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Autore: Arwelin    08/06/2014    3 recensioni
Era stata una giornata strana quella... Mi ero appena seduta sul divano della mia piccola casa in affitto quando, alla TV (un aggeggio che accendevo raramente) era saltata fuori una pubblicità che mai mi sarei aspettata.
La canzone la conoscevo, fin troppo ormai, i volti anche.
Ero in Italia, non in Corea.
Ero a Milano, non a Seoul.
Che cazzo ci facevano i VIXX su una televisione nazionale?
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hyuk
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi quì, che posto una FF VERDE
Verde?
Io?
Siamo sicuri?
OMG!!!!!
Ok, tanta buona fortuna.
Questa storia è ispirata ad un sogno che ho fatto qualche tempo fa (colpa di Eternity) quindi non abbiate paura, ok?
Non dovrei superare i due capitoli, anche se era partita come one shot XD

Ricordatevi che vi voglio bene!

 




 

Era stata una giornata strana quella... Mi ero appena seduta sul divano della mia piccola casa in affitto quando, alla tv (un aggeggio che accendevo raramente) era saltata fuori una pubblicità che mai mi sarei aspettata.


La canzone la conoscevo, fin troppo ormai, i volti anche.


Ero in Italia, non in Corea.

Ero a Milano, non a Seoul.

 

Che cazzo ci facevano i VIXX su una televisione nazionale?


Controllai se la TV satellitare fosse spenta, lo era.

Stavo male, iniziai a ventilare...Ero una Starlight da tempo, da molto tempo seppur non dal debutto, ma quel gruppo di sei ragazzi mi aveva completamente catturata. Ero felice ogni volta che li ascoltavo, men che meno per una canzone... I don't want to be an Idol...

 

Non capivo, stavo impazzendo, avevo già fatto duecento chiamate a destra e a manca, cercavo di capire cosa fosse, perché i VIXX erano in TV e perché non ne sapevo nulla!
Erano in Italia...

 

Presi la borsa e le chiavi della macchina, feci un passo fuori casa ma mi bloccai... Ero vestita in maniera pessima, non ero truccata ed avevo i capelli sfatti.

Dovevo sbrigarmi, ma non potevo andare da loro conciata il quel modo.

Mentre mi davo una rassettata feci l'ultima chiamata, una persona che conosceva la programmazione di quella rete privata specifica.


Gli studi erano proprio vicino casa mia.

 

Avevo il cuore che batteva a mille, lo sentivo pulsare così forte che mi sembrava che stesse per scoppiare.

In meno di cinque minuti ero arrivata davanti agli studi, parcheggiai di corsa e con il mio vestitino giallo con i gufi dal taglio english e degli stivaletti bassi neri che richiamavano il colletto.


Ero riuscita ad entrare negli studi, non c'era molta gente anche perché non era stato molto pubblicizzato l'evento. I VIXX sarebbero stati intervistati e si sarebbero esibiti per la prima volta su una rete nazionale grazie al loro “passato” quale primo gruppo K-pop venuto in Italia.

Mi ero seduta, avevo portato con me la macchina fotografica, avevo iniziato a scattare foto da quando erano entrati.

 

Non riuscivo a smetter di guardare lui... Lee JaeHwan...Ne ero innamorata dal giorno in cui ho conosciuto i VIXX. Per gli altri provavo profondo affetto e ammirazione, ma Ken era diverso, mi aveva incantata, incatenato il cuore, mi faceva piangere ogni volta che pensavo a lui...ero una delle poche, nonostante tutto, ad essere felice che, con molta probabilità, lui era fidanzato, l'unico membro fidanzato.

Non mi dava fastidio, semplicemente sapevo di non essere io la persona con la quale sarebbe stato tutta la vita, ma questo non mi impediva di avere dei battiti di cuore per lui.

 

Il programma si concluse fin troppo velocemente e riuscii ad intrufolarmi abbastanza per potermi avvicinare a loro, a Lui. Riuscii a salutare tutti tranne il cute main vocalist.

