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Autore: dilpa93    08/06/2014    3 recensioni
"La speranza è un essere piumato che si posa sull'anima e canta melodie senza parole e non si ferma mai"
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Kate Beckett, Martha Rodgers, Quasi tutti, Rick Castle
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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"La speranza è il peggiore dei mali perché prolunga il tormento dell'uomo"
Nietzsche


 
 
Ancora una volta si è svegliata per la mancanza d’aria, per quella sensazione di soffocamento che non riesce a gestire e controllare. Quell’incubo la perseguita da settimane, il viso di quell’uomo che è sempre più nitido. Lo conosce a memoria. La barba incolta, il neo sullo zigomo destro che pare sollevarsi quando, guardandola, le sorride con aria di sfida e la sua risata che la raggiunge anche oltre la porta chiusa della sala interrogatori. Ciò che più le mette i brividi è sapere che non è solo un incubo, ma un ricordo, sapere che è accaduto veramente.
Si volta piano, beandosi della vista di Rick che dorme ancora tranquillo, lieta di non averlo svegliato con i suoi affanni. Gli carezza il viso con il dorso della mano, si sofferma sulla linea marcata della mascella, risalendo delicatamente sino alla tempia, fino a scostargli quel ciuffo che senza riguardo gli ricade sulla fronte accaldata. Lo sente rabbrividire al suo tocco, forse durato più del previsto. Ritira rapida la mano, constatando lei stessa quanto i suoi polpastrelli siano freddi. La circolazione deve essere rallentata, probabilmente ancora scossa dalla nottata movimentata. Scosta il lenzuolo così da liberare le gambe filiformi. Il pavimento è fresco e una sensazione di benessere si diffonde dalla punta dei piedi sino alla base del collo. Afferra la vestaglia lasciata sulla poltrona vicino al letto, legando delicatamente la cintura attorno alla vita esce dalla stanza socchiudendo poi la porta e, lasciandosela alle spalle, percorre lentamente il corridoio. Arriva davanti alla camera che per anni era stata di Alexis non faticando ad immaginarsela bambina. I capelli rossi lasciati liberi che le si posano appena sopra le spalle, intenta a giocare sul tappeto a motivi geometrici o a fare i compiti alla scrivania, ora circondata da pile di scatoloni nel buio della cantina.
Un sottile fascio di luce entra nella stanza illuminando i profili dei mobili che la completano.
Sorride serena appurando che entrambe le bambine dormono.
Carezza il pancino a Madison e le copre le gambette che vispe riescono sempre a liberasi del lenzuolo. Urta qualcosa con il piede, scuote la testa divertita domandandosi come sia possibile che il coniglietto di pezza si ritrovi sempre a fare compagnia al pavimento. Glielo sistema ai piedi del lettino, andando poi a lasciare un bacio sulla fronte di Sarah, pregando che i suoi sogni non siano come il suo, che ogni notte la tormenta costringendola ad alzarsi.
La stanza ripiomba nell’oscurità più totale e, come nei giorni precedenti, scende le scale assaporando il silenzio diventato ormai una rarità in quella casa. Apre la credenza sopra il lavello prendendo un bicchiere che riempie fino all’orlo. Beve avida l’acqua che vi ha appena versato e l’arsura che l’ha colta dal brusco risveglio cessa come per magia. Ma il silenzio che prima bramava e apprezzava non l’aiutano a scrollarsi di dosso i ricordi e, anche se sveglia, rivede il sospettato. La sua mano che fa scivolare con innaturale lentezza i tarocchi sul tavolo, voltandoli poi con la medesima calma. Il fruscio del cartoncino sottile contro il legno le fa venire la pelle d’oca nonostante lo stia solo immaginando. E poi eccole davanti ai suoi occhi ancora una volta.
 
Gli Amanti, momenti di riflessione. Positività e momenti piacevoli, ma solo se pescata dal verso giusto.
 
La Morte, una fine inevitabile che deve assolutamente essere accettata. Nulla può andare contro o porre rimedio a ciò che il destino ha in serbo. Purtroppo per loro, la conclusione si era rivelata negativa e come previsto aveva portato a sofferenza, disperazione e malinconia.
 
La Torre, la distruzione e l’inizio di una vita diversa da come la si era progettata. Se negativo o positivo Kate ancora non è riuscita a capirlo.
 
La Papessa, una grande forza spirituale e riflessiva, una forza femminile che con la sua saggezza riesce ad aiutare gli altri.
 
L’ultima carta estratta dal mazzo era stata il Mondo.
 
