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Autore: pIcCoLaKaGoMe92    08/06/2014    1 recensioni
«Hai mai sentito parlare di Elisabeth Kübler Ross?è stata una grande psichiatra svizzera, ed ha elaborato le cinque fasi di elaborazione del lutto. Questa consiste nel lavoro di rielaborazione emotiva dei significati, dei vissuti e dei processi sociali legati alla perdita dell”'oggetto relazionale”, ovvero della persona con la quale si era sviluppato un legame affettivo significativo. » Quinn Fabray attraverso Negazione, rabbia, contrattazione, depressione e accettazione.
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray | Coppie: Puck/Quinn
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Con il ritorno di glee in televisione e di Dianna e Mark nella quinta serie (e soprattutto il fatto che Quinn e Puck siano finalmente insieme!) mi sono appassionata nuovamente a glee, e mi sono frullate moltissime idee per la testa su fanfic su di loro, ma non avevo mai avuto il coraggio di pubblicarle fino ad ora. Questo è quello che (a mio parere ovviamente) manca nella terza stagione di glee. Non mi è piaciuto per niente come abbiano lasciato Quinn al suo destino e come abbiano gestito la sua storia con Puck e soprattutto con Beth. Studiando psicologia mi sono imbattuta in queste cinque fasi e il mio pensiero è subito corso a lei… Quindi ora vi lascio alla storia, fatemi sapere cosa ne pensate!






Solo altri due minuti.

Questo era il pensiero ricorrente di Martin, lo psicologo della scuola. Quando aveva deciso di frequentare l'università di psicologia l'aveva fatto con la migliore delle intenzioni, voleva aiutare la gente, usare il suo dono dell'ascolto nel miglior modo possibile. Così, con la sua laurea appena stampata e armato di buona volontà si era lanciato nel mondo del lavoro . Ma, come ben si sa', niente va come programmato e così era finito a fare lo squallido psicologo in una squallida scuola superiore in una squallida città a degli squallidi studenti con degli squallidi problemi.

Ovviamente alcuni avevano dei problemi seri, ma per qualche ragione i suoi servizi erano quasi sempre messi a disposizione dei Cheerios, i cui più grandi problemi erano oh-mio-Dio-ho-messo-su-un-kilo-nella-settimana-della-prova-peso, il-mio-gatto-non-vuole-farsi-mettere-lo-smalto, il-vestito-rosa-che-mi-ha-regalato-mia-madre-contrasta-con-il-mio-sottotono-olivastro e via dicendo...

Per quanto Martin provasse nei primi anni della sua carriera a cercare altro al di fuori di gatti, vestiti e carboidrati, erano solo pochi gli adolescenti che avessero veri problemi, e sicuramente la ragazza singhiozzante davanti a lui non era uno di questi.

«E-e dopo M-mary ha messo una doppia dose di panna nel mio frullato! D-doppia! Credevo fossimo a-a-amiche!»

Martin dovette fare di tutto per reprimere la voglia di voltare gli occhi al cielo all'ennesima crisi di pianto della Cheerios, e invece si ritrovò a dare un'occhiata all'orologio da polso regalatogli da sua moglie. Le 16.02!

Offrendole sbrigativo la scatola di kleenex disse «Sono molto contento dei tuoi progressi Shana, ci rivediamo la settimana prossima sempre alle tre? -l'unica risposta della ragazza fu una forte soffiata di naso-Ok perfetto, no non preoccuparti tieni pure tutta la scatola, serve più a te che a me comunque!»

Allo sguardo gelido della Cheerios tutto ciò che poté fare fu sospirare passandosi una mano tra i capelli. Una veloce occhiata alla lista degli appuntamenti e un lamento strozzato gli uscì dalla bocca. Quinn Fabray. Già all'epoca delle sue sedute da Cheerios era una ragazza piena di problemi, ma così testarda e orgogliosa che non era mai riuscito a farle dire più di due parole, ed ora che era una tra le più problematiche adolescenti di tutta Lima non era certo una sorpresa che non riuscisse a farle dire nemmeno “Buongiorno”.

Dopo aver sbattuto per più volte la testa contro la scrivania al pensiero di ciò che lo aspettava, finalmente si decise ad alzarsi ed aprirle la porta.

«Quinn Fabr...?» un sonoro sbuffo lo fermò a metà frase, e con una spallata la giovane ragazza dai capelli biondi si fece spazio nella stanza, lanciandosi non molto educatamente sulla grande poltrona di pelle marrone posta proprio davanti la sua scrivania.

Sospirando Martin richiuse la porta dietro le sue spalle e si sedette sulla sua sedia girevole guardandola speranzoso.

«Allora Quinn, come è andata questa settimana? C'è qualcosa che vuoi raccontarmi?»

Silenzio. Non che si aspettasse altro, d'altronde fin da quando il preside l'aveva costretta a quelle sedute non aveva aperto bocca, tutto ciò che faceva era stare seduta lì, su quella poltrona di pelle a braccia incrociate e con uno sguardo accusatorio, quasi come se tutto fosse colpa sua.

