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Autore: annies    06/06/2014    1 recensioni
I wanna shelter you, but with the beast inside there's nowhere we can hide.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Gallagher
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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I wanna shelter
you

Ian ogni tanto pensa che tutto sia sbagliato: i toast bruciati, le uova che sanno di merda e Nicole. 
Sì, Ian pensa che Nicole sia davvero una grossa rottura di coglioni, delle volte. Come adesso: non gli parla da due giorni, non la vede da quattro e comincia a provare un certo formicolio alle mani se pensa che Yuri dell'ultimo anno la guarda in  
quel modo da un mese.

No perché Nicole a volte lo dovrebbe capire che mica lui è senza palle e mica può non arruolarsi. 
Di certo non può arrendersi perché i suoi occhi verde - cazzo - acqua  lo tengono incatenato in quella catapecchia nella periferia di Chicago, o perché la sua pelle è morbida da fare schifo o perché gli mancherebbero sicuramente i suoi segni rossi sulla nuca.
No, Ian, non puoi lasciare che le sue spalle strette, le sue gambe lunghe e le sue labbra e un po' tutto rovinino la tua carriera così, no. Anche Lip lo dice. 
Però Ian non è sicuro di voler lasciare le mani piccole di Nicole a quell'idiota di Yuri Mitch e quindi stringe i pugni e dà tanti ma tanti calci al letto marcio.

“Sei un pezzo di merda” biascica Nicole, e già i suoi pantaloni sono finiti sotto l'armadio di Carl e Debbie e la schiena di Ian è ancora come quattro giorni fa.
“Puttana” e già pare sentirla, Ian, la pelle lacerarsi e consumarsi.
Lui le spalle le ha forti, lei le mani e allora si baciano forte e ancora più forte perché quattro giorni sono tanti e loro forse crollano un po' l'uno senza l'altra.
Forte che il tetto, il pavimento e le doghe del materasso e anche i loro corpi tremano.
“Fai tipo schifo”
“Ma ti sei guardata?” i baci non bastano, le carezze bruciano come fuoco e la pelle si imperla.
“Tanto lo so che mi ami da fare schifo”
“E tu? Tu mi ami da fare schifo?”
“Tu fai schifo perché te ne vuoi andare, cazzo
“Non mi ami se non sono qua, Nic?”

“Va al diavolo, Gallagher”

Diciotto anni da due mesi, un borsone mimetico, una ragazza scassapalle e il crack che gli annebbia troppo il cervello.
Dai Ian, non partire, cioè dove la trovi una come Nicole, come fai a lasciare quella pelle morbida a quei pezzi di merda? Guarda che in camerata poi ti fanno diventare frocio.
E chi ci vuole diventare frocio? Non ha mica intenzione di appassionarsi di culi, lui, è già troppo fottuto quando vede quegli occhi.

Dai Ian, però tu sei sempre stato ambizioso, la tua vita dipende da questo, non puoi mollare tutto per una ragazza. E poi ti assicuro che se non vuoi, frocio non ci diventi.
Parti, prendi quel borsone e mettiti su quel cazzo di autobus perché lo sappiamo tutti che al primo posto ci sei tu e nient'altro.
Non è così?

E forse però non è proprio così perché quando sale i primi tre scalini dell'autobus, con la divisa e il cappellino, improvvisamente si sente sul serio troppo stupido, indietreggia di un passo e riesce a vedere Nicole che prova a dargli un pugno.
Lei non c'è e Ian sente che forse non è ancora pronto.
Non è pronto a lasciare le lenzuola arricciate del mattino con lei che russa, non è pronto neanche a non vederla più la mattina rubargli la colazione dal piatto.
E no, non è pronto neanche a non sentire più Fiona urlarle di andarsene via, che quella non è casa sua e che non è fatto la moglie di suo fratello.

“Non era necessario che tu restassi”
“Non è necessario che tu menta”
“Eh infatti, vaffanculo, è necessario eccome”
“Sei sempre la solita”
“Dì un'altra parola e ti mando a calci in culo in Iraq”

“E comunque, ti amerei da far schifo anche senza un braccio in Pakistan”.



  
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