Era
una notte uggiosa, quella del 24 marzo del
La
famiglia reale di Alba Longa era abbastanza numerosa, e la successione
era
assicurata. Al tempo della nascita dei gemelli regnava Proca. Egli
aveva due
figli, Numitore e Amulio. Amulio era celibe, mentre Numitore aveva
cinque
figli, quattro maschi e una femmina, Rea Silvia. A parte Rea Silvia,
sposata
con Marente, un uomo proveniente da Gabii,
tutti gli altri figli di Numitore erano celibi, ma non se ne
preoccupavano
perché erano ancora giovani.
Re
Proca era piuttosto tranquillo, ed era un re buono e generoso. Numitore
era di
indole simile al padre, mentre Amulio pareva appartenesse ad un'altra
famiglia.
Era irruento, facile all'ira, ma soprattutto ambizioso. Con la nascita
dei due
gemelli era scivolato al decimo posto in linea di successione, e questo
proprio
non gli andava giù. Così, quando sorsero le prime
malelingue attorno alle reali
nascite, Amulio le sostenne e gli diede segretamente credito, nella
speranza che
il popolo si ribellasse per rovesciare Proca; in tal caso si sarebbe
schierato
dalla parte del popolino e una volta spodestato il legittimo re sarebbe
salito
lui al trono.
Purtroppo
(o per fortuna) ciò non si verificò, ed Amulio,
più furioso che mai, pensava di
usare metodi più "diretti" per ottenere ciò che
voleva. L'occasione
giusta si presentò quando Proca, la cui gotta non era un
mistero per nessuno,
morì poco tempo dopo il lieto evento. Con un rapido colpo di
mano fece arrestare
Numitore, Rea Silvia e i gemelli. I figli maschi di Numitore e il
marito di Rea
Silvia opposero resistenza, e per questo furono uccisi tutti.
All'inizio Amulio
non sapeva che farsene dei prigionieri, ma dopo che un indovino gli
predisse
che i gemelli l'avrebbero spodestato e ucciso una volta diventati
adulti, non
ebbe più dubbi. Per prima cosa esiliò Numitore,
che trovò rifugio a Caere, in
Etruria, molto lontano da Alba Longa. Fece poi annegare Rea Silvia nel
Tevere.
Inizialmente per lei aveva pensato di relegarla nell'ordine delle
Vestali, ma
non essendo la donna più vergine ciò non era
possibile.
Lo
stesso destino sarebbe toccato anche ai gemelli, ma il servo incaricato
di
affogarli non ne ebbe il coraggio, ma sapeva che se non l'avesse fatto
sarebbe
stato ucciso egli stesso. Così confiscò una
cesta, vi depose i neonati, li
lasciò alla deriva e se ne andò, sperando che si
ribaltasse e che i bambini
affogassero.
Cosa
che non accadde. Dopo non molto, la cesta si arenò ai
margini della palude del
Velabro. I vagiti dei gemelli attirarono sul posto il pastore Fausto,
che stava
facendo pascolate le pecore. Egli, impietosito e timoroso che i lupi
presenti
in zona venissero a reclamare la carne dei bambini, li raccolse e li
condusse a
casa sua, ad alcuni chilometri ad est del fiume.
Fausto
abitava con la moglie, Acca Larenzia. La notizia della strage della
famiglia reale
di Alba Longa era arrivata fino a Veio, e i pastori capirono subito che
i
gemelli erano i nipoti di Numitore. Non li vollero consegnare ad
Amulio, prima
di tutto perché non potevano sopportare l'idea dei bambini
uccisi, e anche a
causa della tirannia di egli, con la quale si era inimicato molti. Su
pressione
della moglie, Fausto decise di adottare i bambini, con la speranza che
crescendoli un giorno avrebbero riconquistato il loro trono.
Fu
proprio Acca Larenzia a trovare i nomi ai bambini, che fino ad allora
non ne
avevano ricevuti. Uno venne chiamato Romolo, in onore di uno dei
fratelli di
Rea Silvia; l'altro Remo, per ricordare il condottiero italico ucciso
da Niso
nella sua incursione notturna assieme ad Eurialo nel campo dei rutuli
durante
la guerra contro Enea.
Salve, vi ringrazio per essere passati. Questa storia mi è stata inspirata da "Cos'è questa follia?" di Napoleon53 e tradotta in italiano da John Spangler, che trovate qui sul sito e che vi consiglio di leggere. Non ve la linko perché l'ultima volta che ho linkato qualcosa su EFP non ci sono state belle conseguenze (per me), per cui ve la dovete cercare da soli.
Comunque, ho sempre desiderato plasmare il mondo a mio piacimento, e quale modo migliore per farlo se non immedesimandosi nei romani? Lo so, il mio latino lascia alquanto a desiderare, ma se siete esperti (o avete parecchio tempo libero) siete autorizzati a dirmi titoli e termini più corretti grammaticalmente.
Grazie dell'attenzione,
A_e