Fanfic su artisti musicali > Taylor Swift
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Autore: Scarlet Lilium    08/06/2014    3 recensioni
So don't you worry your pretty little mind because people throw rocks at things that shine.
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo
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Begin Again.

 

*Qualche giorno dopo*
Guardo Scott che esce sbattendo la porta e lo sento imprecare nel discendere le scale. So’ di aver fatto la cosa giusta, per me, magari non per lui. Ho appena imposto, al mio produttore, tempi diversi per l’uscita del disco. Mugolo disperata, quasi pentendomi delle mie azioni, ed osservo dalla finestra il profilo di Scott, sale in macchina e un attimo più tardi, dopo aver fatto manovra, sparisce dietro l’angolo.
Con la fronte contro il vetro freddo cerco di ragionare. Sono sicura di aver fatto la cosa giusta per me stessa, mi sono data del tempo, ma Scott è decisamente contrariato. L’immagine di lui che mi abbandona, come tutti gli altri, si fa strada nella mia mente e la caccio allontanandomi bruscamente dalla finestra.
“Pensa Taylor, pensa” borbotto tra me e me camminando nel salotto.
Vedo i fogli per terra, scritti, accartocciati, alcuni ancora vuoti.
Mi siedo sul pavimento e tamburello con le dita nel silenzio della casa vuota, in attesa dell’ispirazione.
 
*TocToc*
Il rumore del picchio contro la corteccia dell’albero.
*TocToc*
Eppure sembra arrivare da molto lontano… Salto a sedere e fisso l’orologio contro la parete “miseriaccia!” mi alzo scivolando sui fogli che giacciono immacolati, atterro contro la parete e un attimo dopo corro nel corridoio “arrivo”. Non ho la più pallida idea di chi possa essere: Abigail è fuori città con il suo ragazzo, mia madre è a Nashville con papà e mio fratello. Corrugo la fronte arrivando alla porta e sbircio dallo spioncino.
Trattengo il fiato qualche secondo.
Il cuore accelera improvvisamente, inspiro ed apro la porta.
“Ciao Zac!” esalo in un soffio. Il giovane sorride. Noto che è particolarmente imbellettato; una giacca di pelle e una maglietta monocolore blu di quelle aderenti, jeans particolarmente eleganti e sotto un normale paio di scarpe ad ginnastica. Lo guardo curiosa mentre gli faccio spazio per entrare… “Hai da fare?”.
“Mh?” lo guardo non avendo capito la domanda, per tutta risposta lui sbircia in salotto e in cucina. Ora tutto mi sembra più chiaro, tranne forse la motivazione che l’ha spinto ad essere lì a quell’ora del pomeriggio e senza preavviso. “Oggi si esce, oggi tu esci” dice puntandomi un dito contro senza perdere il sorriso “hai bisogno di… staccare la spina” alza le spalle in una mossa un po’ elusoria, come se fosse passato per caso davanti casa mia, eppure; non mi sembra un’idea cattiva. Negli ultimi tempi ero uscita pochissimo, avevo snobbato inviti su inviti e il biancore della mia pelle ne è un sintomo, quello di Zac è quindi un arrivo provvidenziale.
“Dovrei scrivere…” mi fermo guardando la sua espressione, sembra stranamente simile ad Abigail e capisco che non è lì per pregarmi e che nemmeno potrei rifiutare. Alzo gli occhi al cielo, ma non posso trattenere un sorriso che però nascondo mentre mi dirigo verso la mia stanza “arrivo subito!” dico prima di chiudere la porta per cominciare a prepararmi.
 
“Eccomi” non ci ho messo molto e sono pronta ad uscire. Zac alza gli occhi da Meredith con cui sta giocando e mi sorride. Noto che si sofferma sull’abito a stampa floreale, ma è solo un secondo, poi usciamo nel silenzio e ci incamminiamo per New York. E’ buffo notare l’assenza dei paparazzi; ultimamente, dopo la discesa della mia carriera sembrano scomparsi nel nulla. Sono solo avvoltoi che si avventano sulla carcassa finchè non rimane niente e poi, vanno via. L’immagine è raccapricciante, ma senza dubbio vera.
“Uhm, dove andiamo?” chiedo dopo qualche istante, lui sembra soppesare la risposta guardando anche il cielo, che per fortuna è terso “cominciamo dalla metropolitana” mi stringo nelle spalle senza la minima idea di dove andremmo a finire.
 
“Signorina Swift eccoci arrivati!” per tutta risposta comincio a ridere, un po’ si tratta di una risata liberatoria, un po’ sono incredula. Lui mi fissa divertito “cosa c’è? Quante volte ti è capitato di andare al LunaPark?” scuoto il capo mentre ci avviamo nel cuore del parco, tra giostre e carretti di dolci “due volte…” ma non aggiungo altro, improvvisamente ricordo che una di quelle volte era stata con Ed, mi si stringe lo stomaco, ma non voglio sembrare attaccata al passato e non intavolo la conversazione.
Vorrei che il tempo smettesse di scorrere.
Zac ed io ridiamo, parliamo.
Mangiamo dei dolci pieni di zucchero e, di nuovo, ridiamo.