Lo guardai e lo chiamai

JaeHwan!”

Non si voltò, mi guardò male, quasi con disprezzo. I restanti membri si erano voltati verso di me, lo avevano guardato e avevano scosso le spalle. Non era dell'umore o, semplicemente, non era quello che pensavo fosse. Non so.

Sentii solo gli occhi riempirsi di lacrime. L'unico che avrei voluto almeno salutare non si era nemmeno degnato di guardarmi praticamente.

Ci restai così male che uscii dagli studi andando nella hall del complesso.

Non volevo guidare, anche se ero vicina a casa, non me la sentivo avevo gli occhi pieni di lacrime e mi fermai, così, a sfogliare volantini e riviste.

 

Non so, probabilmente avevo fatto pena, ma una figura mi passò accanto ed io nemmeno alzai la testa.

Quella stessa figura si fermò un poco più avanti e fece due passi indietro.

Hello?”

Disse in inglese ed io alzai lo sguardo notando dei capelli rossicci e il naso a patata. Non poteva essersi fermato, non da me perlomeno.

h...Hello?” Dissi facendo un piccolo inchino verso di lui. Cosa stava succedendo?

Quel ragazzo aveva preso a parlarmi in inglese ed io sapevo perfettamente chi era.

 

Hyuk

 

Piacere di conoscerti, sono Hyuk” mi si presentò lui, sempre in inglese. Mi pareva assurdo, riusciva a comunicare con me.

So chi sei” gli risposi io “ Sono io che dovrei dirlo comunque!” mi presentai e rimasi shockata. Avevo il Maknae dei VIXX, al quale avevo fatto pena, lì davanti a me, che aveva attaccato bottone.

 

Non sempre quel ragazzo riusciva a comunicare ma, siamo nell'era di internet e degli smartphone, cosa c'era di più semplice se non comunicare?

 

Le lacrime si erano asciugate e al loro posto era comparso un sorriso

 

Quel dannato Maknae era lì che faceva lo scemo e scherzava per farmi ridere.

Quel posto non piaceva nemmeno a lui e disse:

Ti spiace se cambiamo aria? Non ho più voglia di stare agli studi”

Avevo già annuito alla sua richiesta e lo portai via da quel posto, facendolo salire sulla mia piccola macchina. Così facendo partì lo stereo che dal quale uscì Btd degli Infinite.

Mi guardò di traverso il Maknae ed io risi.

Sorry sorry sorry!” Dicevo io ridendo ormai mentre cambiavo traccia, andando a prendere una canzone dei VIXX.

non sei stanco di ascoltarle? Non vorresti ascoltare altro?” chiesi interrogativa, curiosa più che altro e lui dissentì, con la testa formando con le labbra quella buffa espressione caratteristica. Lo chiamavo becco a papera dentro di me, era un vezzeggiativo in realtà.

Indicai il vano porta oggetti sotto le sue gambe e gli feci scegliere tra tutta la loro discografia completa.
“Cassandra, sei incredibile, una Starlight con i fiocchi!” Mi prendeva in giro quel piccolino! “First!” risposi io imperativa mentre partiva l'album di Voodoo Doll “ Sono una starlight, altrimenti perché mi sarei trovata agli studi?!” feci una pausa mentre entravo in rotonda “Second!” ovviamente quel mio essere imperativa era completamente scherzoso “Chiamami Noona! Come pronunci il mio nome mi fa venire i brividi, ho comunque 10 anni in più di te, quindi porta rispetto!”.

Un po di inglese arrancato il nostro, un po di traduzioni del cellulare, qualcosa capivamo entrambi.

 

Era così piacevole stare con lui.

Non lo portai in centro a Milano, a parte il fatto che c'era già stato e, molto probabilmente ci sarebbe tornato con i ragazzi ancora, quindi gli feci scoprire ciò che era il resto.

