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Autore: narcissus_kiss    08/08/2008    3 recensioni
Io non sono che un'ombra, tu l'eco di un'aurora
spoiler settimo libro!
« Dove sei, Sev? » gli occhi verdi di Lily Evans passarono rapidamente in rassegna i dintorni. Eppure aveva sentito dei rumori, ed aveva riconosciuto quel tipico passo furtivo del giovane Piton. Era molto attenta a queste cose: era in grado di riconoscere una persona dal suo modo di camminare. Ed il modo di Severus era inconfondibile.
[...] « Sono qui » una voce bassa, che conosceva bene, affiorò dal nulla. Si voltò di scatto, e vide un’ombra scura emergere da dietro il fogliame fitto di uno dei tanti cespugli del parco. Era troppo buio perché potesse vederne il volto, ma non ne aveva bisogno. Ed in fondo era stato lui a volere così, chiedendole d’incontrarsi a mezzanotte.
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Nausicaa212, assistente amministratrice.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Evans, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Titolo: A midnight prayer
Genere: malinconico, romantico
Personaggi: Severus Piton, Lily Evans
Rating: verde
Avvertimenti: one-shot, spoiler settimo libro!


Disclaimer: I personaggi sono quelli della Rowling, io ci ricamo sopra diciamo… e lo faccio addirittura senza prenderci un soldo! (che animo nobile, eh? XD).
Le parole che aprono la fic sono tratte dalla versione cinematografica del Cyrano, quella di Rappenau: non so, ma per qualche bacato motivo ultimamente lo associo troppo a Piton XD quindi ci schiaffo le frasi del film ed ispiro tutto il dialogo a quella scena!
N.d.A. sono presenti spoiler del settimo libro, insomma si accenna a fatti che prima del settimo non si conoscevano, anche se poi questa “Preghiera di mezzanotte” è una mia pura invenzione. Se non lo avete letto, beh non leggete questa fic, perché vi rovinate la sorpresa, eh. (+agita un dito in tono minaccioso).

Ma bando alle caz… ehm… cavolate!
Buona lettura, signori!






.:A Midnight Prayer:.





“[…]
Lasciatemi coglier questo pretesto dell’occasione che qui ci offre il potersi parlar sì dolcemente, così...

Senza vedersi?

Ma sì, è incantevole, c’indoviniamo appena: voi sentite un mantello che del nero si svena, io intravedo un biancore di veste che vapora…
Io non sono che un’ombra. Voi l’eco di un’aurora.
[…]
Sì, perché nel buio che mi va proteggendo io oso essere me stesso… e oso…
Stavo dicendo?
Non lo so, è così tutto… – scusate l’emozione – così delizioso, così nuova occasione…

Così nuova?

Sì, d’essere sincero. La paura di essere dileggiato contro di me congiura.

Dileggiato?

Ma per… uno slancio. Sì, il mio cuore del mio spirito sempre si veste per pudore – ah, lo spirito è inutile in amore!
É da canaglia prolungare in amore l’inutile battaglia.
Il momento poi viene, senza un ripensamento – e compiango coloro a cui non tocca un tal momento – quando sentiamo in noi che un amore nobile esiste, e che anche un lieve cenno lo può rendere… triste…
[…]”




« Dove sei, Sev? » gli occhi verdi di Lily Evans passarono rapidamente in rassegna i dintorni. Eppure aveva sentito dei rumori, ed aveva riconosciuto quel tipico passo furtivo del giovane Piton. Era molto attenta a queste cose: era in grado di riconoscere una persona dal suo modo di camminare. Ed il modo di Severus era inconfondibile.
Ma ora, al buio, nel parco della scuola, per la prima volta l’assalì la certezza di essere stata ingannata. Per un momento, e solo un momento, addirittura nella sua mente balenò l’idea che potesse trattarsi di uno scherzo, o forse di un vero appuntamento – il suo cuore, suo malgrado, accelerò appena il battito a questo pensiero – da parte di James Potter.
Eppure, aveva chiaramente riconosciuto la grafia di Severus nel biglietto che le era arrivato magicamente fino alla finestra del dormitorio. Ricordava le parole, tutte strette l’una accanto all’altra, a tratti disordinate, più simili a scarabocchi che altro. Chiaramente, era stato Severus a scriverle. Ed erano suoi i passi che aveva sentito.
« Sev? » chiamò di nuovo, con voce debole. Non poteva certo rischiare di essere scoperta dal custode a quell’ora di notte fuori dal suo dormitorio ed addirittura fuori dal castello.
« Sono qui » una voce bassa, che conosceva bene, affiorò dal nulla. Si voltò di scatto, e vide un’ombra scura emergere da dietro il fogliame fitto di uno dei tanti cespugli del parco. Era troppo buio perché potesse vederne il volto, ma non ne aveva bisogno. Ed in fondo era stato lui a volere così, chiedendole d’incontrarsi a mezzanotte.
Per lui doveva essere più facile vederla, avvolta com’era dalla stoffa leggera di una camicia da notte candida, che spiccava anche nel buio.