Sospirando per l'ennesima volta quel giorno diede una veloce occhiata all'orologio. 16.17. ancora 53 minuti. Poi d'improvviso un colpo di genio: le parole di Will Schuester e Sue Sylvester che gli rimbombavano nella mente.

«Visto che non hai molta voglia di parlare, inizierò io... Hai mai sentito parlare di Elisabeth Kübler Ross?-ancora una volta nessuna risposta- è stata una grande psichiatra svizzera, ed ha elaborato le cinque fasi di elaborazione del lutto.-e con questa era sicuro di aver attirato la sua attenzione- Questa consiste nel lavoro di rielaborazione emotiva dei significati, dei vissuti e dei processi sociali legati alla perdita dell”'oggetto relazionale”, ovvero della persona con la quale si era sviluppato un legame affettivo significativo. »

Lo sguardo confuso della ragazza gli fece capire di averla in pugno «Lutto inteso non solo come morte, ma come perdita in senso lato. In psicologia si identifica con la parola lutto anche quegli accadimenti improvvisi che generano forte sofferenza, come l'allontanamento di persone care. È un processo fortemente soggettivo, e le varie fasi che lo compongono possono alternarsi, presentarsi più volte nel corso del tempo, senza un'ordine preciso o addirittura non esserci affatto, dato che le emozioni non seguono regole, ma anzi come si manifestano, così svaniscono, magari miste e sovrapposte. »

« La prima fase solitamente è la negazione. Si tratta di un meccanismo temporaneo di difesa che ci permette di attenuare la fase iniziale del dolore.»

* * *

Dovevano smetterla, tutti. Quinn Fabray non era in fase di negazione, le era felice. Negazione per cosa poi? Quando aveva dato sua figlia in adozione sapeva di aver fatto la scelta giusta. Inoltre conoscevano Shelby, anche se non benissimo, ma almeno era sicura di non aver dato la sua bambina a dei completi sconosciuti. Non aveva pianto, non ce n'era bisogno, sapeva che sua figlia sarebbe cresciuta con tutto quello che due incasinati genitori adolescenti non avrebbero mai potuto darle, e di questa scelta era felice.

(Eppure non poteva negare il tremore della sua mano al momento della firma dei moduli di adozione, ne gli occhi lucidi e sfuggenti di Puck. )

*

Quando a una settimana dall'inizio delle vacanze estive sua madre torna a casa con due biglietti di sola andata per le hawaii chiamandolo “viaggio madre-figlia per ritrovare il rapporto perso” Quinn non può che prendere l'occasione al volo. Prima di partire spegne il telefono senza neanche guardare le 25 chiamate perse (sicuramente di Puck, Santana, Brittany, Mercedes, Rachel e del prof Schue).

*

«Quinnie, tesoro, sei sicura di voler tornare a scuola? Infondo puoi rimandare di una settimana, sono sicura che il preside capirà...»

«Mamma per l'amor del cielo, non posso saltare la scuola senza nessuna ragione! Non potrò mai diventare reginetta del ballo e capo cheerleader con questo atteggiamento!»

*

Quinn Fabray avrebbe dimostrato a tutti di non essere in diniego, tutto sarebbe tornato alla normalità, come era nei piani fin dall'inizio.

*

«Quinn sei sicura di voler riprovare ad entrare in squadra? Non pensi sia un po' troppo presto?»

«Troppo presto per cosa? Dì la verità Santana, hai solo paura che io ti rubi il posto di capo-cheerleader da sotto il naso, vero? »

*

«Ed è vero che soffri di una depressione galoppante perchè pensi ancora a Miss Fabray? »


Quando Brittany le fa vedere il video della reazione di Puck alle domande di quello stupido essere che crede di essere un giornalista, Quinn sente una strana sensazione nelle sue viscere. All'improvviso il bisogno di vomitare è tanto forte che lascia il tavolo delle Cheerios senza nemmeno un saluto. Dopo aver svuotato tutto il suo pranzo nel gabinetto uno strano terrore la attanaglia impedendole di respirare. Che cosa vuol dire vasectomia? Nemmeno Puck può essere stato così stupido giusto? E perchè Jacob non può lasciarli stare? E sopratutto perchè non riesce a guardare il suo viso senza riconoscervi ogni minimo dettaglio del viso di lei?

*

«Quinn! Quinn fermati!»

«Mercedes, ciao... sono in ritardo per l'allenamento possiamo-»

«Quinn Fabray non mi scaricherai un'altra volta! Ora stai a sentire, so bene che lo scorso anno non è stato facile per te, ma sparire così? Hai mandato un fattorino a prendere le tue cose... e il telefono! Rispondere alle chiamate è troppo loser per te? Mio Dio Quinn, siamo preoccupati per te, cammini per questi corridoi come se niente fosse successo-»

«Ti fermo subito Mercedes, perchè io sto bene! Mi dispiace per le chiamate ma come ho già detto ero in vacanza! »

«Quinn tu sei in diniego...»

