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Autore: pIcCoLaKaGoMe92    08/06/2014    1 recensioni
Tutto ciò che Susan desidera è una vita all'insegna della normalità, ma a quanto pare il destino ha in serbo tutt'altro per lei. Dal testo : "«Non capisco cosa ti costi ammettere che ha qualcosa a che fare con il nostro passato. E’ così ovvio! Potremo essere delle principesse e per la tua voglia di normalità non lo sapremo mai!» «Suvvia Lucy non esagerare…va bene galoppare con la fantasia ma essere delle principesse!»" (Una rivisitazione in stile Narnia della fiaba di Biancaneve). PeterxSusan.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Pevensie, Peter Pevensie, Susan Pevensie, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Susan si ritrovò ad osservare compiaciuta i festeggiamenti della fine della guerra. Erano tornati da poco dalla foresta e subito erano stati accolti dalle grida di gioia del popolo di Ettinsmoor, che finalmente libero cacciava l'esercito della Strega dalle proprie terre.

Si ritrovò a cercare con gli occhi le persone a lei care. Lucy, al suo fianco che le sorrideva con le lacrime agli occhi mentre sosteneva il padre, ancora un po' confuso, ma con tanta gioia dentro al cuore; Edmund e il Re Frank, anche loro si sostenevano l'un l'altro con un'amorevolezza che solo un padre ed un figlio perduti e poi ritrovati possono capire; Caspian, ammaccato e un po' insanguinato, ma con il suo immancabile sorriso ottimista alzava il pugno al cielo in segno di vittoria, mentre tra le sue braccia Lilliandil le rivolgeva uno sguardo pieno di orgoglio.

E poi lui... Peter. Era al suo fianco, e mentre tutti si riunivano per festeggiare e raccontarsi quello che era accaduto lui rimaneva lì, al suo fianco, con le mani che si sfioravano appena, e gli occhi fissi su di lei.

Dopo quello che sembrava essere una vita, Susan si permise di posare il proprio sguardo in quello di lui (sapeva che se lo avesse guardato per primo non avrebbe mai avuto la forza di staccare gli occhi).

E niente più importava, perché lei era con lui. Erano insieme, e ce l'avevano fatta, insieme. Non servivano parole, non servivano gesti eclatanti, entrambi sapevano. Le loro mani non si sfioravano più, ma erano strette, così strette da far male, ma niente faceva male perché niente più importava; Le grida dei perdenti, la Gioia dei vincitori, i lamenti dei feriti, le voci dei loro amici o quelle dei loro padri, perfino il ruggito di Aslan, tutto svaniva e i suoni giungevano ovattati alle loro orecchie dal rumore della loro felicità, niente aveva più importanza dei i suoi occhi blu blu blu così intensi intesi intesi, e l'amore che gli scoppiava dentro, l'amore, l'amore, l'amore.

* * *

Per quella sera sarebbero rimasti tutti all'accampamento, per far riprendere in tutta sicurezza i soldati feriti e permettere riposo a tutti gli altri. Le donne e i bambini erano stati riportati al campo sani e salvi da Caspian e Peter, e molti dei cittadini rimasti in città avevano portato qualsiasi cosa avessero in casa per aiutare i loro salvatori.

Ognuno era impegnato, Lucy e il Signor Tumnus curavano i feriti con qualche goccia di cordiale nei casi peggiori o con semplici cure mediche quando erano ferite superficiali; Lilliandil intratteneva i bambini, che da quando erano nati non avevano mai visto la primavera o non erano abbastanza grandi per ricordare la sensazione dell'erba soffice sui piedi nudi; Edmund ed il Re Frank si stavano riposando in una tenda, nonostante fossero completamente guariti grazie al cordiale di Lucy le loro ferite erano comunque gravi e avevano perso comunque molto sangue, quindi Peter, Caspian e il Re Rufus si erano occupati di fare un giro di saluti e ringraziamenti al proprio popolo.

Per quanto riguarda Susan, lei era persa nei suoi pensieri distesa a pancia in giù sul prato, intrecciando qualche fiore e ricordando cosa era accaduto appena uccisa la Strega...


Quando Susan si risvegliò, si ritrovò davanti i grandi occhi felini di Aslan. Si alzò ancora un po’ intontita portandosi una mano alla tempia e guardandosi intorno. Riconoscendo la foresta proibita subito scattò sull’attenti cercando preoccupata i suoi compagni in fin di vita. Si sentì abbracciare all’improvviso da dietro «Susan! Ti sei ripresa!» era la piccola Lucy, visibilmente stanca e provata ma con il suo incrollabile sorriso stampato in faccia. Gli occhi di Susan vagarono dietro la figura della sorella e si posarono su quelli di Peter, che stava al fianco di suo padre e di Edmund, rivolgendole uno sguardo preoccupato e pieno d’amore.

Susan perplessa chiese «Cos- come … ?»

«Come facciamo ad essere vivi?» chiese Edmund capendo la domanda non esposta della ragazza. «Sinceramente fatico a crederci anche io!»

Lucy gli rivolse uno sguardo seccato e spiegò «Mentre tu distruggevi lo specchio della Strega io sono riuscita a recuperare il mio cordiale e così ne ho data una goccia a tutti. »

Susan annuì e poi il suo sguardo si posò sull’uomo a fianco del Re Frank. Alto, capelli neri e occhi esattamente come i suoi. Suo padre. Lacrime cominciarono a formarsi mentre lui sussurrò «Neve sei tu?»

Scoppiando in un pianto liberatorio si lanciò tra le braccia del suo amato papà.

Quando si calmò i due Re si scambiarono un occhiata inizialmente contenta, ma poi memori dei vecchi rancori girarono lo sguardo burberi.

«Rufus.»

«Frank.»

Punzecchiato nei fianchi dalle figlie però, Rufus si voltò verso l’altro e disse «Frank, io … mi dispiace molto credimi non so-»

Il Re narniano lo interruppe con un sorrisetto «Non ti dirò te l’avevo detto solo per un motivo: perché siamo grandi amici.»

Aslan che fin’ora era stato in disparte si alzò e scuotendo forte la criniera ruggì. Tutto intorno a loro vibrò, e la Foresta cominciò a trasformarsi, la nebbia si diradò, gli alberi tornarono normali, erba e fiori spuntarono sotto i loro piedi. Era finalmente tutto finito.

* * *

«Hey Susan!» la ragazza chiamata alzò lo sguardo dimenticandosi dei suoi pensieri e quando riconobbe Caspian gli rivolse un dolce sorriso alzandosi e correndo ad abbracciarlo, ancora non avevano avuto modo di parlarsi da quando era tutto finito.

