innamorata. Non le avrebbe mai fatto del male, nè avrebbe mai permesso a nessuno di fargliene. Non le avrebbe mai chiesto di rinunciare a suo figlio, per nessun motivo e non l'avrebbe riempita di bugie. Se avesse potuto non le avrebbe mai negato un gesto di affetto, l'avrebbe baciata sempre, senza motivo, anche solo per ringraziarla di esistere. L'avrebbe voluto, ma per adesso non avrebbe fatto nulla, perchè se avesse fatto un passo verso di lei e poi si fosse tirato indietro l'avrebbe ferita. Perchè chi ti ama davvero ti protegge, chi ti ama davvero vuole più di ogni cosa la tua felicità, chi ti ama davvero sa mettersi da parte e lei l'aveva capito troppo tardi.
Ma per Gabriel sarebbe stato diverso. Adesso sarebbe stata lei a proteggerlo, a far sì che fosse felice, sarebbe stata lei a mettersi da parte, perchè Gabriel era suo figlio e lei lo amava.
C'era un'altra strada per lui ed era Claudia, non la chiesa, non la profezia, non la morte.
E lui non avrebbe fatto la scelta sbagliata, non avrebbe rinunciato a lei, nè a loro figlio... perchè Claudia era come lei, senza poteri, insospettabile, ma avrebbe dato alla luce un potenziale Eletto. Il destino di quel bambino, però, sarebbe stato molto diverso, perchè sarebbe nato da un amore vero. Il destino di Gabriel e Claudia sarebbe stato diverso. Perchè lui avrebbe ascoltato il suo consiglio. Il consiglio che sperava di potergli dare prima di morire.
Resta vicino alle persone che ami, non abbandonarle mai.
  
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