«Io no sto negando proprio niente, io sto bene!»


*

Quando Rachel inizia a cantare non può fare a meno di unirsi al coro, e quando Puck si gira a guardarla non può fare a meno di lasciare le sue barriere giù per un istante e ricambiare il suo sguardo cantando You are the only exception, you are the only exception and i'm on my way to beliving...

*

«Quinn! Ascolta fermati, so che non siamo esattamente amiche, l'hai reso chiaro più e più volte, sopratutto dal momento che io e Finn siamo una coppia estremamente felice e quasi prossimi al matrimonio, ma vorrei semplicemente farti sapere che io ci sono per te, di qualsiasi cosa tu voglia parlarmi, ed ho una canzone adatta a farti capire la strana amicizia che ci lega e alleviarti-»

«Rachel stai zitta e non cantare ti prego. Sto bene.»

*

La prima cosa che Quinn vuole fare non appena sente che Puck è in riformatorio è correre a trovarlo, ma poi si ricorda che non si parlano, che a mala pena si guardano, che hanno deciso di affrontare tutto da soli (o meglio che come sempre lei ha preso la decisione per entrambi ) e quindi accetta di fare la gare dei duetti con Sam.

*

«Hey Quinn, hey!Hey, emh ciao… emh ecco mi stavo chiedendo..»

«Risparmia il fiato Finn, mi sento bene, non sono mai stata meglio! E per favore, dillo anche agli altri.»

*

Con Sam non va tutto come previsto. Pensava di essere felice, ma i suoi baci non infuocano come quelli di Puck, e le sue carezze non la lasciano senza fiato come quelle di Puck, e i suoi sguardi non la fanno fremere come quelli di Puck...

*

«Quinn ti piacerebbe farti intrecciare i capelli?»

«Cosa?»

«Quando sono triste Santana mi intreccia sempre i capelli... oppure facciamo sesso, ma non credo che tu voglia fare sesso, vuoi fare sesso?»

«Cos-Brittany no! Perchè dovrei essere triste?»

«Per via della cicogna ovviamente, è stato crudele da parte sua affidarti una bambina e poi ripredersela...»

«Io.sto.bene. Grazie per le... emh, offerte, ma io.sto.bene.»

*

Poi d'improvviso la scelta tra ciò che la rende popolare e ciò che la rende felice: cosa fare? Ma poi dopo il discorso di Finn tutto le sembra più chiaro: non è felice perchè è lui quello con cui dovrebbe stare, non Sam! Una volta riottenuto Finn tutto tornerà come se nulla fosse mai successo, come era nei piani fin dall'inizio.

*

Lucy Caboosey

Manifesti di Lucy in ogni dove. Non riesce a credere che Puck possa aver aiutato in questa campagna diffamatoria, certo, lei non è stata buona con lui, ma arrivare ad umiliarla così solo per vincere?

*

«Allora Quinn c'è qualcosa di cui vorresti parlarmi? Come stai passando quest'anno?»

«Sto molto bene signorina Pillsbury. Sto per diventare reginetta come ho sempre sognato, il ragazzo dei miei sogni mi ama e io amo lui...»

«Sono contenta che tu ti sia rimessa in carreggiata così presto e così bene, Quinn. E dimmi, tu e Puck avete parlato di Beth?»

«Non vedo perchè dovremo farlo. Io e lui non stiamo insieme, non siamo mai stati insieme, e lei è felice con Shelby e io sto bene. Non ho bisogno di parlarne perchè io sto bene. »

*

Se solo quella Rachel si fosse fatta da parte. Lei aveva già tutto, una voce che le permetterà una delle migliori carriere, ottimi voti, due genitori sempre presenti, orde di ragazzi innamorati di lei (per chissà quale assurdo motivo) eppure non poteva lasciarle Finn per coronare quello squallido sogno che sua madre le inculcava in testa fin da quando era piccola. (Sposare il ragazzo del liceo , rigorosamente cristiano dall'aspetto del tipico ragazzo americano di buona famiglia, ottimi voti, reginetta del ballo, diventare un'agente immobiliare come lei, riempire la casa di bambini perfetti e cristiani e vivere un matrimonio sciatto e insignificante affondando i propri dispiaceri nell'alcool). Ma era veramente questa la vita che voleva? Era veramente questo quello che sognava per il suo futuro? Era veramente Finn il motivo della sua tristezza?

No. Lei voleva solamente andare a dormire senza che il fantasma di una bambina così simile a lei ( e così simile a lui ) la tormentasse nei suoi sogni. Voleva fare la spesa senza correre via dal supermercato appena un bambino iniziava a piangere. Voleva poter passare gli otto di ogni mese senza contare da quanto tempo sua figlia era in vita (senza di lei). Voleva qualcuno che capisse, voleva soltanto qualcuno che l'amasse.

E quello che le faceva più rabbia era che si era lasciata sfuggire l'unica persona che l'avesse mai realmente capita, mai realmente amata.
  
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