Sciolto l'abbraccio si sedettero insieme sull'erba fresca mentre lasciavano il leggero venticello della sera accarezzargli il viso «Peter mi ha raccontato quello che è successo laggiù nella foresta … sei stata molto coraggiosa.» e le rivolse un sorriso sincero.

Susan imbarazzata si limitò a sorridergli di rimando. «Non è stato niente di speciale … sì insomma, solo un colpo di fortuna … - Caspian inarcò il sopracciglio sinistro scettico – e va bene non è vero! Per tutti i cavalli parlanti avresti dovuto vedermi! Non mi sono mai sentita più forte, e quando stavo per mollare guardo in alto e cosa vedo? Stelle cadenti! Solo che non erano stelle candenti, ma i parenti di Lilliandil, e così mi dico “datti una svegliata ragazza!” e zbing zbang zbong! »

Vedere Susan così eccitata su qualcosa che prima l'avrebbe fatta inorridire fino al midollo, mentre ora addirittura accompagnava il suo discorso con tanto di pugni e suoni onomatopeici fece scoppiare il Principe Telmarino in una fragorosa risata, mentre Susan arrossiva fino alla punta dei capelli per poi lasciarsi andare alla risata con lui.

« Oi! Di cosa vi spanciate dal ridere senza di me? »

«Edmund! Cosa ci fai qui? Dovresti riposarti!» disse sconvolta Susan mentre il Re Giusto si stravaccava per terra accanto ai due.

«Per l'amor di Aslan, Susan evita di urlare così il mio nome!- le tappò la bocca con una mano e si guardò intorno terrorizzato – se Lucy mi becca fuori dalla tenda mi ammazza a mani nude!» «Ti consiglierei di correre allora...» disse Caspian guardandosi le unghie.

«Cos-...è dietro di me, non è vero?» per tutta risposta Caspian ghignò maleficamente e Susan, ancora con la bocca tappata si limitò ad annuire, mentre un brivido percorreva la schiena del povero Re Giusto.

«Lucy io- ahiahiahiahiahiahi» Edmund cominciò a piagnucolare mentre Lucy tenendolo su per un orecchio lo rimproverava aspramente.

«Oh andiamo Lucy, lascialo vivere! Infondo ha bevuto il tuo cordiale, è sicuramente più sano di tutti noi messi insieme!» disse Lilliandil che era arrivata insieme alla sorella, mentre si lasciava cadere elegantemente vicino a Caspian e lanciava un occhiolino a Susan, che le sorrise contenta di vederla quella di sempre.

«Ecco visto? La voce della verità! Insomma se lo dice lei che è tua sorella... non vorrai disubbidire a tua sorella vero? Voglio dire è una stella, la figlia del grande Ramandu, ha la saggezza nel DNA! »

Tutti quanti si ritrovarono a sghignazzare al tono pietoso di Edmund che ora guardava Lucy con gli occhi da cane bastonato e le mani unite a mo' di preghiera, ed anche quest'ultima, pur di non ridere si ritrovò a stringere le labbra talmente tanto da farle quasi scomparire, e dopo un ultima strattonata all'orecchio di Edmund lo lascio andare sedendosi in cerchio con loro.

«Bhè che posso dire... fate le riunioni di gruppo e non mi invitate nemmeno? Mi sento ferito! » tutti alzarono lo sguardo su Peter, che era appena arrivato e si teneva una mano sul petto fingendo un attacco di cuore.

«Forza smettila e siediti, Magnifico!» lo prese in giro Caspian tirandogli uno dei suoi stivali.

«Ew, Caspian, per favore non toglierti le scarpe così, avevamo appena fatto arrivare la primavera ed ora hai liberato un arma di distruzione di massa!» disse Edmund disgustato coprendosi il naso con due dita e fingendo di svenire. Per tutta risposta il principe Telmarino si tolse anche l'altro stivale e lo lanciò dritto in testa al povero Re Giusto che non poté fare altro che piagnucolare «Hey! Mi sono appena ripreso da una ferita mortale qui!»

Tutti scoppiarono in una fragorosa risata mentre Peter prendeva posto al loro cerchio. Per un attimo il suo sguardo e quello di Susan si erano incrociati e lui aveva esitato, pensando e sperando di potersi sedere vicino a lei, di lasciare la testa sulle sue gambe e sentire le sue dita affusolate che gl carezzavano i capelli, proprio come Lilliandil stava facendo con Caspian in questo momento, ma poi preso dai mille dubbi le si era seduto di fronte. Loro due sapevano di volersi bene e di voler stare insieme, ma davanti agli altri cos'erano?

Poco sapeva che queste erano le stesse domande che assillavano la ragazza dei suoi sogni. Rimasero così, per una decina di minuti tutti insieme a bearsi della loro presenza grati di esserci tutti mentre il vento gli carezzava la faccia e le membra stanche e la mente rimbombava di pensieri.

Caspian fu il primo a spezzare quella pace chiedendo con un filo di voce «Ci avreste mai creduto? Ce l'abbiamo fatta! Ancora non mi sembra vero!»

Per tutta risposta i suoi due stivali gli arrivarono contemporaneamente in testa.

«Wow Caspian, grazie per la fiducia!» disse Susan ironica.

«No aspettate! Insomma seriamente, avreste mai pensato, all'inizio del nostro viaggio, ma anche qualche ora fa, che noi sei avremo sconfitto la Strega Bianca e liberato Ettinsmoor?»

Si guardarono uno ad uno. Effettivamente nessuno di loro si sarebbe mai aspettato che la storia prendesse questa piega, nessuno di loro si sarebbe aspettato di sconfiggere la temutissima Strega Bianca e sopratutto che tutti loro sarebbero stati presenti per poterne parlare.

«E non solo la Strega Bianca, ma anche Tash che si era impossessato di lei! »

«Tecnicamente di Tash si è occupato Aslan...» precisò Susan, ma venne subito dismessa da Caspian che sventolandole una mano davanti al viso disse « Bhè sì d'accordo, ma comunque siamo tutti qui ragazzi! Chi avrebbe mai creduto pochi mesi fa che noi sei saremo riusciti in tutto ciò? Vi ricordate dell'attacco di panico di Susan quando il Signor Tumnus le ha detto di essere la principessa di Ettinsmoor? »

Tutti scoppiarono a ridere al ricordo e Lilliandil con le lacrime agli occhi disse «E quando aveva battuto la testa e pensava di essere ancora una bambina? -si alzò imitandola - “che tette grosse che ho!”»

«E quando Peter era entrato in camera e ci ha scoperti?» continuò Caspian.

«O quando era corteggiato dalla Regina!» disse tra le risate Edmund.

