AGOOR
o
Il
Desiderio
-
C’erano
ancora
-
Le Lucciole vivono poco.
Così anche le Farfalle, che sentono la morte
quando le loro ali diventano troppo stanche per volare in alto.
Sentivate la vostra morte, Eccellenza?
Sì.
E io ero lì.
Ero lì con voi e non potevo fare altro che
guardarvi da lontano, guardarvi soffrire mentre piano piano
la libertà che credevate di avere conquistato veniva sgretolata via, frammento
per frammento.
In fondo voi siete come me, Eccellenza, proprio
come me.
Uno schiavo.
Un servo abilmente mosso da mani altrui.
Forse voi
non ve ne rendete conto Eccellenza, ma io vi osservavo sempre.
Sempre,
vi osservavo.
Anche quando
voi non mi scorgevate.
Anche quando non mi volevate a fianco, scacciandomi.
E mi
accorgevo della vostra solitudine, del vostro bisogno d’amore, del vostro
desiderio di una libertà che sapete essere solo utopica.
Come posso aiutarvi?
Esiste un modo per cui io
possa farlo?
Solo ora, Eccellenza, solo ora io non riesco a
guardarvi in faccia.
Non voglio vedere ciò che siete.
Io non vi conosco.
Io non riconosco questa persona che uccide,
questa persona che in un’arena si sta battendo per un qualcosa in cui nemmeno
crede, qualcosa come il titolo di Maestro della Gilda.
Vi rendete conto, almeno, di ciò che state
facendo? O lo fate soltanto per il vostro divertimento, per soddisfare l’ambizione
di essere il migliore? Lo fate solo per desiderio di uccidere?
Per cosa, Eccellenza?!
Spiegatemelo, così che anch’io riesca a capire.
Ma così…
…così io non vi conosco, Eccellenza.
Io non conosco questa persona, la persona che
sta combattendo.
La persona che sta ammazzando senza pietà.
Non siete voi.
Non siete il Dio che porto nel cuore, quello
che mi diede il nome.
Non siete il Dio che amo, quello a cui sono
stato donato, a cui ho donato la mia vita e la mia esistenza.
Quello che mi ama, che mi considera suo amico.
Voi ora non ricordate nemmeno chi sono.
Io sono molto triste per voi.
Non avrò mai l’insolenza di dirvi: “Sono triste
per voi perché non sapete che valore immenso aveva ciò che avete perso.”
Non ve lo dirò mai fino a che questa frase sarà
riferita a me stesso, Lucciola.
Io non valgo poi molto.
Posso essere sostituito.
Sono un servo.
Però… tanto tempo fa, voi mi diceste che per
voi sono un amico.
Che è molto, molto, molto più di un servo.
Ed io provai una gioia tale da non riuscire a
quantificarla.
Perché quelle parole erano il regalo più
prezioso che avreste mai potuto farmi.
E ancora, le conservo nel mio cuore come il
tesoro più grande che posseggo... niente potrà togliermele, nemmeno il Maestro Delphine.
Già… io soffro per la vita che avete perso, per
la libertà che avete perso, per la gioia che avete perso.
Perché voi… esistete ancora.
Siete nel mio cuore, lo sapete?
Siete nel mio cuore.
Sempre lo sarete.
E io non posso, non posso fare finta di nulla.
Non posso.
Non… ci riesco.
Io non dovrei possedere i miei sentimenti, non
dovrei manifestarli.
Ma li posseggo.
Perché anch’io sono vivo.
Anche se la mia vita non ha valore, io sono qui.
E vi amo.
E sono disposto a fare qualsiasi cosa per
vedervi tornare come prima.
Per voi, per il vostro bene, anch’io ucciderò.
Chiunque voglia farvi del male, dovrà vedersela
con me.
Ciò che posso fare è offrire l’unica cosa che posseggo,
in cambio della vostra libertà.
La mia vita.
Non vi preoccupate, Eccellenza, io continuerò a
proteggervi.
Come ho sempre fatto.
E anche se quando vi risveglierete io non sarò
al vostro fianco, state tranquillo.
Non sarete solo.
Con voi ci sarà qualcun altro.
E io sarò nel vostro cuore per sempre, se lo
desidererete, proprio come voi sarete nel mio per l’eternità.
Voi potreste morire in questa prova,
Eccellenza.
Io… sono rimasto sorpreso da questo.
Sinceramente, non avevo mai pensato alla vostra
morte.
Perché… io sarei sempre morto prima di voi,
Eccellenza.
Per difendervi, probabilmente.
Questo era ciò che avevo sempre pensato.
Oh, Eccellenza, non morite vi prego!
Non
morite!!!
O io… senza di voi smetterei di esistere…
Sopravvivete e vi giuro, vi giuro sull’amicizia
che ci lega che vi porterò via da questo Inferno.
Vi permetterò di tornare a volare come un
tempo, con la gioia sulle labbra e la libertà negli occhi.
Non posso lasciarvi qui, dove a nessuno importa
di voi.
Non posso, in nome dell’amore che vi porto.
Io non ho mai desiderato nulla, in tutta la mia
vita.
Sono sempre stato attento solo alle vostre preghiere.
Questa è la mia prima e ultima richiesta.
Il Desiderio di Lucciola.
FINE
N.d.A.
Che ve ne è sembrato di questa piccola fic? È ricollegabile
a un’altra mia storia, Cho, a cui è cronologicamente
successiva. Spero l’abbiate gradita!
Vitani