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Autore: Ashura_exarch    06/06/2014    4 recensioni
E se l'impero romano non fosse mai crollato? E se fosse andata in modo diverso?
Io cerco di dare la mia risposta personale, modificando la storia della città a partire dalle origini.
AGGIORNAMENTI PARECCHIO IRREGOLARI
Genere: Guerra, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Era una notte uggiosa, quella del 24 marzo del 771 a.C. (anno 18 Pre-Romae). Più che uggiosa, infuriava un vero e proprio temporale, di come non se ne erano mai visti ad Alba Longa, e forse in tutta la Lega Latina. E mentre tuoni e fulmini imperversavano nel cielo, negli appartamenti del Palazzo Reale della città la principessa Rea Silvia stava partorendo. Dopo oltre tre ore di contrazioni finalmente il nascituro si decise a venire al mondo. O meglio, i nascituri. Re Proca poteva ora vantare di essere bisnonno. Alcuni interpretarono la nascita dei due durante quella tempesta come un segno divino, anche se nessuno, nemmeno gli aruspici più esperti seppero dare giudizi concordanti fra loro. Alcuni sostenevano che era segno che in futuro i gemelli avrebbero fatto qualcosa di strabiliante, mentre altri credevano che sarebbero stati causa di sventure e di grandi catastrofi. E nell'ombra qualcuno cercava di dare credito a queste ultime dicerie.

La famiglia reale di Alba Longa era abbastanza numerosa, e la successione era assicurata. Al tempo della nascita dei gemelli regnava Proca. Egli aveva due figli, Numitore e Amulio. Amulio era celibe, mentre Numitore aveva cinque figli, quattro maschi e una femmina, Rea Silvia. A parte Rea Silvia, sposata con Marente, un uomo proveniente da Gabii, tutti gli altri figli di Numitore erano celibi, ma non se ne preoccupavano perché erano ancora giovani.

Re Proca era piuttosto tranquillo, ed era un re buono e generoso. Numitore era di indole simile al padre, mentre Amulio pareva appartenesse ad un'altra famiglia. Era irruento, facile all'ira, ma soprattutto ambizioso. Con la nascita dei due gemelli era scivolato al decimo posto in linea di successione, e questo proprio non gli andava giù. Così, quando sorsero le prime malelingue attorno alle reali nascite, Amulio le sostenne e gli diede segretamente credito, nella speranza che il popolo si ribellasse per rovesciare Proca; in tal caso si sarebbe schierato dalla parte del popolino e una volta spodestato il legittimo re sarebbe salito lui al trono.

Purtroppo (o per fortuna) ciò non si verificò, ed Amulio, più furioso che mai, pensava di usare metodi più "diretti" per ottenere ciò che voleva. L'occasione giusta si presentò quando Proca, la cui gotta non era un mistero per nessuno, morì poco tempo dopo il lieto evento. Con un rapido colpo di mano fece arrestare Numitore, Rea Silvia e i gemelli. I figli maschi di Numitore e il marito di Rea Silvia opposero resistenza, e per questo furono uccisi tutti. All'inizio Amulio non sapeva che farsene dei prigionieri, ma dopo che un indovino gli predisse che i gemelli l'avrebbero spodestato e ucciso una volta diventati adulti, non ebbe più dubbi. Per prima cosa esiliò Numitore, che trovò rifugio a Caere, in Etruria, molto lontano da Alba Longa. Fece poi annegare Rea Silvia nel Tevere. Inizialmente per lei aveva pensato di relegarla nell'ordine delle Vestali, ma non essendo la donna più vergine ciò non era possibile.

Lo stesso destino sarebbe toccato anche ai gemelli, ma il servo incaricato di affogarli non ne ebbe il coraggio, ma sapeva che se non l'avesse fatto sarebbe stato ucciso egli stesso. Così confiscò una cesta, vi depose i neonati, li lasciò alla deriva e se ne andò, sperando che si ribaltasse e che i bambini affogassero.

Cosa che non accadde. Dopo non molto, la cesta si arenò ai margini della palude del Velabro. I vagiti dei gemelli attirarono sul posto il pastore Fausto, che stava facendo pascolate le pecore. Egli, impietosito e timoroso che i lupi presenti in zona venissero a reclamare la carne dei bambini, li raccolse e li condusse a casa sua, ad alcuni chilometri ad est del fiume.

Fausto abitava con la moglie, Acca Larenzia. La notizia della strage della famiglia reale di Alba Longa era arrivata fino a Veio, e i pastori capirono subito che i gemelli erano i nipoti di Numitore. Non li vollero consegnare ad Amulio, prima di tutto perché non potevano sopportare l'idea dei bambini uccisi, e anche a causa della tirannia di egli, con la quale si era inimicato molti. Su pressione della moglie, Fausto decise di adottare i bambini, con la speranza che crescendoli un giorno avrebbero riconquistato il loro trono.

Fu proprio Acca Larenzia a trovare i nomi ai bambini, che fino ad allora non ne avevano ricevuti. Uno venne chiamato Romolo, in onore di uno dei fratelli di Rea Silvia; l'altro Remo, per ricordare il condottiero italico ucciso da Niso nella sua incursione notturna assieme ad Eurialo nel campo dei rutuli durante la guerra contro Enea.

Note dell'autore
Salve, vi ringrazio per essere passati. Questa storia mi è stata inspirata da "Cos'è questa follia?" di Napoleon53 e tradotta in italiano da John Spangler, che trovate qui sul sito e che vi consiglio di leggere. Non ve la linko perché l'ultima volta che ho linkato qualcosa su EFP non ci sono state belle conseguenze (per me), per cui ve la dovete cercare da soli.
Comunque, ho sempre desiderato plasmare il mondo a mio piacimento, e quale modo migliore per farlo se non immedesimandosi nei romani? Lo so, il mio latino lascia alquanto a desiderare, ma se siete esperti (o avete parecchio tempo libero) siete autorizzati a dirmi titoli e termini più corretti grammaticalmente.
Grazie dell'attenzione,
A_e
  
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