«Per non parlare della prima volta che vi abbiamo incontrato!» gridò Lucy tenendosi la pancia. Continuarono così, rivangando gli episodi del loro viaggio piangendo dal ridere come non mai, finché quando la risata si disperse Caspian parlò di nuovo « Ci siamo riusciti. Ce l'abbiamo fatta amici. »

«Siamo cambiati … -disse Lucy- siamo ...»

«Cresciuti?» offrì Peter con un sorriso.

«Siamo cresciuti.» annuì Lilliandil con dolcezza.

«E siamo insieme.» cocluse Susan sorridendo amabilmente.

Si guardarono felici, contenti, sorridenti, splendenti e raggianti.

«Abbraccio di gruppo!» urlò Lilliandil gettandosi addosso a tutti e cercando di prenderli con le sue braccia in un abbraccio stritola-costole .

«Hey, Hey, HEY! Non sono sopravvissuto ad un' infilzata nello stomaco per morire in un abbraccio di gente che mi sta anche antipatica!»

«Oh, stai zitto e fatti abbracciare Edmund!»

* * *

La stanchezza non impedì alla sera di festeggiare l’immensa gioia di essere nuovamente un popolo libero.

Anche i nostri eroi si stavano godendo il loro meritato riposo. Caspian era preso dal raccontare nei minimi particolari le proprie gesta eroiche durante la guerra ad un gruppo di bambini che lo guardavano eccitatissimi mentre Lilliandil lo guardava sognante.

Edmund. Trumpkin e Tumnus si abbuffavano di cibo mentre Lucy e Susan erano amate e lodate da tutti i loro compaesani.

Solo uno di loro stava in disparte, in un angolo lontano dal fuoco, con solo un misero boccale di birra ed una coscia di pollo a fargli compagnia.

«Peter, figliolo cosa ci fai qui tutto solo? Vieni a goderti la festa che ti meriti!» esclamò allegro suo padre avvicinandosi. Ma quando il ragazzo non gli rispose nemmeno capì che qualcosa non andava, così si sedette vicino a lui «Peter qual è il problema?»

Ancora una volta non ricevette risposta. Dopo qualche minuto però, il ragazzo sospirando parlò «Io non ho niente, puoi stare tranquillo papà.»

Re Frank alzò il sopracciglio scettico e disse «Oh, certo, e il fatto che tu stia fissando la bella principessa di Ettinsmoor da almeno venti minuti come un maniaco sessuale non sarebbe niente?»

«Papà!» disse Peter sconvolto. «Quasi ti preferivo quando ringhiavi …»

Il re rise sereno. «Forza figliolo, qual è il problema?»

Il ragazzo sospirò e torcendosi le mani cominciò «Il fatto è che … io non …- sospirò ancora passandosi una mano tra i capelli frustrato – io ho paura.»

Il padre lo guardò senza capire e lui continuò «Sì, insomma, fino ad adesso abbiamo avuto un motivo per rimanere insieme, ma ora … ora è tutto finito. Io so quello che provo, ma non so quello che prova lei. Mi ha detto che ci teneva a me, certo, ma io non penso che mi basti, non più. »

Il padre sospirò e guardò l’oggetto del loro discorso che ballava allegramente insieme alla sorella con dei signori di Ettinsmoor.

«Sai, Bi- perdonami, Susan, ha ereditato il suo carattere logico e pragmatico da Rufus. Per loro è molto difficile esprimere i propri sentimenti, specialmente quando questi sono nuovi e fanno così paura. Forse non riuscirà a dirlo a parole, ma credimi, un suo sguardo ne vale almeno mille.»

Gli occhi di Susan si posarono si quelli di Peter ed arrossì, in parte di piacere in parte in imbarazzo, mentre gli sorrise timidamente ed abbassava lo sguardo.

«Tutto questo è giusto, ma tra due giorni tornerò a Cair Paravel … non credo di-»

«Tu la ami?» lo interruppe serio. Peter strabuzzò gli occhi e scandalizzato gridò «Papà! Io … cosa … non farmi dire queste cose!»

«Oh, andiamo ti ho cambiato i pannolini, non mi scandalizzerò per questo!»

Peter rosso come un peperone distolse lo sguardo e si mise una mano davanti alla bocca mentre farfugliava «Sì …»

«E allora se tu non puoi rimanere, dalle un buon motivo per restare con te.» e con quest’ultima frase se ne andò lasciando il ragazzo perplesso.

* * *

La mattina dopo di buon ora, dopo essersi lavati e vestiti accuratamente, Peter, Susan, Lucy, Edmund, i due Re, Caspian, Lilliandil e suo padre si trovavano nella tenda di Aslan.

«Secondo voi perché siamo stati convocati? Abbiamo fatto qualcosa di male? » chiese la mezza stella preoccupata.

«Non preoccuparti cara, il motivo per cui vi ho chiesto di venire è semplicemente per congratularmi.»

Lilliandil arrossì e tutti guardarono Aslan davanti a loro con sguardo fiero. «Avete combattuto in maniera esemplare, dando tutti voi stessi. Avete perso la speranza e siete caduti, ma vi siete sempre rialzati con forza. E adesso, Susan e Lucy, siete pronte per ritornare alla vostra vera casa.»

Entrarono come dei salvatori dalle mura massicce di Ettinsmoor. La gente festosa li accolse lanciando petali di fiori al loro passaggio e intonando canti celebrativi.

Quando la processione arrivò nella piazza centrale Aslan si fece avanti seguito dal Re Rufus, Susan e Lucy.

«Oggi popolo di Ettinsmoor riconquistate ufficialmente la vostra libertà e la vostra vera identità. Vi restituisco i vostri legittimi sovrani che hanno dimostrato di possedere le qualità che ogni regnante, e non solo, dovrebbe avere: amore, coraggio e saggezza. Sonno sicuro che sapranno guidarvi con giustizia e riporteranno questa terra agli antichi splendori. Salutate Re Rufus, la Principessa Susan La Dolce e la Principessa Lucy, La Valorosa. »

Un boato di applausi esplose alla fine del discorso di Aslan e tutti intonarono in coro «Lunga vita al Re Rufus! Lunga vita alla Principessa Susan! Lunga vita alla Principessa Lucy!»

I festeggiamenti iniziarono in paese tra balli canti e spettacoli nella gioia più assoluta.

* * *

Caspian e Lilliandil si ritrovarono a volteggiare al centro delle danze, tra gli sguardi sognanti e gelosi delle paesane che non potevano fare a meno di ammettere quanto quei due fossero fatti l'uno per l'altra.

Appena la musica cominciò a cambiare però, Caspian decise di trascinare la sua amata stella lontano dal centro dell'attenzione.

«Caspian dove mi stai portando?»