« Mi hai spaventata! » lo rimproverò la ragazza. Eppure sorrideva.
« Non era mia intenzione, perdonami »
« Ti ho già perdonato per cose ben più gravi » ancora ricordava bene di come lui l’avesse chiamata sudicia mezzosangue, solo l’anno prima « questa non è la fine del mondo » Cercava di apparire tranquilla, sebbene la curiosità ed anche una certa dose d’imbarazzo la stessero attanagliando. Era tanto che non parlava da sola con Severus. Si erano allontanati, poco a poco, frequentando persone troppo diverse. Per questo, si trovava quasi a disagio; ma, soprattutto, si chiedeva cosa dovesse dirle con tanta urgenza, e perché nel cuore della notte.
Per questo, seguendo la sua innata curiosità, aveva lasciato da parte ogni incertezza, e non aveva esitato a presentarsi all’appuntamento.
« Lo so » Severus sembrava aver ponderato a lungo cosa rispondere a quanto lei gli aveva appena detto « E probabilmente non l’ho meritato, in molte occasioni. Così come forse non ho mai davvero meritato la tua amicizia » lei fece per interromperlo, ribattere qualcosa, ma lui non le lasciò il tempo di cominciare « E ti devo tutto per avermela concessa, Lily »
« Tu non mi devi niente, Severus »
« Ti sbagli » non sapeva davvero quanto si sbagliasse, Lily.
« Mi dà fastidio non vederti in faccia, però » si lamentò Lily, desiderosa di cambiare quello che le sembrava un discorso assolutamente dissennato. « Forse se accendo la bacchetta… se dovessero notarci la spengerei subito e… »
« No, non farlo » mormorò Severus. Sembrava malinconico. « É da tanto che non parliamo e… »
« Appunto »
« … e, ti prego, lascia che il buio ci nasconda » Lily non fece in tempo a chiedere perché « É più facile » cercò di spiegarle Severus « è più facile parlare senza vedersi… lo capisci? »
« Lo capirei, se ti fossi mai sentito in imbarazzo a parlare con me » ribatté Lily, avvicinandosi d’un passo e strizzando gli occhi nell’oscurità, tentando di dare forma ai lineamenti di Piton, fermo accanto a quel cespuglio, ad un paio di metri da lei. « Ma forse allora non sono mai stato davvero sincero come posso esserlo stasera » obbiettò lui.
« Stai dicendo che solitamente non lo sei? »
« Forse… non posso esserlo del tutto… »

