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Autore: LuigiPugilista    05/06/2014    1 recensioni
Quando l'ultimo uomo si svegliò, parlò col Padre.
Genere: Dark, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quandò l'ultimo Uomo si svegliò la luce era già scomparsa da tempo immemore da questo Universo.
Nacque da solo in vicolo oscuro dell'immensa metropoli senza nome e senza memoria che era diventata la Terra.
Cresciuto tra ratti e rifiuti, in un'eterna notte illuminata da led e neon, da luci oscure e oscurità abbaglianti, non capì mai e non vide mai le cose che resero grande l'umanità.
I palazzi oscuravano un orizzonte piatto, senza mari o montagne, senza sogni o speranze, senza stelle.
Divenne ragazzo camminando tra le strade, vedendo le persone assorte dal loro Io, che diveniva ogni giorno più forte, facendo loro dimenticare gli altri, coi quali dividevano spazi sempre più angusti e maleodoranti.
Assorbì l'odio che trasudava una società marcia, malata e corrotta, odio che ormai non provava nemmeno più a nascondersi, tanto era potente la sua influenza.
Tra un pasto rubato dai rifiuti e un altro rubato e basta a gente distratta dal cyberspazio, l'Uomo capì che gli altri abitanti del pianeta altro non erano che mere comparse della vita, attori che hanno rifiutato il loro ruolo di protagonisti a favore di una calma e piatta vita condivisa con l'intero Universo conosciuto.
Avevano smesso di rischiare, di spezzare le catene dell'omologazione mentale e spirituale.
Avevano smesso di fare ciò che ha sempre contraddistinto l'umanità dagli altri animali.
Coi loro sguardi rapiti da una vita di plexiglass, l'Uomo potè riappropriarsi della propria dignità di essere indipendente e solo.
Alla luce della modernità malata, l'Homo Novus seguì la sua strada.
Fatta di cadute, di rischi e di sbagli.
Gli altri lo fissavano e ridevano. Unisoni, con una sola voce fredda e lacerante.
L'Uomo scalò le difficoltà della via, superò i grattacieli che sfidavano, vincenti, l'autorità divina, non lasciandosi sopraffare dalle urla, dalle risate e dai sassi che gli altri gli lanciavano per omologarlo, per distruggere l'ultimo bagliore dell'umanità.
Astraendosi dalle ferre regole della fisica e dal piattume mentale, nonchè dal decadimento morale figlio dell'impreparazione umana di fronte alla potenza del suo stesso intelletto, raggiunse la verità: loro hanno vinto, l'Uomo ha perso.
Nella sua mente apparvero scene di guerra, di lotta, di pacificazioni.
"Loro hanno vinto" disse l'Uomo "E io ho vinto con loro, perchè la fenice non può rinascere senza bruciare."
  
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