«Io... dovrei parlarti, e ho bisogno di un luogo appartato...»

Lilliandil lo guardò incuriosita; erano goccioline di sudore per l'ansia quelle che gli imperlavano la testa?

«Eccoci.» arrivarono in un bellissimo spazio aperto che offriva una vista mozzafiato su tutte le terre di Ettinsmoor e dintorni. Trascinando la fidanzata fino ad una panchina in pietra circondata da mille fiori diversi, Caspian cominciò a torcersi le mani e battere i piedi per terra in ansia.

«Caspian, amore perchè sei così agitato?»

«Io... argh non è così facile come sembra, io … Lilliandil, dal primo momento io cui ho messo gli occhi su di te ti ho amato. Cioè, forse non dal primo momento, visto che ero attratto da Susan all'inizio, ma infondo era solo un'attrazione, sapevo che eri tu quella che volevo, deve essere stato una specie di colpo di fulmine inconscio, ti amavo ma inconsciamente cioè»

«Caspian.» lo ammonì la ragazza.

«No! Non ti arrabbiare, oh per Aslan, cosa dicevo? Ah sì, ti amo dal profondo del cuore, e poi emh... ecco...»

«Caspian, cosa stai farfugliando?»

«Sposami!» urlò. Vedendo lo sguardo sconvolto della mezza stella si lanciò ai suoi piedi su un ginocchio, materializzando un anello, ogni segno di nervosismo ora sparito.

«Lilliandil, io ti amo da sempre, sei la ragazza dei miei sogni, e per quanto questo possa sembrarti improvviso è ciò che desidero realmente. Ho parlato con tuo padre ieri sera e anche lui è d'accordo. Ti amo più di ogni altra cosa, sposami, diventa la mia regina e vieni con me a Telmar, rendendomi l'uomo più felice del mondo.»

la mezza stella scoppiò in un pianto singhiozzante, tenendosi la testa tra le mani.

«Emh, questa non era proprio la reazione che mi aspettavo, ma se non vuoi-»

«Ma certo che ti sposo, idiota!» urlò Lilliandil saltandogli addosso e donandogli un bacio mozzafiato.

* * *

«Mio caro Trumpkin, devo dire che hai fatto un ottimo lavoro con le mie bambine. Anche tu ovviamente Tumnus. Sarei onorato di avervi con me nella mia corte.»

Il Re Rufus, il Re Frank, Trumpkin e Tumnus erano seduti al tavolo centrale discutendo amabilmente dei loro figli e di quanto fossero orgogliosi dei loro traguardi.

«Per me sarebbe un onore, Re Rufus.» rispose commosso il nano.

«Ti sono molto debitore Trumpkin, per averle cresciute nelle fantastiche donne che sono oggi, senza aspettarsi niente in cambio. Grazie, dal profondo del cuore.»

«E' stata una gioia Sire.»

«Rufus amico mio! Sei pronto a vedere realizzato il sogno delle nostre care mogliettine?» urlò Frank stringendolo in un abbraccio.

«Ew, Frank amico mio, quando bevi sei insostenibile. Niente più birra per te.»

«Ma guarda come sono carrrini!!» disse il Re biondo prendendo la testa dell'amico e muovendola nella direzione in cui stava guardando. Lì, Peter e Susan ballavano sorridenti come non mai.

«E guarda, Edmund sta cercando Lucy dall'inizio della festa ormai!» disse indicando il moro che vagava come un disperato alla ricerca della ragazza.

Rufus si aprì in un sorriso sincero «Sarà bello unire le nostre due famiglie.»

Poi però, sicuro di non essere sentito dal Re Frank che mostrava a Trumpkin quanto i quattro si amassero, sussrrò a Tumnus «Orecchie aperte amico Fauno! Se uno di quei due fa qualcosa alle mie bambine gli spezzo le ossa, una ad una.»

* * *

«Lucy!»

«Edmund!»

Finalmente! Pensarono entrambi. Era ormai dall'inizio della festa che si cercavano invano fino a questo momento. Arrivati uno di fronte all'altro però, nessuno dei due sapeva più che dire.

«Io devo parlarti Edmund.»

«Anche io...»

«Prima fa parlare me!»

«No, prima me-»

«Allora diciamolo insieme, al mio tre. Uno... due... tre! Edmund io ti a-»

«Lucy io-»

«LUCY!» Urlò Lilliandil interrompendoli ancora una volta. Felice come una pasqua di gettò sulla ragazza continuando a fare urletti senza senso e frasi scomposte.

«Lilliandil, calmati che cos- OH.MIO.ASLAN!» una volta notato il massiccio diamante alla mano sinistra della stella entrambe si persero nei loro vaneggiamenti di «Quando e come e dove e dobbiamo dirlo a Susan e WOW!»

Caspian intanto era rimasto indietro sconvolto e in parte compiaciuto, quando aveva visto lo sguardo perso sul volto di Edmund.

«Hey amico, abbiamo interrotto qualcosa?» chiese preoccupato.

Guardando la ragazza dei suoi sogni svanire nel mare della folla con la sorella «Non ha più importanza ormai...»

* * *

«Hey Peter...» il ragazzo alzò lo sguardo per incrociare gli occhi azzurri della sua amata Susan, e non potè frenare il dolce sorriso che spuntava sempre alla sua vista.

«Hey Susan.»

«Come mai il Magnifico è qui tutto solo? C'è qualcosa che non va?» lo sguardo di preoccupazione sul volte della ragazza gli fece stringere il cuore e così decise di essere totalmente sincero con lei.

«Susan, noi... cosa siamo esattamente?»

«Scusami?»

«Io e te, voglio dire, sai bene quello che provo per te, e nonostante mi sembra quasi patetico te lo ripeto ancora, io ti amo. Ti amo e voglio stare con te, ma non conosco i tuoi sentimenti per me, non so se sono altrettanto forti, e ora questo non mi basta più. Voglio di più, voglio stare con te»

«Peter, io...»

«Vieni a Cair Paravel con me Susan.» disse serissimo alzando lo sguardo blu in quello azzurro cristallino di lei.

«Non posso Peter.» mormorò lei scuotendo la testa.

«Cos-»

«Peter, il mio posto è qui, accanto a mio padre e mia sorella, nel mio regno, e lo stesso vale per te. Il tuo posto è a Narnia, con tuo fratello e tuo padre.»

«Ma io ti amo! Voglio stare con te!»

«Peter tu sei un Re, il migliore che Narnia abbia mai avuto, e io sarò Regina di Ettinsmoor, non possiamo farci prendere dalle nostre emozioni così! Abbiamo un popolo da governare...»