« Ed hai bisogno del buio per essere sincero? » Lily sembrava quasi contrariata. « É guardandosi negli occhi che si è certi della sincerità dell’altro »
Ma così vedresti solo la mia bruttezza. Vedresti questo naso troppo adunco, e la pelle troppo pallida e tirata. Vedresti il fisico che non è quello di quel maledetto Potter, ma quello di una ragazzina con l’anoressia. É questo che dovrei mostrarti, Lily? É mentre tu mi vedi così che potrei mai dichiararti il mio amore?
« Ho bisogno del buio per essere me stesso » rispose, e la voce gli tremò. « É come se… se mi permettesse di osare… di osare di più… É una sensazione del tutto nuova… il poter parlare senza dover temere che poi, arrivata a guardarmi in faccia, tu veda solo quello, e non faccia più caso a come sono veramente »
Lily ci mise un po’ ad afferrare quelle parole. Si mordicchiò un labbro « Di cosa hai paura? Credi che io potrei mai… »
« … Fermarti al mio aspetto? É questo che volevi dire? »
Lily annuì, pur sapendo che lui a malapena avrebbe intravisto il movimento. Ma non c’era bisogno d’una risposta.
« La mia paura non è solo questa Lily » continuò Severus « La mia grande paura… la mia terribile paura, è quella di mostrarmi per ciò che sono veramente. Ho paura di essere preso in giro. Di non essere preso sul serio. Mi sono rinchiuso in un personaggio che ho creato io stesso, ed ora ho paura a mostrarmi senza quella maschera »
« Ed è il buio ad aiutarti? »
« Il buio…. e te » L’aveva detto. Il più era fatto. Come si diceva in casi del genere? Ora è tutta in discesa. Sarebbe stato tutto più facile. « Te, Lily, sei l’unica persona che mi sia stata veramente amica, nonostante io ti abbia dato fin troppi motivi per mandarmi al diavolo. E se mi sono allontanto da è solo perché so che questa amicizia che mi hai dato, infinita, non potrà mai diventare altro »
« Altro? » ripete Lily, cominciando a capire. Tutti quegli sguardi, quelle premure, il fatto stesso che lui si piegasse ad essere amico di una sporca mezzosangue, sfidando le ilarità altrui, portavano verso un’unica via.
« Altro, già. So che mai e poi mai potrei desiderare questo “altro” per me. So che sarà qualcuno più degno a riceverlo. So che mentre io me ne starò qui a parlare, fantasticare, sperare, sarà qualcun altro ad avere il premio più ambito » Lily si sentì arrossire « Ci sarà sempre, Lil, qualcuno che sarà più di me nel tuo cuore, qualcuno di migliore »
« Sev… io non… »
« Sì, è così » il suo tono era tranquillo, suonava rassegnato « Non c’è bisogno di negare. É così, ed io lo capisco. E lo accetto, davvero. Ma, nonostante io l’abbia ormai archiviato come qualcosa di inevitabile, stanotte avevo bisogno di parlarti. E ti prego di non odiarmi per essere così lento ad arrivare al dunque… Ma… io… » si fermò per un attimo, incerto « Perdonami » si scusò « É… strano… poterti parlare così, Lily, dopo tanto tempo. Ed è come se non ti avessi mai parlato prima… »
« Come se non mi avessi mai parlato davvero » precisò Lily.
« Sì, perché è solo così, nascosto nel buio e nelle ombre che oso comportarmi per ciò che sono. E potrei dirti mille e mille cose, Lily. Non c’è cosa di te che io non ricordi »
Lily si poggiò ad un ramo piuttosto basso dell’albero accanto a lei, rimanendo in silenzio, in ascolto. « Io di te ricordo ogni sorriso, ogni sguardo, ogni parola. Conosco lo sguardo che hai ogni volta che parli di qualcosa che ti appassiona. Ricordo lo sguardo mortificato dell’unica – sì, l’unica – volta che sei arrivata in ritardo a lezione. E di quando ti sei presentata, a novembre di due anni fa, con i tuoi splendidi capelli raccolti in alto, ed era come se un altro sole fosse entrato nella stanza… »
« Sev… »
« Non parlare, ti prego. Perché ora che ho incominciato, far crollare tutto è questione di un attimo. E credo che ormai sia chiaro. Credo che tu abbia capito… » prese un respiro più lungo « Ti amo Lily, ti amo e sono pazzo. É troppo… Pronunciare il tuo nome è qualcosa che ho addirittura paura di fare, perché penso che sulle mie labbra potrebbe perdere la sua bellezza… La tua bellezza, Lily… E a volte… a volte… m’illudo che la tua luce possa riflettersi anche un po’ su di me, che tu possa regalarmene un po’, per vedermi, per anche una sola volta, come se fossi… bello » storse la bocca, e Lily sospirò. Si sentiva impotente davanti ad una dichiarazione del genere. E sapeva che Severus aveva ragione sul rapporto che c’era fra loro. Non era lui che lei voleva. Sarebbe stato qualcun altro a cogliere un suo bacio, lo stesso che lui aveva di sicuro tanto agognato.