L'unico posto che mi venne in mentre fu un piccolo villaggio medioevale, ricostruito.

Quanto posso allontanarmi?” chiesi per avere il suo consenso

Più che puoi. Ho chiesto al manager il resto della giornata” era carino e coccoloso il Maknae, seriamente carino e decisamente coccoloso.

Arrossii al pensiero che avrei passato il resto della giornata (poche ore ormai) insieme a lui.

Cercavo di non pensare a JaeHwan, cercavo con tutta me stessa di non pensare a quel ragazzo che mi aveva spezzato il cuore da Starlight e da donna.

Non ci riuscivo un granché bene.

 

Noona” mi aveva appena chiamata ed io, con un sorriso risposi “ Dimmi!”

Non ci pensare, ok? Pensa solo a divertirti adesso”

Annuii, non riuscii a fare altro.

Mi ci volle un ora buona per arrivare lì e, come avevo immaginato, Hyuk ne era affascinato.

Oh!” poi iniziò a parlare in Coreano e non capii più nulla.

Ridevo finalmente, ridevo perché lui non si rendeva conto che io non capivo.

Mi prese per mano ed io, continuando a far finta di nulla, lo seguii, voleva un gelato e glielo offrii io.

Questa cosa non gli andò giù, mise il broncio e finì il suo gelato così, tristemente.

Non mi piaceva vederlo con quella espressione, non era da lui. “Mian hae yo” gli dissi in coreano, una delle quattro parole che conoscevo, Mi Dispiace.

Eravamo seduti l'uno accanto all'altra, sul prato fa finire il gelato, quando lui, con un bel sorriso andò ad avvicinarsi il mio cono e a leccare il gelato.

Hyuk!” Urlai io presa alla sprovvista

E lui rise, per fortuna.

Quella giornata era passata piacevolmente, ci eravamo piuttosto divertiti e mi ero rilassata al punto da non pensare a cosa avesse fatto JaeHwan.

Stavamo quasi per tornare quando vidimo un edificio pittoresco, probabilmente nuovo. Era con guglie e rosoni, sembrava un duomo in miniatura. Nonostante non avesse nulla a che fare con il periodo storico, era lì. Ci guardammo divertirti e SangHyuk mi prese per mano. Eravamo in quel posto solo noi due ed, affascinati, ci guardavamo in giro, con i nasi all'insù e con le bocche spalancate.

Ero tornata ad essere una ventenne in un'istante.

 

Mi fermo, lasciò la mia mano e mi prese le spalle “Aspettami!”

 

Solo questo per poi allontanarsi da me.

I minuti passavano e lui non tornava, iniziavo ad inquietarmi ed agitarmi. Avevo portato il pollice alla bocca ed avevo preso a masticare e mangiare le unghie con frenesia. Dove era andato, perché non tornava? Non poteva andarsene, eravamo venuti con la mia macchina.

Passeggiavo avanti e indietro sul punto in cui mi aveva lasciata per non allontanarmi e perdermi.

Una figura femminile era comparsa alle mie spalle in quel mentre. “Sei sicura che tornerà?” mi chiese quasi divertita “Hai avuto fin troppo per una Starlight”. Una punta di invidia in quella voce. Mi girai, la guardai di traverso e presi a muovermi, decida, verso l'esterno di quel luogo. Il sole era calato ed io cercavo la figura di quel ragazzo alto.

Hyuk!” lo chiamavo in giro per il paese, ma non lo riuscivo a trovare fino a che, senza alcun preavviso, mi ritrovai tutti i membri in piedi con il loro manager.

Solo SangHyuk mi vide e mi fece cenno con il capo.

Non capivo nulla di quello che stava dicendo in manager, ma non avrei voluto capirlo. Il manager l'aveva su con il Maknae e lo stava sgridando furiosamente. Il mio sguardo si posò su di lui che, con un rassicurante occhiolino mi mise tranquilla.

 

 

In quel momento mi strinse la mano così forte da farmi quasi male

 

 

   
 
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