«Tutte queste sono solo scuse Susan! Scuse!» urlò ferito alzandosi dal suo tavolo e dirigendosi verso una via nascosta per andare lontano dalla folla.

«Peter! Ti prego Peter aspetta... » Susan lo raggiunse e lo trattenne per la mano.

«Peter ti prego... io ci tengo a te, e se fossimo in altre circostanze accetterei subito, ma...»

«Allora io verrò con te! Mi trasferirò ad Ettinsmoor!»

«Non è questo il tuo destino e tu lo sai.»

Sconfitto si avvicinò a Susan, e senza distogliere lo sguardo dal suo le spostò una ciocca di capelli ribelli dagli occhi.

«Nulla di quello che dirò ti farà cambiare idea vero?»

Susan sospirò, appoggiandosi al suo petto e stringendolo forte, mentre il ragazzo le posava un tenero bacio sulla testa. All'improvviso una musica allegra li travolse.

«Godiamoci questo giorno Peter, come se fossimo due persone normali, non Re Peter di Narnia e La Principessa Susan, che hanno appena ritrovato i loro padri perduti e sconfitto la Strega, come se fossimo due semplici innamorati.»

«E cosa fanno dei semplici innamorati?»

Con il più dolce dei sorrisi Susan chiese «Mi concedete questo ballo?»

* * *

Il mattino, ai primi raggi dell’alba, Re Frank, Edmund e Peter si trovavano sui loro cavalli con il popolo di Narnia pronto a partire alla volta di Cair Paravel e tornare alla loro amata terra.

A salutarli all’entrata del castello stavano Re Rufus, Lucy,Lilliandil, Tumnus e Trumpkin, che aveva ottenuto un posto come aiutante del fauno a palazzo.

«E’ giunto il momento di andare … » disse il re narniano ai suoi figli. Tutti guardarono Peter mentre si muoveva nervoso sul suo unicorno con sguardo afflitto.

Lucy si spostò da un piede all’altro guardando Edmund «Bhè, allora … arrivederci Ed …» alzò lo sguardo su di lui speranzosa, ma lui serio disse «Sì … addio Lucy.»

I due re lo osservarono sconvolti scambiandosi occhiate incredule sotto uno sguardo di rimprovero di Peter.

«Oh, suvvia non essere così melodrammatico, questo non è mica un addio Edmund! Ci rivedremo sicuramente al mio matrimonio!» disse Lilliandil.

Rufus annuì convinto mentre Lucy abbassò lo sguardo sconsolata per non mostrare le lacrime che si formavano nei suoi occhi.

Oreius arrivò ad interromperli «Miei Re, noi siamo pronti.»

Frank annuì serio e si voltò a salutare ancora una volta il suo vecchio amico che disse «Non potreste aspettare qualche attimo in più? Sono sicuro che Susan stia per arrivare …»

«Mi dispiace, ma il viaggio per Cair Paravel è lungo …» si voltò incerto a guardare Peter che continuava a tenere lo sguardo basso, ma quando vide tutti gli sguardi preoccupati su di lui si riscosse e disse «No, va bene così …» poi amareggiato aggiunse «Lei non verrà comunque.» rivolse un ultimo sguardo al castello prima di girare l’unicorno ed incamminarsi per Narnia con la sua famiglia.

* * *

Susan intanto sedeva sconsolata sul suo letto mentre guardava il cielo tingersi di rosa e tutto intorno a lei si risvegliava. Non era riuscita a dormire molto quella notte; sapeva che aveva fatto la scelta migliore come principessa rimanendo nel suo regno e con il suo popolo, ma sapeva anche che in questo modo si era preclusa una qualsiasi possibilità di felicità come donna. Si avvicinò alla finestra poggiando la fronte sul freddo vetro.

Poteva vedere nel cortile i narniani prepararsi alla partenza mentre i reali si salutavano. Con la mano accarezzò la figura da lì piccolissima di Peter. Aveva deciso che non lo avrebbe salutato. Non voleva dire addio. Ieri avevano avuto una giornata stupenda, inizialmente Peter era stato ovviamente scosso dalla sua decisione, ma alla fine entrambi erano riusciti a lasciarsi andare e godersi il momento senza pensare ai loro doveri, erano stati Peter e Susan, due innamorati. Ma anche quella giornata era arrivata alla fine come tutte le altre e la realtà dei fatti si era ripresentata spietata come sempre. Susan voleva rimanere nel suo regno, sapeva che questo aveva bisogno di una principessa e di tutto l’aiuto possibile per risollevarsi, ma l’aveva fatto anche per suo padre. Lei e Lucy l’avevano finalmente ritrovato dopo anni e non avrebbe mai potuto (e nemmeno voluto) lasciarlo. Ma Susan sapeva benissimo di non essere l’unica ad aver ritrovato un padre: anche Peter si era finalmente riunito al suo e chiedergli di rimanere con lei sarebbe stato immensamente egoista da parte sua. Le loro famiglie avevano bisogno di loro ed entrambi dovevano stare al luogo a cui appartenevano. Peter ovviamente si era dimostrato restio a questa decisione, ma Susan era sicura che se lei fosse andata con lui o lui fosse rimasto con lei se lo sarebbero rinfacciato a vita.

E non poteva nemmeno chiedergli di aspettarla, non dopo tutto quello che gli aveva fatto passare, dopo averlo rifiutato ormai per la terza volta, dopo non essere riuscita a confessargli il suo amore, dopo averlo lasciato partire senza un saluto.

Sospirò afflitta. Se fossero stati due comuni cittadini con comuni vite e comuni parenti non avrebbe esitato un momento ad accettare la sua proposta di matrimonio, lo amava e avrebbe voluto vivere la sua vita al suo fianco, ma il loro era sangue reale, prima della loro felicità veniva quella del loro regno.

La porta si spalancò e lei saltò sul posto spaventata. Davanti a lei stava Caspian con espressione preoccupata.

«Susan! Cosa ci fai qui? Peter partirà tra pochi minuti!»

Lei sospirò appoggiandosi contro il vetro e chiudendo gli occhi «Lo so.»

Lui avanzò chiudendo la porta dietro di sé guardandola incredulo «Hai deciso di non salutarlo allora? Lo lascerai partire così?»

«E’ meglio così Caspian, per tutti e due è meglio così.»

«Non puoi pensarlo davvero.»