Non aveva mai creduto ai tarocchi, ne a nulla che gli somigliasse. Lettura della mano, del pensiero, ipnosi... invece Rick si era lasciato fortemente influenzare, lo aveva visto pensieroso nei giorni seguenti il fatto. Aveva riempito fogli con scarabocchi, schemi, molti dei quali erano finiti nel cestino ed altri invece erano ancora sulla sua scrivania. Sapeva che si sarebbe lasciato condizionare, come era successo per ogni evento bizzarro o quasi soprannaturale che aveva incrociato il loro cammino, ma la cosa era sfuggita al suo controllo quando era venuto a conoscenza della storia di Elijah Gordon. Aveva cominciato da ragazzo, poco più che ventenne. Piccoli trucchetti di magia agli angoli delle strade della periferia di Manhattan. Riusciva ad attirare la gente ingolosendo la loro curiosità, ma di certo i loro applausi e risate non gli davano di che vivere e con l’aumentare della concorrenza si era visto costretto a lasciare la sua città natale e spostarsi nella grande mela a cercar fortuna. Aveva scovato un antico negozio di magia, ne era rimasto affascinato da subito, da quando aveva visto il pomello a forma di pentacolo ed, entrando, libroni in cuoi coprivano gli scaffali inarcandoli. Il proprietario sembrava felice di avere finalmente un po’ di giovane clientela e lo stesso Elijah era lieto di poter condividere la sua passione con un esperto, o per lo meno con qualcuno che si riteneva tale. Tra libri e strani marchingegni, gli aveva mostrato i tarocchi. Erano un’arte a lui ancora oscura ma attirarono immediatamente la sua attenzione. Fu proprio quello il suo primo mazzo, lo stesso che aveva usato per l’ultima volta il giorno del suo arresto. Si era esercitato parecchio, ma la morte improvvisa del proprietario del piccolo negozio lo costrinse a cercare informazioni altrove, come nell’internet caffè vicino a quella topaia che aveva affittato, ma che ancora non aveva il coraggio di chiamare casa. Si era rifugiato in biblioteca per ore studiando libri e manuali, voleva fare di quell’arte il suo lavoro, un lavoro grazie al quale avrebbe dato un risvolto alla sua vita. La sua formazione era proseguita divenendo l’assistente di una patetica ed anziana chiromante in un misero negozietto al confine della città. Ne aveva imparato i segreti fino a che, dopo qualche anno, non aveva preso il suo posto. Il suo nome aveva cominciato a diffondersi tra i creduloni della città, tra chi aveva bisogno di speranza o desiderava conoscere il proprio destino, nell’illusione che il futuro fosse meno oscuro e più controllabile. Aveva chiuso il negozio e detto definitivamente addio ad un salario da fame quando il titolare di un casinò lo aveva invitato ad esibirsi a Las Vegas. La voce dell’arrivo di un cartomante si era sparsa velocemente, la piccola casa da gioco aveva trovato in Gordon la sua carta vincente. Le donne perdevano la testa per lui nonostante non fosse proprio un esemplare di classica bellezza. La sua fama cresceva insieme alla sua popolarità, le moglie dei giocatori più avvenenti vedevano come un obbligo andarlo a trovare, come se anche lui fosse un’attrazione della metropoli. Le voci erano solite dire che le sue predizioni non sbagliavano mai, da un certo punto di vista sembrava avere quasi in pugno la città.
“Molto alla Moe Greene”, aveva commentato Rick leggendo il fascicolo. Fortunatamente da anni Kate aveva imparato a stare dietro ai suoi ragionamenti e ai mille riferimenti cinematografici e letterari che era in grado di far spuntare dal nulla e a farseli scivolare addosso come acqua durante una doccia.
Tornando a Gordon, come spesso accade, anche a lui la fama diede alla testa. Ne era attratto, ne bramava sempre di più. Si dava ai bagordi, non distingueva il giorno dalla notte. I momenti in cui era sobrio si potevano contare sulle dita di una mano. La sua scortesia con le clienti abbienti era all’ordine del giorno e cosi, quando la sua reputazione aveva cominciato a vedere il suo declino ed i clienti non si recavano più da lui come diretti in pellegrinaggio alla Mecca, era impazzito. Il tagliacarte in argento sulla scrivania nello studio del vice direttore del casinò del suo appartamento a New York era sembrata l’arma più adatta per porre fine alla vita di quel ragazzotto che, con il suo bel completo scuro e le tasche gonfie di soldi, aveva voluto mettere il punto alla sua carriera licenziandolo e lasciandolo in mezzo ad una strada dopo che aveva scialacquato ogni soldo guadagnato negli anni come se non ci fosse un domani. Ma il domani per lui era arrivato e si prospettava nuvoloso con precipitazioni all’orizzonte.
Le ultime parole che aveva detto prima di essere portato via dagli agenti terminato l’interrogatorio, e dopo aver disposto le carte in ordine davanti agli occhi incorruttibili di Kate, erano state beffarde come il ghigno che gli aveva deformato la bocca. “È il suo futuro detective, buon divertimento.”
 
Nuovamente un brivido la percuote al solo pensarci. Si stringe di più nella vestaglia lasciando il bicchiere sul tavolo e mettendosi a guardare fuori dalla finestra. Osserva, come assente, il chiarore del cielo che comincia a diffondersi oltre gli edifici ed aspetta. Aspetta di vedere il sole apparire come dal nulla e l’alba spazzare via il terrore e il dolore, anche se solo per qualche minuto. Ciò che la palla di fuoco non può fare, innalzandosi facendo risplendere come dorati i profili dei palazzi e degli alberi, è impedirle di pensare costantemente al fatto che tutto ciò che Gordon ha previsto è accaduto, anche se forse non nel modo in cui lui l’ha immaginato e che le sue carte hanno predetto.
Solo una cosa resta incompiuta.
Si era avvalsa delle ricerche di Rick, aveva riguardato insieme a lui i significati di ogni singola carta.
Gioia, prosperità, bellezza, questo rappresenta la carta del Mondo, l’ultima carta girata e la sola che non ha avuto un riscontro nella realtà. Ma ora come ora non può credere che Elijah abbia sbagliato. Ancora spera che quella predizione si avveri. Deve avverarsi, poiché altrimenti nulla avrebbe senso.
Ma non deve pensarci adesso. In questo momento deve concentrarsi solo sul rosso che spicca maestoso davanti ai suoi occhi e godersi quei sessanta secondi di serenità, nonostante dei passi alle sue spalle sembrano volersi intromettere.







Diletta's coroner:

Eccomi con una nuova fanfiction dove non tutto sarà rose e fiori... ne siete sorprese, vero? Ahahah
Breve prologo, si saprà di più nel prossimo!
Buona serata
Baci
  
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