« Io… Sev… mi dispiace… »
« Oh, adorabile Lily… non dire niente. É incantevole come tenti di rendermi la pozione meno sgradevole… Ma non parlare ti prego, perché questo è un momento magico, che non si ripeterà più… Lo senti? C’è qualcosa nell’aria… è una specie di incantesimo, che questa sera mi sta dando la forza di pregare la notte perché non finisca mai, così da poter continuare a parlarti. E potrei dirti tutto, tutto ciò che vorrei, ciò che forse tu non vorresti. E basterebbe un tuo solo cenno ad uccidermi e a distruggere tutto… »
« Ho tutto questo potere? »
« Sì… sul mio cuore… Sei l’unica in grado di averne… E il mio cuore è nell’ombra: ha bisogno di te per vedere la luce. Ogni fibra del mio corpo ha bisogno della tua luce, Lily. Eppure rimango qui, e lo vedi, a due metri da te, nascosto nell’ombra di un cespuglio, perché so già che la tua luce non brillerà mai per me… »
Una lacrima attraverso il volto magro di Piton, e Lily sentì la sua voce incrinarsi appena « Piangi? » mormoro in un soffio.
« Piangere io? Mai » ribatté Severus « Pensa come sarebbe brutta da vedere una lacrima che scende giù lungo il mio naso… uno spettacolo ridicolo: quindi non posso piangere, per mantenere il mio giusto equilibrio. Spiacente » cercò di fare dell’ironia, ma Lily non la bevve. Si sposto verso di lui « Non allontanarmi, adesso » lo pregò, cercandolo a tentoni nell’ombra. Quando la sua mano toccò una spalla dell’amico, lui sussultò, ma non fece niente per impedire che lei lo abbracciasse, stretto come non aveva mai fatto. Eppure in quell’abbraccio non c’era nulla che fece sperare Severus, neanche per un momento, che quella ragazza avrebbe potuto esaudire la sua preghiera. Era fraterno, era da amica vera. Ma non era da amante.
« Io ti sto rendendo infelice » Lily piangeva, e senza ritegno. Lei non provò nemmeno a nasconderlo.
« Tu? Infelice? Ma se è solo grazie a te che una donna fa parte della mia vita. Neanche mia madre mi ha amato. Ed invece tu, l’unica, mi hai dato la tua amicizia. Ed il fatto stesso che tu pianga per me dimostra che il tuo affetto è sincero » ribatté lui, esitando a stringerla a sé di rimando « Ti devo tutto, Lily » mormorò, mentre con le dita lunghe ed ossute le accarezzava i capelli. « Ma io sono solo un’ombra che svolazza nella notte, un mantello che si nasconde da occhi indiscreti, nel buio. Te sei un’alba fiammeggiante, sei il sole che sorge. E non è giusto sporcare il sole con le ombre » si separò da lei, dolcemente.
« Severus… io vorrei… ma… »
« Ssh… lasciamo che tutto rimanga com’è. E questa notte sarà solo un ricordo che ogni tanto affiorerà alla tua memoria. Una preghiera che sarà sempre valida. E se mai tu vorrai esaudirla, io sarò sempre qui ad aspettarti » si allontanò un poco da lei, e lei fece un passo indietro a sua volta « É una promessa, Lily… una promessa che faccio a te, alla mia luce, al mio sole. E non si può mentire al sole »
Lei sorrise, tirando su col naso ed asciugandosi le lacrime, poi tornò di colpo a sporgersi avanti, cercando il viso di Severus e volgendolo verso il suo con le mani. Gli posò un bacio sulla guancia, proprio all’angolo della bocca, e cercò di trasmettergli tutto il dolore che provava per non poter fare di più. Lui posò una mano sulla sua e gliela strinse. Non la lasciò fino a che entrambi si trovarono troppo distanti l’uno dall’altra, e mentre lei si allontanava, lasciarono scivolare la presa.
Severus lasciò ricadere il braccio lungo il corpo, guardandola allontanarsi. Una sagoma candida nella notte. Un’illusione tanto evanescente quanto meravigliosa. Lily Evans. Cadde in ginocchio, e la fissò fino a che non sparì all’interno del castello. Per un attimo, mentre le porte aperte bagnavano della luce delle torce dell’ingresso il prato, gli sembrò di essere investito della stessa luce di cui era investita Lily.
Poi lei richiuse il portone, e fu di nuovo il buio.






  
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