Susan non rispose e lui sospirò afflitto passandosi una mano tra i capelli ed avanzando nella camera. Si sedette sul letto e cominciò serio «Sai, Susan, da quando siamo arrivati al castello non abbiamo mai avuto modo di parlarne decentemente, ma voglio che tu sappia che mi sei piaciuta, e davvero tanto. Ci siamo anche presi a pugni nella foresta proibita io e Peter – fece un risolino e Susan incuriosita si sedette vicino ai suoi piedi sul costoso tappeto che ricopriva il pavimento – ma in ogni caso ho sempre saputo in qualche modo dall’inizio che tu appartenevi a lui. Potevo leggerlo nel vostro modo di fare, di guardarvi, di parlarvi. Anche per questo mi sono fatto da parte, non fraintendermi, amo Lilliandil con tutto me stesso, ma non è questo il punto. Il punto è che tu e Peter vi siete sempre appartenuti, l’ho sempre pensato anche se inizialmente faceva male, e quando hai rotto l’incantesimo pensavo che anche tu l’avessi finalmente capito, ma a quanto pare non è così se stai buttando tutto all’aria senza remore. »

Susan sospirò afflitta con le lacrime agli occhi «Io … prima di essere persone siamo i capisaldi di due regni differenti e non è solo questo … le nostre famiglie … ci siamo appena riuniti, se ci separassimo adesso ce lo rinfacceremo a vita!»

«Questo è quello che pensi tu, ma Peter cosa ne pensa? Glielo hai chiesto? »

Susan rimase zitta e Caspian continuò «Sai, se Aslan ti ha soprannominato Susan la Dolce deve esserci senza dubbio un motivo, ma in questo momento proprio non lo vedo. Ogni volta riesci a trovare un nome o una scusa alle tue paure, senza pensare minimamente a quello che vuole Peter. Questo è egoismo Susan, non amore.»

Lei scattò subito «Questo non è vero! Io mi preoccupo per Peter! Io ci tengo a lui maledizione! »

«Dimostralo allora!»

«E’ quello che sto facendo!»

«Lasciandolo andare senza un saluto? Senza fregartene minimamente della sua opinione?»

«Tu non capisci!»

«Fammi capire allora!»

Susan scoppiò a piangere cadendo in ginocchio e subito Caspian le fu affianco abbracciandola.

«Io vorrei tanto amarlo senza problemi … ma per il momento non è possibile! Il mio regno adesso ha bisogno di me, mio padre a bisogno di me! Ed è lo stesso per lui … » disse tra i singhiozzi.

Caspian la strinse forte carezzandole i capelli pentito di aver alzato la voce. «Ma questo non deve essere un addio per forza no? Insomma ci sono le estati … e Cair Paravel non è poi tanto lontana, con un buon cavallo ed un buon ritmo ci si possono impiegare solo quattro giorni!»

Susan scosse la testa sorridendo leggermente al tentativo dell’amico di tirarla su e si asciugò gli occhi «No, Caspian. Non posso chiedergli una cosa del genere»

«Perché no? Sono sicuro che Peter capirebbe se gli spiegassi per una volta le tue ragioni senza che tu gliele imponga! »

«Non questa volta! Non dopo tutto quello che ha passato a causa delle mie indecisioni … lui stesso me lo ha detto, non gli basta più … » gli occhi si riempirono nuovamente di lacrime e si morse un labbro per sopprimere nuovi singhiozzi che comunque uscirono «Io non sono nemmeno riuscita a dirgli quello che provo …»

Poi d’improvviso suonarono le trombe, segno di saluto per i narniani in partenza. Susan spalancò gli occhi e corse a aprire le porte affacciandosi sul balcone.

I suoi occhi gonfi e rossi si posarono su quelli di Peter. Nessun gesto, nessun sorriso, solo un sguardo. Poi come se niente fosse successo il Re Supremo interruppe il contatto visivo e girando il suo unicorno si lasciò il castello alle spalle, partendo alla volta di Cair Paravel senza mai guardarsi indietro.

Susan rimase a guardare la sua schiena «Addio.» sussurrò.

Indugiò sul terrazzo finché anche l’ultimo puntino della processione non scomparve all’orizzonte, per poi lasciarsi andare ad uno straziante pianto singhiozzante sorretta da Caspian.

* * *

Erano ormai passati quattro mesi da quel giorno, e Susan sedeva ancora al terrazzo con sguardo malinconico verso l’orizzonte.

Le sue giornate da principessa erano molto impegnative, lei e Lucy erano sempre impegnate ad aiutare i popolani a ricostruire le loro case e le loro vite, ad istruire i bambini e ad imparare questioni di politica direttamente sul campo con loro padre.

Nonostante l’iniziale imbarazzo la loro famiglia si era consolidata molto, e anche Tumnus e Trumpkin ne erano entrati a far parte.

Ma anche se tutto sembrava andare per il meglio le due principesse erano contente solo parzialmente; avevano sicuramente ritrovato le loro vite e la loro famiglia e per questo ringraziavano Aslan ogni giorno, ma qualcosa mancava ed era chiaro a tutti che il pezzo mancante del puzzle fossero i due affascinanti Re di Narnia.

Non era raro vederle sospirare insieme magari ricordando i vecchi tempi, ma nel momento in cui qualcuno estraneo portava notizie da Narnia dopo averle ascoltate attentamente con un luccichio negli occhi si liquidavano immediatamente chiudendosi in un silenzio perentorio.

Il Re sospirò all’ennesima vista delle figlie in quello stato. Aveva già parlato con Lucy, che gli aveva confidato senza problemi quello che la crucciava, ma aveva anche categoricamente rifiutato ogni aiuto o ogni visita a Narnia; voleva rimanere con il suo popolo e dimenticarsi per sempre di Edmund.

Il problema era ben più grave con Susan che non affrontava la realtà come la sorellina. Lucy accettava i sentimenti che aveva provato per il Re giusto ed era oltremodo certa di non interessargli minimamente viste le sue non- azioni; Susan invece fingeva che niente fosse accaduto, scappando appena si citava l’argomento.

Rufus si avvicinò lentamente alla ragazza che sospirò per la milionesima volta in un minuto. «Susan …»

La ragazza si girò spaventata «Oh, Papà! Mi hai fatto paura! È pronta la cena?»

Il Re scosse il capo appoggiandosi sconsolato al parapetto. «Volevo parlarti Susan …»

Capendo l’antifona dal tono la ragazza fece per alzarsi ma venne subito bloccata dalla voce severa del padre «E niente fughe. »

Si sedette nuovamente composta con le mani in grembo e lo sguardo basso.