L’ho beccato due volte a fissarmi, ma subito ha distolto lo sguardo.
Comincio a capire il peso degli amici nella mia vita, eppure Zac ha qualcosa che…
Lo stomaco fa una capriola quando il vagoncino delle montagne russe vola verso il basso, la forza dell’aria mi fa dimenticare cosa sto pensando e quando torniamo con i piedi per terra mi sento come ubriaca.
Sono felice.
*Blink* lo schermo del cellulare si illumina *Ed chiamata in arrivo*, Zac sta parlando di qualcosa che non afferro bene, ma non sembra aver notato la chiamata. Il cuore accelera mentre rispondo trattenendo il respiro. Ed parla subito “C’è la possibilità di produrre qualcosa. Dobbiamo parlare, di un po’ di cose. Tra venti minuti a casa mia. Ciao Swizzle”, un click e poi il silenzio, la chiamata è finita.
Improvvisamente realizzo, posso ancora farcela! Il cuore è tornato a riempirsi di speranza e non rispondo nemmeno alla domanda di Zac, lui mi guarda incuriosito, ma forse è il mio improvviso atto di euforia che lo rende consapevole di quello che mi è appena successo. Lancia un’occhiata al cellulare che tengo stretto tra le mani, poi torna subito ai miei occhi; io non ci faccio caso, prendo la borsa che avevo poggiato per terra e comincio a correre “ci vediamo”.
Non mi giro nemmeno e Zac non risponde.
 
Casa di Ed.
Il rosso apre la porta immediatamente, come se mi stesse aspettando già da parecchi minuti. E’ teso, ma sembra più tranquillo dell’altra volta ed io non voglio rovinare nulla. Mi apro in un sorriso, falsissimo, ma che fa sempre la sua figura e cerco di mostrarmi disinteressata e disinibita come mai sono stata in tutta la mia esistenza. “Come stai?” chiedo subito senza togliermi quel sorriso che a guardarlo bene chiunque capirebbe che è finto.
“Bene… Tu?” Ed non mi guarda, mi rendo conto che non ha fatto altro che guardarmi i piedi o sulle spalle, mai negli occhi, ma si sforza in un sorriso e la cosa mi conforta. “Carica di energie!” esclamo forse in maniera più entusiasta di quanto non avessi voluto, ma il giovane di nuovo non sembra farci caso.
Prendiamo posto sugli sgabelli in cucina “vuoi qualcosa? Ho l’aranciata” mi lancia un’occhiata fugace per vedere il mio assenso con la testa poi prende due bicchieri e li riempie di succo. “Uhm allora, non sei stato molto chiaro con la tua chiamata” dico per intavolare la conversazione. Ovviamente mi sento a disagio, ripenso a quello che è successo pochi giorni prima e in parte mi sento in colpa, ma io sono così: penso sempre che sia colpa mia.
Ed mi fissa, sembra dubbioso e per perdere tempo beve un po’ d’aranciata “io e Kacey abbiamo… Parlato. Ne io ne lei vogliamo escluderti da questa cosa” dice e mi rendo conto che non sembra molto convinto, come se stesse recitando un copione, così non parlo, ma stringo il bicchiere che ho tra le mani.
“Sei una grande cantautrice Taylor e… E’ vero che nell’ultimo anno hai avuto parecchi problemi, ma questo non cambia chi sei.” Stringo le labbra mentre lo ascolto parlare, non voglio interromperlo e lui sembra prendere un po’ di coraggio, senza contare che non ho ancora cominciato a strillargli contro e la cosa sembra tranquillizzarlo.
“So’ che tu e Scott state lavorando al tuo nuovo album, ma forse prima dovresti… Rilanciarti con una collaborazione. E noi non vogliamo dirti di no. Se la canzone avesse un buon successo potremmo poi pensare a dei live e via via aiutarti. L’idea di base è questa; non so’ se può piacerti, ma sappi che ora come ora possiamo proporti questo. Non voglio rinunciare alla nostra amicizia e tu… Swizzle, questo lo sai. Possiamo lavorare di nuovo insieme, creare qualcosa di bello che sia una soluzione per me, te e Kacey” lo vedo riprendere fiato, bere un sorso di aranciata e prendere coraggio per l’ultimo pezzo del monologo “se vuoi poi lei e si, anche io, abbiamo bisogno di consigli per i nostri testi. Potresti co-scriverli con noi.” Si stringe nelle spalle e crolla nel silenzio. Mi sembra dispiaciuto, ma non capisco bene da che cosa, sono troppo presa dal rimuginare sulle sue parole; mi è stato offerto di tornare in carreggiata con loro.
Chiudo gli occhi e già vedo il mio nome nelle loro collaborazioni. I miei fan che cantano a squarciagola un’improbabile canzone, che però piace.
E’ tutto tornato come ai vecchi tempi.
Riapro gli occhi, può tornare tutto com’era.
Sorrido e mi getto in avanti abbracciando Ed, tra le labbra socchiuse sussurro “Grazie”.
 

ANGOLO PSICOPATICA.

Sono tornata! Questa volta ci ho messo più tempo perché volevo fosse il giusto punto di svolta per la nostra storia e come avrete capito ora cominciano a crearsi due situazioni. La Sweeran e la Zaylor.
Adoro i triangoli amorosi.
Recensite pure <3 Un bacio e alla prossima!
  
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