«Sai Susan, io e te abbiamo un carattere molto simile. Entrambi siamo logici e razionali, odiamo tutto quello che ci sfugge di controllo. Capisco quello che provi adesso, l’ho provato anche io molte volte e a causa di questo comportamento ho rischiato di perdere tua madre molte volte. »

Lei lo guardò interrogativa e lui si perse nei ricordi con sguardo lontano «Quando la conobbi non ero che un ragazzino di poco più di nove anni. Per noi fu subito amore, ma i tempi di realizzazione furono molto diversi. Tua madre aveva lo stesso carattere sognatore di Lucy e l’amore era il suo pane quotidiano; per me era un universo sconosciuto che non avrei mai voluto esplorare, ma si sa che non siamo noi a scegliere l’amore, è lui a scegliere noi e io non potrò mai ringraziare Aslan abbastanza per avermi permesso di viverlo, di conoscere tua madre e di avere due splendide figlie come te e Lucy. »

Si guardarono commossi e Rufus le strinse una mano rassicurante e portandosi davanti a lei disse dolcemente «Quello che sto cercando di dirti tesoro, è che so bene quanto sia difficile ammetterlo, lasciarsi andare e correre dei rischi, ma l’essenza della vita è questa … tutti abbiamo paura, l’importante è mettersi sempre in gioco e dare il massimo. Qualche tempo fa se ti avessero detto che saresti partita all’avventura per sconfiggere una Strega e che ci saresti anche riuscita gli avresti riso in faccia, ma hai corso un rischio e guarda dove sei ora?»

Susan rimase in silenzio fissando le loro mani giunte. Il Re sospirò e disse «Tu lo ami?»

Spalancando gli occhi alzò lo sguardo sul padre. Calde lacrime cominciarono a cadere e singhiozzante disse «Sì … sì io lo amo!»

Rufus annuì commosso e l’abbracciò «Allora corri da lui e diglielo. »

Con voce rotta disse «Ma … Ettinsmoor … e tu e Lucy …»

«Noi siamo la tua famiglia Susan, ci saremo sempre per te, ed Ettinsmoor è salva adesso. In soli quattro mesi avete fatto un lavoro spettacolare.»

Vedendola ancora insicura disse «Puoi fidarti di me tesoro. Anni fa ho quasi rischiato di perdere tua madre in una situazione simile, non voglio che a te accada davvero. Devi correre da lui prima che sia troppo tardi, e urlargli tutto il tuo amore. »

Qualche minuto dopo, nemmeno lei sapeva bene come, si era ritrovata sul cavallo migliore della scuderia al galoppo verso Cair Paravel.

* * *

Dopo quattro giorni di corsa a cavallo estenuante, qualche ora dopo il tramonto Susan aveva finalmente raggiunto Cair Paravel. Si avviò sorridente verso l’entrata, ma trovò due lance a sbarrarle la strada.

Guardò spaesata le guardie e disse «Sono la principessa di Ettinsmoor, Susan Biancaneve.»

«Senti bella, potresti essere anche Aslan in persona, l’orario di entrata è finito al tramonto. Riprova domani, sarai più fortunata!»

«Ma io devo parlare con il Re Peter!»

Le guardie si girarono facendole il verso e ridendo tra di loro. Lei voltò il suo cavallo bianco e fece per andarsene, ma in uno slancio di pazzia fece ancora inversione sbaragliando tutte le guardie ed entrò nel castello.

Subito il caos prese piede e le sentinelle cominciarono a suonare il segnale urlando «Intruso! Intruso! »

* * *

Intanto Re Frank, Edmund e Peter si trovavano nella sala da pranzo al tavolo pronti per la cena. «Oh, Lila non sai quanto mi è mancato il tuo pollo in salsa speciale!» disse Frank mentre mangiava da due cosce di pollo avidamente alla cuoca che stava finendo di servire le portate sul tavolo.

Tutti risero quando all’improvviso sentirono l’allarme intrusi. Edmund balzò subito su correndo alla finestra con sguardo preoccupato. Appena però i suoi occhi si posarono sulla figura in cortile sorrise e disse «Bhè, Peter, faresti meglio a correre in cortile c’è qualcuno che ti aspetta.»

Confusi padre e figlio si avvicinarono alla finestra e capirono cosa intendeva Edmund. Peter subito spalancò gli occhi e poi si gettò giù per le scale rischiando di rompersi il collo più volte.

Il Re Frank agitato corse in tondo poi avviandosi anch’esso alle scale urlò «Presto Edmund, prendimi il pollo voglio qualcosa da mangiare mentre guardo tuo fratello ricongiungersi con l’amore della sua vita!»

* * *

Intanto Susan era riuscita ad arrivare nel cortile principale di Cair Paravel quando la moltitudine di guardie di turno la placcò e scesa da cavallo dovette arrendersi e lasciarsi bloccare a terra.

Che stupida pensare di potersi infiltrare in un castello in modo tanto plateale! E non un castello qualsiasi …

«Susan!» al suono di questa voce il suo cervello si spense di colpo.

«Lasciatela andare! » libera si alzò un po’ per poter veder Peter mentre correva verso di lei con sguardo preoccupato. Rivederlo aveva risvegliato in lei tutti i sentimenti che aveva provato a tenere nascosti in questi quattro mesi. Il cuore prese a batterle forte, la testa le girò, lo stomaco fece una capriola all’indietro, ma contemporaneamente si sentì invincibile; come se niente potesse spezzarla o fermare la sua corsa verso di lui.

Quando lo raggiunse gli gettò le braccia al collo e vi si aggrappò temendo che le gambe mollicce cedessero.

Lui la strinse forte a sé tenendola per la vita, poi appoggiò la fronte alla sua guardandola incredulo, aumentando la presa come per assicurarsi che non fosse un sogno.

Prima che potesse chiederle niente lei lo interruppe affannata «No, prima fa parlare me! So che sono stata una stupida e un’egoista, non ti ho dato ascolto, non ho mai chiesto il tuo parere e ti ho sempre imposto le mie scelte dando ascolto solo alla mia insicurezza e alle mie paure, ma adesso sono pronta. Io ti amo, Peter. Ti amo da sempre, fin da quando mi lanciavi le mele in testa o mi liberavi contro i cani per attirare la mia attenzione.»

«Susan …»

«Ma va bene, ti capisco insomma, dopo tutto quello che è successo, infondo sono passati quattro mesi, volevo solo fartelo saper-» Peter zittì il suo discorso a macchinetta con un bacio appassionato.

Tutto intorno a loro le guardie, il Re frank con il suo pollo, Edmund e le persone accorse per l’allarme scoppiarono in un boato di applausi e fischi.

Susan si staccò arrossendo ricordando di essere in mezzo alla folla, ma Peter la alzò e le fece fare una giravolta baciandola ancora.

Quando si fermarono la guardò dritta negli occhi e con amore disse «Ti amo, Susan.»

«Ti amo, Peter. Perdonami se sono così tarda.»

* * *

Circa un anno più tardi...

Susan era felice, ma davvero davvero felice. In quel momento guardava commossa sua sorella Lilliandil scambiarsi i voti nuziali con Caspian. Entrambi erano bellissimi, e la luce che emanava la mezza stella faceva rispendere tutto nella chiesa. Mentre Aslan stesso li nominava moglie e marito fece vagare lo sguardo tra gli invitati. Trumpkin continuava a ripetere al fauno Tumnus -che sedeva vicino a lui - che aveva solo qualcosa in un occhio da più o meno tutta la cerimonia, Ramandu, il Re Frank e suo padre sedevano vicini con una scintilla di orgoglio in prima fila. Tornò a guardare Lilliandil gettarsi tra le braccia di Caspian cogliendolo di sorpresa con un bacio passionale mentre tutti intorno applaudivano e fischiavano in approvazione. Ridendo colse lo sguardo divertito davanti a lei di Peter- il testimone- che le fece un occhiolino e facendola arrossire violentemente prima che un dolce sorriso le spuntasse sulle labbra.

Insomma, tutti erano felici. Ma poi non potè non notare due sorrisi enormemente finti, quasi di plastica. Qualcosa andava fatto.

* * *

«Allora cosa hai intenzione di fare?»

«Scusa?»

Lilliandil l'aveva trascinata per un braccio nel cortile e ora la guardava speranzosa.

«Andiamo Susan, hai visto anche tu come si guardano! Lucy ha già rotto tre bicchieri e quando l'abbiamo lasciata stava per incidere il piatto con il coltello tagliando la carne con tutta quella forza....»

su questo non poteva darle torto in effetti, ogni volta che Lucy incrociava lo sguardo di Edmund una strana rabbia le montava dentro e rompeva qualsiasi cosa avesse in mano. Susan non aveva potuto fare a meno di pensare che se avesse usato quella forza l'anno scorso la strega bianca non avrebbe potuto niente.

«State tramando un modo per farli rimettere insieme? Io sono dentro, sono stufo di quei musi lunghi al mio matrimonio!»

«Rimettere insieme? Non sono mai stati insieme...»

le due ragazze guardarono Caspian e Peter uscire da una siepe vicina.

«Peter, Caspian ci stavate spiando?» esclamò Lilliandil sorpresa.

«Spiando è una parola un po' forte, diciamo che vi stavamo cercando da dieci minuti dietro quella siepe...» disse Caspian con un ghigno malizioso.

Gli altri tre scossero la testa prima che Lilliandil si rivolse a Susan chiedendo «Quindi damigella d'onore qual è il piano?»

* * *

Lucy non poteva crederci. Non poteva crederci davvero, si era fatta fregare come una bambinetta di due anni. Certo, non poteva aspettarsi che le sue due diaboliche sorelle e i loro fidanzati tirapiedi avessero corrotto perfino i camerieri.

Quindi ora era seduta in uno sgabuzzino pieno di cianfrusaglie, scope, e vari secchi a distanza ravvicinata con il suo incubo da un anno a questa parte.

«Hai intenzione di parlarmi Lucy?» sbuffò Edmund molto, troppo vicino al suo orecchio. Per tutta risposta ottenne solo un sonoro sbuffo.

«Ok, forse il fatto che tu mi abbia risposto con sbuffi e grugniti nell'ultima mezz'ora era un chiaro segno che non ne vuoi sapere, ma Lucy seriamente...»

un forte lamento coprì la fine della frase di Edmund, che disperato si prese la testa tra le mani tirandosi i capelli .

«Lucy ti prego...»

«No, ascolta, non ci parliamo da quasi un anno, solo perchè i nostri stupidi parenti si sentono dei burloni a rinchiuderci qui dentro non vuol dire che dobbiamo diventare migliori amici di nuovo!»

«Se solo tu non fossi così testarda!»

«Se solo tu non fossi così stupido!»

«Se solo la smettessi di fare la bambina!»

«Ah, sarei io la bambina dei due?!»

«Di certo non sono io tra i due quello che si rifiuta di parlare!»

«Oh, come vorrei un telecomando per tornare indietro nel tempo e farti vedere quanto sei idiota!»

«Idiota?! Se io sono un idiota tu sei … sei... »

«Bhè, hai già finito gli insulti?»

entrambi si guardarono con astio per poi girarsi dal lato opposto con una smorfia imbronciata sul volto. Ma qualche minuto dopo Edmund stava già lanciando occhiate di sottecchi alla ragazza, prima di sospirare frustrato e poi iniziare a parlare con più calma «Quello che volevo dire è che mi dispiace... io non sono bravo con le parole, sono peggio di tua sorella Susan e devi ammettere che questo è tutto un dire- quando a Lucy scappò un risolino capì che poteva essere sincero- ma ci tengo a te, e mi piacevi- piaci tutt'ora. So che sono stato uno stupido, che ti ho deluso, ma io... quello che voglio dire è che io... io credo di amarti Lucy.»

come un fulmine la ragazza gli si gettò addosso baciandolo con dolcezza mentre il mondo intorno a loro svaniva, ignari delle scope e dei secchi che gli stavano cadendo addosso.

«Ti amo anch'io.»

* * *

«Tutto è bene quel che finisce bene!» urlò Lilliandil felice alzando la bottiglia di champagne in aria.

Erano tutti e quattro accovacciati vicino allo porta dello sgabuzzino spiando la discussione dei due più giovani.

«Non so, io mi sento comunque in colpa... voi no?» disse Susan cercando assensi con lo sguardo, ma vedendo Lilliandil e Caspian impegnati in una seduta di baci appassionati sospirò girandosi verso Peter che giocava con la sua mano destra guardandola con dolcezza.

«Hey -gli sorrise dolcemente – cosa c'è? »

«Sposami Susan.»

Lei lo guardò sconvolta, ma vedendo il suo sguardo speranzoso gli si avvicinò posandogli un dolce bacio a stampo sulle labbra.

«Sì.»

e vissero per sempre felici e contenti...










Dunque eccoci giunti alla fine di questa fanfiction amici. Perdonatemi se ci ho messo altri *inserire numero infinito di mesi * per aggiornare, ma è stato un periodo decisamente molto impegnativo. Questa è la prima storia che scrivo a cui riesco a mettere la parola fine. Cavolo, devo dire che premere quel quadratino completa è stato soddisfacente da una parte, ma anche molto triste dall'altra.
Siamo alla fine, e vi ringrazio tutti, tutti, tutti, chi ha messo la storia tra le preferite, chi tra le seguite, chi ha solo letto, chi ha commentato, e un grazie speciale a rubarubina che è rimasta fedele a questa storia fin dall’inizio (spero che questo ultimo capitolo ti sia piaciuto!)
Spero che sia stato un finale degno delle vostre aspettative, Addio e grazie per tutto il pesce ;)
  
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